12/04/2015
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Room
of
Requirement
Derek scrutava pensieroso il fuoco che scoppiettava nel camino.
Seduto lì malamente sul tappeto, mentre distrattamente sorseggiava la sua cioccolata calda grondante di panna ai bordi, ragionava su quanto gli sarebbe piaciuto poter stare così ogni giorno.
A voler essere sinceri lui amava la pioggia, quella pioggia che incessante batteva sulla scuola, perché era un ottimo scenario per le sue giornate chiuso in quella stanza.
Cosa poteva esserci di meglio?
Erano già due giorni che quella pioggia cadeva, senza neanche un minimo di tregua, ed erano due giorni che si rintanava lì con più frequenza, saltando qualche lezione noiosa.
E – sempre a voler essere sinceri – non se ne pentiva affatto.
Stiles si mosse leggermente davanti a lui, che era fra il suo corpo e il divano, e allora strinse un po’ più a sé il Corvonero nel mentre si stiracchiava come un felino.
“Mmn” sbiascicò quello con la voce impastata dal sonno, poggiandosi a peso morto indietro con la testa sulla spalla di Derek, che sembrò risvegliarsi solo in quel momento dai suoi pensieri.
“Potremmo restare a dormire qui anche stanotte” propose al più piccolo e circondò meglio le gambe intorno alle sue, come a infondergli la forza per non crollare addormentato subito.
“Mmn” farfugliò lui solo in risposta e l’altro alzò gli occhi al cielo.
La Stanza delle Necessità era una benedizione per loro due, che ci passavano tutto il loro tempo, circondati da stendardi oro e rosso scarlatto e blu e bronzo, un camino sempre accesso, lenzuola sempre sfatte per un gran letto a baldacchino e un comodo divano.
Era come essere a casa: familiare e intima, un rifugio solo per loro.
Derek si ritrovò a sghignazzare e “non pensavo di averti fatto faticare così tanto” disse ironico, punzecchiando l’orgoglio del ragazzo visibilmente tramortito.
Ma Stiles si fece tutto irrigidito, gonfiando il petto indispettito e “stai zitto” bofonchiò nascosto nel suo collo, che venne scosso da brividi piacevoli.
Il Grifondoro poteva vedere solo la chioma scura e disordinata accasciata su di sé, ma era certo che il ragazzo avesse gli occhi chiusi.
“Che dici, Stiles” lo richiamò piano, posando da una parte la sua tazza di cioccolata “torniamo a letto?”
Il diretto interessato rimase ammutolito, forse addormentato, forse sbigottito da una possibile allusione, ma Derek si sentì di rassicurarlo subito e “ho sonno anche io” chiarì, ridacchiando fra sé e sé.
“Mmn” fu l’ennesimo mormorio confuso dell’appisolato Corvonero, che poi a fatica scivolò di lato, sdraiato, portandosi dietro l’altro, troppo stanco per poter arrivare al letto e troppo attratto dal fuoco scoppiettante.
Derek si arrese all’idea di riposare lì, davanti al camino e con Stiles fra le braccia – che appena toccato il pavimento si era addormentato – e si lasciò cullare dal suo respiro regolare, prima di seguirlo a ruota nel mondo dei sogni.
Ehilà ^^ era da un po' che non mi facevo viva qua!
Allora, questa flashfic è un disastro: l'ho scritta venerdì, pubblicata ieri nella sezione di Merlin, cancellata ieri, modificata sulla Sterek oggi e ripubblicata ora.
1- Odio questo pc (di mia sorella) perché ogni volta che apro EFP poi me lo chiude dal nulla.
2- Avevo fatto un casino per il Merthur fra grifondoro-serpeverde-corvonero e tra le altre cose me ne era accorta solo dopo aver pubblicato.
3- Ho cambiato idea quindi ci sono tornata sopra e ho deciso di basarla su 'sti poveri due.
4- Non mi convince più ma la pubblico lo stesso.
Quindi niente, meglio che non dica altro e che torni a studiare (sono nei casini, ho saltato scuola ieri e il professore di storia è diventato una furia,
Nada, fatemi sapere cosa ne pensate!
Lawlietismine