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Autore: Sylvie91    12/04/2015    3 recensioni
Non si parla di una nano qualsiasi, ma del Nano... quel nano che ha aiutato il suo popolo in esilio dopo l'arrivo di un drago e che ha cercato di riconquistare la sua casa.
Non credo di essere da sola nel chiedersi: com'era Thorin prima di tutti questi avvenimenti?
Tenendo d'occhio il nostro pezzo di quercia e buona parte dei nani conosciuti e non, provo a narrarvi una sua ipotetica vita ad Erebor e soprattutto durante l'esilio! cercando comunque di creare un filo rosso tra questa storia ed un altra!
vi auguro una buona lettura (se vi va :D ) bisous bisous!
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dwalin, Smaug, Thorin Scudodiquercia
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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Erebor.
La città dei nani, protetta dalla Montagna che si erge isolata e imponente; la città fondata in tempi antichi è famosa per essere un centro di commercio, ma soprattutto di ricchezze che vengono raccolte nell'enorme sala del tesoro.
La potenza dei nani viene dimostrata già dalla porta d'entrata: questa è alta superando di molto la normale altezza umana, i portoni di massiccio legno nero vengono aperti di giorno per accogliere chiunque possa maggiormente arricchire la città.
Comunque come avvertimento nei confronti di chi volesse recare danno, ci sono a sorveglianza del portone due enormi sculture di nani scavate a vivo nella roccia, che sembrano fissarti con sguardo torvo e minacciarti con le asce saldamente impugnate.
Superando l'imperiosa entrata non si può che rimanere a bocca aperta: un enorme spazio scavato nella montagna da il benvenuto a forestieri e diplomatici, questo viene illuminato di giorno da alte finestre che riescono a quintuplicare la normale luce grazie ai rifinimenti dorati con cui sono rivestite e di notte invece lampade d'argento risplendono come se volessero fare concorrenza alla luce lunare.
La Montagna oltre ad essere scavata nella sua profondità è scavata anche al suo interno, dove vi stanno le camere dalla famiglia reale, la biblioteca, le sali per le riunioni, le varie stanze per ospitare i diplomatici....ma anche e soprattutto la Galleria dei Re e la sala del trono; ma di tutto ciò parleremo a tempo debito.
Nella profondità della Montagna si può trovare il cuore palpitante di Erebor, un cuore forte e vigoroso che nasce nella roccia e prospera grazie a questa.
Nelle miniere al di sotto della montagna si possono trovare le vene di oro che corrono :come formando un disegno sulla nera roccia, ma che si vanno anche a mischiare con le vene argentee e rosse del rame creando uno spettacolo di colori nel momento in cui si intrecciano.
E le caverne piene di diamanti, il loro splendore e candore compete con il cielo stellato...ma i doni della Montagna non si limitano a queste gemme, si possono vedere anche stelle rosse o verdi sulla tavola scura della pietra.
Salendo di un livello all'interno di Erebor ci sono i laboratori e le fucine, nei primi si lavorano i gioielli ed i monili che riescono a cogliere l'attenzione anche degli alteri elfi e stuzzicano la loro invidia ed ingordigia; mentre nelle seconde le più mortifere armi vengono fabbricate dai forti fabbri nani il cui lavoro avviene tra il fragore dell'acciaio battuto e il calore delle alti fornaci.
Ma il livello più importante è il mercato.
La cui espansione riprende tutto il perimetro della Montagna, illuminato anch'esso con enormi lampadari d'oro e di vetro in modo da espandere in ogni angolo la loro luce.
Decine e decine di bancarelle di nani ma anche di umani si accostano affianco l'una all'altra accogliendo gli acquirenti, che possono trovare i viveri dagli umani della città di Dale e monili o armi dai nani.
L'unica differenza che vi può essere in questo via e vai è solo l'altezza, ma in questo scambio di culture, oltre che di beni è una caratteristica che viene spesso e volentieri tralasciata.
La città di Dale, come Erebor, è ricca e fiorente; i suoi abitanti guardano la città dei nani con rispetto, ma anche con una certa riconoscenza dovendo la propria prosperità al lavoro dei suoi vicini.
 
Oggi, però, è un giorno particolare: i minatori non scavano la pietra alla ricerca di gemme ed ori, i fabbri e gioiellieri sono fuori dai loro laboratori ed il mercato è chiuso... i nani stanno aspettando l'arrivo di una nuova nascita, di un bimbo o bimba che sarà principe o principessa di Erebor.
Intanto, nell'amplia biblioteca dei piani più alti della Montagna ci sono due giovani nani che cercano di ingannare il tempo di quella che sembra una interminabile attesa; il più grande dai ribelli capelli scuri e dai profondi e indagatori occhi azzurri è quietamente disteso sui tappeti, posti davanti al camino, guardando talvolta il soffitto e talvolta il fratello seduto anche lui sui tappeti ed intento a disegnare qualche cosa.
Su una delle enormi poltrone poste strategicamente anch'esse davanti al camino c'è un grande nano, dalla folta barba bianca e da una corona malamente posta sul capo, intento a russare sonoramente e grattarsi la pancia, quando l'intento iniziale era quello di guardare i nipoti.
Il più piccolo dei fratelli ad un certo punto sbuffa spazientito e si alza attirando l'attenzione del maggiore -Thorin, quando possiamo andare da amad?-
-Credo che verranno a chiamarci.-
-Facciamo uno scherzo al nonno, intanto?- propone il piccolo Frerin mostrando un bello, quanto malizioso sorriso al fratello -Mi sto annoiando così tanto.-
-Mmm... non mi sembra il caso, se vuoi ti racconto una storia!-
-Sei noioso.-
-Non sono noioso, sono saggio!-
-Sei così tanto saggio da sembrare noioso!-
Thorin sbuffa sorridendo al suo piccolo fratellino e scomponendogli i capelli scuri -Dai ti posso raccontare un infinità di storie!-
-No, dopo va a finire come col nonno! Ti addormenti.-
I due contemporaneamente girano lo sguardo a guardare il Re ,che è placidamente seduto sulla poltrona e che si gira su di essa bofonchiando qualcosa di incomprensibile pettinandosi con le grosse mani la barba.
-Dai Thorin! Uno scherzetto piccolo piccolo!-
-Va bene, mi arrendo!-
-Potremmo svegliarlo con le pentole!-
-Aye, non è troppo pesante!-
-E gli allacciamo le stringhe degli scarponi tra loro!-
-... potrebbe farsi male!-
-E' più probabile che vada a formare un crepaccio per terra.- risponde ironicamente Frerin con gli occhi color nocciola che brillano dall'eccitazione di combinare una nuova bravata -E poi ho un altra idea!-
-Ciò mi preoccupa! Mi prometti che non me ne dovrò pentire?-
-Certo nadad, ti divertirai anche te!-
I due escono piano con passo felpato, pur sapendo che anche le cannonate non possono svegliare il loro nonno quando dorme così di gusto, e si recano nella cucina a prendere il necessario per il famigerato scherzo.
Thorin recupera senza problemi quelli che sono i coperchi di due grandi pentole, ed osserva il fratello che prende un vassoio nascondendo il suo contenuto sotto una campana di ferro.
Il maggiore pur avendo quattordici anni, gli piace seguire il piccolo fratellino nelle sue improvvisate avventure; da un parte sa che è un occasione di divertirsi prima che i suoi doveri lo sopraggiungano e dall'altra cerca sempre di tenerlo a bada per evitare che si vada a cacciare in grossi guai.
Thorin ,al compimento dei suoi quindici anni, sarà infatti tenuto ad iniziare gli insegnamenti e gli addestramenti con lo scopo di diventare un guerriero, ma soprattutto per diventare un degno erede al trono di Durin.
-Frerin, hai preso quello che volevi?-
-Si, Nadad torniamo in biblioteca!-
I giovani principi lasciano la cucina attenti come prima a non fare rumore e di non attirare alcuna attenzione, ed entrano piano nella sala che poco prima avevano lasciato... Thorin appoggia sul tappeto i piatti annullando il loro acuto suono, mentre Frenin fa lo stesso col vassoio.
Il minore dopo aver appoggiato il vassoio a terra, si fionda sulle stringhe del vecchio nano allacciandole bene tra di loro; Thorin cerca ovviamente di guardare quale sorpresa nasconde il fratello sotto il vassoio ma viene fermamente bloccato da un suo schiaffo alla mano.
E proprio mentre Thorin si massaggia indispettito la mano offesa, bussano alla porta; quindi prende i coperchi cominciando a farli cozzare fra di loro creando un rumore fragoroso e squillante tanto da far saltare Thròr sulla poltrona.
Il Re non riuscendo a trovare un degno appoggio cade in avanti, incontrando con la faccia una torta alla panna: il prezioso contenuto della campana di ferro di Frerin.
I giovani nani scappano dalla biblioteca salutando velocemente la dama di compagnia della propria madre, lasciando il loro nonno con la barba e la faccia piena di panna, tanto che a momenti questa gli poteva uscire anche dalle orecchie.
I giovani birbanti si recano come fulmini nella camera dei loro genitori, ma prima di entrare Thorin ferma Frerin innanzi alla porta -Sei proprio un disastro!- dice mentre cerca di mettere a posto la casacca dentro i pantaloni e pettinando con le mani i suoi capelli.
Una volta constatato un miglioramento nel fratello lo prende per mano e apre la grande porta nera con delle piccole e geometriche decorazioni dorate; al suo interno c'è una grande stanza ma l'attenzione di entrambi viene attirata dalla giovane nana seduta sul letto, col viso stanco ma felice con in mano un fagottino dai radi capelli scuri.
La nana sorride ai figli appena entrati, ed anche un altro nano si volta sorridendo verso di loro...- Thorin, Frerin figli miei, venite salutate anche voi vostra sorella Dis.-
I due fratelli non smettendo di prendersi per mano si avvicinano al letto e ai loro genitori, titubanti: avendo paura di svegliare la piccola; per poi ammirare il viso cicciotto e simpatico della neonata che agita i pugnetti colpendo l'aria.
-Amad, posso prenderla in braccio?- chiede Thorin a Fris ,sua madre, la quale sorride intenerita dalla proposta del suo primogenito gli allunga il candido fagotto.
Thorin la prende in braccio e la culla facendo vedere al padre che la bimba tra le sue braccia è tranquilla e pacifica, ma l'armonia dura poco: la porta aperta un po' con forza fa svegliare Dis, che fa sentire i suoi poderosi polmoni con un urlo da fare tremare i vetri.
Persino il Re Thròr, che era appena entrato, per vedere la nipote si allontana schiacciandosi le mani sulle orecchie e alludendo velocemente al figlio che sarebbe passato più tardi; quando i timpani avrebbero avuto un momento di pietà.
Thorin passa la bimba a Fris come se fosse una patata bollente, non sapendo come farla smettere e ritenendo che ammutolirla con la sua mano sia poco indicato per la bambina; ma appena Dis raggiunge le sicure braccia della madre smette di piangere come d'incanto ,raggomitolandosi sul petto.
-Vi piace la vostra nuova sorellina?- chiede Fris ai suoi bambini.
-Avrei preferito un altro fratello.- risponde onestamente Frerin, facendo la linguaccia alla piccola.
-Frerin...- lo richiama dolcemente Thràin – devi capire che Dis è una benedizione, non ci sono molte nane, e poi è bellissima.-.
-Dal grido che ha fatto ho come l'impressione che non mi renderà la vita facile.- afferma invece Thorin.
-Ha sangue Durin, dentro di sé.. è ovvio che si faccia sentire!- risponde Thràin scomponendo i fluenti capelli mori del figlio -E poi voi due non siete meglio! Era panna quella che ho visto prima sulla barba di Thròr?-
-No, assolutamente? Come panna? Si sarà andato ad abbuffare in cucina nell'attesa!- risponde Frerin, facendo finta di niente, mentre Thorin si stropiccia le maniche agitato, nella convinzione di essere finito per l'ennesima volta nei guai.
-Piccolo impertinente! Dovresti avere maggiore rispetto per il vostro nonno, è il Re!- sgrida Thràin lasciando trasparire comunque un sorrisino divertito al pensiero della barba del suo vecchio padre coperta di spuma bianca -Andate a chiedergli, scusa!-
Thorin prendendo di nuovo per mano Frerin esce velocemente dalla stanza, andando a cercare il nonno, premuroso di obbedire all'ordine del padre e per evitare quelle che possono essere ulteriori conseguenze.
Thràin dopo aver fatto uscire le sue due adorabili piccole pesti si riavvicina alla moglie sedendosi sul bordo del letto e prendendo in braccio la piccola Dis, che nel sentire il cambio si sveglia un po', per poi riaddormentarsi nuovamente afferrando la barba del padre.
-E' bellissima... e tu sei stata bravissima.-
-Ti assomiglia, una volta quando avevi i capelli scuri.- afferma Fris ridendo della espressione accigliata del marito.
-Stai dicendo che sono vecchio?-
-No, ho solo detto che ora hai capelli e barba grigi.- continua la nana -Ma non ti rendono meno affascinante!-
- La furbizia i nostri figli l'hanno presa da te... tesoro mio.- conclude Thràin chinandosi a porre quello che è un lieve e casto bacio sulla chioma dorata della sua amata.
 
Ciao!
Eccomi di nuovo :3
ho deciso di affrontare la vita di Thorin almeno prima della sua riconquista con la sua compagnia! Andando a sbirciare anche in quella che è la sua vita privata, convinta che il nostro bel tenebroso prima di diventare chiuso come un riccio abbia amato e abbia anche perso! Si sto un po' spoilerando ma è solo per darvi un idea di cosa voglio combinare, insomma!
Il raiting potrebbe alzarsi, non so quante scene a sfondo sessuale inserirò... ma per adesso l'arancione mi accontenta!...
ringrazio chi si ferma un attimo a leggere questo primo capitolo, chi mi dirà la sua opinione con un piccolo commento! Insomma vi ringrazio in anticipo
Bisous
Sylvie
   
 
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