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Autore: TheCrimsonGhost    12/04/2015    1 recensioni
Presi un panino al formaggio dal frigorifero, che consumai insieme ad una lattina di birra, il tutto disteso sul divano accompagnato dal ronzio prodotto dalla televisione connessa ad un canale statico. Inevitabilmente mi addormentai.
Il mattino successivo, una volta dopo aver fatto una ricca colazione al bar vicino al condominio dove abitavo, andai a casa dei miei genitori; mia mamma in particolare, in quel periodo non godeva di ottima salute.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornai a casa molto tardi quella sera. La casa era disordinata come sempre: c’erano circa una decina di felpe sul divano, fette di pizza le quali mi dimenticai di conservare nel frigorifero ed ormai brulicanti di mosce, il pavimento era al limite del lurido e mi ero anche dimenticato di acquistare un nuovo telefono; poiché il precedente a causa di una caduta si frantumò in mille pezzi o forse di più.
Mi tolsi la giacca color cammello, la cravatta di un nero intenso e le scarpe in pelle per poi rimanere in canottiera e pantaloni.
 
Presi un panino al formaggio dal frigorifero, che consumai insieme ad una lattina di birra, il tutto disteso sul divano accompagnato dal ronzio prodotto dalla televisione connessa ad un canale statico. Inevitabilmente mi addormentai.
 
Il mattino successivo, una volta dopo aver fatto una ricca colazione al bar vicino al condominio dove abitavo, andai a casa dei miei genitori; mia mamma in particolare, in quel periodo non godeva di ottima salute.
Abitava anch’essa in un appartamento vicino la periferia: il pavimento presentava un tema a quadrati alternati color senape, le mura erano di un rosa molto sbiadito, tutti i mobili erano rigorosamente in legno di noce (il tavolino in cucina e nel salotto, le sedie, la scrivania nello studio di papà, l’armadio e tutti i comodini presenti in casa), nel salotto c'era un elegante tappetto dallo stile floreale e le varie bambole in porcellana tanto amate da mamma.
 
In casa c’erano due uomini, probabilmente i medici, i quali dopo uno scambio di saluti formali dissero: «Sua madre si trova in camera da letto, penso sappia la strada…»
Attraversai il lungo corridoio che mi separava dalla camera dei miei genitori, aprii la porta ed entrai.
Mia mamma se ne stava distesa sul letto, coperta da circa tre strati di piumone caldo.
«Ciao mamma, come ti senti?»
«Bene, dicono che le mie condizioni stanno migliorando…»
«Spero che tu guarisca il prima possibile,» dissi sedendomi sulla sedia posta al fianco del letto «noto che papà continua ad accudirti la notte» dissi toccando diverse volta la sedia in legno, quella dove papà ogni sera si siede per controllare che mamma stia bene.
«Sai com’è fatto tuo padre, si preoccupa di tutti tranne che di sé stesso,» mia madre tossì rumorosamente «se non ti dispiace, puoi prendermi un bicchiere d’acqua?»
«Certo, farò in un attimo».
Andai in cucina, aprì il rubinetto e riempì un bicchiere di vetro con dell’acqua.
Qualcuno poi bussò alla porta, andai ad aprire: era mio padre, con un faccia che mostrava quanto fosse fisicamente e mentalmente distrutto.
 
Scopri infine che gli uomini in salotto erano dell’agenzia funebre, e che mia madre era morta poche ore prima del mio arrivo.
  
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