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Autore: momo_no_hana    13/04/2015    2 recensioni
baby!rin, baby!Sousuke, baby!Gou
"Giochiamo che io ero la principessa, tu il cavaliere e Rin il mago cattivo"
Fanfiction scritta per la Notte Bianca indetta dalla pagina Facebook "No, ma io Free lo guardo per la trama eh", che purtroppo non sono riuscita a pubblicare in tempo... ma adoravo il prompt!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: Gou Matsuoka, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Konbanwa! ^^
Volevo scrivere questa ficcy per la notte bianca della pagina Facebook "No, ma io Free lo guardo per la trama eh", ma causa impegni di forza maggiore non sono più riuscita a farlo in tempo ç_ç
Ma il prompt mi aveva letteralmente sciolto il cuore e non potevo non scrivere qualcosa (anche se è venuta una schifezzuola fluffosa)
baby!rin, baby!Sousuke, baby!Gou
"Giochiamo che io ero la principessa, tu il cavaliere e Rin il mago cattivo"
(Bonus se, dopo anni Rin ripensa a questa cosa e dice a Sousuke qualcosa tipo che lui adesso è il SUO cavaliere)
Qualsiasi commentino / critica è ben accetto (mi scuso in anticipo se ci sono errori grammaticali perché l'ho scritta abbastanza di fretta... gomene!)

 

Giochiamo che io ero la principessa, tu il cavaliere e Rin il mago cattivo



Rin sbuffò “Perché devo essere io il mago cattivo? Non mi va! E non è giusto che sia Sousuke il principe!” brontolò, incrociando le braccia al petto e guardando di traverso la sorella, che rise, prendendolo in giro:

“E invece è giusto così! E poi Sousuke-kun deve fare il principe per forza, è più alto e bello di te!” rispose mostrandogli la lingua e correndo a nascondersi dietro al suddetto principe.

“Gou!!”, Rin fece per afferrarla per un braccio, ma lei si divertiva a sfuggire alla presa del fratello, girando attorno al povero Sousuke che, dal canto suo, non aveva la minima intenzione di mettersi in mezzo alla litigata dei due fratelli. Sbuffò con espressione annoiata, finché i due fratelli fermarono quel loro girotondo impazzito, sdraiandosi sul prato ansanti.

“E va bene Gou, facciamo che io ero il mago cattivo; però voglio avere i super poteri!”, Rin stava cercando un compromesso con la sorella, mentre riprendeva fiato, sdraiato sulla pancia su quell'erba primaverile che gli solleticava la pelle.

“Ma Niisan, i maghi non hanno i super poteri! Però puoi avere una bacchetta magica”

“E cosa me ne faccio di una bacchetta se non posso avere dei super poteri?” ribatté stizzito.

“Puoi fare delle magie, che domande” affermò Gou, sicura di sé. Dopotutto aveva visto tanti di quei cartoni animati che poteva ritenersi un'esperta di principi, principesse, maghi e tutto il resto.

Rin la guardò stralunato “E le magie non sono uguali ai super poteri?” chiese perplesso.

“No”, la piccola Gou incrociò le braccia, mettendosi a sedere, “i maghi non volano, non sono invisibili e... insomma, puoi fare magie e basta!”. A dire il vero nemmeno lei era tanto sicura di come sostenere la sua tesi che il fratello non potesse -per pura questione di principio ovviamente- avere dei “super poteri”, così stava fornendo spiegazioni che, di fatto, non stavano spiegando proprio nulla. Infatti Rin sembrava sempre più confuso “Si può sapere allora cosa posso fare? Così non è divertente!” sbuffò nuovamente, mettendo il broncio e dando le spalle alla sorella.

Di fatto Sousuke sembrava essere stato completamente tagliato fuori dal gioco -che non era nemmeno iniziato e, di questo passo, probabilmente non sarebbe mai iniziato- ed iniziava a spazientirsi per il comportamento di Rin.

“Potresti fare il cavallo” buttò lì

“Il cavallo?!” Rin si girò di scattò e, dopo essersi messo in piedi fronteggiò l'amico “e cosa fa il cavallo?” chiese incerto.

“Siiii!” strillò Gou “Niisan sarà il nobile destriero del principe Sousuke-kun” affermò con gli occhi che le brillavano per l'eccitazione. “In tutte le favole che mi legge mamma il principe, cavalcando un cavallo bianco, salva sempre la principessa da un drago cattivo” spiegò, guardando il fratello piena di aspettativa.

Rin si grattò la base del collo “quindi... Sousuke mi deve salire sulla schiena?” chiese, senza guardare l'altro negli occhi.

“Si si” affermò Gou “Sousuke ti sale sulla schiena e poi tu devi correre e portarlo fino alla torre dove è intrappolata la principessa” continuò, indicando la piccola casetta di legno costruita sull'albero di cedro nel loro giardino.

“E da cosa ti dovremmo salvare?” chiese Sousuke, pragmatico come sempre, mentre cercava di organizzare quel gioco bambinesco nei minimi dettagli, come se fosse la prima di una rappresentazione teatrale.

“Dal drago!”, Gou puntò l'indice verso Dango, il loro cane che dormiva tranquillo vicino al muro dell'abitazione, ignaro del ruolo che gli era appena stato assegnato.

“Uhm... ok, può andare” annuì Sousuke, avvicinandosi a Rin. “Mettiti a quattro zampe” continuò impassibile.

“Ah ehm.. ok..” balbettò l'altro, arrossendo come un peperone nel sentire il peso di Sousuke posarsi sulla sua schiena.

“Peso troppo?”

“Ahaha, figurati, sarà uno scherzo correre fino all'albero!”, di certo Rin non avrebbe mai ammesso che sì, in effetti Sousuke, essendo anche parecchi centimetri più alto di lui, non era certo un peso piuma; come non avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura di non sentirsi in grado di riuscire a scarrozzarlo fino alla casetta-torre della principessa.

Gou dal canto suo si era già arrampicata sulla scaletta a pioli e li osservava divertita dall'alto. Non appena vide che Sousuke si era sistemato sulla schiena del fratello gridò con tutto il fiato che aveva “Dango, svegliaaaa! Svegliati Dango, prendi Riiiiin!!”

Il cagnolone sollevò di scatto la testa al richiamo della padroncina e, una volta messo a fuoco Rin, iniziò ad inseguirlo con la lingua a penzoloni, abbaiando a più non posso.

Rin a sua volta iniziò a correre goffamente cercando di non perdere l'equilibrio, a causa di Sousuke che ondeggiava ancorato alla sua schiena solo con le gambe.

“Dai Riin, ci sei quasi, manca poco, corri!” lo incoraggiava Gou, sbracciandosi dalla finestra della casetta, prima di scoppiare a ridere a crepapelle quando Dango spiccò un balzo e fece cadere a terra sia Rin che Sousuke in un groviglio di braccia e gambe. “Ahi ahi ahi” Rin si massaggiò la testa, cercando poi di togliersi Sousuke di dosso, ma invano: Dango li sovrastava e aveva iniziato a leccare ad entrambi la faccia, dimenando la coda come se fosse l'essere più felice del mondo.

“Rin, sei un cavallo troppo lento, devi imparare a correre più veloce!” gli disse Gou tra una risata e l'altra, scendendo dall'albero e avvicinandosi ai due amici per trascinare via Dango prima che li inondasse con una cascata di bava.

“Non è colpa mia” borbottò in risposta “è Sousuke che pesa troppo!”

 

[…]

 

“Peso troppo?” un sussurro roco dritto nel padiglione auricolare fece rabbrividire Rin, schiacciato tra il materasso e il corpo caldo di Sousuke, che aveva iniziato a strusciarsi contro di lui in modo decisamente provocatorio.

“Non.. non troppo” rispose con un filo di voce; la mente già annebbiata dal piacere crescente.

“Meno male” Sousuke iniziò a far scorrere le mani su tutto il corpo di Rin, fino a farle sprofondare nella chioma color magenta, tirando scherzosamente un paio di ciocche “...sai, non vorrei mai far stramazzare al suolo il mio povero cavallino come l'ultima volta” ridacchiò, mordendogli il lobo sinistro.

“Cav..cavallino?” chiese stralunato Rin, riacquistando per un attimo il controllo sui suoi pensieri

“Come, lo hai dimenticato? Io ero il principe e tu il mio nobile destriero”, un colpo di bacino più forte fece inarcare di scatto la schiena del compagno, “ma non sei neanche riuscito a portarmi fino alla casetta sull'albero” continuò l'altro.

In quel momento qualcosa nella testa di Rin scattò, un click che riportò alla luce ricordi sepolti dalla polvere del tempo, “Come.. come fai a ricordarti ancora una cosa del genere?!” chiese shokkato, arrossendo visibilmente al solo pensiero di quel pomeriggio di tanti anni fa.

“Mi pare che ora te lo sia ricordato anche tu, o sbaglio?” ridacchiò Sousuke, lambendogli le labbra con le proprie, solo un lieve contatto, nulla di più, ma che bastò a provocare in Rin una serie di brividi attraverso la spina dorsale.

“Sì... ma io non volevo fare uno stupido cavallo”

“Già, tu volevi i super poteri” rise piano sulle sue labbra.

“Solo perché non potevo essere la principessa” rispose con disappunto.

“Perché un bambino testardo come te avrebbe voluto fare la principessa?” chiese Sousuke, dandogli un buffetto sul naso.

Rin sfuggì agli occhi indagatori dell'altro e deglutì “...perché il principe eri tu

 

  
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