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Autore: Ulysses    14/04/2015    1 recensioni
Jesse McHall è la popstar più famosa del momento: ha solo 23 anni e il suo terzo album "Dynamite" è in cima alle classifiche di tutto il mondo. Derek Green è il suo migliore amico fin da quando erano bambini, nonché collega e autore di tutte le sue canzoni. Una vita all'ombra del ragazzo più desiderato e più conosciuto del mondo.
Lo Star System e la vita dei due ragazzi tra amore, musica, celebrità, amicizia, ricchezza, tour mondiali, alcol, droghe, tradimenti, sogni.
Tutti sogniamo una vita così: ora possiamo finalmente viverla. Ma davvero ci piacerà cosa troveremo?
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Aprendo la porta, Derek fu sollevato dal trovare il loft in condizioni migliori di quanto si ricordasse.

-Prego.

E la bella bionda entrò, non nascondendo un sorrisino. I due attraversarono velocemente il corridoio che porta al salotto, separato da una libreria dalla sala cucina, formando un confortevole e raffinato open space newyorkese. Derek, vedendola sul divano in pelle, tolse la tastiera in modo da fare spazio.

-Prego, Joanna... siediti pure. Ti va un drink?

Joanna fa cenno di sì.

-Ehm.. cosa ti andrebbe? Non so... ci facciamo un bicchiere di Chardonnay?-, disse Derek, dirigendosi verso alcuni scaffali sopra l’angolo cottura.

Joanna osservava incuriosita il loft: Derek non la biasimava; era anzi compiaciuto dell’interesse che suscitasse nella bellissima ragazza, finalmente. Aveva un vestito corto abbastanza da farti entrare nel privèe del The Box, ma non troppo da far pensare a tutte le celebrità presenti che sei stata già a letto con metà di loro. I capelli le arrivavano poco più giù delle spalle, tenuti sciolti, make-up leggero, rossetto rosso ciliegia a parte: quel misto tra look ricercato e disinvolto aveva attirato diversi occhi quella notte, anche quello di Leonardo Di Caprio. Derek lo sapeva bene: chissà perché Di Caprio era a New York? Di solito era a Malibu, non passava quasi mai per la Grande Mela. Decise che non erano questioni poi tanto importanti, con quel bel corpo seduto lì.

-Sì, un bicchiere mi farebbe piacere-, le parole scossero quel fantasticare del giovane ragazzo, che rispose con un sorriso e prese la bottiglia: versò due calici pieni e poi andò a sedersi sul divano, affianco a Joanna.

-E così questo è il tuo posto?-, disse Joanna, poi fece un piccolissimo sorso del rosso.

-Sì. Come puoi immaginare è temporaneo... O meglio, è il mio campo base di New York. Sempre a girare il mondo... è meglio non mettere radici troppo in fretta.

-Il tour dev’essere estenuante... Ammiro molto i tuoi testi.

-Sì? Ti piacciono davvero?

-Beh, il pubblico ovviamente si accontenta quando hai una popstar così... in fondo sono ragazzine... ma l’ultimo album... “Dynamite”... è sicuramente un grande passo avanti al precedente.

-Grazie Jay... Effettivamente ci ho lavorato molto. Le vendite sono state... wow...

-Primo posto sulla Billboard. Ormai è un’abitudine per voi.

-Sì... l’idea è di continuare. A febbraio voliamo in Australia per il nuovo tour, ma sto già scrivendo qualcosa per il prossimo disco. 

-Addirittura?-, accedendo un brillante sorriso e lentamente appoggiando la mano sul ginocchio di Derek.

-Esatto... e ho appena scritto un pezzo con Harry Styles. Roba seria. Andrà nel prossimo dei One Direction.

-Wow! Conosci...-, avvicinò il suo corpo al busto del ragazzo,-così tante persone... e fai un lavoro così incredibile.

Derek mosse il capo, per un secondo vide il display dell’orologio: segnava 03:37. Pensò che fosse arrivato il momento di fare le cose sul serio: era tardi ed era stanco; l’indomani, o meglio, solo poche ore dopo sarebbe dovuto andare in studio a lavorare. Il solo pensiero di doversi alzare dal letto per affrontare il gelo dicembrino di New York lo traumatizzò. Meglio scaldarsi.

-Anche il tuo lavoro ti fa girare il mondo, no? Ho visto un tuo shooting... del mese scorso forse? in Thailandia... Io non ci sono mai stato.

-E ti è piaciuto quello che hai visto?- disse con tono malizioso. Joanna era una modella di Victoria’s Secret: un “angelo” in gergo. 

Derek pensò che quello che avrebbe dovuto dirle sarebbe stato forse troppo volgare, quindi si limitò ad un: -Molto-. Mise una mano attorno al collo di Joanna e avvicinò le sue labbra alle quelle della ragazza. Per un attimo ci fu uno scambio, un acceso scambio di sguardi. Gli occhi azzurri creavano quel contrasto incredibile con la pelle nera: Derek considerò che Leo aveva ragione se voleva farsela anche lui. Ma stanotte no. Stanotte sarebbe stato Derek Green a scopare Joanna Dawson.

Ecco il primo bacio, gentile, quasi sospirato. Poi in un climax, ne arrivarono altri. Più lunghi, più umidi, più aggressivi. In pochi minuti erano già spogliati e si erano spostati nella camera da letto del ragazzo: una stanza abbastanza grande con il letto largo almeno due piazze e mezzo, un armadio in legno dall’aria di essere appena uscito da Ikea e un comodino sul quale erano accatastati alcuni CD. 

I corpi si intrecciarono, si scambiarono calore, avidamente, in quella fredda notte del 13 dicembre di Dicembre 2014. E per un’ora piena si amarono, e si divertirono, dopotutto.

Poi restarono abbracciati, e Joanna lo baciò sul mento, poi appoggiò le sue braccia incrociate e il suo seno sul largo petto di Derek. Non se lo aspettava così palestrato, sinceramente, ma ne era piacevolmente sorpresa. Derek la guardò negli occhi, accennando ad un sorriso: Joanna era veramente bellissima. Forse...

Dopo nemmeno un minuto lei si spostò e prese il suo iPhone, che prima aveva lasciato sul comodino: controllò Twitter, poi Instagram, poi alcuni messaggi WhatsApp. Derek era tentato dallo sbirciare i nomi di coloro che la distraevano a così tarda notte, ma poi ci ripensò. In fondo, se anche fossero stati uomini interessati alla modella, era lui a stare a letto con lei in quel momento. “Che si facciano una sega, alle 5 del mattino”, pensò.

Poi fu il cellulare di Derek a vibrare e, dato che prima era sul comò, affianco a quello della ragazza e vicino a lei, Joanna lo prese: era un messaggio, e i gli occhi della ragazza sembravano aver brillato, per un istante. Il ragazzo si spostò, sempre sotto le coperte, avvicinandosi alle spalle della ragazza che ancora fissava lo schermo bloccato del telefono.

-È Jesse. Jesse McHall.

Derek subito prese il cellulare. Lesse mentalmente il messaggio: “Bro! Ora sto tornando a casa... sto con Selena... la porto da me e poi vediamo che succede LOL. Ho visto che ti sei portato quella di colore di VS... sei un grande! Era una bambola hai fatto bene: fammi sapere come è andata. Ci vediamo in studio alle 10”. Era leggermente imbarazzato dal fatto che Joanna aveva letto il messaggio del migliore amico, ma se avesse fatto storie, avrebbe potuto facilmente trovare giustificazioni, e si rilassò al pensiero di qualche commento “storto” della ragazza. Che invece, commentò tutt’altro. Forse il suo commento sarebbe stato definito spiazzante, o comunque leggermente inaspettato. O forse no. Perchè...

-Ha detto che sono bella... ovviamente. Jesse McHall ha detto che sono una bella donna. Rispondigli, digli che apprezzo la sua musica, digli che magari qualche volta potremmo uscire assieme... noi tre, intendo-: ecco quello che Joanna disse.

Gli occhi stanchi di Derek, dopo queste parole, si spensero ancor di più. E un brivido gli percorse la schiena. Un brivido che non era dovuto al freddo dato che la stanza era ottimamente climatizzata.

-Gli risponderò dopo... anzi, non serve rispondergli. Lo vedo domattina.

-Sta con la Gomez?

-Chi? Jesse e Selena? Non lo so... a te cosa importa?- Il tono di Derek era diventato leggermente aggressivo. Si era sentito attaccato, come al solito. La sua voce, seppur bassa, era ora più spigolosa e lui stesso si era staccato da Joanna e si era messo seduto, appoggiato allo schienale. 

-Non ho detto niente. È Jesse McHall. La popstar più famosa del mondo. E lei è l’ex di Justin Bieber. È normale che voglia sapere. Cosa c’è di strano?

-A me non frega un cazzo di Justin Bieber. E nemmeno di Selena. E tantomeno mi piace parlare di Jesse, nel mio letto.

-Non scaldarti tanto, Derek. È il tuo migliore amico, no? Gli devi tante cose, non avere questo atteggiamento.

Ecco. Ecco le parole magiche. Le parole magiche che firmarono il calcio in culo a Joanna Dawson, al suo fantastico fondoschiena, ai suoi capelli profumati e alle sue lunghe gambe. Alle 00:20 era entrata nel privèe e poi al tavolo di Jesse McHall, il ventitreenne più famoso del momento, il cui terzo album “Dynamite” era arrivato in cima delle classifiche musicali di mezzo mondo, e del suo migliore amico, nonché autore delle sue canzoni e musiche, Derek Green. Alle 04:56 era uscita dal cuore di quest’ultimo, dopo una bella serata tra chiacchiericcio, alcol e, poi, sesso. A Derek piaceva e infondo capiva Joanna; in effetti lo aveva stupito, che una modella di Victoria’s Secret, aveva puntato direttamente lui, e non il suo più famoso amico e collega: accadeva raramente. Ma quel “Gli devi tante cose” lo mandò in bestia, perché sempre lo mandava in bestia. 

-Io lavoro con Jesse McHall. È il mio migliore amico e il nostro rapporto a te non deve fregare un cazzo...- Poi si alzò dal letto e si mise il pantalone del pigiama e una maglietta aderente: il segno che volesse dormire. -Io... io dovevo capirlo, anzi lo avevo capito. Che a te, come tante altre interessa lui. Vattene. Vattene, per favore. Vai a succhiare altri cazzi in cerca di notorietà, ma io non ti porterò mai nel letto di Jesse.

Joanna si sentì attaccata, si alzò, esitò, poi scosse il capo e guardò il ragazzo con aria di disappunto misto a disgusto. La sua reazione, non spropositata, senza espressioni facciali particolarmente sorprese dalla scarica di Derek, e il fatto che non avesse subito provato ad interromperlo, a dirgli che non fosse vero tutto quello che lui stava dicendo, rattristò quasi lo stesso Derek. Evidentemente, ancora una volta, e in pochissimo tempo rispetto alle precedenti, aveva centrato l’interesse di molte ragazze che per vie traverse volevano finire tra le braccia di Jesse McHall e sulla Home Page di TMZ o E!, e che quindi conoscevano prima Derek Green, dato che erano inseparabili. E il sesso? La gente nel 2014 farebbe di tutto per la Fama. Anche scoparsi il ‘fratello’ di quello che vuoi scoparti veramente. 

-Sei solo un povero coglione. Non vali un cazzo, e dovresti saperlo. Dovresti essere contento di esserti fatto una di Victoria’s Secret, perché al cospetto di Jesse sei meno di zero. Uno scrittore di canzoni per mocciose, ma lui le canta, lui le suona, lui guadagna milioni. E tu? E tu bevi la sua GreyGoose e scopi grazie a lui. Me ne vado con piacere... Ma non essere troppo sicuro di quello che dici... Magari la prossima volta sarò al posto di Selena Gomez.

Joanna uscì dalla stanza, dopo quella raffica di insulti, che scarsamente scalfirono Derek, perché non era la prima volta che, di persona oppure online, gli dicevano cose del genere. “Beh, è stata una bella chiusura, almeno questo devo concederglielo”, disse fra sé e sé. Dopo una decina di secondi, sentì lo sbattere della porta principale, segnalando l’uscita di scena di Joanna Dawson, un’ottima scopata.

“È andata così... che ci vuoi fare. Va così. Sempre. Andrà meglio la prossima volta”. 

Fece una smorfia delusa e abbassò gli occhi per qualche istante e poi li spostò sul grande specchio rettangolare appeso sulla parete, vicino all’armadio. Dietro quella corazza, dietro quei capelli bruni e quegli occhi verdognoli, c’era pur sempre un ragazzo di 23 anni: questa fu la giustificazione che Derek Green diede a se stesso, quando sentì quello strano senso di malinconia per un’altra ragazza che se ne andava, o forse che non era mai venuta.

Ritornò alla realtà e guardò sull’iPhone: 05:04. Poche ore e poi avrebbe preso un taxi per gli Universal Records: agli studios avrebbe lavorato con Jesse e il resto della “ghost” band ad un nuovo pezzo, in vista del futuro quarto album. 

Una hit per mio fratello Jesse, che prenderà gli applausi anche per me, pensò Derek.

Poi scacciò il pensiero, forse un po’ maligno. 

  
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