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Autore: mary_cyrus    14/04/2015    10 recensioni
“Sesso, droga e rock 'n' roll” questo è l'inno di ogni Spring Breakers che si rispetti. Probabilmente lo stesso a cui quattro amiche per la pelle si stanno recando per la loro settimana di vacanza. In parte sanno cosa le attenderà, ma sicuramente non sanno ancora chi le sta aspettando.
Tra alcool, colpi di scena, nuovi amori e anche qualche problema con la giustizia si muoveranno le quattro protagoniste che non potrete dimenticare tanto facilmente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6

 

Un odore di bruciato misto ad uno di shampoo al sapore di pesca inebriò tutta l'atmosfera della piccola stanza. Seguì un colpo di tosse, poi un altro ancora più marcato ed evidentemente voluto, giusto per attirare l'attenzione.

Una chioma rosa pesca, come il frutto disegnato sulla confezione della lozione per capelli, fece capolino repentinamente davanti al viso sereno e rilassato dell'unica mora del gruppo.

“Chloe. Devi per forza intossicarci tutte cercando di stirarti quei maledetti capelli, che comunque ti restano gonfi?”

Harmony ci scherzò su, ma un fondo di verità nella sua domanda retorica c'era. La ragazza in questione non distolse nemmeno per un secondo lo sguardo dallo specchio, una mano che teneva il pettine di plastica giallo tra la ciocca che stava passando in mezzo alla piastra, l'altra che la impugnava saldamente stando attenta a non bruciarsi, come già era accaduto in passato.

Quando ebbe terminato la grande impresa ed ebbe rimirato più di una volta la sua immagine riflessa, si voltò in direzione dell'amica, al momento un po' accigliata per la poca considerazione che le veniva prestata.

“E tu devi per forza tingere i capelli ed appestare il bagno di casa mia, quando anche la tua ne è dotata?” rispose retorica Chloe, indecisa su come sistemare i capelli adesso che era riuscita a domare i suoi ricci crespi.

“Touchè, ragazza. Dio, questo Spring Break ti sta pompando!” esclamò sghignazzando e assestandole una pacca sulla schiena, neanche fosse stata una giocatrice di rugby.

Gran parte di quel pomeriggio che avevano trascorso nel luogo dei loro sogni, esclusa la breve visita di esplorazione alla spiaggia, l'avevano trascorsa nel loro bungalow a prepararsi per quella sera, in cui avevano deciso che sarebbero andate al Red Scream, locale che sembrava aver messo d'accordo tutte.

Secondo Samantha, non avrebbero potuto permettersi di sbagliare look, quella sarebbe stata la loro serata di debutto e non avrebbero dovuto passare inosservate. Nonostante queste sue parole, però, la bionda non aveva smesso un attimo di ripensare all'incontro avuto alla spiaggia, mentre si era recata al chiosco. Quel ragazzo con gli occhi scuri e profondi le ricordava qualcuno, era sicura di averlo già incontrato. Ma non riusciva proprio a ricordare dove e quando. Chi lo sa, magari lo avrebbe rivisto e glielo avrebbe domandato, dal momento che quel pomeriggio non c'era riuscita.

Quando la lancetta dell'orologio toccò il numero nove, le quattro ragazze erano quasi pronte a varcare la soglia della dimora di paglia e a cominciare a vivere.

Avevano quasi tutte optato per degli outfit sexy ma non troppo, volevano dare l'impressione di essere ancora brave ragazze. Pronte, però, a diventare cattive perchè, lo sanno tutti, le brave ragazze non sono altro che cattive ragazze che ancora non sono state scoperte.

Samantha ed Haromy, tuttavia, avevano un concetto di normalità molto relativo e personale. Fino a qualche anno prima, anche Rehika era caratterialmente simile alle due amiche, ma con il college e le responsabilità che si erano triplicate, aveva dovuto darsi un contegno. Tuttavia, adesso era in vacanza, e avrebbe potuto concedersi qualche sgarro alle regole.

Quest'ultima, infatti, aveva indossato un vestitino molto ristretto, lungo appena sotto il sedere e di un tessuto molto leggero che alla prima folata di vento si sarebbe sicuramente sollevato; era di una tonalità azzurro pastello, e in alcuni punti tendeva al blu più scuro; la fasciava bene in vita e poi si faceva più morbido dalle anche in giù; nella parte superiore era retto da due spalline, collegate a due triangolini che le coprivano i seni, e per far sì che l'effetto fosse molto più naturale, decise di non indossare il reggiseno sotto di esso. Aveva completato il tutto con una collana dai pendenti colorati e con un paio di zeppe molto alte, non meno di dodici centimetri, color nude e chiuse da una fibbia latrale.

Sam e Hammy erano decisamente più casual ma, su di loro, quei vestiti risultavano comunque sensuali. La bionda portava una salopette di jeans chiaro corta, a shorts, e la aveva allacciata solo da una parte; sotto indossava una tshirt giallo sgargiante lunga fino a prima dell'ombelico, sul quale spiccava un piercing a forma di acchiappa sogni con un diamantino; ai piedi un paio di mezzi anfibi neri con la suola alta, che la slanciavano molto ed infine, per completare il tutto, aveva truccato gli occhi con molto mascara ed aveva applicato un rossetto rosa schoking per evidenziare di più le labbra, che non le piacevano per niente ritenendole troppo piccole.

Harmony non era vestita poi tanto diversa dall'amica, optando per un paio di pantaloncini inguinali turchesi, che certamente contrastavano i capelli colorati, una canottiera in fantasia colorata che le lasciava scoperte le costole ai lati e alla quale aveva fatto un nodo sul lato sinistro affinchè si intravedesse una parte di bacino scoperto. Come scarpe aveva preferito la comodità delle sue Converse basse bianche, dal momento che era comunque abbastanza alta. Si passò solo una riga di matita della stessa tonalità degli shorts sugli occhi e un velo di lucidalabbra che aveva rubato a Sam.

Chloe, infine, era la più normale di tutte. Non le dispiaceva andare in discoteca, tutt'altro, ma lei era forse l'unica che ci andava con lo scopo per cui era stata creata, ovvero per ballare. Non le importava molto, poi, se qualche ragazzo la guardasse, lei voleva sentirsi a suo agio per scatenarsi fino al mattino seguente. Aveva scelto, quindi, degli shorts di jeans un po' strappati e a vita bassa, un top bianco incrociato sul davanti con effeto “vedo non vedo” sul seno; in testa aveva legato una bandana blu in fantasia, per raccogliere quei ciuffi di capelli che non riusciva a legare nella coda alta che aveva fatto e che, ballando, si sarebbe sicuramente disfatta. Aveva poi indossato degli orecchini a cerchio abbastanza grossi e color oro; nessun make up, fatta eccezione per una passata veloce di terra abbronzante, giusto per non sfigurare con le sue amiche dalla carnagione più scura.

Con qualche banconota infilata nella carta d'identità -quella di Chloe falsificata in quanto non ancora maggiorenne- e il cellulare riposti nelle tasche, le ragazze si incamminarono verso la loro meta, senza sapere che quella serata sarebbe stata la prima di innumerevoli altre sorprese, se più o meno piacevoli sarebbe stato dettato dalle circostanze.

 

 

*

 

 

Un leggero alito di vento mosse la piccola nuvoletta di fumo che aleggiava nel cielo limpido e sereno di quella serata di Marzo, dal clima comunque mite essendo in California.

Si poteva udire chiaramente la musica, che giungeva soffusa alle orecchie di chi fosse fuori dal locale-discoteca che pian piano si stava riempendo di ragazzi e ragazze vogliosi di ballare, bere e divertirsi, che formavano una fila stando in piedi ed aspettando il proprio turno per entrare al Red Scream.

Alcuni di loro erano nettamente suddivisi tra gruppi di sole femmine ed altri di soli maschi, altri ancora erano misti; c'erano poi coppie di fidanzati ed altri ancora che, probabilmente, erano venuti da soli per conoscere qualcuno con cui scambiare due chiacchiere.

Erano circa le nove e mezza e, sicuramente, nessuno sarebbe entrato dentro prima delle dieci e trenta.
Il paesaggio entro cui era ubicato il locale era ancora più suggestivo di sera che di giorno. Il sole stava lentamente calando, donando al mare riflessi meravigliosi, con sfumature che avrebbero fatto invidia ad un arcobaleno dopo un temporale; passavano dal giallo intenso all'arancione, al rosso, al viola ed, infine, al blu notte, che faceva da specchio ad un meraviglioso cielo puntinato di stelle argentee e luminose che, seppur lontane, cercavano di rischiarare la sabbia sottostante, non più dorata dal sole.

Si potevano ancora intravedere i profili delle casette della piccola cittadina, appena poco fuori e lontana dalla spiaggia, e le relative finestre dai vetri tinti di giallo opaco, segno che alcune luci all'interno erano ancora accese.

Se ci si fosse addentrati più nell'interno costeggiando la riva, si avrebbe potuto godere di un silenzio pacifico, ma non inquietante, di quelli che ti fanno stare bene e sentire in pace con il mondo intero.

Indubbiamente, West Side Beach era la definizione più vicina di paradiso terrestre.

“Ti spiacerebbe spegnere quella dannata sigaretta e smetterla di fumarmi in faccia?”

Calum diede un colpo di tosse e scacciò il fumo che gli era arrivato davanti al viso con un gesto, abbastanza infastidito, della mano. Dopo di che, mise nuovamente le mani nelle tasche anteriori degli attillati pantaloni neri, in fondo ai quali si potevano scorgere a mala pena le converse completamente nere, che si confondevano con essi.

“Scusa” Ashton fece un ultimo tiro dalla sigaretta ormai ridotta a mozzicone, quindi si accucciò sulla sabbia e la spense lì sfregandola più volte su di essa in modo che non restasse accesa.

“Quando avrai finito di giocare ad Hansel e Gretel e ti deciderai a non lasciare più scie di mozziconi di sigaretta sparsi per tutta la città, avvertimi” esclamò sarcastico il moro.

“Non penserai mica che ad ogni sigaretta che fumo vada a cercare un cestino della spazzatura” ribattè il riccio alzandosi ed inarcando le sopracciglia come a voler sperare che l'amico scherzasse con la sua affermazione.

“Lascialo perdere, Cal” intervenne Luke, sfilando dalla tasca posteriore dei pantaloni di Ashton il suo portafogli “E grazie, Ash, per i dieci dollari che mi dovevi” concluse estraendo da quest'ultimo una banconota e lanciando in direzione dell'amico l'oggetto che gli aveva appena sottratto.

“Non c'è di che, è stato un piacere!” sbuffò sarcastico il biondo, scostandosi un ricciolo che gli era ricaduto sull'occhio.

I tre ragazzi seguirono la scia di persone e si misero in coda dietro all'ultimo della fila, un tipo alto e con i capelli rasati ai lati della testa, al centro della quale svettava una cresta che emanava un forte odore di gel e lacca.

Luke si arrotolò le maniche della camicia verde a quadretti neri che indossava sopra una maglietta con una scritta bianca, you complete me, su sfondo nero, come anche il resto del suo abbigliamento.

Ashton si sfilò il giubbotto di jeans che indossava e tolse dalla tasca di esso il pacchetto bianco di sigarette, che ripose invece nei pantaloni. Giocherellò con l'accendino girandoselo tra le dita, poi lo fece scattare più volte, facendo roteare freneticamente la rotellina di ferro.

“Cazzo, si è scaricato!” imprecò e scaraventò l'oggetto distante sotto lo sguardo dei suoi amici.

“E ancora una volta, l'ambiente ringrazia Ashton Irwin per il suo contributo quotidiano e il suo impegno nella sua salvaguardia!” esclamò retorico Calum.

“Vedi di chiudere quella bocca, Cal” ruggì Ashton facendosi scivolare il giubbotto sulle spalle e rimboccandosi le maniche della maglietta dei The Clash.

“Uh, siamo un po' nervosi stasera?” Calum adorava stuzzicarlo, sapeva che il riccio era abbastanza suscettibile e badava più alle piccolezze che alle faccende davvero importanti ma, nonostante questo, non serbava rancore e appena sbolliva la rabbia momentanea tornava tranquillo e sereno come se nulla fosse successo.

“Ho bisogno di una ragazza, se capisci cosa intendo” rispose senza pensarci troppo e toccandosi il retro dei pantaloni dove aveva precedentemente posto le sigarette, ma si ricordò improvvisamente che era appena rimasto senza accendino.

Luke continuava a torturarsi i piedi, riuscendo a far entrare la sabbia nelle scarpe, benchè fossero alte fino alla caviglia.

“Spero che ci facciano entrare presto, ho una voglia assurda di bere!” esclamò il biondo con i capelli disordinati e somiglianti ad un ananas che, adesso, era passato a torturarsi il piercing che aveva sul labbro.

“E io di scopare” lo seguì di rimando Ashton, che poi scoppiò a ridere e coinvolse anche gli altri due presenti.

“Sarai felice, allora, adesso che sono arrivate le ragazze di città per lo Spring Break” disse Calum, spostando il peso da una gamba all'altra.

Sul volto del ragazzo con i capelli ricci e cosparsi di riflessi dorati si dipinse un sorriso furbo e compiaciuto, gli piaceva quando gli altri riuscivano a toccare il punto esatto della questione.

“Oh, amico mio... Non immagini nemmeno quanto” e così dicendo si lanciò letteralmente su Calum cingendogli il collo con il suo braccio muscoloso quando questo aveva alzato gli occhi al cielo in un'espressione che poteva esprimere solamente quanto fosse irrecuperabile il suo amico, tesi appena confermata da quella sua ultima battuta.

 

 

Il tempo sembrava scorrere lentamente, come del resto sempre quando si aspetta qualcosa in modo impaziente. Fuori dal Red Scream la gente continuava ad aumentare, trepidante affinchè le porte si aprissero e potessero entrare a cominciare la propria serata.

Un uomo massiccio e dalla pelle scura uscì, portando con sé due grossi pali d'ottone e una spessa corda intrecciata. Si fermò esattamente davanti alla porta d'ingresso del locale e montò la corda ai due pali, che avrebbe chiuso davanti a chi non ritenesse opportuno far passare.

“Cinque minuti e potete entrare” annunciò l'uomo con voce profonda e perfettamente udibile anche dal fondo della fila.

Si levò un boato d'approvazione, la coda ormai si era fatta piuttosto lunga ma, dopotutto, si trattava del locale più in voga del posto, era normale che tutti volessero passarci almeno una serata a divertirsi.

Luke saltellò sul posto, come se si stesse scaldando prima di una corsa, mentre Ashton continuava a giocherellare con i buchi in fondo alla sua maglietta, allargandoli ancora di più.

Calum era tranquillo, come sempre del resto. Non si scomponeva mai, ad eccezione di quando veniva provocato da certe persone.

“Ehi, Cal” Luke si fermò improvvisamente dal suo esercizio sul posto, come se si fosse appena ricordato di qualcosa che avrebbe voluto chiedere ma di cui, poi, si era scordato “Non doveva partire anche tua sorella per lo Spring Break?”

Il moro si voltò verso di lui e, quasi senza rendersene conto, un sorriso dolce illuminò il volto del ragazzo, che abbassò lo sguardo come se gli si fosse appena materializzata davanti agli occhi una scena di un qualche ricordo passato. Lei. Non poteva fare a meno di sorridere pensando alla persona che avesse più cara al mondo, sua sorella. La amava con tutto se stesso, l'avrebbe protetta al costo della sua stessa vita e da quando lui aveva lasciato casa per essere indipendente, aveva dovuto rinunciare anche alla sua “piccolina”.

Non riusciva a credere che dopo mesi e mesi senza poterla abbracciare, avrebbe finalmente potuto stringerla nuovamente fino a stritolarla.

“Sì, è arrivata oggi, ci siamo sentiti per telefono. Ma ha detto che era stanchissima e che se fosse scappata dal gruppo per venire da me, le sue amiche l'avrebbero fulminata” sorrise ancora di più pensando a sua sorella che se ne infischiava dei doveri e andava a divertirsi, lasciando anche la sua parte di lavoro agli altri “Dovevano ancora sistemare le valige e altre cose”.

“Bene, perchè non vedo l'ora di rivederla, è simpaticissima!” esclamò Luke, sul cui voltò si era formato un sorriso radioso.

“È una pazza di prima categoria” intervenne serio Ashton “Non so nemmeno come possiate avere lo stesso sangue” proferì tranquillo e noncurante dell'imminente reazione di Calum, protettivo com'era nei confronti della ragazza.

“Prova ancora una volta a parlare male di mia sorella e ti pentirai di essere nato, Irwin” la serietà nello sguardo del ragazzo lasciò ben poco da ribattere al riccio, che alzò contemporaneamente le spalle e le mani in segno di resa e di scuse.

“Ehi, stavo solo scherzando, Cal!” poi tornò a sorridere malizioso “Almeno puoi stare tranquillo che non me la porterò a letto”.

Calum stava per perdere la poca pazienza rimasta dopo quell'affermazione ma, fortunatamente, la fila di persone davanti a loro cominciò a muoversi e, di conseguenza, anche loro si prepararono ad entrare nel locale.

 

 

*

 

 

“Sento-odore-di-alcool” dopo aver scandito ogni sillaba, con gli occhi che brillavano di entusiasmo, Harmony si era catapultata verso il bancone del bar in modo fulmineo, tanto che le altre faticavano a starle dietro, forse complice anche il fatto che Rehika avesse i tacchi e lei no.

Il locale era gremito di gente e si riusciva a stento a divincolarsi tra le persone per spostarsi da una parte all'altra. La disposizione all'interno era sicuramente particolare e moderna: la pianta era circolare e al centro di essa vi era il bancone dove potevi ordinare da bere, a forma cilindrica, per cui potevi girarvici attorno completamente; tutti i tipi di bottiglie utilizzate per i drink erano schierate su diversi livelli all'interno del banco bar e i loro colori sgargianti contrastavano il bianco candido della superficie sulla quale erano stati posti.

Il pavimento era lucidissimo e cambiava colore a seconda della luci che venivano proiettate dai faretti sul soffitto, che creavano giochi di luce diversi per ogni canzone. Dirimpetto all'entrata, andando verso il fondo, vi era un piano rialzato su cui era stata sistemata la console utilizzata dai diversi dj della serata, in modo che fosse visibile a tutti i presenti.

Era abbastanza spazioso, benchè non era mai facile constatarlo data la numerosa folla che lo riempiva ogni sera.

Era anche noto poiché teneva alla sua reputazione e, fino ad ora, non si erano mai viste risse o liti entro le sue quattro mura.

La ragazza con i capelli colorati era riuscita a raggiungere il centro e, di conseguenza, anche il bancone, entro il quale due ragazzi di bella presenza stavano armeggiando con diverse bottiglie per preparare i drink ordinati dai clienti.

Si lanciò sul piano lucido e, salita con agilità sullo sgabello girevole sotto di esso, si appoggiò con entrambe le braccia e scrutò la vista che si parava davanti a lei, scegliendo mentalmente con cosa cominciare.

“Ehi!” una voce squillante e già sentita dalla ragazza richiamò la sua attenzione. Non impiegò molto a ricondurre quel sorriso alla sola persona vista nelle ultime ventiquattro ore a cui potesse appartenere.

“Alex! Cosa ci fai qui?” domandò sorridente la ragazza, accavallando una gamba e posando la testa sul gomito che faceva pressione sul bancone “Non eri un animatore?”

“Anche. Diciamo che ho molti ruoli da queste parti!” sorrise di rimando, e Harmony potè finalmente godere della bellezza degli occhi del ragazzo, oscurati dagli occhiali da sole quel pomeriggio. Erano di un verde smeraldo mai visto, con una spruzzata di pagliuzze verdi più chiare, che gli donavano riflessi rari e suggestivi. I capelli nerissimi e la dentatura bianca contribuivano di certo a rendere ancora più perfetti i tratti del suo viso, abbronzato come anche il resto del corpo.

“Al momento sto aiutando il mio amico Tristan a fare i drink. Appena apriamo c'è un casino di gente!” gli scappò una risata, che poco dopo coinvolse anche Harmony che, però, era decisa a non dargliela vinta al primo colpo. È vero che era partita per conoscere gente nuova e, possibilmente, uscire con più di un ragazzo, ma non voleva passare fin da subito per una preda facile.

“Lo vedo! È un posto fantastico qui, comunque” cominciò a mordicchiarsi un'unghia, voleva prendere tempo ma aveva anche una voglia impellente di bere. Quasi come se le avesse letto nel pensiero, ci pensò Alex a placare le sue voglie.

“Ti va qualcosa da bere? Offro io, naturalmente” Alex sembrava non perdere mai la capacità di sorridere ed essere cortese, riusciva a tenere sempre viva l'attenzione su di sé.

“Sì, grazie. Però scegli tu, tanto avrò modo di provarne altri stasera!” scoppiò in una fragorosa risata, per poi tendere la mano al ragazzo di fronte a sé “E comunque sono Harmony, ma chiamami anche Hammy!”

Alex le strinse prontamente la mano per poi aggiungere “Beh, il mio nome già lo sai” e strizzarle l'occhio. Dopo di che si allontanò di poco per prepararle da bere.

Sentì, poco dopo, un rumore di passi alle sue spalle e si voltò prontamente per vedere cosa stesse succedendo. Le si pararono davanti Rehika, Sam e Chloe con il fiatone e i volti accaldati, tanto che Ray dovette appoggiarsi alla sua spalla per non barcollare.

“La.. prossima volta...col-col cavolo che mi metto i tacchi” disse tutto d'un fiato, quel poco che ancora le rimaneva.

“Ti stiamo cercando da un quarto d'ora” una smorfia di rimprovero si dipinse sulla faccia di Chloe che incrociò le braccia al petto “La prossima volta almeno dicci dove vai”

“Ve l'ho detto che avevo sete” si giustificò Hammy, poi aggiunse beffarda “E ho anche appena scroccato il primo drink della serata!” annunciò trionfante, nemmeno avesse vinto il primo premio alla lotteria, ammiccando in direzione del ragazzo dai capelli scuri, che non si accorse di nulla.

“Ma quello è Alex!” esclamò Samantha.

“Esattamente, e credo proprio che sarà la prima vittima della mia lista” concluse raggiante la ragazza.

“Sentite, mentre voi state qui a parlare del più e del meno, io vado a ballare. Potrete cercarmi tra circa...” Chloe guardò l'orologio che aveva al polso e che non si toglieva mai “Tre ore. Adesso vado, addio!” e così dicendo sgattaiolò in mezzo al mare di persone e raggiunse la pista principale, in mezzo alla quale vi erano già altri ragazzi che stavano ballando.

Nel frattempo, Alex arrivò con il drink per Harmony, e le altre due ne approfittarono per ordinare qualcosa anche loro e conoscere meglio il ragazzo.

 

 

Le vibrazioni acustiche della musica rimbalzavano da una parete all'altra, coprendo ogni possibilità di dialogo, e l'unica soluzione era urlare nell'orecchio del tuo interlocutore.

Il caldo all'interno si era ormai fatto sentire da un pezzo e non si poteva di certo biasimare le ragazze che erano rimaste più svestite che con indosso ciò con cui erano entrate.

La maggior parte dei presenti era intenta a ballare, benchè la maggioranza non ne fosse proprio capace e si limitasse a qualche movimento base, giusto per non rimanere fermo. Alcuni altri alternavano aperitivi e uscite dal locale per fumare o, semplicemente, per riprendersi dalle alte temperature all'interno.

“Ragazzi, io ho appena adocchiato una biondina che è appena uscita con una sigaretta in mano. Direi che ho appena avuto la mia occasione di unire l'utile al dilettevole” sorrise Ashton senza staccare gli occhi di dosso ad una ragazza con gli shorts di pelle e un paio di tacchi vertiginosi che era appena uscita dal locale.

“Perfetto, adesso che non devo più badare a te posso finalmente andare a ballare” rispose Calum rivolto all'amico che lo fulminò subito con lo sguardo e gli rivolse un dito medio, prima di seguire la sua preda sulla quale aveva messo gli occhi poc'anzi.

“Se la mettete così, allora io vado a prendere qualcosa da mangiare, sto morendo di fame” concluse Luke riferendosi solo a Cal, l'unico rimasto del gruppo.

“Che strano, tu non hai mai fame!” esclamò sarcastico il moro, per poi salutare l'amico e dirigersi al centro della pista.

Era piuttosto bravo a ballare, amava la musica e non poteva fare a meno di muoversi non appena sentiva il ritmo. Si guardava attorno senza però dare troppa importanza a ciò che lo circondava, come se la sua testa fosse altrove. E, in effetti, lo era.

Clifford. Quel ragazzo era diventato la sua ossessione da un anno a questa parte e aveva sempre il timore di trovarselo davanti quando meno se lo aspettasse. Ma non quella sera. No, aveva un'altra sensazione, ancora diversa dalle precedenti. Sentiva una strana energia positiva, come se qualcosa di bello ed inaspettato sarebbe accaduto di lì a breve.

Con la testa immersa nei suoi pensieri contorti, non si rese conto di sbattere contro qualcosa. O, piuttosto, qualcuno.

“Oi!” esclamò la ragazza che aveva involontariamente urtato con la spalla mentre ballava. Non aveva un tono arrabbiato, quanto piuttosto sorpreso.

“Ehi, scusa! Non l'ho fatto apposta, ero un po' sovrappensiero” Calum si voltò per vedere contro chi avesse sbattuto e sorrise debolmente portandosi una mano dietro la nuca, leggermente imbarazzato per essere appena andato addosso alla mal capitata.

“Tranquillo, non...” appena la ragazza alzò la testa verso il moro, le parole le morirono in bocca e la sua espressione sbigottita rimase tale per alcuni secondi.

Dall'altra parte, non tardò ad arrivare anche la reazione di Calum nei suoi confronti. Esitò, scrutando più attentamente la persona che aveva di fronte, per quanto le luci soffuse e che continuavano a proiettare colori sempre diversi come impazzite glielo permettessero e poi, non del tutto sicuro, prese la parola.

“...Chloe?” fece di rimando lui, spezzando un silenzio che si era creato solamente tra di loro, che aveva superato perfino la musica assordante della discoteca e che li aveva rinchiusi in un'immaginaria bolla insonorizzata.

“Calum..” provo lei, non del tutto sicura del suo interlocutore, spingendosi più vicina al ragazzo.

“Non posso crederci, Chloe! Cosa ci fai qui?” Calum si lasciò andare ad un sorriso a quarantadue denti, ormai sicuro di aver a che fare con la persona giusta. L'abbracciò con talmente tanto impeto che quasi non la fece cadere nuovamente. Lei rispose all'abbraccio e si avvinghiò al suo petto, allacciandogli le braccia al collo e posandogli dolcemente la testa sulla spalla.

“Oh mio Dio, Cal! Potrei farti la stessa domanda!” il ragazzo la percepì sorridere sulla sua maglietta sottile e la strinse ancora di più a sé.

“Beh” cominciò staccandosi, seppur a malincuore, da lei “Io qui ci vivo!” concluse ridendo di gusto.

“Ma dai, non ci credo! Con tutti i posti che ci sono in California, proprio a West Side Beach sei finito?” Chloe sgranò gli occhi, quasi non credesse lei stessa alle sue parole. Sapeva bene che Cal si era trasferito da Sacramento ma proprio non le era venuto in mente che il posto dove attualmente abitava era lo stesso nel quale lei e le sue amiche avevano deciso di passare lo Spring Break.

“Non ti ricordavi il nome del posto?” Calum non aveva perso neanche per un secondo il sorriso che gli si era dipinto sul volto fin dal primo momento in cui l'aveva vista.

“No, che stupida!” Chloe si diede un colpetto alla testa e fece spuntare la lingua tra i denti, particolare che la rendeva buffa ma allo stesso tempo adorabile.

“E io non ricordavo che fossi così bella” ribattè lui sincero, ma evidentemente la ragazza non se ne rese conto, tanto che scoppiò a ridere, facendo emergere una piccola fossetta solo sul lato sinistro del viso.

“Chi, io? Ma va! Sono sempre la ragazza che a casa va sullo skateboard e mastica Big Bubble!”

Calum non le tolse gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, troppo intento ad ammirare ogni particolare che la riguardasse. Voleva imprimere di nuovo nella sua mente la figura di Chloe, che tanto era cambiata rispetto all'anno passato e, ovviamente, si era fatta ancora più bella a detta sua.

Ricordava tutto, ogni singolo giorno passato insieme a lei, i giochi che facevano da piccoli, le gare sullo skateboard che, puntualmente, finivano con uno dei due sulla seggiola della cucina insieme alla mamma di lui che puliva il sangue dal ginocchio sbucciato di uno di loro. Ricordava come all'asilo lei, un piccolo maschiaccio, minacciasse i loro compagni e lo difendesse, con la salopette di jeans e il cappellino da baseball perennemente in testa. Ricordava i pomeriggi passati insieme a studiare per le verifiche e di come lui le facesse sempre metà di quella di matematica quando il professore non guardava.

Aveva impresso tutto lì, nella sua memoria, che di spazio per Chloe ne aveva sempre.

“Non ci posso credere” Calum si destò dai suoi pensieri, perchè improvvisamente un'altra domanda si fece prepotentemente spazio nella sua testa “Aspetta, se tu sei qui... Significa che anche Harmony, Samantha e Rehika sono con te!”

“Esatto!” la ragazza scattò e saltellò davanti a lui battendo le mani come una bambina “Vieni, ti porto da loro, credo siano ancora al bar, conoscendo Hammy” sorrise e afferrò il polso di Cal per non perderlo di vista nella folla.

“È sempre la solita incorreggibile” seguì Chloe nella risata poi, nel frattempo che stavano camminando uno di fianco all'altro, proseguì a parlare.

“In effetti oggi ho visto Sam alla spiaggia, ma credo proprio che non mi abbia riconosciuto” sghignazzò lui “Quindi sono doppiamente stupido per essermi sorpreso così tanto di averti vista qui, era ovvio che fossi con lei!”.

Chloe rise ancora di più al racconto dell'amico, collegando mentalmente tutte quelle informazioni che le stavano arrivando addosso in pochi minuti come proiettili.

Era felice di averlo rivisto, le mancava davvero tanto poter passare del tempo insieme a lui. Dopotutto, erano cresciuti insieme e Calum, per lei, era come un secondo fratello, oltre a quella piccola peste di Daniel, il suo adorabile fratellino di appena sei anni.

Con non poca fatica, i due raggiunsero il bancone e, come aveva immaginato Chloe, le tre ragazze erano ancora lì sedute, solamente il drink era cambiato.

La ragazza spezzò l'aria agitando freneticamente la mano per farsi vedere ma, non ricevendo alcuna risposta, dopo essersi ulteriormente avvicinata, urlò a gran voce.

“Ehi! Guardate un po' chi vi ho portato!”

Le dirette interessate, riconoscendo la voce della loro amica, si voltarono nella direzione da cui l'avevano udita e, alla visione che si trovarono davanti, rimasero tutte e tre a bocca aperta, un grido di emozione scappò dalla bocca di Rehika, uno ancora più sorpreso da quella di Samantha che, adesso, aveva collegato tutto con un senso logico, e che cercò di sopprimere con la mano.
Solamente Harmony, invece, dovette trattenersi per non rovinare il trucco non appena sentì le lacrime che volevano uscire impazienti dai suoi occhi scuri.

 

 















- my space -

SI SONO VIVA, NON TEMETE PER LA MIA INCOLUMITA'!
Okay, innanzitutto mi scuso per essermi presa i 15 giorni pattuiti per postare il nuovo aggiornamento, è vero, sono arrivata al limite, ma ho anche delle buone motivazioni, giuro!
Forse non sono così buone, ma ho avuto tantissimo da fare e da studiare e, benchè mi mancasse mezzo capitolo da finire, il tempo per scrivere era sempre pochissimo.
Detto ciò, mi sono però fatta perdonare perchè questo capitolo è lunghissimo, il più lungo fino ad ora e, inolte, è IL CAPITOLO!
Ovvero quello in cui i ragazzi incontrano finalmente la ragazze! A dire il vero questa era l'aspettativa, non solo vostra ma anche mia, ma sfortunatamente, per farci stare tutto, sarebbe venuto un capitolo immenso quindi ho dovuto mettere parte di questo nel prossimo.
Non odiatemi, quindi, per questo finale-suspace!
Posso però dirvi che sono a metà del prossimo quindi l'aggiornamento sarà tra 10 giorni come al solito :)
Passiamo al capitolo!
Non sapevo se farlo iniziare già in discoteca o fare anche un flash su come le ragazze si stavano preparando, e alla fine ho otpato per questo. Colgo l'occasione per dire che l'outfit di Chloe è lo stesso del banner (che ne dite, vi piace??) ed è l'unico che non ho inventato, mentre gli altri sono frutto della mia fantasia.
Ho messo un'altra citazione! Credo l'abbiate capita tutti, si tratta di "Good girls are bad girls that haven't been caught" dell'omonima canzone dei 5SOS.
Parlando di loro, adesso forse ne avete un'idea più chiara, da che parte state? Sono tutti un po' OOC, tranne Luke forse ahah, o perlomeno molto poco!
Alcuni di voi lo aspettavano e mi hanno chiesto di lui, quindi ho pensato di far tornare in scena Alex!
E poi arriaviamo alla parte che ho adorato di più scrivere! Calum incontra Chloe. DITEMI TUTTI I VOSTRI PENSIERI E NON LASCIATEMI SCLERARE DA SOLA!
E poi... IL FINALE *basta scrivere in maiuscolo perfavore* Perchè secondo voi Harmony piange alla vista di Cal??
Si scoprirà tutto nel prossimo capitolo, giuro davvero questa volta, ma ditemi la vostra intanto!
Ringrazio come sempre tutti coloro che mi accompagnano in questa avventura, grazie di cuore a chi segue e recensisce, grazie grazie grazie!
A presto persone stupende!

- Mary

 
  
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