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Autore: Lux_daisy    14/04/2015    3 recensioni
Sangue.
Sangue dappertutto. Sulla pelle, sui vestiti, nei capelli, negli occhi.
L’odore acre e pungente impregnava ogni cosa, ma Xanxus non ci faceva caso, nonostante ne avesse una gran quantità addosso.
Ma non era suo.
Non tutto almeno.
Forse aveva qualche ferita che sanguinava da qualche parte o più di una, ma non faceva caso nemmeno a quello.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lussuria, Superbi Squalo, Xanxus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nothing left

 





Quella mattina Xanxus era di pessimo umore. Non che fosse una novità, ma per una volta tanto una ragione c’era: non aveva chiuso occhio tutta la notte.
Era rimasto in un irritante stato di dormiveglia, interrotto da incubi che non riusciva a ricordare ma che gli avevano lasciato una costante sensazione di oppressione al petto, come se una mano invisibile gli stesse stritolando il cuore.
Si era risvegliato più stanco della sera prima e con un’emicrania lancinante che stava mettendo a rischio la sua già precaria capacità di sopportazione.
Qualcosa non andava e lui odiava non capire cosa.
 
 

<< Non abbiamo ancora notizie dal Capitano? >> domandò Fran proprio nell’istante in cui Xanxus entrava in cucina.
Gli ufficiali dei Varia erano riuniti a fare colazione; solo Squalo mancava all’appello, fuori da due settimane per una missione.
<< Ancora niente. Ormai sono passate dodici ore dall’ultima comunicazione >> rispose Lussuria stringendo nelle mani la sua tazza di caffè. Sollevò lo sguardo e solo allora si accorse della presenza del moro, rimasto sull’uscio della porta.
<< Buongiorno, Boss. Il caffè è pronto >>, gli disse con tono monocorde.
Xanxus inarcò un sopracciglio: da quando quello svitato di Lussuria parlava in modo… beh, normale?
Scrollò le spalle e si avvicinò alla macchinetta del caffè, ma non fece che qualche passo prima che un suono acuto risuonasse per tutta Villa Varia.
Qualcuno aveva attivato l’allarme per la comunicazione urgente Codice Nero e questo poteva voler dire una cosa sola.
Appena il suono cessò, un altro riempì le orecchie dei Varia nella cucina: quello del vetro che si frantumava.
Tutti gli sguardi si posarono su Lussuria: la tazza gli era caduta dalle mani e si era distrutta nell’impatto col pavimento, liberando il caffè che andò a creare una macchia scura sulle mattonelle chiare della cucina.
 
 
 

Sangue.
Sangue dappertutto. Sulla pelle, sui vestiti, nei capelli, negli occhi.
L’odore acre e pungente impregnava ogni cosa, ma Xanxus non ci faceva caso, nonostante ne avesse una gran quantità addosso.
Ma non era suo.
Non tutto almeno.
Forse aveva qualche ferita che sanguinava da qualche parte o più di una, ma non faceva caso nemmeno a quello.
Non vedeva niente e non sentiva niente, tranne le sue nocche che si infrangevano con rabbia contro il volto del… quarantesimo? Cinquantesimo nemico?
Aveva perso il conto dopo le prima due dozzine, a dir la verità.
<< Boss! Boss, fermati. È morto >>.

Una voce provò ad insinuarsi nel caos totale che era la sua mente, ma solo quando sentì una mano posarsi sulla spalla smise di colpire quello che ormai era solo un cadavere tumefatto.
Xanxus sollevò lo sguardo verso Lussuria in piedi accanto a lui. Sbatté le palpebre e si rimise in piedi.
Lui e gli altri Varia erano gli unici vivi in quella grande stanza, col pavimento ricoperto di sangue e cadaveri.
<< Sono tutti morti. Abbiamo vinto >> disse Belphegor senza alcuna emozione nella voce. Anche loro erano piuttosto malconci, ma anche a loro non sembrava importare.
Il Boss si avvicinò all’ultima porta rimasta. Sapeva cosa vi avrebbe trovato e per alcuni secondi la sua mano tremò.
Così lasciò che la rabbia guidasse i suoi movimenti e buttò giù la porta.

La stanza era un semplice locale quadrato, quasi del tutto spoglio di mobili, ma per Xanxus avrebbe potuto esserci pure un drago là dentro, tanto lui non lo avrebbe notato comunque.
I suoi occhi erano fissi sul corpo appeso per le braccia dalla parte opposta della stanza.
Gli avevano lasciato addosso solo i pantaloni della divisa; i lunghi capelli argentati, sporchi di sangue e sudore, gli coprivano il volto e la pelle del petto era ricoperta di lividi, ferite ed escoriazioni.
Xanxus gli si avvicinò lentamente, ogni passo pesante come se i suoi piedi stessero sprofondando nella melma e quei pochi metri fatti gli sembrarono la strada più lunga mai percorsa.
Arrivatogli davanti, si fermò e dovette ricordarsi come respirare.

Allungò una mano e gli scostò i capelli dalla fronte in un gesto assurdamente dolce e osservò il suo viso tumefatto: le palpebre erano ormai chiuse, le labbra violacee e fredde come il resto del corpo.
Freddo e immobile come il ghiaccio.
Il Boss lo liberò dalle catene che lo tenevano leggermente sollevato dal suolo e non appena lo fece, Squalo gli cadde addosso e lui dovette stringerlo tra le braccia per non farlo scivolare a terra.
Senza accorgersene si ritrovò in ginocchio e subito gli altri Varia lo raggiunsero.
<< Boss, lascia fare a noi >> si propose Levi, ma il moro lo fulminò con un’occhiataccia.
<< No. Nessun’altro deve toccarlo >>.
Nessun’altro deve anche solo osare sfiorarlo.
 
Per la prima volta il corpo di Squalo gli sembrò piccolo e fragile e la cosa lo colpì come un pugno alla stomaco, perché in un modo o nell’altro, Squalo era sempre stato la sua forza.
Solo che lui non se n’era mai reso conto.
Non fino a quel momento.
Sentì gli occhi bruciare ma si rimise in piedi, tenendo stretto quel corpo martoriato come se fosse il tesoro più prezioso di tutto il mondo e uscì dal covo di quella Famiglia che aveva torturato e ucciso Squalo.
Non aveva lasciato in vita nessuno di loro.
Anche le mogli e i figli e i genitori di chiunque ne avesse fatto parte avevano incontrato la sua Ira.
Tutti dovevano pagare per avergli strappato la parte migliore di sé.
 
Perché Squalo era stato l’unico a renderlo più umano.
E adesso che lui non c’era più, solo la Bestia sarebbe stata abbastanza forte per sopravvivere.
E Xanxus sapeva che la Bestia non si sarebbe mai fermata, non sarebbe mai stata saziata, così come sapeva che, insieme a Squalo, anche la sua umanità non avrebbe mai più fatto ritorno.










...l'ho scritta, sì. E l'ho pubblicata pure... posso solo dire che avevo bisogno di scrivere qualcosa del genere... non che il mio umore sia migliorato dopo, ma vabbè.... so che non sono più stata attiva su questo fandom così bello e mi dispiace molto, ma probabilmente se scrivessi qualcosa sarebbe tutta angoscia e disperazione anche più di questa fic e non voglio devastarvi troppo XD
dopo aver scritto della morte di Xanxus nella mia long, ora è toccato a Squ-chan... xanxus non è certo il tipo che piangerebbe o si consumerebbe di dolore, quindi mi è piaciuto immaginarlo completamente travolto dalla sua Ira e senza più umanità.
spero che cmq vi sia piaciuta almeno un po' ^^
un saluto e alla prossima (?)

 
  
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