Era tutto pronto per il Consiglio di Elrond: la campanella aveva squillato argentina per annunciare l’inizio dell’incontro e tutti gli illustri ospiti si erano accomodati sugli scranni, decisi ad affrontare lo scabroso argomento del giorno.

Tutti tranne uno.

La sedia destinata a Legolas Verdefoglia, figlio di Thranduil, Principe di Bosco Atro, era rimasta inesorabilmente vuota.

Dopo i primi minuti di silenziosa attesa gli altri partecipanti avevano cominciato a rumoreggiare: Gandalf si schiariva rumorosamente la gola, tentando di nascondere così i suoni provenienti dal suo fondo schiena e dovuti alla flatulenza causata dalla scodellata di fagioli elfici che si era mangiato la sera prima; Bilbo e Frodo avevano cominciato una gara di indovinelli, il più anziano memore del suo primo – ed unico – incontro con Gollum. Il vecchio nano Gloin si era appisolato, ed ora russava sonoramente con la bocca semiaperta, una mosca che gli ronzava intorno al naso ed un filo di saliva che gli colava nella folta barba bianca; mentre suo figlio Gimli ingannava l’attesa esplorando accuratamente le sue grosse narici alla ricerca di qualche reperto archeologico nanesco. Davanti a loro, Boromir di Gondor, già annoiato a morte dal fatto di dover presenziare ad un tediosissimo convegno, non si portò nemmeno la mano davanti alla bocca quando si lasciò andare ad un sonoro sbadiglio; nel contempo Aragorn si grattava freneticamente il cuoio capelluto, imprecando contro le pulci, i pidocchi ed ogni altro tipo di parassita presente nella Terra di Mezzo.

Dopo aver storto il naso per la terza volta a causa degli effluvi provenienti dallo stregone – che continuava imperterrito a fare finta di nulla – Elrond perse finalmente la pazienza e, con un secco cenno del capo, ordinò a Glorfindel di andare a cercare il ritardatario.

Lo trovò nella sua stanza, ancora in veste da camera, intento a guardarsi attentamente allo specchio.

"Principe Legolas?" esordì l’elfo, schiarendosi la voce: "Stiamo aspettando solo voi, per dare inizio al consiglio."

Il biondo continuò a fissare la sua immagine riflessa, portandosi allo stesso tempo le mani al viso.

"Oh no! Non posso assolutamente uscire in queste condizioni!" esclamò, torturandosi la punta del naso con gli indici di entrambe le mani, la voce resa acuta dal nervosismo.

"Cosa vi è successo di così grave?" gli chiese Glorfindel, avvicinandosi di qualche passo, concitato, ma balzando indietro subito dopo non appena Legolas si voltò verso di lui.

"Mi è venuto un brufolo sul naso!" gridò il Principe di Bosco Atro, mostrando all’altro il grosso foruncolo che gli deturpava il volto. "Non sono certo in condizione di presentarmi, conciato a questo modo! Di agli altri di aspettare finché non sarà sparito!"

Glorfindel chinò il capo e tornò da Elrond a riferire la risposta del biondo elfo, ed a nulla valsero le rimostranze degli altri ospiti: dovettero aspettare tre giorni, finché il brufolo non fu scomparso definitivamente.

Solo allora Legolas si degnò di presenziare al Consiglio, e l’elfo era talmente concentrato a scuotere la sua lunga capigliatura che non si accorse che Gimli, per vendicarsi della forzata attesa a cui era stato costretto, lo ripagò facendogli dono del più grosso reperto archeologico nanesco che avesse mai trovato nelle profondità delle sue cavità nasali, appiccicandoglielo all’orlo del lungo mantello color verde oliva marcia che indossava.


Spazio autrice:
Salve a tutti! Non so se si era ancora capito, ma a me Legolas "la perfezione" Thranduilion non è che stia propriamente simpatico, così ho pensato di farlo rimanere vittima di una delle più temibili calamità per un elfo impeccabile: un brufolo!
Questo è ciò che è venuto fuori! Spero di avervi fatto divertire!
Scritta in nemmeno un'ora, compreso due o tre riletture! ;-)
Aspetto vostri pareri!
Evelyn