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Autore: wearesotogether    15/04/2015    4 recensioni
Chris non era mai stato uno particolarmente sentimentale. Di solito era lui ad asciugare le lacrime, quando gli altri piangevano. O meglio ancora, di solito si stringeva le braccia al petto aspettando che gli altri smettessero di farlo, perché a volte aveva paura persino di sfiorarle, le persone. Eppure la prima volta che era successo con Darren, per Chris fu quasi naturale.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prendetevela con Frah, che se ne viene fuori con cose tipo “Fede, immagina se ogni volta che Darren si è messo a piangere sul set, Chris gli ha asciugato le lacrime baciandogli gli occhi”. Dai.
 
 
 
 
 
A Glee, e ai Klaine
perché mi mancano da morire.
 
 
 
 
 
 
 

 
#1
 
 
Chris non era mai stato uno particolarmente sentimentale.
 
Di solito era lui ad asciugare le lacrime, quando gli altri piangevano. O meglio ancora, di solito si stringeva le braccia al petto aspettando che gli altri smettessero di farlo, perché a volte aveva paura persino di sfiorarle, le persone.
 
Eppure la prima volta che era successo con Darren, per Chris fu quasi naturale.
 
Perché un minuto prima il suo Blaine gli stava cantando “And if you have a minute why don’t we go, talk about it somewhere only we know?”, e quello dopo Darren piangeva sulla sua spalla, le lacrime calde che gli inzuppavano la giacca bianca e il corpo del ragazzo stretto tra le braccia, scosso dai singhiozzi.
 
Chris aveva spalancato gli occhi e paradossalmente si era ritrovato a chiedersi se fosse stato lui, a fare qualcosa di male. Perché non c’era davvero motivo per cui Darren stesse piangendo dopo una splendida esibizione.
 
Chris l’aveva allontanato dal calore del suo colpo e si era perso, per l’ennesima volta, nei suoi occhi dorati, ora davvero troppo lucidi.
 
Darren l’aveva guardato come si guardano le cose preziose. Aveva sbattuto le ciglia, piano, lasciando cadere altre due lacrime intrappolate nei suoi occhi lucenti. E Chris, un po’ per istinto, un po’ perché le guance di Darren erano adorabilmente morbide, aveva allungato le dita tremanti e le aveva catturate con i pollici, cingendo il volto del ragazzo con entrambe le mani.
 
“Perché piangi?”
 
Darren aveva ridacchiato tra i singhiozzi, a pochi centimetri dalla sua bocca, tirando su col naso in maniera davvero poco elegante. E stranamente Chris, forse inebriato dal suo profumo, forse impegnato a percepire il bagnato delle sue lacrime sulla pelle, non se n’era preoccupato minimamente.
 
“Perché ti amo così tanto.”
 
 
 
 
#2
 
 
La seconda volta Ryan aveva dovuto interrompere la scena.
 
Perché i due attori erano in piedi al centro di un palcoscenico, a pochi centimetri l’uno dall’altro, e la voce di Darren si era definitivamente spezzata su “I hope so, I want you to be”.
 
Chris gli aveva stretto forte le mani, e gli aveva permesso di perdersi nei suoi occhi troppo azzurri.
 
“Non piangere” gli aveva detto, a bassa voce, le labbra rosse dei suoi baci strette tra i denti. E Darren aveva sorriso, perché gli sembrava impossibile smettere di farlo, quando era con Chris.
 
“Lo voglio davvero”
 
“Cosa?”
 
Una pausa. “Voglio davvero che tu sia fiero di me.”
 
E c’era mancato poco che Chris smettesse definitivamente di respirare, perché aveva dimenticato cosa volesse dire dipendere da qualcuno – qualcuno che ti guarda come se nient’altro al mondo valesse davvero la pena. Aveva dimenticato cosa volesse dire essere il centro di gravità di qualcun altro, oltre se stesso. Aveva dimenticato cosa volesse dire essere amato oltre ogni immaginazione.
 
Chris gli aveva preso il volto tra le mani tremanti e gli aveva baciato le guance con gentilezza, asciugando con calma ogni lacrima dispettosa che era sfuggita alle sue ciglia svolazzanti. Darren aveva chiuso gli occhi stanchi e si era lasciato coccolare giusto qualche minuto in più.
 
“Io sono sempre fiero di te.”
 
 
 
 
#3
 
 
La terza volta, Chris aveva capito definitivamente.
 
Aveva capito cosa volesse dire confondere la vita reale con il copione, e lasciare che le emozioni – quelle vere – subentrassero al posto della recitazione.
 
Perché quella terza volta Chris era innamorato come mai prima di allora. E Darren l’aveva guardato, con quegli occhi troppo dorati lucidi di lacrime, e gli aveva detto “You’re the love of my life, Kurt”.
 
E neanche per un secondo Chris aveva pensato che quello fosse Blaine. Perché Chris conosceva Darren, conosceva le sfumature cangianti dei suoi occhi, conosceva le sue labbra dischiuse, conosceva le sue guance rosse. E neanche per un secondo, sul suo viso, era apparsa la maschera della recitazione.
 
E quando Blaine l’aveva abbracciato, e Darren aveva appoggiato le labbra sulla sua spalla, chiudendo gli occhi e lasciando che le lacrime gli bagnassero le guance, Chris aveva sorriso. Gli aveva stretto il viso tra le mani, accarezzandogli la base del collo con le dita calde, e l’aveva baciato con calma.
 
Prima il bordo della mascella, poi le guance accaldate, gli zigomi, gli occhi bagnati. Aveva asciugato con le sue labbra morbide ogni segno di lacrima sul suo volto, e si era preso il tempo di baciarlo con calma.
 
“Sei l’amore della mia vita, Darren Criss.”
 
“E tu della mia.”
 
 
 
 
#4
 
 
La quarta volta Chris era quasi crollato con lui.
 
Erano a pochi metri di distanza, il muro di una stanza a separarli, i cellulari stretti tra le dita e l’aria fresca di New York ad accarezzare il loro viso in punti in cui le loro mani avrebbero dovuto farlo.
 
Darren aveva riso attraverso la cornetta ad una battuta stupida di Kurt, e Chris avrebbe così tanto voluto abbattere il muro che li separava, perché in nessun universo era giusto che lui si perdesse una risata dell’amore della sua vita.
 
E poi quelle sei parole, sussurrate appena attraverso il filo invisibile che li univa da sempre, urlate a squarciagola nel cuore di Chris.
 
“I love you so much, Kurt”
 
E Chris aveva trattenuto il respiro per quelle che gli erano sembrate ore, perché aveva percepito, seppur a distanza, la voce di Darren spezzata dalle lacrime. E Chris odiava che fosse così sensibile, perché ogni volta che Darren piangeva, lui perdeva un po’ di cuore.
 
Si era stretto il labbro inferiore tra i denti e aveva balbettato un “I love you too” davvero troppo sentito per essere finto. Poi, senza preoccuparsi delle conseguenze, della professionalità, delle telecamere ancora accese, aveva poggiato il cellulare da qualche parte ed era corso nella parte interna degli studi, dove Darren lo attendeva a braccia aperte, gli occhi luminosi e le guance bagnate di lacrime.
 
Chris aveva afferrato il suo viso con entrambe le mani e l’aveva baciato a bocca aperta, mentre le sue lacrime gli bagnavano le labbra, e il sapore di Darren lo riempiva come un oceano in tempesta. Gli aveva asciugato le lacrime con le dita tremanti, accarezzandogli gli zigomi con i pollici e stringendogli il collo con i palmi.
 
Poi l’aveva abbracciato. Stretto. Perché a volte Chris si sentiva soffocare, e allora affogare negli abbracci di Darren sembrava essere il miglior modo per smettere di respirare.
 
 
 
 
#5
 
 
La quinta volta Chris si era sentito morire.
 
Non perché le cose andassero male, ma perché era la prima volta, sul set, che Darren piangeva non di gioia, ma di sincera disperazione.
 
Si era sentito morire, perché sapeva quanto era stato difficile per Darren dirgli “I will never forgive you for this”, sebbene fosse Blaine.
 
Ed era stato difficile perché troppe volte, negli ultimi quattro anni, Darren si era ripromesso di non perdonarlo davvero. Troppe volte Chris gli aveva fatto male e troppe volte Darren aveva provato a tenerlo lontano, per il bene di entrambi.
 
Ma troppe volte Chris era tornato da lui, gli occhi azzurri spalancati e le labbra sanguinanti per i morsi. E Darren non ci era mai riuscito. L’aveva sempre abbracciato, perdendosi nel profumo dei suoi capelli, e l’aveva baciato come solo chi ha rischiato, ancora una volta, di perdere tutto sa fare.
 
Per questo Darren aveva pianto. Perché ancora una volta si era sentito come se la terra gli crollasse sotto i piedi, come se il mondo stesse per esplodere, come se l’oceano stesse per risucchiarlo.
 
Ma quella volta, a tenerlo in piedi, c’era stato Chris.
 
Chris, che gli aveva preso il viso tra le mani e aveva respirato sulle sue labbra. Chris, che con calma e pazienza, aveva catturato tutte le lacrime – che non si era neanche accorto di aver versato, con piccoli baci sugli occhi, sulle guance, sugli zigomi.
 
Chris, che gli aveva sussurrato “Ti amo” piano, con dolcezza, come se conservasse un segreto troppo prezioso per essere svelato al mondo.
 
Chris, che come sempre, sapeva tenerlo a galla con un semplice sorriso.
 
 
 
 
#6
 
 
E poi c’era stata quella volta, quella in cui per poco Chris non aveva pianto con lui.
 
Quella dell’”I do”.
 
Perché se c’era una cosa, piccola ma significativa, che Darren non riusciva a capire, era che a sposarsi erano Kurt e Blaine. Non loro.
 
Da quando avevano ricevuto il copione, Darren aveva passato le giornate a saltellare per casa, a ripetere le promesse, ad esercitarsi davanti allo specchio. “Voglio che sia tutto perfetto” diceva continuamente, e Chris sorrideva, perché era adorabile quando batteva le mani per l’emozione.
 
Ma poi si erano ritrovati a girare la scena, e niente era andato come si aspettavano.
 
Perché per quanto siano anime gemelle destinate ad incontrarsi, non esiste universo in cui Chris sia pronto a sposare Darren, e viceversa – sia esso per davvero o per finta, senza che il respiro si blocchi un po’ in gola e il sangue smetta di defluire nelle vene.
 
Perché quando aveva percorso la navata della fienile, con Naya ancorata al braccio, e aveva visto Chris davanti a lui, in piedi, sui gradini, elegantemente adornato del suo smocking nero che gli fasciava le spalle in modo perfetto, con gli occhi brillanti e il sorriso sincero, a Darren era mancato il respiro. Letteralmente.
 
Naya l’aveva addirittura punzecchiato e gli aveva sorriso, sussurrando un “Stai calmo” appena percettibile.
 
Ma non c’era verso che Darren ricominciasse a respirare regolarmente. Perché quello che gli stringeva le mani era l’amore della sua vita, e all’improvviso lui aveva dimenticato tutto il resto.
 
Chris parlava, e diceva qualcosa a proposito di luce e ombre, ma Darren non riusciva a smettere di pensare a quanto sarebbe stato meraviglioso infilare un anello – un anello vero – al dito di Chris, per fare in modo che lui fosse suo. Per tutta l’eternità.
 
“And even if someone had told me it wasn’t going to work out, and that at the end of all our struggling and all of our work, it would just end in heartache…”
 
“…I would have said yes.”
 
La voce di Darren si era spezzata su quel ‘yes’ che sapeva così tanto di speranze e di promesse. Perché loro sapevano, più di chiunque altro, quanto quelle parole fossero vere. Quanto avevano lottato per arrivare dove sono arrivati. Quante corse ad ostacoli avevano dovuto affrontare. Quante lacrime avevano dovuto versare.
 
E prima che potesse rendersene conto, Kurt aveva mormorato il suo “I do” e Burt li aveva dichiarati marito e marito. E Darren si era letteralmente perso nel sorriso di Chris, lo aveva baciato con le labbra tremanti e il cuore traboccante di orgoglio, e gli aveva preso la mano, stringendo forte le dita tra le sue.
 
E poi Ryan aveva interrotto la scena, e Chris lo aveva improvvisamente abbracciando, nel silenzio generale della crew, perché Darren non si era neanche accorto di avere gli occhi e le guance bagnate di lacrime.
 
“Non piangere, amore mio” aveva sussurrato Chris, lasciandogli leggeri baci sulle guance, sulla fronte, sul mento, sulla mascella.
 
Darren aveva chiuso gli occhi, lasciando che le lacrime gli bagnassero il viso. Perché tanto lo sapeva, che Chris le avrebbe asciugate – Chris le avrebbe asciugate sempre.
 
“Ti amo” aveva sussurrato Chris, trattenendo le lacrime e baciandogli gli occhi. “Ti amo” e gli aveva asciugato le guance. “Ti amo” e gli aveva baciato le labbra. “Ti amo” e aveva stretto i pollici sui suoi zigomi, impedendo alle lacrime di scendere ancora.
 
 
 
 
#1
 

Gli ultimi giorni di riprese erano stati strazianti. Ovunque sul set c’erano lacrime e abbracci, addii e strette di mano.
 
Quando avevano smontato l’auditorium, regalando un pezzo di pavimento ad ogni attore del cast e ad ogni membro della crew, Chris era quasi crollato, ma aveva incontrato gli occhi lucidi di Darren, e ancora una volta aveva resistito, perché voleva essere forte per entrambi.
 
Poi c’era stato il momento in cui Lea aveva regalato a tutti una stellina dorata, disegnata sul cartoncino, e Chris era quasi crollato, ma di nuovo aveva chiuso gli occhi e serrato le labbra, perché non era il momento. Non ancora.
 
C’era stato il momento in cui si erano seduti in cerchio sul palco dell’auditorium, e si erano detti ad alta voce cosa Glee avesse significato per loro. E Chris aveva incrociato gli occhi già bagnati di Darren, e aveva sussurrato “Famiglia”, ma non aveva pianto. Perché quella era una cosa bella, e non voleva sprecare le sue lacrime per le cose per cui voleva sorridere.
 
Ma poi, alla fine, c’era stata Teach Your Children.
 
E tutto il cast si era radunato nell’aula canto, in religioso silenzio, ascoltando le parole di un professore che era la loro famiglia. Che aveva insegnato loro tanto. Che aveva dato loro tutto.
 
E Darren, seduto accanto a lui sullo sgabello del pianoforte, aveva appoggiato il mento sulla sua spalla e la mano sull’altra, e aveva cominciato a piangere dopo appena venti secondi. E Chris avrebbe tanto voluto girarsi verso di lui per baciarlo e asciugargli il viso, ma non l’aveva fatto.
 
Si era limitato a stringergli la mano, poggiata sulle loro ginocchia, lasciando che le lacrime gli solcassero le guance. Perché per la prima volta in vita sua nessuno pretendeva che fosse forte.


 
  
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