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Autore: ElleJones    16/04/2015    0 recensioni
Destiel. Ambientata nella decima stagione, post "Soul Survivor". Song-fic su "Esseri Umani" di Marco Mengoni. Potrebbe essere leggermente OOC.
Dalla storia:
"Incrocio le mie dita con le tue, le sento tese, rigide. Con l’altra mano ti accarezzo la schiena, seguo la linea delle tue vertebre. Il silenzio attorno a noi, le tue preghiere nella mia testa.
- Ho paura.
- Di cosa?
- Di chi sono. Di cosa diventerò."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ehilà, ciao a tutti! Vi avviso che questa è la mia prima fanfiction su questo fandom, nonché la mia prima in assoluto, quindi… non so davvero come sarà, spero non sia così orribile ;D
Questa è una one-shot Destiel costruita attorno alcuni versi della canzone “Esseri Umani” di Marco Mengoni. Confesso che appena l’ho sentita ho pensato a loro, così mi sono messa sotto e ho iniziato a scrivere. Se non l’avete ancora ascoltata vi consiglio di farlo.
Ogni recensione sarà ben accetta, quindi non trattenetevi e aiutatemi a migliorare. 
Grazie e buona lettura. 
 
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono così come non mi appartiene la serie. La storia non è stata scritta ad alcuno scopo di lucro.
 
 
Titolo: Coraggio di essere umani
Serie: Supernatural
Personaggi: Dean e Castiel, Sam (menzionato) - Potrebbero essere leggermente OOC
Coppia: Destiel (slash)
Contesto: Ambientata in un punto imprecisato della decima stagione, post Soul Survivor
Parole: 929
 
 
 
 
 
 
 
 
Coraggio di essere umani
 
 
 
 
 
|Che splendore che sei nella tua fragilità.|
 
 
 
Sei sdraiato accanto a me. Ti stringo fra le mie braccia, ti bacio. Sento scioglierti sulle mie labbra mentre guardo i tuoi occhi e mi perdo in quel verde mare di meraviglia. Ci separiamo e sorrido. Sei così delicato, così gracile, fragile; legato dal mio abbraccio, sfiorato dalle mie carezze. Magnifico.
 
- Cass?
 
- Dean.
 
- Potrei non farcela. Questa volta, potrei davvero non farcela.
 
 
 
|Devi mostrarti invincibile, collezionare trofei.
Ma quando piangi in silenzio, scopri davvero chi sei.|
 
 
 
- Non devi dire così.
 
Riesco a vedere le tue lacrime nonostante tu stia cercando di nasconderle. Non è una debolezza, lo sai? Con me puoi lasciarti andare.
 
- Guardami, Castiel. Sono logorato. Non riesco più a pensare, non so più da che parte combatto, capisci?
 
- È colpa di tutte quelle cose che ti tieni dentro: hai la mente incatenata, i ricordi insanguinati. Posso leggertelo negli occhi.
 
- Sono un assassino.
 
La voce ti si spezza, le parole graffiano sulla tua gola. Ti rendi conto anche tu di quanto sia insensato ciò che hai detto.
Sono un assassino. Come puoi anche solo pensarlo, Dean?
 
- Non è vero.
 
È tutta la vita che salvi la gente, ti sei sacrificato per loro, due volte. Devi sollevarti da tutte queste colpe.
 
- È come se avessi bisogno di uccidere, di vedere il sangue. Sento voci che urlano nella mia testa, e ringhiano, comandano.
 
Ti avvicino a me, poggi il capo sul mio petto e ti accoccoli sul mio corpo. Ti bacio una tempia. Ricordo la prima volta che mi hai visto, quanto sono cambiato stando con te. Ero un soldato di Dio, obbedivo agli ordini senza tener conto di niente. Ora, invece, io lotto per te, Dean, e per tuo fratello. Mi hai fatto diventare sempre più umano, mi hai fatto provare sentimenti, e ti sono grato per questo.
Quando lo capirai? Tu sei dalla parte dei buoni, dovresti smetterla di autodistruggerti in questo modo.
Accarezzo i tuoi capelli biondi, li stringo facendo attenzione a non farti del male. Poi scendo fino alla tua spalla e poggio la mia mano sull’impronta che ti lasciai anni fa.
 
- Hai sopportato tanto dolore. Hai saputo tener testa a quelle voci per molto tempo. Ma non sei invincibile. Tu, Dean Winchester, non hai bisogno di mostrare il tuo valore a nessuno. Per questo mondo, per questa umanità, hai fatto più di chiunque altro. Puoi piangere, è tuo diritto farlo. Le lacrime non ti rendono meno forte.
 
 
 
|E ti ricordo che non siamo soli a combattere questa realtà.|
 
 
 
Incrocio le mie dita con le tue, le sento tese, rigide. Con l’altra mano ti accarezzo la schiena, seguo la linea delle tue vertebre. Il silenzio attorno a noi, le tue preghiere nella mia testa.
 
- Ho paura.
 
- Di cosa?
 
- Di chi sono. Di cosa diventerò. E se vi facessi del male? Non me lo perdonerei mai. Forse fareste meglio ad andarvene, tu e Sammy.
 
Una patina lucida ricopre i tuoi occhi e il tuo sguardo si fa più intenso, è quasi implorante.
 
- Lo sai che non lo faremo. Sai che non ti abbandoneremo. Come potremmo?
 
- Ho rischiato di uccidervi una volta, e, nonostante questo, resterete al mio fianco e affronterete tutto questo con me?
 
Una nota di speranza nella tua voce.
 
- Come ogni volta. Hai ancora paura?
 
- Non lo so, suppongo di sì. È nella nostra natura essere spaventati, no?
 
Forse te ne sei reso conto.
 
 
 
|Prendi la mano e rialzati, tu puoi fidarti di me.|
 
 
 
Le prime luci della luna illuminano debolmente le nostre figure, alcune stelle iniziano a comparire nel cielo tinto di nero. Fa freddo e il tuo corpo viene pervaso da brividi. Lascio che sia il mio calore a scaldarti, lascio che sia il tuo calore a scaldarmi.
 
- Sai, Dean… Abbiamo passato momenti difficili, eppure siamo qui, stesi in un letto, abbracciati l’uno all’altro. E non mi interessa. Non mi interessa di tutte quelle brutte azioni che hai compiuto, che ho compiuto. Perché adesso siamo noi due, da soli, nella tranquillità della notte. Io ho solo bisogno di te che ti lasci andare, che esprimi i tuoi pensieri senza più seppellire quei ricordi taglienti.  Ne abbiamo bisogno entrambi. Ti fidi di me, vero?
 
- Mi fido ciecamente di te, ormai. Perché mi ami, perché ti amo. E so che, quando tutti se ne andranno, tu sarai lì, a vegliare su di me, come hai sempre fatto.
 
Come ho sempre fatto.
Ti bacio, di nuovo, uno di quei baci di cui non posso più fare a meno. Ricambi con passione. Cerco il tuo sguardo, lo trovo. Ci capiamo solo guardandoci, ascoltando i nostri discorsi infiniti e impossibili formati da parole inudite. Sfilo i tuoi pantaloni con lentezza, contemplando il tuo corpo, e assaggio la tua pelle con le labbra. Finiamo di toglierci ogni vestito rimanente. Ci stringiamo, così, nudi, pelle su pelle.
 
-Grazie.
 
Un sussurro, un suono appena percettibile, forse una preghiera solitaria.
 
 
 
Si abbracciarono, si baciarono, si toccarono.
Si lasciarono avvolgere dalla notte, nel silenzio mosso soltanto dai loro gemiti.
Divennero un corpo solo.
Più forte.
Divennero un’anima sola.
Più forte.
Continuarono così. Perché lo sapevano: avrebbero vinto questa guerra solo restando insieme.
Più forti.
 
 
 
|L’amore, amore, amore. Ha vinto, vince, vincerà.|
 
|L’amore, amore, amore. Ha vinto, vince, vincerà.|
 
|L’amore, amore, amore. Ha vinto, vince, vincerà.|
 
 
 
Ti guardo dormire tra le mie braccia. Sento il tuo respiro: è pesante e regolare.
E sorrido, sorrido perché sei così perfetto, perché hai coraggio di essere umano nonostante tutto il dolore.
   
 
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