Spegniti, spegniti, breve candela! La vita non è altro che un'ombra che cammina; un mediocre attore che si pavoneggia e si dimena sul palcoscenico per il tempo della sua parte e poi non si ode più oltre. È una favola narrata da un idiota, piena di strepito e furia e senza significato alcuno.

Macbeth, atto V, scena V, Macbeth

Daniel Radcliffe chiude svogliatamente il libro, in risposta al richiamo del regista david Yates.
- Dan!! Sbrigati, non abbiamo tutta la giornata!! E non ti dimenticare che stasera c'è l'incontro con el fan che hanno vinto il concorso! -
- Mi servono 10 minuti, David! -
- Te ne do 5 e non uno di più! -
La testa del moro batte di nuovo contro il tessuto della poltrona. 5 minuti: si può fare. Giusto il tempo di lasciare il cervello in camerino e mettere di nuovo su i panni del maghetto più famoso del mondo. Guarda l'orologio.
- Ancora 8 ore e Daniel Jacob Radcliffe compirà 21 anni...Woe che notizia! -
Parla da solo, con tono ironico, fissandosi allo specchio. Gli occhi azzurri sono arrossati, i capelli perfettamente pettinati in stile Harry Potter, il mantello nero della divisa, come da copione, stringe maledettamente al collo: e ripensa ai versi che ha appena letto: un attore che si pavoneggia e poi non si ode più oltre.

E in fondo, chi è Daniel Radcliffe?
Non è di sicuro uno scriteriato che ama sbattersi i cavalli. Nè tantomeno un deficente che si nasconde dietro un bastoncino di legno urlando frasi sconnesse in latino.
Daniel Radcliffe è sparito, di lui non si hanno notizie: al suo posto, è rimasto Harry Potter, a prendersi i soldi, la gloria, la fama.
Nessuno lo conosce veramente, nessuno.  Nessuno in tutto il Regno Unito e in tutto il mondo ha una minima idea di come sia fatto: un ventunenne a cui piace il rock, il punk, che ha imparato ad odiare al saga di Harry potter, che da piccolo aveva paura die tmeporali, che odia restare solo in casa perchè si sente abbandonato, che il giorno del suo settimo compleanno ha pianto perchè suo padre non era riuscito a venire, che la sua prima volta con al rpima che passava non se la ricorda, che odia la cioccolata e ama il caffè, che da bambino amava giocare con i soldatini......e di lui, adesso, non resta che un ventunenne stanco della vita, perchè ormai un personaggio fatto di carta e inchiostro si è preso la sua vita.
un altro bussare a quella dannatissiam porta. Daniel si irrita, lancia contro lo specchio il pettine con cui tentava di dare una parvenza di decenza ai capelli.
- Dan... -
Una voce timida lo chiama da dietro la porta, fa un sospiro.
- Entra Emma... -
Sa già cosa vuole al ragazza: il regista lo aspettava per girare una delle ultime scene di Harry potter e i doni della morte, e poi tutto sarebeb finito. Ma finito sul serio: nessuno si sarebbe più ricordato di lui. Punto. Emma Watson si chiude la porta alle spalle,ravvivandosi i capelli.
- David sta entrando in piena crisi isterica, neanche fosse una donna in sindrome premestruale, Dan...ti sbrighi a venire? Non vedo l'ora di finire questa sottospecie di farsa, hermione inizia a starmi sul cazzo... -.
Daniel fissa la biondina, stretta nella divisa di hogwarts e sorride. Non c'è nula da fare, non si sarebbe mai abituato a quel suo carattere. a guardarla sembrava una timida e impacciata ragazzina, am dentro......dentro era dura da far concorrenza a un camionista!
- Perchè ridi? -
Daniel torna subito serio, facendo una smorfia,
-  perchè dopo la fine di questi film, mia cara, io e te saremo dimenticati...ecco perchè rido...per non piangere! -
- Tu non sai piangere, Dan.. -
Lei lo ammonisce prendendo un pacchetto di sigarette dalla tasca di lui, se ne accend euna e lancia il pacchetto sul divanetto.
- Non mi ci abituerò mai.. -
- A cosa? -
La domanda della bionda lascia a daniel un minuto per pensare,
- A me e te... -
Semplice, d'effetto. Daniel si complimenta con se stesso. La sigaretta di Emma è quasi finita, si avvicina all'amico, infilandogli la sigaretta tra le labbra.
- io e te? Dentro questa stanza, io e te siamo due persone che fanno sesso...fuori di qui, Harry, sono la tua migliore amic,a non scordarlo. -
Gli da una pacca sulla spalla e si allontana, chiudendosi al prota alle spalle.
Daniel inspira il fumo di quella sigaretta, ha già il mal di testa. La stessa storia, ogni volta che fumava.
Forse quei 5 minuti che gli erano stati concessi erano scaduto. Non gli resta che andare a dimenarsi  sul suo palcoscenico per poi sparire nel nulla. Con un pò di fortuna, sarebbe sparito gloriosamente.
E se fosse stato davvero fortunato, sarebbe sparito in silenzio come il soffio di vento che scombussola il camerino quando si chiude la porta alle spalle.