Salve
a tutti, cari
lettori.
Vi
auguro una buona
lettura, e ci tengo a dedicare questa piccola one-shot a tutte le
persone che
hanno recensito l’ultimo capitolo di “Twilight
Again”.
GRAZIE
MILLE A TUTTI.
Era un nevoso 22
dicembre, quando Light
Yagami uscì dall’università, che
frequentava ormai da un anno, dirigendosi
verso la caffetteria.
Entrò
nel piccolo locale, arredato come uno chalet di
montagna, dall’atmosfera accogliente, e si sedette al suo
solito tavolo, nell’angolo
di destra. Attese
per circa 10
minuti, e vide
entrare un ragazzo non
molto alto, dai capelli neri piuttosto in disordine, tra i quali si
distinguevano nitidamente i fiocchi di neve.
Questo gli si
avvicinò, abbracciandolo con forza.
“bentornato,
L” gli
disse
“grazie”
rispose, prima di sciogliere l’abbraccio, sedendosi
di fronte a lui, continuando “ scusa il ritardo,
l’aereo ha tardato a causa
della neve”
“tranquillo,
sono arrivato ora, giusto il tempo di ordinare
un tè e una cioccolata calda”
“grazie”
“allora…
come è stato questo caso?”
“una
noia! Possiamo dire
che l’assassino si è incriminato da solo, io non
ho dovuto fare praticamente niente.”
“perlomeno
sei tornato a Londra…”
“già…
è una bellissima città! Dovresti venirci una
volta, ti
piacerebbe sicuramente”
Il loro discorso
venne interrotto dall’arrivo della
cameriera, che portò le loro ordinazioni, una ragazza dai
lunghi capelli
biondi, legati in 2 codini, che non mancò di lanciare
occhiatine furtive a
Light, il quale, accorgendosene, fece scivolare la
propria mano sopra quella del moro,
appoggiata sul tavolo.
La bionda
guardò prima il castano, e poi L, che la guardava a
testa china, mordendosi il labbro inferiore, con la stessa espressione
che
avrebbe usato un bambino, per farsi perdonare la sua ultima bravata, e
se ne
andò via, indignata, lasciando i due ragazzi, che poco dopo
scoppiarono in una
risata fragorosa.
Passarono altri
venti minuti a parlare del più e del meno,
quando Yagami guardò l’orologio, e
scattò in piedi, mettendosi la borsa a
tracolla.
“devo
andare, ho lezione tra 5 minuti!”
“va
bene”
Lo
salutò con un bacio sulla fronte e stava per andarsene,
quando l’inglese lo trattenne per un polso.
“
Light, cosa fai la vigilia di Natale?”
“niente,
probabilmente starò a casa con i miei… sempre che
tu
non mi proponga qualcosa di migliore…”
“…vorrei…
portarti a conoscere la mia famiglia…”
La mattina del
24 dicembre, verso le 11, L e Watary passarono
a prendere Light, e si diressero verso la Wammy’s House, a
bordo di una
limousine carica di regali.
Il viaggio
durò più del previsto, probabilmente a causa
della
prolungata sosta per il pranzo, arrivarono
a destinazione verso le 14, e non
appena varcarono il cancello in ferro battuto, che dava sul grande
giardino, L fu
investito da una decina di bambini che gli
corsero incontro, facendolo cadere tra la neve.
Si
alzò subito, abbracciandoli uno dopo l’altro,
prendendo,
infine, in braccio una piccola bambina castana, che, per farsi notare,
aveva
cominciato a tirargli la giacca.
Venne loro
incontro anche una giovane ragazza mora, che li
salutò tutti sorridendo.
“benvenuti,
non vi aspettavamo così presto…”
“ciao,
Naomi. Si, lo so, scusa per l’anticipo, ma volevo
passare più tempo possibile con queste pesti!”
rispose il detective, mentre scompigliava
i capelli ad un bambino biondo, finendo per essere trascinato fuori in
giardino.
“bambini,
fermi!” cercò di richiamarli la ragazza
“tranquilla,
non sarebbe qui se non lo facesse volentieri” si
intromise Watary, entrando in salotto, posando il cappello e la giacca
all’attaccapanni.
Dopodiché
la donna si volse verso Light.
“Ciao,
scusa se non mi sono presentata, sono Naomi Misora, e
attualmente dirigo questo istituto.”
“piacere,
Light Yagami. Sono… un amico di L…”
“oh,
è la prima volta che porta qualcuno con se… deve
volerti
davvero bene”
Rispose con un
sorriso, lasciando cadere il discorso, per poi
chiedere “mi scusi… questo… beh, questo
è un orfanotrofio, quindi devo dedurre
che L è stato qui?”
“non
te lo ha detto?”
“mi ha
accennato qualcosa, ma è rimasto sempre molto sul
vago…”
“beh,
credo di potertelo dire, se ti ha chiesto di
accompagnarlo… come
saprai, L non è
giapponese, o almeno, non totalmente;
i
suoi genitori vivevano a Londra, e alla loro morte, quando aveva 7 anni, fu portato in questo
orfanotrofio, perché i
suoi genitori conoscevano
Watary, che a
quel tempo ne era il direttore.
Ma Watary si
accorse subito della sua grande intelligenza, e
gli fece seguire degli studi specifici, fino
all’età di 15 anni, quando gli
fece seguire il suo primo caso.
Il suo passato,
da questo punto in poi, credo tu lo sappia…
….quando
è libero dai suoi impegni lavorativi, viene sempre a
trovare i bambini…sai… per loro è come
un’eroe… senza contare che, ogni anno,
riceviamo una donazione anonima di un milione di dollari, che ci
permette di
tenere aperto l’orfanotrofio… e, beh…
è un ragazzo come ce ne sono pochi al
mondo…”
“…già…”
fu l’unica cosa che disse Light, mentre guardava il
soggetto della loro conversazione, mentre giocava con quei ragazzini.
La donna se ne
accorse.
“perché
non vai anche tu un po’ fuori? Sembra si stiano
divertendo!” concluse sorridente.
Lui ci
pensò un attimo, poi si rinfilò il cappotto ed
uscì in
giardino, dove trovo il ragazzo seduto sull’altalena, e tutti
i bambini che lo
incitavano a parlare della sua ultima indagine famosa, il caso Kira.
“il
caso Kira?” chiese
“si”
risposero i coro tutti i piccoli
“beh,
avrò bisogno di un assistente…” disse,
dopo aver visto
Light uscire dall’edificio, dirigendosi verso di loro
“…uhm… Light! Tu interpreterai
Kira, ok?”
“ok!”
acconsentì, dopodiché vide l’altro
alzarsi dall’altalena
e cominciare a camminargli attorno.
“Signor
Teru Mikami… grazie alle informazioni in mio possess,
sono certo di poter affermare, al 98%, che lei è
Kira…”
“davvero?
E quali sarebbero queste prove?”
“la
prova schiacciante, sono le foto delle pagine del suo
quaderno… tutti i nomi e gli orari scritti corrispondono a
quelli dei decessi…”
“L…avrai
anche capito che sono Kira… ma prima di arrestarmi,
devi prendermi!” concluse, spingendolo nella neve, e
cominciando a correre,
ridendo.
Il moro era
rimasto un attimo spiazzato, non se lo aspettava
proprio, ma si alzò e corse più veloce che
poteva,incrementando quel gioco
infantile che l’altro aveva iniziato.
Lo vide poco
lontano, appoggiato ad un albero, per riprendere
fiato, e senza che avesse il tempo di fuggire nuovamente, lo fece
cadere,
venendo trascinato a terra a sua volta dall’altro, che aveva
fatto presa sulla
sua giacca, cercando, invano, di non cadere.
Rotolarono nella
neve, fino a quando L si impose, e lo
inchiodò con i polsi a terra, il respiro affannoso.
“adesso
dovresti ammanettarmi detective…” lo
provocò Light
“non
tentarmi, Yagami”
I loro visi si
avvicinarono, erano a pochi centimetri,
stavano per baciarsi, quando…
“L!!”
Non appena si
sentì chiamare scattò in piedi, giusto in tempo,
prima che arrivassero gli orfanelli.
“l’ho
preso!” disse sorridente, alzando il braccio al cielo,
in segno di vittoria.
I piccoli gli
corsero attorno, e lo trascinarono dentro,
insieme a Light, per la merenda.
Tra un gioco e
un altro, passò anche la cena, ed arrivò
l’ora
della partenza di Light.
“sicuro
di non poter rimanere?”
“si,
sai com’è mia madre… la famiglia prima
di tutto!...
vuole che ci riuniamo tutti, durante le festività”
“capisco…
salutali da parte mia, allora…”
“va
bene. Ci sentiamo domani, ok?”
“ok”
Dopodiché
si alzò dal divano dove era seduto, uscendo
dall’istituto,
fino al taxi che lo aspettava.
Alle 11, quando
tutti i bambini erano andati a dormire, L e
Watary sistemarono tutti i regali che avevano in macchina sotto
l’albero
addobbato nella grande sala da pranzo, dopodiché il ragazzo si
sdraiò un po’ sul divano bianco,
nella sala.
“L,
non riesco a dormire” disse una bambina, che si
trascinava dietro un vecchio coniglietto di peluches, mentre si passava
una
mano sui piccoli occhi assonnati.
“Ayumi,
che ci fai ancora sveglia?”
“mi
vieni a raccontare una storia?” domandò, con la
sua
vocina da bambina
“e va
bene, ma poi fai la brava e dormi, capito? Altrimenti va
a finire che babbo natale non ti porta i regali…”
“va
bene…”
Quindi la prese
in braccio, salendo le scale e arrivando fino
alla camera della piccola, facendola sedere sul letto, coprendola poi
con la
coperta.
Durante questo
spostamento, il peluches le scivolò di mano,
finendo sul parquet.
“no!
Il coniglietto”
“aspetta,
te lo prendo io…” disse, mentre si chinava a
riprenderlo, continuando poi “…è un
po’ malridotto questo coniglietto! Perché non
usi un po’ anche gli altri pupazzi?”
“perché
il coniglio è il mio animale preferito, e perché
me
lo hai regalato tu!”
“però,
se babbo natale te
ne portasse un altro nuovo lo
useresti…”
“un
altro coniglietto? Si!”
L la
guardò, con sguardo dolce, “che storia vuoi che ti
racconti?”
“la
storia del natale”
“la
storia del natale? … ma io non la
conosco…”
“ah,
vabbè… che regali hai chiesto a Babbo Natale,
L?”
“beh,
ecco… a dire il vero, non ho chiesto dei regali…
sono
troppo grande! Devi sapere che Babbo Natale li porta solo ai
bambini…io ho
chiesto… ho chiesto un anno felice, accanto alle persone a
cui tengo di più…
soprattutto una… forse la più
importente… e…”
girò
la testa per guardarla, ma si acorse che si era già
addormentata.
Quindi si
alzò, le rimboccò le coperte, e scese le scale,
tornando a sdraiarsi sul divano, prorpio davanti al camino.
Guardò
l’orologio, mancavano 10 minuti a mezzanotte.
Fissò
il suo sguardo sul fuoco che scoppiettava all’interno
del camino, quando sentì il cellulare, che aveva in tasca,
vibrare due volte.
Un
messaggio… da parte di Light.
“
Cosa pensi che ti porterà Babbo
Natale, quest’anno?”
Sorrise, e
digitò la sua risposta.
“Light,
non mi credi un
po’ troppo grande per credere a Babbo Natale?”
“Giusto!...
quindi, partiamo dal
presupposto che dovrà pensarci qualcun
altro…”
“Davvero?
Ne dubito,
visto che l’unica persona che vorrei con me, al momento,
è su un treno per
tornare a Tokyo…”
Ci fu una
pausa… mancavano solo 2 minuti al 25 dicembre…
Gli
arrivò un altro messaggio.
“perché
non vieni ad aprirmi la
porta? Fa freddo qui fuori…”
Sgranò
gli occhi.
Non poteva
essere vero…
Corse fino alla
porta, e fece scattare la serratura, venendo
investito dalla fredda aria invernale, trovandosi davanti Light Yagami,
che
teneva tra le mani un pacchetto blu.
“che
ci fai qui?” chiese incerto
“…una
volta tanto, ho dato ragione a mia madre… a Natale si
deve stare con le persone che si amano!”
Non ebbe il
tempo di aggiungere altro, perché l’inglese si
appropriò delle sue labbra, coinvolgendolo in
lungo e bellissimo bacio passionale.
“Buon
Natale, L” gli disse il castano, porgendogli il suo
regalo, quando si dovettero separare, per mancanza di ossigeno.
I due entrarono
dentro, per evitare l’ipotermia, e L scartò
il piccolo pacchetto.
Quello che vide
lo lasciò senza fiato; la metà di un cuore
spezzato, appeso ad una catenina in argento, dietro
un’incisione…
…una
L in lettere gotiche…
L di Light, la
persona che da quasi un anno gli aveva
rubato il cuore. Incisa nell’argento,
come una promessa indelebile, che avrebbero condiviso entrambi, come
quel
gioiello…
Decisamente,
quello era il miglior Natale che L avesse mai
passato.
FINE
Spero
vivamente che la
fic vi sia piaciuta.
Anche
perché ci tengo
davvero tanto (anche perché le sentimentali-romantiche non
sono proprio il mio
forte! ^_^).
Detto
questo, vi auguro
Buon Natale, e un felicissimo 2009.
Che
dite, mi merito un
commentino per questa ficcina? ^_^
Baci,
ladyElric92