Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |      
Autore: dancingdemons    17/04/2015    1 recensioni
Premessa. Non sono buona con efp, quindi ho messo come personaggi della storia solo il buon Ezio, ma ci saranno anche l'undicesimo dottore di Doctor Who, Sherlock della BBC e un nuovo personaggio appartenente al nostro mondo. Detto questo, se qualcuno può spiegarmi come modificare tali impostazioni, riceverà un biscotto :3
-Irene.
E se alcuni personaggi di un videogioco o una serie tv, uscissero dal loro mondo, e arrivassero nel nostro, sconvolgendoti la vita, che faresti?
"Erano anni che non mi veniva proposta una buona avventura.
Eppure, quel giorno, l'avventura più grande della mia vita stava per iniziare."
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sempre la stessa noiosissima routine. 

Sveglia alle 6.15.

Doccia, caffè, lavarsi i denti e uscire. Università, pranzo, casa.

Studio, un po' di tv, cena, chiamare i genitori.

" si sto bene. si. si. salutamela. non ho detto di passarmela, solo di salut- uff… ciao nonna. 

CIAO NONNA! COME STAI? IO BENE! …BENE NONNA, STO BENE. B E N E! uff… si, ho mangiato. HO DETTO CHE HO MANGIATO!"

E infine letto. E il giorno dopo, la routine si replica, mai un giorno diverso dai precedenti. 

Sono sempre stata una persona cedevole, quel tipo di persona che anche se sta cercando il parcheggio da mezzora, e appena trovato, nel bel mezzo della manovra, uno arriva e le ruba il posto senza degnarle di uno sguardo, sospira e non fa nulla, se ne cerca un'altro, non cerco la zuffa, in poche parole, ma se te la cerchi, te la cerchi, e farmi arrabbiare non è proprio il massimo. Presente ma assente. Attenta ai minimi dettagli, taciturna quando serve, studiosa. Le mi discendenze francesi e italiane mi rendono un'ottima cuoca, ma oltre a questo, non sono nulla di speciale, non sono ne particolarmente bella, ne particolarmente interessante. Entro in confidenza con chi voglio, sono selettiva, sarcastica e cinica, ho un senso dello humor tagliente, spesso ritenuto offensivo. 

Sono fatta così. 

Prendere o lasciare.

Amo scrivere, è sempre stata la mia più grande passione, sin da quando ero piccola. Gli altri bambini non mi consideravano, non voglio fare la vittima, lo ammetto: mi auto escludevo. Era come se, i miei personaggi, disegnati o scritti che fossero, uscissero dalla carta e mi tenessero compagnia. Più di una volta mia madre mi sorprese a parlare da sola, a prendere il tè con Alice e il Cappellaio, o a giocare con i buffi personaggi della Storia Infinita. Loro erano reali per me, esistevano veramente.

Nonostante la mia classica descrizione da ragazza che passa la vita o sui libri o sul divano, appena ne ho l'occasione, amo le avventure, e mi ci dedico pienamente. Amo le stranezze e le sfide. 

Erano anni che non mi veniva proposta una buona avventura.

Eppure, quel giorno, l'avventura più grande della mia vita stava per iniziare.

 

Ero solo a metà della mia giornata, la millesima uguale a tutte le precedenti. Ah, no, giusto, avevo deciso di studiare in un bar per universitari a pochi passi da casa mia.  

Era tutto il giorno che mi sentivo osservata, strana… pensai ad un calo di zuccheri, ma non ci diedi molto peso, non presi neanche una bustina di zucchero per tirarmi su.

Raramente, quando studiavo fuori casa, alzavo la testa dai libri. Per svariati motivi, tra cui l'odio profondo per i momenti di distrazione, e, sopratutto, evitavo di alzare lo sguardo e incrociare quello di un conoscente, perchè avrebbe sicuramente comportato una conversazione, e solo dio sa quanto odio rievocare i vecchi tempi e sfoggiare falsi sorrisi con gente della quale non mi può fregare minimamente. 

Purtroppo, il sesto capitolo della divina commedia era talmente palloso da tradurre dall'italiano al francese e dal francese all'inglese, che mandai a puttane i miei principi di asocialità, alzando lo sguardo e incrociando quello di Beth Courtney, ex compagna delle medie, strasecchiona che se la tira, e a giudicare dall'aspetto, credetti che non fosse cambiata di una virgola. Sperai solo che l'alito all'aroma di apparecchio da notte non lavato fosse mutato in un fresco aroma di mentolo, perchè si stava avvicinando al mio tavolo con un sorrisone e lo sguardo sorpreso e felice.

Abbozzai un sorriso, lasciando vagamente trasparire il mio disappunto riguardo alla situazione.

-Elise! quanto tempo!-

oh, cristo, si inizia…

-Beth… mmh.. ehi.-

-ti disturbo?-

Senza neanche darmi il tempo di rispondere con un sincero e acido "si, evapora." o almeno darmi il tempo di bloccare la sedia vuota davanti a me con le caviglie, si sedette facendo un gran rumore spostando la sedia e mi rivolse un altro sorriso.

-…ormai, direi che anche se mi disturbassi, cosa che non escluderei in ogni caso, tu sia stata così invasiva da infastidirmi almeno quanto Beatrice che non vuole darla a Dante.-

Mi guardò perplessa e io, dopo qualche secondo di silenzio imbarazzato, feci una risata falsissima, che scaturì una sua squillante sghignazzata. 

-oh, il tuo humor non cambia mai!-

-eh, già.-

Risposi tornando a dare importanza al libro.

-cosa studi di bello?-

La guardai con aria di sufficienza.

-…lingue straniere.-

-oh, stupendo! io sto studiando medicina e..-

La guardai e mentre parlava, parlava, parlava e parlava, io sentivo solo il ritornello di "staying alive" risuonare nel mio cervello, tanto che iniziai a muovere distrattamente la testa a ritmo, mordicchiando la biro che stavo usando poco prima, distrattamente. 

-ehi, Elise, mi stai ascoltando?-

Caddi dalle nuvole e la guardai perplessa per qualche istante, poi sorrisi e esclamai con l'entusiasmo più falso del mondo: -grandioso!-

Lei mi guardò arrabbiata, prese le sue cose e si alzò.

-la solita egoista e acida, è proprio vero che la gente non cambia mai.-

E se ne andò impettita.

Solo tornando a casa mi resi conto che mi stava raccontando di come la recente morte di suo padre aveva influenzato la scelta dei suoi studi.

Appena rientrata in casa, lanciai borsa, cappotto e libri sulla poltrona e mi gettai sul divano, facendo scricchiolare le molle.

Mi massaggiai le tempie.

Mi sentivo ancora abbastanza male, mi pulsava la testa e facevo fatica a respirare.

Decisi di farmi una doccia rigenerante.

Riposi distrattamente i vestiti nel cesto delle cose da lavare e misi della musica dal cellulare, per la precisione l'intero album "froot" di Marina and the Diamonds, la mia idola. 

Mentre aspettavo che l'acqua diventasse della temperatura adatta e canticchiavo Happy, la prima canzone dell'album, il telefono di casa squillò.

Mi alzai e, appena in piedi, sentii la testa girare, e boom. Persi i sensi. 

Mi risvegliai storditissima, sul pavimento freddo del bagno, con un mal di testa ancora più forte di prima. Mi allungai alla meglio, massaggiandomi un piccolo bernoccolo che adesso avevo sulla nuca, dovuto allo svenimento di prima, e vomitai nel water, grugnendo dolorante. Riuscii a prendere il telefono e bloccare la musica, che intanto era arrivato al penultimo brano dell'album, e a fermare lo scorrimento dell'acqua. Andai in camera lentamente, appoggiandomi al muro e gemendo dolorante. 

Mi stesi sul letto con cautela e mi addormentai.

 

Mi svegliai il giorno dopo, 9.47, la sveglia continuava a suonare da chissà quanto. Mi allungai e la spensi, mi misi a sedere, con i sintomi di un post sbornia. Andai in cucina tra uno sbadiglio e l'altro e presi il latte dal frigo, quando il campanello suonò insistentemente.

Maledissi quel rumore squillante, che mi penetrò le orecchie come un martello pneumatico e andai alla porta.

Guardai nell'occhiello e vidi un enorme occhio azzurro scrutarmi. Perplessa, aprii la porta di scatto, facendo cadere in avanti la persona che spiava dentro lo spioncino. Mi scansai per evitare che cadesse addosso a me e lo lasciai barcollare.

Appena riacquisì l'equilibrio, ebbi la possibilità di esaminarlo meglio.

Era un ragazzo sulla ventina, alto, molto magro, capelli arruffatissimi, pelle e vestiti bruciacchiati. Indossava una camicia azzurra rovinata, con le  maniche tirare su ai gomiti e la cravatta disfatta al collo.

Aveva un po' di fiatone e mi guardava quasi divertito.

-hai finito di fissarmi, scusa?-

Scossi la testa, tornando alla realtà, e gli lanciai una delle mie occhiate fulminanti.

-chi sei, cosa vuoi da me?-

Sputai acidamente.

Lui mi guardò e come se non avessi detto niente si fece largo in casa mia, iniziando a puntare un.. coso.. luminoso, rumoroso e verde, verso gli oggetti che trovava in giro.

Lo guardai per qualche istante a bocca aperta. 

-scusa! esci immediatamente da casa mia!-

Mi ignorò ancora e continuò ad usare l'affare fastidioso.

-oh! mi ascolti?!- 

Mi avvicinai e gli scrollai la spalla.

-oh, ma sei idiota?!- 

Si voltò di scatto e mi puntò l'affare verde luminoso, che si allungò (dio come suona male),sul naso.

Rimasi in silenzio, shoccata.

Dopo qualche istante, si portò l'oggetto a due millimetri dal muso e lo fissò, girando su se stesso.

-okay, sei umana.-

Inarcai il sopracciglio, rimanendo immobile nella posizione in cui ero prima.

- ho fame!-

Esclamò il ragazzo entrando in bagno.

- questa non è la cucina…!-

Si corresse ed entrò in cucina.

Dopo qualche momento di indecisione entrai anche io in cucina e lo sorpresi a rovistare nella mie dispensa.

Si accorse della mia presenza e mi rivolse un sorrisone, per poi tornare a rovistare, borbottando sulla carenza di cibo spazzatura in esso.

-scusa, mi spieghi chi diavolo sei, cosa ci fai in casa mia e che cosa vuoi da me?-

Mi guardò, rimase in silenzio e tornò a puntare la torcia verde ronzante verso tutti i cibi che avevo.

-OH! ma la pianti di puntare quel… coso… dildo, luminoso ovunque?!-

Con uno scattò mi si avvicinò facendomi indietreggiare.

- è un cacciavite sonico.-

-…oh. okay.-

Mormorai.

"meglio non provocarlo, potrebbe farmi del male." pensai.

Si allontanò e tornò a giocare… (?) con il suo… cacciavite sonico.

Mi avvicinai con nonchalance al cassetto dove tenevo i coltelli, lo aprii con cautela e ne presi uno a caso.

-comunque!-

Sobbalzai.

-s..si..?-

Balbettai nascondendo il coltello dietro alla schiena.

-io, sono il Dottore.-

-…dottor..chi?-

-appunto.-

-non devo farmi domande.-

Mormorai tra me e me.

Mi guardò schioccando la lingua sul palato.

-hai dei bastoncini di pesce?-

 

 

to be continued...

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: dancingdemons