La giornata era stata molto impegnativa, meno di altre ma comunque tosta, e finalmente quella settimana era giunta al termine. Manigoldo e Albafica aspettavano alla fermata l’autobus, che giunse con il solito ritardo ma andava bene ugualmente, bastava poter tornare a casa. Erano appena saliti sul mezzo quando Manigoldo, mentre timbrava il suo biglietto si accorse che un bambino seduto vicino alla macchinetta stava fissando intensamente il suo amico, con gli occhioni spalancati.
“Quel piccoletto ti sta fissando con due occhi così…!” sussurrò raggiungendo l’amico, il quale rispose con un “Eh?” interrogatorio.
Il bimbetto continuava a guardarlo allora Manigoldo ridacchiando gli si avvicinò “ehi piccolo, perché fissi il mio amico?”
Quello spostando lo sguardo su di lui rispose con una vocina cristallina: “Ha di bei capelli, anche la mia mamma ce li ha così!”
“Ehi, ma…!?” Albafica ascoltò con disappunto quella semplice risposta, Manigoldo invece si fece una bella risata.
“Ahahaha!! Lui però è un ragazzo anche se ha i capelli così belli e lunghi…!” e fece un sorrisetto all’altro accompagnandolo con una leggere gomitata.
“Sì, sembra proprio la mia mamma…” concluse il bambino.
“Ma la sua mamma è una donna…” bisbigliò il ragazzo dalla lunga chioma all’amico, a metà tra lo scocciato e il rassegnato.
Quello intanto continuava a sghignazzare perché scene del genere accadevano spesso e il suo compare anche se ormai ci era abituato non le sopportava.
“Ahahaha!! Di’ un po’ piccoletto, quanti anni hai?”
Il bambino mostrò il palmo della mano bello aperto “Cinque – poi aggiunse anche il pollice della seconda mano - quasi sei…”
“La mia cuginetta invece domani compie un anno – disse Manigoldo - ma uno solo – precisò alzando anche lui il pollice.
Il bambino lo guardò e alzò maggiormente il suo.
“Sì esatto, uno” gli sorrise il ragazzo.
“No, questo vuol dire ‘ok’ “  lo corresse subito il piccolo.
 Albafica che aveva seguito tutto fin lì in silenzio, a quel punto faticò a trattenere una risata, come anche le persone più vicine a loro.
Manigoldo guardò un attimo il suo interlocutore, ma si riprese subito “… e vai a scuola?”
“Sì!” risposta decisa
“Ah sì…? e che classe fai?”
Al chè intervenne il padre, il quale come Albafica aveva ascoltato lo scambio di battute senza intervenire “Tesoro guarda che il ragazzo intende le elementari, tu fai ancora le materne…” disse dolcemente.
Il ragazzo in questione si girò un attimo verso colui che aveva parlato per poi tornare subito alla sua versione piccola.
“…e dimmi un po’ com’è che ti chiami…?”
Fieramente quello rispose: “Io mi chiamo Regulus Di Leo! Regulus è il nome, Di Leo il cognome!
“Di Leo…”
“Sì!” confermò
“…e il tuo papà?”
“Il mio papà si chiama Papà Ilias Di Leo!”
"Ilias Di Leo..."
"Sì! Papà Ilias Di Leo."
"Io conosco degli 'Elia'..." commentò Manigoldo senza rivolgersi a nessuno in particolare.
"No, 'Ilias'! 'Elia' però è un mio amico..."
“Ah è così…” disse Manigoldo ridacchiando. Albafica continuava a non esprimersi anche perché si stava divertendo troppo a sentire quei due. Arrivati ad una fermata però fece cenno all’amico “Spostati un po’ che deve scendere della gente…”
Guardando i passeggeri che se andavano, il piccolo Regulus li seguì con la testa fino alla discesa poi li salutò dal vetro “Addio persone…!!”
“Pfff…!! Ma che…” Di nuovo il giovane dai lunghi capelli dovette sforzarsi di non scoppiare a ridere. Poi l’altro fece l’ennesima domanda al bambino: “E senti, per che squadra tieni?”
“Di solito tengo per la migliore…” rispose quello, ‘sta volta quasi incerto.
Ma Manigoldo si fece un’altra bella risata: “Ahahahahah!!! Allora se tieni per la Juve è la migliore! Io sono interista e infatti in questo periodo perdo sempre…!”
Albafica sospirò, se iniziava a parlare di calcio poteva andar avanti per un bel po’ invece arrivarono alla loro fermata perciò richiamò l’attenzione del compare: “Siamo arrivati”
Quello si preparò a scendere.
“Bhe allora, ciao ciao piccolo… ripetimi come ti chiami…”
“Io mi chiamo Regulus Di Leo!”
“Leoncino guarda che basta il nome…” disse pacatamente il padre.
Con il perenne sorriso sulle labbra Manigoldo si corresse: “Ahahahah!! Ok, Regulus Di Leo…”
“Addio!” li salutò il bambinetto mentre scendevano.
“Che tipo…” pensò tra sé Albafica, scuotendo impercettibilmente il capo ma sorridendo anche lui.

Angolo dell’autrice:
Salve a tutti!
Come ormai mio solito, vi farò la genesi della mia ff (non ve ne frega ma ve lo racconto lostesso XD):
questa scena è avvenuta veramente, ieri mentre ero sull’autobus per tornare a casa. Quando son salita c’era un signore che parlava con un bambino e durante il tragitto che ho fatto con loro, si son detti esattamente quello che ho scritto qui… XD più o meno… qualcosa l’ho modificato per adattarla alla storia come l’inizio e la fine ma il corpo centrale è tale e quale. Inizialmente avevo pensato ad un piccolo Albafica come protagonista, accompagnato da Lugonis, poi però mi è sembrato che Regulus fosse più adatto. Magari Pisces da bambino era più aperto ma quella vivacità m’e parsa propria del giovane leoncino. Visto che però Il cavaliere dei Pesci è il mio preferito in qualche modo volevo inserirlo comunque e quindi l’ho messo ad accompagnare Manigoldo mentre a quest’ultimo che pure non manca di brio, ho fatto interpretare il signore con cui parlava il picoletto. Concludo dicendo che l’ho intitolata così perché il bambino ha ripetuto un sacco di volte come si chiamava, nome e cognome (suo e di tutta la famiglia) …!
Un piccolo “omaggio” alla fresca ostinatezza dei bambini… ^^