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Autore: Ottachan    18/04/2015    1 recensioni
Raccolta dei miei fill della quinta Notte Bianca organizzata dalla pagina 'No ma Free lo guardo per la trama, eh!'.
Il rating è vario, così come il genere (andrò più nel dettaglio per ogni one shot) e, salvo imprevisti, ogni capitolo uscirà ogni sabato.
Questa raccolta comprenderà:
1) Scherzi di lontra (arancione, divertente, lime, SouMomo);
2) Il sorriso di quando erano bambini (giallo scuro-arancione pallido, angst, missing moment, SouGou + implicit SouRin);
3) La dura vita di un terzo incomodo (verde, divertente, MakoHaru con pov di Rin);
4) I campioni dell'Italia semo noi! (verde, divertente, Roma!au, Rin romanistra e Sousuke laziale);
5) Insicurezza (verde-giallo, leggermente angst, slice of life, shounen-ai SouRin).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primo fill della Quinta Notte Bianca organizzata dalla pagina No ma Free lo guardo per la trama, eh. Se volete leggere altre fic nate dalle vecchie edizioni della Notte bianca, potete andare qui.
Il prompt di Sorika è: SouMomo - Dispetti mattutini che sfociano in qualcosa di più spinto.
Non ho altro da dire se non ringraziare chi avrà voglia di leggere questa raccolta :3

 
Scherzi di lontra

RATING: arancione;
GENERE: divertente, lime;
PERSONAGGI: Momotaro Mikoshiba e Sousuke Yamazaki;
COPPIE: SouMomo;
AVVERTIMENTI: nessuno

 

Momo aprì gli occhi all'improvviso, anticipando la sveglia che il suo compagno di stanza aveva impostato prima di andare a letto. La sera precedente, il giovane Mikoshiba non aveva abbassato del tutto la serranda della camera per attuare il proprio piano malvagio degno dei più grandi villains Disney: la luce del primo sole estivo, che filtrava attraverso la finestra e batteva violentemente sul cuscino del ragazzo dai capelli rossi, aveva permesso a quest'ultimo di svegliarsi presto, e cosa c'era di più divertente al mondo nel fare dispetti ad una persona indifesa e ancora persa nel mondo dei sogni?

'Così si impara ad impostare la sveglia all'orario che dice lui!'

Come non resistere alla tentazione del grande classico dei classici: gli scarabocchi sul viso?

Momo scese dal letto riuscendo a non emettere alcun rumore e si avventò, rapidamente, sulla propria scrivania. La punta del pennarello nero, liberata dal tappo, emetteva un forte odore di alcool. Il giovane dorsista pregò che Sousuke non percepisse nulla. Mikoshiba si avvicinò, cauto, al volto dell'amico ed iniziò a tratteggiare un primo baffo lungo e sottile, come la vibrissa di un gatto.

Nessuna reazione.

Momo aggiunse altre tre linee: una andò ad accostarsi accanto a quella già tracciata poco prima, le altre due finirono sulla guancia ancora libera. Il volto di Yamazaki-senpai era come una tela bianca che chiedeva di essere riempita dalla mano di un artista: così sulla sua fronte venne scritta, a caratteri cubitali, la parola CULO, un paio di cazzetti random presero a decorargli, belli dritti, la tempia destra mentre un pacchiano insieme di stelle, cuori e fiori gli impiastricciò lo zigomo sinistro.

Il ragazzo dai capelli rossi, a lavoro ultimato, indietreggiò di un paio di passi per ammirare, nella sua completezza, l'arte della propria creatività!

Nel frattempo Sousuke dormiva ancora della grossa, e pareva non essersi accorto di tutto quello che gli stava succedendo a pochi millimetri dalla sua faccia.

Momotaro si rivolse verso la sveglia: aveva ancora mezz'ora di tempo. Che fare? Il trucchetto del dito in una baccinella di acqua calda! La bastardata sempre in cima alle top ten degli scherzi da campeggio! Peccato che la cosa sembrava poco fattibile: Mikoshiba avrebbe dovuto correre fino alla mensa del dormitorio, raccattare una pentola bassa o una bacinella, riempirla d'acqua almeno tiepida e tornare in camera senza che nessuno se ne accorgesse... No, troppa fatica. Perchè, invece, non tentare di fare l'opposto? Il mini frigo della loro stanza, dopotutto, si trovava solo ad una manciata di passi di distanza. Il rosso aprì lo scompartimento del congelatore e tirò fuori il contenitorino di plastica con all'interno una decina di cubetti di ghiaccio; ne riversò metà all'interno di un bicchiere e avvicinò il tutto alla mano destra del compagno di stanza. Peccato che non aveva calcolato la sensibilità dell'amico al freddo: Sousuke aprì gli occhi di scatto e impiegò una buona manciata di secondi prima di connettere il cervello alla bocca.

'Che cazz...'

'Yamazaki-senpai, buongiorno!' disse il rossino nascondendo il bicchiere dietro alla schiena cercando, nel frattempo, di togliersi dal viso la sua espressione preoccupata e spaventata allo stesso tempo.

'Che cosa è successo?' il ragazzone si mise seduto sul letto e prese ad osservare la mano e la punta delle dita che avevano acquistato una temperatura parecchio al di sotto della sua solita media.

'Non so di cosa tu stia parlando...' Momo cercò di indietreggiare, centimetro per centimetro, verso il bagno. La ritirata strategica fallì miseramente non appena il compagno di stanza si alzò in piedi per alzare la serranda. Il riflesso del suo viso sul vetro della finestra lo bloccò di colpo.

Sousuke si voltò lentissimamente verso il kohai; nessuna eresia, causata dalla rabbia, fuoriuscì dalla sua bocca: erano i suoi occhi di ghiaccio a parlare, anzi, a gridare in un silenzio quasi innaturale.

'Ya-ya-yamazaki senpai... Ecco... Era solo uno scherzo! Il pennarello non è assolutamente indelebile... Anzi, perchè non torni a letto? Mancano ancora venti minuti alla sve...' Mikoshiba decise che sarebbe stato uno spreco di tempo continuare a giustificarsi inutilmente: lo sguardo dell'amico era quello di una belva assassina pronta a saltare al collo di una preda ignara. E lui era troppo giovane per morire! Per la prima volta in vita sua stava considerando il bagno come rifugio inespugnabile, fortezza indistruttibile, locus amoenus lontano dai pericoli della vita.

Peccato che, nonostante l'impegno messo nello scattare verso la salvezza, fu catturato subito da Sousuke il quale, a causa della sua ingente apertura alare, aveva impiegato pochi attimi per catturarlo, cingendolo per la vita. E aveva così constatato, altrettanto rapidamente, che l'inquilino del piano inferiore di Momotaro fosse nel pieno del suo alzabandiera mattutino. Una sadica idea balzò nella mente del senpai: Mikoshiba venne adagiato con poca delicatezza sulla propria scrivania, pantaloni e boxer calati, la sua erezione libera e in bella vista. Prima che il rosso potesse reagire, Sousuke gli bloccò entrambi i polsi con la mano sinistra mentre, con la destra, prese a sfiorare, e poi stringere in una presa vigorosa ma non soffocante, il membro dell'altro. Momotaro, decisamente sorpreso a causa di quell'inaspettato contatto, tentò di liberarsi in tutti i modi da quella situazione decisamente compromettente, ma la sinistra del compagno di stanza era saldissima e forte, i suoi polsi erano stati letteralmente inghiottiti dalla mano dell'altro. Non ci volle molto, comunque, per cessare ogni tentativo di fuga: quando una forte sensazione di piacere iniziò ad annebbiargli il cervello, Mikoshiba si abbandonò del tutto ai movimenti lenti ma regolari di Yamazaki. E quando quest'ultimo prese a mordergli il lobo dell'orecchio e a leccargli il collo, il giovane dorsista non riuscì a pensare ad altro se non alle braccia grandi e forti del proprio senpai.

Ma quando l'orgasmo stava per esplodergli addosso elevando a potenza la sensazione di piacere che stava provando, Sousuke si allontanò da lui liberandogli polsi e membro, lasciando quest'ultimo ancora eretto e decisamente insoddisfatto.

Lo studente trasferito osservò divertito l'amico ancora per qualche istante, poi si chiuse dentro il bagno e fece scorrere velocemente l'acqua del lavandino: non poteva proprio sopportare la vista di quegli sgorbi orribili sul proprio viso.

   
 
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