Phoebe Hemmings, continuava a guardarsi allo specchio, era molto nervosa quella mattina, nell'arco di mezz'ora si sarebbe trovata davanti la sua nuova scuola, davvero non riusciva a comprendere come suo fratello maggiore Lucas riuscisse a risultare così calmo in una situazione del genere, stavano per essere catapultati decisamente in una nuova dimensione e lui non sembrava essere per niente preoccupato.


La ragazza si trovava molto in difficoltà quando doveva stringere dei nuovi rapporti d'amicizia, a differenza del fratello che grazie al suo modo di essere incisivo con tutti riusciva subito ad instaurare degli ottimi legami, soprattutto con le ragazze.
 

Dall'altra parte della strada vi si trovava una bellissima e accogliente villetta azzurra dalla quale sporgeva una testa rossa che era intenta ad osservare la ragazza che si specchiava, Michael Clifford amava osservare le persone, ma da quel punto così distante non riusciva a vedere tutti i particolari della giovane ragazza. La bionda e la sua famiglia erano arrivati da poco in città, a causa del lavoro della madre.
 

Rose Jackson, si stava in camminando per la strada che l'avrebbe portata d'inanzi la sua odiata scuola e in quel esatto momento notò Calum Hood e Ashton Irwin mentre scherzavano e parlavano fra di loro.


La mora amava osservare i tratti palesemente orientali di Calum, le piacevano le rughette che gli si formavano quando rideva, gli piaceva sentire il suono della sua risata anche se da metri di distanza, i gesti e le movenze che compivano i suoi arti mentre parlava; il problema era che Rose se pure sempre molto diretta ed espressiva con tutti, con lui non ci riusciva, ogni volta che cercava di avvicinarsi qualcosa le paralizzava le gambe non permettendole di muoversi intorno a lei si creava una strana parete di timidezza che non le era mai appartenuta, si sentiva quasi una codarda che ormai aveva perso quasi del tutto le speranze, non avrebbe mai parlato con Calum Hood.

 

Dana Wilson stava aprendo l'anta del suo armadietto, tutti gli sguardi erano riposti su di lei e sulle sue scarpe, tutti si erano accorti che la ragazza non idossava delle scarpe con il tacco, ma delle banalissime scarpe da ginnastica.

 

Purtroppo durante l'estate era caduta e di era rotta una caviglia il dottore le aveve proibito di indossarle per i prossimi cinque mesi.

 

Dana si sentiva molto insicura senza le sue amate scarpe alte che le regalavo molti centimetri che madre natura egoisticamente non le aveva donato.

 

Chiudendo l'anta dell'armadietto e prendendo i suoi libri, il suo sguardo cadde su un anellino metallico che incorniciata delle labbra molto rosee, amava osservare tutti i particolari più piccoli in una persona, perché era convinta che fossero proprio questi a renderla più bella.
 

Forse era proprio per questo che era rimasta imbambolata nel guardare il ragazzo biodo, mai visto in vita sua, un quell'istante qualcosa si mosse in lei delle emozioni mai provate si fecero   spazio dentro il suo cuore.
 

 

N.A