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Autore: Tynuccia    25/12/2008    4 recensioni
Raccolta di varie storie natalizie, protagonisti i nostri cari personaggi di HiME, Otome e manga relativi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Merry Christmas

Capitolo 01
Presente

La sveglia trillò e lei aprì automaticamente gli occhi scarlatti.

‘Via il dente, via il dolore’ si ripetè mentalmente.

Si stropicciò il volto e s’infilò in bagno per vestirsi e lavarsi.
Da quando il Carnival si era concluso Akira Okuzaki passava più tempo di fronte allo specchio.
Non poteva eguagliare la più narcisista Nao Yuuki, ma qualche mese prima mai si sarebbe sognata di spazzolare la lunga chioma verde o di sistemarsi la frangetta con il pettine.

Era una kunoichi selvatica.
Saggiamente ammaestrata dai puri sentimenti del suo compagno di stanza.

Si buttò addosso il primo maglione e il primo paio di jeans che trovò nell’armadio e si avvicinò titubante alla tenda che divideva la camera in due, timorosa di sentire un’odiosa frase.

“Buon Natale, Akira-kun!”.
‘Appunto’ pensò esasperata.

Il sorriso di Takumi Tokiha si allargava da un orecchio all’altro ed i suoi occhi celesti splendevano di una luce quasi magica e fanciullesca.
Un buonumore talmente contagioso che il cuore della ragazzina si scaldò lievemente.
Biascicò la stessa frase, ma con molta meno enfasi, e gli fece un cenno svogliato, indicando la porta con il capo.

“Quanto entusiasmo…” notò Takumi, la voce intrisa d’ironia.
“Non rompere!” sbottò Akira, voltandosi di scatto “Odio il Natale già per conto mio, non ho di certo bisogno di un piccolo Elfo che mi aiuti ad apprezzare la magia di questa sciocca ed inutile festa!!”.

Mortificato il ragazzino rimase senza parole mentre la sua compagna di stanza lo superava e tornava a rintanarsi nella sua metà.

‘Sembra uno dei nostri classici litigi prima che tutto il putiferio delle HiME venisse scatenato, ma non c’era mai un’aria così tesa’ pensò, rincorrendo mentalmente il passato.

Era abituato al malumore quotidiano di Akira e per questo fu tentato di mettersi comunque sciarpa e cappotto per andare a festeggiare con la sua Onee-chan e gli altri il Natale; ma il silenzio così angosciante da parte dell’Okuzaki gli fece provare una cocente malinconia, tale da condurlo fino al suo letto e sedervicisi, sfiorando le sue gambe.

“Scusami, Akira-kun. Non volevo essere morboso”.

La kunoichi abbozzò malamente un sorriso, scuotendo il capo. Guardò la scuola coperta dalla neve, mentre provava l’insolito desiderio di sfogarsi.

Come se avesse intuito il suo pensiero Takumi le strinse una mano.
“Se vuoi parlarne io ti ascolterò”.

Abituata al tatto del compagno annuì silenziosamente.
“Odio il Natale da quando sono venuta al mondo. Mio padre mi costrinse a vestire i panni di un ragazzo sin dal primo giorno di vita, preoccupato dal simbolo scarlatto delle HiME sulla mia scapola” fece una dolorosa pausa.

“Lo so, continua” esortò Takumi con fare comprensivo e dolce.

“Non ho mai potuto festeggiare il Natale come avrei voluto. Le mie compagne di scuola gioivano sempre della bambola ricevuta, dello stupendo fermaglio per capelli, per l’abito rosa che avevano chiesto a Babbo Natale… e così via” tagliò corto, rendendosi conto che si stava perdendo in un assurdo romanticismo che per nulla le si addiceva “Io ho sempre avuto doni, non posso lamentarmi, ma questi erano macchinine, robot o palloni di cuoio”.

“Ed invidiavi le tue compagne?” domandò Takumi, sorridendo.

Akira annuì, sentendosi sciocca e viziata.

Lui le prese la mano e l’aiutò ad alzarsi.
“Vieni, presto! Ti porto in un posto!”.

Corsero fuori, la kunoichi che protestava, il ragazzino che rideva.
‘Il solito idiota, chissà che cosa avrà escogitato questa volta!’.
‘Chiamerò Onee-chan più tardi, speriamo che l’invito slitti alla cena!’.

Il viaggio in treno e quello in taxi verso Tsukimori volarono davanti agli occhi di Akira, troppo confusa e suo malgrado curiosa.
Continuava a porgere domande al suo compagno, ma esse non trovavano mai risposta.

Con la stessa tenera foga la trascinò fino al centro commerciale, la spinse in ascensore e la incoraggiò a muovere qualche passo fuori da quella scatola per capire, finalmente, dove l’aveva condotta.

Intorno a lei un magico regno dipinto da colori pastello che suscitavano in lei emozioni mai provate.
Dagli altoparlanti usciva una dolce musica che sembrava quella di carillon francese.
Udiva perfettamente le voci entusiaste di bambine piccole, meravigliate allo stesso modo.

“Takumi…”.
“Shht” le sorrise “So che non sono mai così impulsivo, Akira-kun, ma dopo aver ascoltato la tua storia… questo posto mi è balenato nella mente”.

Decise di non protestare e si guardò intorno, scoprendo di essere circondata da quei balocchi che il destino non le aveva mai regalato.
Peluches, bambole con corredini perfetti in ogni dettaglio e casette minuscole, meravigliose riproduzioni dello stile vittoriano inglese.

“Siediti qua” ordinò Takumi, indicandole una sedia piccina e dipinta di violetto “E aspettami”.

Per la seconda volta obbedì senza protestare, la curiosità che aveva preso il sopravvento.
Mentre fissava incantata quel regno fiabesco si sentì tirare la sciarpa e vide uno scricciolo con i capelli castani che la guardava.

“Onee-chan?”.

Stupita dal fatto che avesse immediatamente capito il suo sesso così ben mascherato Akira le sorrise comunque.

“Mi aiuti a scegliere un vestito per la mia Pippi-chan?”.

Sorrise ed annuì, seguendola.

***

“Akira-kun!” esclamò Takumi con tono esasperato.

Il giorno di Natale era alla fine e il cielo era già scuro.

La ragazzina si strinse nella coperta in cui era avvolta, colpevole.
“Mi dispiace” biascicò “Ma quella bimba mi era sembrata così smarrita…”.

Il Tokiha sospirò, avanzando verso il suo letto.
“Ti va se disdico la cena da Onee-chan e cucino qualcosa di buono per noi due soli?”.

Si sentì un cucciolo coccolato più del dovuto ed avvampò.
Questo non le impedì comunque di annuire.
Un pizzico di ironia emerse “Per la seconda volta… il giorno di Natale… ti stai imbattendo in una strada pericolosa, Tokiha Takumi”.

Rise ed indossò il grembiule. Frugò nella sua borsa e prese due pacchi regalo, allungandoli alla sua compagna, senza nascondere un certo imbarazzo.

“S-sono per te”.
“Takumi….”.

Il suo cuore duro si sciolse e ringraziò educatamente. Strappò la carta del primo e trovò una rana verde e gialla di pelo finto, ma morbida come se fosse stata un cagnolino.

“Immagino che tu senta la mancanza di Gennai…” spiegò il ragazzino.

Indugiò sul secondo pacco, più lungo e spesso. Fece finta di non sentire la perfetta motivazione appena fornitale e si apprestò a scoprire il secondo regalo.

“Spero la taglia vada bene”.

Reggeva tra le mani un abito di lana color salmone. Aveva le maniche lunghe, il collo a lupetto ed era incredibilmente soffice.

“Immaginavo che nonostante tutto tu detestassi il rosa confetto e… e mi piacerebbe che tu lo indossassi per me, questa sera” Takumi disse, il volto d’un intenso rosso cremisi.

Akira, al massimo della commozione, buttò l’abito sul letto e circondò la nuca del compagno con le braccia, posando la testa nell’incavo della sua spalla.

“Con piacere e buon Natale, Takumi”.





Yeah! Eccomi di fronte alla prima raccolta e, visto il periodo, è sul Natale che, bene o male, ci riguarda da vicino.
I primi non potevano che essere i PuccioConsorti! Ho provato ad immaginare che cosa potesse fare Takumi di fronte al malcontento della sua bella e l’unica cosa plausibile è stata questa XD
  
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