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Autore: Katonoffirecrow    19/04/2015    3 recensioni
Questa è una nuova storia, quasi del tutto staccata dalle precedenti, se non qualche riferimentio ai personaggi ed avvenimenti, ma parte di un nucleo del tutto nuovo, e narra le vicende che, buone o cattive che siano, plasmeranno il mondo e la storia di Equestria per ciò che essa è realmente.
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Le sei protagoniste, Lord Tirek, Nuovo personaggio, Princess Cadance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una fredda serata d'inverno ai confini del Crystal Empire, la tormenta di neve quell'anno stava colpendo molto più duramente del solito, e la maggior parte della popolazione confinante, si era trasferita all'interno del regno, ospitati dai regnanti che avevano predisposto per loro un alloggio improvvisato nell'arena dei giochi.

Purtroppo però non tutte le famiglie erano riuscite a giungere nel regno.

Molte erano state aggredite dagli wendigo, dai lupi di neve e dalle fiere celate nell'oscurità della notte.

Una sola famiglia invece, a differenza delle altre, aveva deciso di non andare al Crystal Empire, restando nella loro piccola casucola in legno abbarbicata su una piccola altura.

La struttura legnosa, interamente costruita da loro pareva reggere appena la neve che continuava ad accumularsi imperterrita sul tetto che ogni secondo scricchiolava sempre più.

Ciò però non pareva importare ai tre all'interno dell'abitazione, dalla quale venivano dolci risate ed una calore famigliare che avrebbe potuto sciogliere la neve di mille inverni.

« Guarda mamma ! Guarda come sono bravo !! »

« Ti vedo Zax, sei sempre bravissimo tesoro mio. » disse una giumenta sorridente dal manto rosso e dalla lunga chioma bionda, fissando coi propri occhi scarlatti il figlio.

Quest'ultimo, un puledrino dal manto grigio, il crine nero spinoso e gli occhi di un azzurro tale da far impallidire il cielo stesso, se ne stava in piedi sugli arti posteriori, maneggiando un sottile bastone di legno, che usava come una spada, agitandolo a destra e sinistra.

« Un giorno quando sarò grande mamma diverrò come Shining Armor, un vero eroe e proteggerò te e Ciel. » disse il pony, che fece appena in tempo a finire di parlare, per poi mettere male lo zoccolo sinistro, finendo per ribaltarsi a terra a pancia all'aria, sotto lo sguardo intenerito della propria madre che, dopo essersi alzata dal tappeto, gli si avvicinò illuminando il proprio corno con una fioca luce rossastra che avvolse il figlio con dolcezza infinita, sollevandolo fino al volto della madre, che gli diede un leggero bacio sulla guancia destra, facendolo arrossire.

« Dai mamma !! Non fare così non sono più un puledrino !! »

« Lo so, lo so piccolo mio. Ma non importa quanti anni tu avrai, tu resterai sempre il mio piccolo angelo.

Il mio più grande eroe. » disse lei, fissandolo fiera di lui, mentre la porta di aprì con un forte battito che fece voltare i due.

All'ingresso della porta si trovava una giumenta dal manto verde e dal lungo crine biondo, simile a quello della madre, che fissava i due con un leggero broncio in volto, facendo levitare attorno a se con la magia del proprio corno dei ceppi di legno.

« Ah vedo che vi date alla pazza gioia senza di me, grazie eh ! » disse con tono ingelosito la puledra, entrando nella dimora, facendo poggiare il proprio bottino contro il muro in modo ordinato,

cominciando ad avvicinarsi ai due.

« Su su mia cara, lo sai che nel mio cuore ci siete entrambi, vieni qui coraggio. » disse la giumenta dal manto rosso, avvicinandosi alla figlia, che era più grande del fratello di diversi anni, ed aveva ereditato i lineamenti della madre.

Lentamente le due si abbracciarono con dolcezza tale che Zax, ancora tenuto sollevato da terra dalla madre, simulò un conato facendo in modo di essere ben visto dalla sorella che lo fulminò con lo sguardo.

« Allora stavi ancora giocando con quel tuo legnetto ? Eh Zax ? » chiese Ciel, tenendo lo sguardo cremisi puntato sul fratellino, che approfittando delle spalle delle madre, fece la linguaccia alla sorella.

« Guarda che ti vedo Zax. Lo sai che non voglio che sei maleducato con tua sorella. »

« Ma....ma...»

« Niente ma, su chiedile scusa e fate pace da buoni fratello e sorella. » disse la puledra, liberando dall'abbraccio la figlia, facendole cenno con la testa di andare dal fratellino, che lentamente fece posare a terra.

Seppur con voglia pari a zero, la giumenta dal manto verde cominciò ad avvicinarsi al puledrino, che la fissava con sguardo ancor più svogliato di lei.

Non appena furono arrivati ad una distanza ottimale, lei si abbassò verso di lui, cingendolo con gli arti anteriori lungo il collo e la groppa, e lui fece lo stesso, avvicinandosi entrambi le labbra alle orecchie.

« Sei una racchia. »

« Scricciolo rimbambito. » sussurrarono i due durante l'abbraccio, che parve durare un eternità, che però venne di colpo rotta da un suono che i due pony odiavano e temevano.

La giumenta alle loro spalle cominciò a tossire con forza, fecero voltare entrambi verso i lei, osservando come fosse divenuta nuovamente bianca in viso, e si fosse messa lo zoccolo destro dinnanzi al muso cercando di nascondere le smorfie di dolore.

« Mamma !! » gridarono all'unisono i due, dirigendosi verso di lei che, quasi istantaneamente cadde a terra priva di sensi.

« Mamma !! MAMMA !! MAMMAAA !!! » tuonò il puledrino, cominciando a piangere disperato, mentre la sorella, pose immediatamente lo zoccolo sul collo della madre, constatando che vi era ancora polso, e senza perdere un istante cominciò ad illuminare il proprio corno, cominciando ad utilizzare un flebile incantesimo di guarigione che stava provando a perfezionare proprio allo scopo di guarire la madre dal suo male.

Per qualche istante, dopo un tempo che parve essere interminabile, la giumenta cessò di tossire, prendendo a respirare normalmente seppur con forte affanno, e lentamente riaprì gli occhi verso i due, cercando di palesare un sorriso che parve essere più che altro una smorfia mal fatta.

« Tranquilli piccoli...ora sto bene. Datemi solo un aiuto ad alzarmi per favore...» disse la giumenta con un filo di voce, trovandosi subito i due figli intenti a aiutarla, rimettendola in piedi con cura.

« Stai meglio ora mamma ? » chiese Zax, con ancora le lacrime agli occhi, fissandola dall'alto al basso, con gli zoccoli anteriori attorno ad il suo arto destro.

Lei, lo guardo con dolcezza infinità, cercando di respirare in modo normale, perdendosi nei suoi occhi azzurri.

« Tranquillo piccolo mio, io sto bene. E' solo un po' di influenza, vedrai che passerà.

Ma tu devi promettermi di non piangere più, e di non smettere mai di sorridere. Gli eroi non devono mai mostrarsi deboli Zax. » disse lei, dando un leggero bacio al figlio, asciugandogli le lacrime con le guance.

« Va-va bene mamma, te lo prometto. » disse lui, leggermente arrossito, cercando di sorridere al meglio che poteva, osservando la proprio madre, ancora biancastra in volto.

« Dai vieni mamma, sarà meglio che vai a letto. Hai bisogno di riposarti. » disse Ciel, intromettendosi nel discorso trai due, restando al fianco della puledra, sostenendola standole contro con il corpo.

« Si, penso sarà meglio così. Così domani potremo divertirci tutti assieme, e mi racconterai meglio come è andata la tua giornata al lavoro. »

« Certo, sarò felice di farlo, ma domani. Ora hai bisogno di riposare, e vista la tarda ora che si è fatta anche io e Zax andremo a dormire. » disse Ciel, aprendo con la magia la porta in legno marcio che si trovava dinnanzi a loro, dove all'interno di trovava un letto malconcio con un materasso privo di fodera, con poggiato sopra un lenzuolo che un tempo doveva essere stato bianco, e che ora appariva grigio e rotto.

Lentamente la giumenta si posò sul proprio giaciglio, e la figlia la coprì al meglio in modo che non prendesse freddo, facendole una leggera carezza sulla guancia sinistra.

« Ora va meglio mamma...? » chiese la puledra dal manto smeraldo, mentre due linee salmastre cominciarono a rigarle il volto bagnando la stoffa sporca del lenzuolo.

« Ciel, piccola mia, non piangere su. Sei stata bravissima col tuo incantesimo, sei migliorata davvero molto. Non devi sentirti in colpa. » disse la madre, allungando lo zoccolo sinistro verso la figlia, facendole una dolce carezza sul volto, asciugandole le lacrime.

Poi spostò la propria attenzione sul puledrino che era giù dal letto ed osservava le due con aria inconscia.

« Zax, piccolo mio, puoi uscire qualche istante ? Vorrei scambiare qualche parola con tua sorella da sola. »

« Ed io non posso sentire ?! »

« Sono cose tra femmine tesoro, non potresti capire credimi. Su, fallo per me, dopo potrai venire a dormire con me. » disse la pony sorridendo al proprio figlio che, dopo aver tenuto qualche istante il broncio si diresse verso la porta, chiudendosela dietro.

« Uff...mamma non mi vuole mai dentro quando parla con Ciel...» pensò Zax, avvicinandosi ai ceppi di legno portati dalla sorella, afferrando nuovamente il suo fidato legnetto, cominciando a colpirli con veemenza, quasi a voler sfogare la tensione.

In quell'istante, mentre i colpi andavano a segno il piccolo pony si vedeva come il principe del Crystal Empire pensando alle gloriose storie che aveva sentito sul suo conto, su come avesse sconfitto i changeling, avesse fermato l'avanzata di King Sombra e come avesse affrontato Tirek.

Ma la sua fantasia venne di colpo interrotta quando la porta della camera da letto si riaprì, e la sorella ne uscì con in voltò un espressione distrutta, trascinando dietro sulla propria groppa un fagotto, avvolto in un tessuto nero e dorato.

« Vai da mamma...ha bisogno di te. » disse con voce impassibile Ciel, nascondendo il proprio sguardo dietro il crine.

« E li dentro cosa c'è ? »

« Nulla che ti interessi !! Ora muoviti !! » sentenziò la giumenta, facendo correre un brivido lungo la groppa al fratellino non appena si vede scrutato dallo sguardo scarlatto della sorella che, dopo ciò si avviò verso la porta, ed uscì di casa.

Lentamente Zax, dopo aver lasciato passare qualche secondo di silenzio dall'uscita della sorella, si avviò a piccoli passi nella stanza della madre, che lo attendeva nel letto, sorridente ma bianca in volto.

« Vieni Zax, ti stavo aspettando...vieni qui da me su...» disse la giumenta osservando con orgoglio il proprio figlio salire con un balzo sul letto, infilandosi sotto le coperte, sbucandogli vicino al volto, trai suoi zoccoli anteriori che lei strinse attorno a lui, coccolandolo un poco.

« Ti senti meglio mamma ? »

« Certo piccolo mio, ora si. »

« Mamma, ma cosa hai detto a Ciel ? Sembrava furiosa quando è uscita di casa...» chiese il puledrino, osservando una leggera punta di tristezza nel volto della puledra.

« Nulla di importante caro...le ho solamente fatto il regalo per i suoi diciotto anni, ed ora immagino sarà andata a festeggiare...ma su, ora non parliamo di questo. E' ora di dormire, gli eroi vanno a letto presto e ora è tardi quindi su, chiudi i tuoi bellissimi occhi e dormi, mio piccolo angelo. » disse la giumenta, baciando la fronte del proprio figlio, mentre lui le si strinse contro, abbracciandola.

« Ti voglio bene mamma. »

«Anche io, piccolo mio. Anche io. » disse la giumenta con le lacrime agli occhi, posando la testa sul cuscino logoro, abbandonandosi al sonno col figlio.

  
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