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Autore: aranceeno    19/04/2015    0 recensioni
In questa storia parlo dei Pink Floyd di fine anni 60. E' Roger Waters che parla in prima persona. A partire da questo capitolo comincia la storia che lo porterà a sostituire Syd nella band. E' una sorta di piccola ricostruzione della storia dei Pink Floyd. Le cose che scrivo sono frutto della mia immaginazione. Sfrutto ciò che so di loro per fare una mia ricostruzione personale.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Grazie all'aiuto di Dave riuscimmo a completare il lavoro in poco tempo dopo Capodanno e già, durante le prime settimane di Gennaio, ci ritrovammo a registrare i brani in studio. Andrew e Peter erano soddisfatti, nonostante il totale disinteresse di Syd.
Non veniva molto spesso in studio. Diceva di avere da fare la maggior parte delle volte. Altre volte arrivava tardi e quando veniva, stava seduto a pizzicare le corde della chitarra, con lo sguardo assente, come se si trovasse in un luogo sperduto, lontano da tutto e da tutti.
Nonostante questa sua alienazione dal mondo circostante, le registrazioni andarono bene per tutta la settimana. Syd non ci diede molti problemi, anzi, era contento di essere in studio a registrare con noi quell'album. Però un giorno di quella settimana, venne in studio in orario e ci trovò mentre preparavamo il materiale per le ultime registrazioni.
Aveva lo sguardo misterioso e un piccolo ghigno spuntava dalle sue labbra, come se stesse nascondendo qualcosa di speciale e allo stesso tempo sconvolgente.
-Hey ragazzi! Ho composto una canzone! Volete provarla? Si intitola "Have You Got It Yet"!
Rimanemmo perplessi. Lui continuava a guardarci in modo serio, con le labbra incurvate in quel ghigno che non prometteva nulla di buono.
Ci guardammo in silenzio, senza dire nulla. Dave e gli altri si voltarono verso di me, come se aspettassero una mia reazione.
A dir la verità, quella proposta di Syd mi aveva spiazzato. Del resto, Syd riusciva sempre a stupirci in qualche modo con i suoi soliti comportamenti eccentrici. Pensai che, alla fine, non dovesse esserci niente di male, sarebbe stata una delle sue tante canzoni strane.
-Va bene fratello, facci ascoltare un po'.
Dissi un po' titubante, mentre Syd già preparava la chitarra, eccitato all'idea di farci ascoltare la sua nuova creazione.
Si sedette su uno sgabello nero, con la sua acustica in mano e mi guardò  senza abbandonare quell'espressione misteriosa che aveva da quando era entrato in studio.
-Rog, prendi il tuo basso. Ho bisogno del tuo aiuto.
Gli altri sorrisero. Nick, seduto dietro la batteria, fumava una sigaretta in attesa di vedere e sentire quale altra stranezza aveva partito il nostro amico, mentre Rick e Dave, appoggiati a muro, vicino all'apparecchiatura per le registrazioni, mi guardavano mentre mi preparavo con il basso.
Era una proposta alquanto strana, ma allo stesso tempo mi incuriosiva.
Guardai Syd come per chiedergli cosa dovevo fare.
-È semplice, fratello. Devi seguirmi accompagnando questa melodia.
Mi fece sentire quel ritmo con la chitarra. Era abbastanza semplice. In pratica dovevo ripetere gli stessi due accordi per tutto il resto della canzone.
-Ogni volta che io canto "Have You Got It Yet?", tu dovrai rispondere "No!". Capito? Semplice.
Mi disse sorridendo.
Non era la prima volta che Syd mi proponeva di suonare qualcosa di assurdo. Normalmente non mi stupiva più il suo comportamento eccentrico. Però quel giorno, c'era qualcosa di strano. Lo capivo da come mi parlava e quella sua espressione, tra lo scherzoso e il misterioso, mi rendeva incerto.
-Va bene fratello. Ti seguo.
Nick ci diede il tempo e cominciammo a suonare.
La chitarra di Syd era tutta scordata. Mi venne un po' difficile seguirlo. Ma ci riuscii lo stesso.
-Have You Got It Yet?
-No!
Continuammo così per un po'. Dopo quattro volte la cosa cominciò ad annoiarmi, ma poi mi accorsi che Syd stava andando più veloce e aveva anche cambiato tonalità. Continuai a seguirlo continuando a rispondere a quella frase che sembrava così insensata. Andò sempre più veloce, cambiò tonalità così tante volte che non riuscii più a seguirlo e mi fermai.
Si fermò anche lui, rivolgendomi uno sguardo serio. Aveva abbondato il suo ghigno. Lessi della tristezza mista a della rabbia in quello sguardo. Mi guardava come per chiedermi "Adesso hai capito?".
Gli altri rimasero in silenzio. Perplessi. Restai in silenzio anch'io.
Syd si alzò e fece per andarsene, tenendo la chitarra per il manico. Lo sguardo cupo e rivolto verso il basso.
-Hey amico, dove vai? Non rimani con noi a registrare?
Disse Dave andandogli dietro. Era già arrivato alla porta.
-Al diavolo tutto.
Ci lanciò uno sguardo angosciato e se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle, senza nemmeno ascoltare la risposta di Dave, che si vide la porta dello studio chiusa in faccia.
 
A casa ripensai a quello che era accaduto in studio nel pomeriggio. Sicuramente non aveva composto quella canzone seriamente. Voleva dire qualcosa. Era venuto in studio solo per fare quella scenata e andarsene. Quindi doveva esserci qualche sua idea stramba dietro.
"Secondo me ci sta solo facendo perdere tempo. A volte mi da i nervi. Sarà incazzato con noi per qualcosa e non ha il coraggio di rendersi conto che la colpa è sua!". Le parole di Nick rimbombavano nella mia testa. Non gli diedi torto. Syd stava attraversando una fase di crollo psicologico e non era nelle condizioni di poter suonare con noi. Se era incazzato perché aveva capito che lo volevamo sostituire, sicuramente non aveva capito che era solo colpa sua. Eppure continuava a prendersela con noi. Con me specialmente, riversando le colpe dei suoi sbagli su di me, che avevo cercato di andargli incontro in tutti modi. All'inizio non avevo proprio intenzione di sostituirlo con Dave. Credevo ancora che Syd potesse recuperare le sue facoltà mentali, perché aveva delle grandi doti musicali. Avevo tentato con tutte le mie forze di capirlo. Ma lui non voleva essere capito.
Ecco che mi ritornava in mente la sua frase.
"Have You Got It Yet? No!".
Forse era questo ciò che voleva dirmi. Dovevo smetterla di spremermi per cercare una soluzione alla sua condizione. Lui non mi sarebbe mai venuto incontro. Ormai lo avevo totalmente perso da tempo e solo quel pomeriggio in studio ne avevo avuto la conferma.
Era inutile spremermi così tanto per tentare di capire una persona che in realtà non voleva essere capita.
Adesso lo avevo capito.
 
 
NOTA: Mi dispiace aver interrotto al nono capitolo nel 2013 e riprendere solo ora. Spero vi piaccia! Cercherò di finire la mia storia!
  
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