È una questione d’onore.
Lo ripeti sempre anche tu che non puoi combattere contro una donna per tale ragione.

È una questione d’onore.
La stessa che mi spinge a portare ancora questa fredda maschera inespressiva, sebbene siano in molti, ormai, gli uomini che conoscono il mio volto.
Ma tu sei stato il primo, da che sono arrivata al Santuario. L’unico ed il solo ad essere riuscito a sfiorare il mio cuore. A te solamente, dunque, spetta il mio amore. Anche questa è una questione d’onore.

Combattere contro di te era la strada più semplice: avrei ucciso colui che aveva osato profanare la mia femminilità ed avrei riscattato l'orgoglio del mio allievo, sconfitto durante lo scontro per l’assegnazione del Bronze Cloth di Pegaso. Sarei riuscita a riabilitare la mia dignità di guerriera e di insegnante in un colpo.
Ma tu, come me, sei fedele ad Atena soltanto.
Tu, come me, sai cos’è l’onore.

Non potevo ucciderti. Non ha senso scontrarsi con un compagno che si batte per la tua stessa causa. E se anche avessi voluto farlo, tu me lo avresti impedito: Non posso combattere contro una donna, anche se guerriera.
Un’affermazione, questa, che continua a farmi ribollire il sangue nelle vene.

Sia ben chiaro, non sono femminista a tal punto. Ma come ti ha già spiegato Marin, una donna sa essere pericolosa esattamente quanto un uomo. Forse più. Specie con quelli come te.
Se avessi voluto, avrei usato la sottile strategia di affascinarti, così da poterti poi strangolare nel sonno. Ma non è decoroso, per un santo d’Atena, commettere una simile bassezza.
In molte lo fanno. Io no. È una questione d’onore.

Preferisco di gran lunga attendere la mia preda, palesarmi davanti a lei ed affrontarla come faresti anche tu. Non sono mai stata una vigliacca, e questo lo sai bene.
Eppure non ti è mai andato giù che io continuassi a rincorrerti per avere la mia vendetta.

E allora, Seiya, che altro mi rimaneva da fare?
Se non potevo combattere contro un uomo devoto ad Atena, se costui si rifiutava di confrontarsi con me, se non potevo salvare la mia dignità, che altro mi rimaneva da fare?
Mi avevi tagliato ogni strada. E come se questo non fosse bastato, hai puntato un dito verso l’unica via ch’io potessi percorrere per difendere il mio animo offeso.
La via più difficile. Soprattutto per una ragazza. Specie se votata alla guerra.




L’Amore.




Quel senso dell’onore che tanto disprezzavo in te, quello stesso che ti vietava di affrontarmi in battaglia, alla fine ha avuto la meglio. Ti ho ingiuriato a lungo per questo, ti ho odiato. Per quanto una fanciulla possa odiare l’uomo che ama, si intende.
Sapevo già che mi sarei dannata in eterno. Lo sono, infatti. Ma è il destino di ogni innamorata. Di ogni guerriera, in particolare.
Sapevo cosa mi aspettava, e questo era uno dei motivi per cui non volevo cedere al mio cuore.
Avevo paura.
Sapevo che avrei dovuto dividerti con un’altra donna. E se anche si trattava di Atena, poco importava: l’amore egoistico di una vergine disonorata non sente ragioni. Nemmeno quelle dell’uomo per cui spasima.
Sapevo che me ne sarei pentita.
Ma conosci il mio volto. Ed io ti amo. E continuerò a farlo fino alla morte.



È una questione d’onore.