«E
ora, il momento che tutti stavamo aspettando: la gara di
baci!»
Derek sgranò gli occhi e scosse il capo. «No» si limitò a
dire, girando i tacchi e dirigendosi verso l’uscita.
Stiles gli corse appresso. «No, no, no! Derek, dove stai
andando?»
«Fuori.»
«Lo vedo, ma… perché?»
L’alfa si fermò, inchiodando l’umano con uno sguardo feroce.
«Devo anche spiegartelo? Non riesco a credere che tu mi
abbia convinto a fare questo!»
Stiles stirò le labbra in una smorfia. «Ah, certo! Perché
credi che a me piaccia essere qui, a una festa per soli gay…
con te!»
«È stata una tua idea!» sottolineò Derek, digrignando i
denti.
Stiles gli posò una mano sul petto. «Senti…»
Quando si accorse dell’occhiataccia che il licantropo aveva
lanciato a quella mano, la ritirò, abbozzando un sorrisetto
contrito.
«Ascoltami: vuoi davvero recuperare quel cimelio di
famiglia?»
«Sì!» ringhiò Derek, esasperato.
«Allora fidati di me! Che vuoi che sia?»
Derek gli afferrò il mento in una presa ferrea, quasi
dolorosa, guardandolo con astio; quindi gli volse il capo
verso il palco dove, a turno, le coppie salivano, per poi
scambiarsi un bacio, che veniva attentamente valutato dai
giurati.
Stiles schiuse le labbra, per una volta senza parole. Quando
il licantropo lo lasciò, deglutì e sorrise. «Dovresti
ringraziarmi!»
Derek aggrottò la fronte e scosse impercettibilmente il
capo. «Ringraziarti? Di cosa?» chiese perplesso.
«Che mi sacrifico per aiutarti a riavere quella reliquia… o
quello che è!»
L’alfa portò una mano dalla fronte, massaggiandosi la
tempia.
«Derek, ascoltami: tu hai bisogno di quella reliquia. Per
arrivarci, devi solo vincere quella gara… che
sfortunatamente è una gara di baci. Tra uomini. Ma guarda il
lato positivo: non lo dirò a nessuno!» concluse l’umano,
sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi a cui il mannaro
rispose con uno sguardo assassino.
Il licantropo distolse l’attenzione da Stiles e la riportò
sul palco. Quel cimelio di famiglia era l’unica cosa che gli
avrebbe permesso di salvare il suo branco: era dovere di un
alfa tutelare i membri della sua muta. Sbuffò teso e per
nulla contento all’idea di dover affrontare la gara, ma
l’idea di Stiles era, al momento, l’unica che pareva
dimostrarsi valida. E non vi era tempo di trovarne altre.
Si passò un dito nel colletto della camicia di quello
stupido completo che Stiles aveva noleggiato per quella
stupida festa. E, giusto per restare in tema, si sentiva uno
stupido, incredibilmente stupido.
Digrignò i denti, sentendoli scricchiolare sinistramente e
si voltò a guardare il ragazzo.
Lo afferrò per il colletto e gli piantò l’indice sotto il
naso. «Giuro che se lo racconti a qualcuno, non ci sarà
angolo in cui tu possa nasconderti, perché io ti troverò e
ti ucciderò! Chiaro?»
«Cristallino!» replicò Stiles, con voce strozzata, cercando
di non farsela nei pantaloni.
Il licantropo lo strattonò, spingendolo a muoversi verso il
palco e i due si misero in fila assieme agli altri
partecipanti. Stiles si muoveva nervosamente, spostando il
peso dai talloni alla punta dei piedi.
Derek gli posò la mano sulla spalla, con forza tale, da
fargli scricchiolare le ossa. «Vuoi stare fermo?»
«Ahia… Sono nervoso, tu no?»
«Solo perché sto per baciare… te? No, non sono nervoso.»
«Davvero?» replicò il ragazzo, abbozzando un sorriso.
«Sono disgustato.»
«Oh!» replicò Stiles imbronciandosi. «Ne hai baciati molto
di uomini?» domandò poi. Lo sguardo omicida dell’alfa fu
eloquente. «Bastava dire: no» commentò sottovoce l’umano,
facendo una smorfia.
«Stiles, è già abbastanza imbarazzante così. Quindi, vedi di
stare zitto. E fermo!» ringhiò sommessamente Derek.
«Ci sarebbe solo… un piccolo problema» sottolineò il
ragazzo.
Derek gli piazzò una mano aperta sulla schiena e lo sospinse
ai piedi della scaletta: sarebbero stati la coppia
successiva.
«Quale?» chiese, pregando mentalmente che non fosse nulla di
grave.
«Io… non ho mai baciato nessuna… nessuno… insomma… ecco…»
Derek schiuse le labbra incredulo e sollevò le sopracciglia.
«Tu mi hai trascinato a una festa per gay, stiamo per
partecipare a una gara di baci… e non hai mai baciato
nessuno?» replicò allibito.
«Beh, tecnicamente, non sapevo che ci sarebbe stata questa
gara. Ma non cambia nulla, no? Basta solo che tu vinca!
Insomma, avrai un po’ di esperienza presumo. Il fascino
animale… chissà quante labbra hai violato, eh?» commentò
divertito, dando un buffetto sulla spalla del licantropo.
«I prossimi!»
Le dita di Derek si serrarono attorno al collo dell’umano,
sollevandolo quasi da terra, mentre lo trascinava sul palco.
«Abbiamo una coppia molto determinata, vedo! I vostri nomi?»
chiese il commentatore, avvicinando il microfono alle labbra
di Derek.
Il licantropo fissò la platea e deglutì, indurendo
l’espressione. «Miguel.»
Il commentatore spostò il microfono verso Stiles, che
faticava ancora a respirare, visto la presa ferrea
dell’alfa.
«Hai un ragazzo piuttosto geloso!» commentò lo sconosciuto.
A quelle parole, la presa di Derek si fece ancora più
opprimente.
«Mi-Miguel… Soffoco…» protestò Stiles.
L’alfa lasciò l’umano che sorrise, salutando la platea,
sperando in cuor suo che non ci fosse nessun volto noto che
avrebbe potuto sputtanarlo il giorno dopo a scuola.
«Il tuo nome?» ripeté l’annunciatore.
Stiles portò l’attenzione sullo speaker e sorrise. «Lucas.»
«Bene, allora è il turno di Miguel e Lucas!» esclamò,
facendosi da parte.
Si ritrovarono faccia a faccia: Stiles, con quel suo perenne
sorriso sulle labbra e Derek, con lo sguardo da serial
killer patentato.
Il primo si umettò le labbra. «Direi che è tutto nelle tue…
labbra. Tu pensa solo alla reliquia!»
Derek lo afferrò per un orecchio, facendogli un male cane.
«Giuro che prima o poi ti ammazzerò!» ringhiò, prima di
avventarsi su quelle labbra con voracità animale, ignorando
i commenti che arrivavano dalla platea.
Stiles rimase pietrificato, dimentico della dolorosa presa
all’orecchio, incapace di sentire i fischi di ammirazione
del pubblico, perché il cuore gli rimbombava dietro le
tempie nemmeno stesse per esplodergli. Si aggrappò alla nuca
di Derek istintivamente, non tanto per assecondare quel
bacio, ma solo per evitare che gli strappasse l’orecchio.
Non capì esattamente cosa accadde, seppe solo che,
improvvisamente, Derek interruppe quel bacio, lasciandolo
ansante e sconvolto. Quello era stato il suo primo bacio e…
woah! Era stato fantastico!
Sentiva ancora male all’orecchio, ma… cavolo, era stata una
sensazione spettacolare!
Vide il licantropo allontanarsi verso la scaletta e lo
seguì, abbandonando il palco.
Derek si voltò di scatto verso di lui e lo fissò con astio.
«Non una parola!» sottolineò con fermezza.
E non ne avrebbe avuto bisogno, perché, per una volta,
Stiles non aveva veramente parole. Perlomeno non per i primi
dieci secondi.
Altri partecipanti sfilarono sul palco e arrivò il tempo
delle premiazioni.
«Al terzo posto: Miguel e Lucas!» annunciò lo speaker,
richiamando sul palco i due. Derek avrebbe voluto
seppelirsi; spezzare qualche osso lo avrebbe fatto sentire
meglio.
Altre due coppie vennero richiamate sul palco, guadagnandosi
il secondo e il primo posto.
Il patrono della festa si apprestò a premiare i vincitori,
nei suoi sgargianti abiti da drag queen.
«Merda» ringhiò Derek.
«Cosa?» chiese Stiles.
«Ce l’ha al collo!» fece notare il licantropo.
Quando toccò a loro ricevere il premio, Derek si sottrasse
al bacio affettuoso della drag queen, maledicendo il destino
avverso, che gli impediva di mettere le mani su quel
gioiello.
Stiles, invece, ricambiò con entusiasmo, abbracciandolo,
ringraziandolo e schiaffandogli due sonori baci sulle
guance, suscitando l’ilarita del trans.
«Dobbiamo trovare un modo per prendere quel gioiello…»
commentò Derek avvilito, mentre lasciavano l’edificio.
Allentò il nodo alla cravatta, formalità a cui non era per
nulla avvezzo.
«Quale gioiello?»
«Quello della mia famiglia, idiota! Quello per cui siamo qui
per cui io mi sono umil…» si zittì, quando Stiles gli piazzò
sotto il naso il ciondolo, sorridendo divertito
all’espressione incredula del licantropo.
«Come… hai…?»
«Chiamami Arsenio Lupin» commentò ilare il ragazzo,
lanciando per aria il gioiello, che Derek afferrò al volo.
«E comunque sono molto offeso! Meritavamo il primo posto!»
esclamò raggiungendo l’auto di Derek, posteggiata nel
parcheggio. «Ci rifaremo il prossimo anno!»
Derek sorrise, nel ritrovarsi finalmente la soluzione ai
propri problemi tra le mani. Alle ultime parole di Stiles,
sollevò lo sguardo sull’umano. «Scordatelo!» ringhiò,
aprendo la portiera e salendo in macchina.