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Autore: _Takkun_    21/04/2015    6 recensioni
A destra non c’era nessuno.
Voltò il capo a sinistra, ghignando.
Via libera.
Accompagnato da un sacchetto della spesa che ogni tanto andava a scontrarsi con la gamba destra, Ranmaru entrò in un parco giochi deserto, dirigendosi verso un gruppo di folti cespugli.
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ranmaru Kurosaki, Reiji Kotobuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A destra non c’era nessuno.
Voltò il capo a sinistra, ghignando.
Via libera.
Accompagnato da un sacchetto della spesa che ogni tanto andava a scontrarsi con la gamba destra, Ranmaru entrò in un parco giochi deserto, dirigendosi verso un gruppo di folti cespugli. Si nascose tra di essi, sedendosi sul terreno a gambe incrociate e posando affianco il sacchetto, da cui ne estrasse del latte, due ciotole e qualche bocconcino che i suoi amici avrebbero sicuramente gradito.
Bastò posare a terra il tutto per far uscire allo scoperto quella piccola canaglia di un cucciolo di cane, per il momento ancora senza un vero e proprio nome, e Shiro subito dopo di lui, un gatto bianco dal temperamento pacato e a tratti indifferente.
Tutto il contrario del cagnolino naturalmente, che appena incrociò lo sguardo di Ranmaru, si slanciò verso il grembo di quest’ultimo, scodinzolando senza ritegno, in attesa delle consuete carezze sul capo. Shiro si avvicinò più lentamente al ragazzo, strusciando il musetto contro il suo ginocchio.
L’albino sogghignò, dedicando ad entrambi le attenzioni ricercate.
«Guardate cosa vi ho portato.» fece poi, prendendo in braccio il cane dal pelo marroncino e affiancandolo a Shiro. In seguito aprì la confezione di latte comprata in precedenza e ne versò un po’ nelle ciotole, posandole davanti ai due, che non esitarono un attimo a leccarne il contenuto di gusto.
«E quando avrete finito c’è dell’altro.» sorrise, scuotendo una confezione di croccantini per cani in una mano, e una per gatti nell’altra.
«Quindi è questo che fai quando esci con quell’aria sospetta…»
Ranmaru sobbalzò per la sorpresa  e un po’ anche per lo spavento nel ritrovarsi Reiji distante solo qualche centimetro da lui, accovacciato con le ginocchia contro il petto, il mento posato sui dorsi delle mani e un’aria pensierosa in volto nell’osservare i due randagi.
«R-Reiji?!» esclamò sconvolto, squadrandolo con attenzione. Come diavolo aveva fatto a seguirlo e a mettersi di fianco a lui senza che se ne accorgesse?!
«Ran-Ran!» sorrise quello. «È un nuovo gioco esclamare il nome degli altri sorpresi?» disse, ritornando a fissare cane e gatto.
Ranmaru, nel frattempo, si maledì mentalmente.
Non era stato abbastanza attento e ora ecco il risultato! Ma in fondo se lo sarebbe dovuto aspettare che quel suo atteggiamento da spia in incognito avrebbe finito con l’insospettire qualcuno. Però con qualcuno avrebbe pensato più a Camus o magari Ai, non di certo Reiji.
«Neh, Ran-Ran.»
La voce del maggiore lo distrasse dai suoi pensieri.
«Questi due piccoletti non sono tuoi, vero?» chiese, salutando eccitato e con un sorriso che andava da orecchio a orecchio il cagnolino, che aveva finalmente alzato il capo dal suo pasto, accorgendosi della sua presenza.
«Già, sono entrambi-» ma non fece in tempo a finire perché fu troppo impegnato a strabuzzare gli occhi nel vedere quel traditore di un cane scodinzolare attorno al castano, felice come una Pasqua per la presenza di quel nuovo, possibile amico.
E Reiji non si fece attendere, afferrando prontamente il cucciolo per coccolarlo a dovere e, ovviamente, farsi leccare! Come avrebbe potuto dire di no a quegli occhietti vivaci e in cerca di affetto?
Shiro, d’altra parte, degnò giusto di uno sguardo il nuovo arrivato, prendendo a leccarsi una zampa, noncurante.
Ranmaru, infine, sospirò.
«Dicevo.» andò avanti, sperando che gli stesse degnando un minimo di attenzione. «Sono entrambi dei randagi.» disse, chiamando il gatto dal manto soffice e bianco e versando sul palmo della mano un po’ di croccantini. L’animale interruppe il proprio operato e si diresse da lui, mangiando ciò che Ranmaru aveva da offrirgli e leccando di tanto in tanto le sue dita.
Il castano scostò di poco il muso del cucciolo dal suo viso, e afferrò la scatoletta che gli lanciò l’albino. «Fallo anche tu. A loro piace mangiarli dalle mani di qualcuno.» spiegò, ritornando concentrato su Shiro e prendendo ad accarezzargli la schiena con lenti movimenti.
Reiji sorrise, ubbidendo alle parole dell’amico. «Non sapevo ti piacessero così tanto gli animali, Ran-Ran.» sghignazzò, colorando lievemente di rosso le gote del minore.
«A me piacciono solo i gatti.» chiarì, lanciando poi un’occhiata al cane che si stava letteralmente divorando i croccantini dalle mani dell’idol, che nel frattempo se la stava ridendo di gusto.
«Quando ho trovato Shiro quel pozzo senza fondo non c’era, si è unito a noi qualche settimana più tardi.» scosse la testa, riportando alla mente il giorno in cui trovò entrambi nascosti dietro ai cespugli. «Avresti dovuto vederli insieme la prima volta. Shiro era sdraiato a terra e quel cane continuava a girargli attorno pieno di energie, azzardandosi persino a leccarlo. Mi domando come non l’abbia ancora graffiato. Ogni tanto lo guarda in un modo che sta a significare smettila di fare l’idiota o ti faccio davvero male, ma alla fine non hanno mai litigato sul serio. Hanno un rapporto diverso dai normali cani e gatti, ma credo che sia merito della pazienza infinita di Shiro.» sogghignò, alzandosi da terra e spolverandosi i pantaloni una volta che il gatto ebbe finito di mangiare.
«Ma dai!» esclamò Reiji, regalando un’ultima grattatina al cucciolo prima di imitare Ranmaru. «Sai che mi ricordano tanto qualcuno, questi due?~ Shiro e… come hai detto che si chiama il cagnolino?»
«Non gli ho ancora trovato un nome.» spiegò, piegandosi a terra per raccogliere il sacchetto vuoto e mettendoci dentro le due ciotole, insieme al resto.
«…!»
«Sì, puoi darglielo tu, se vuoi.» disse, rassegnato. Bastava guardargli le labbra tremanti dall’entusiasmo e gli occhi luccicanti per capire che cosa volesse domandargli.
Sorrise.
Quello sciocco era fin troppo facile da leggere.
«Evvai!» si dedicò un salto eccitato, riabbassandosi all’altezza del cucciolo per riosservarlo per bene. Era un compito importante quello, e doveva scegliere un nome che potesse rappresentare al meglio quel piccoletto.
«Reiji!» esclamò poi d’un tratto, battendosi un pugno sul palmo della mano, come colto da un’illuminazione.
«Scusami?»
«Massì! Io e lui siamo identici, non trovi?! Guarda! Guarda!» si posizionò di fianco al cane, avvicinando una sua ciocca di capelli. «Lui ha il pelo marrone e i miei capelli sono marroni! Sembra un tipo giocoso e vivace, proprio come me! E, inoltre…» abbandonò quella sua espressione infantile, lasciando spazio a uno sguardo carico di malizia. «… a entrambi piace leccare, Ran-Ran~.»
L’albino, per tutta risposta, voltò il capo altrove, leggermente imbarazzato. Quella era probabilmente la cosa che più lo stupiva del carattere di Reiji: per quanto potesse essere considerato il clown del gruppo, quel venticinquenne sapeva ben nascondere il suo lato malizioso e perverso dietro alla sua natura infantile.
«Come ti pare.» lo liquidò.
«Fantastico!» gioì, ragionando però su una cosa. «Ma non possiamo essere entrambi Reiji, sarebbe strano… Oh!»
Ranmaru si massaggiò le palpebre con le dita, esasperato.
«Un’altra idea?»
«Chibi Reiji!»
L’albino si premurò di dedicargli un’espressione inorridita.
«Chibi- Cosa?»
«Chibi Reiji! Perché è piccolo e perché mi assomiglia! Neh, ti piace, Chibi Reiji?» si rivolse al cane, che abbaiò felice. Ranmaru pensò che quel poveretto di un cucciolo non avesse ben capito di cosa stesse parlando quel demente.
«Reiji, è quasi il tramonto, dobbiamo andare.»
Il castano dedicò un’espressione rattristata a Shiro Ran-Ran (ma questo non lo avrebbe mai detto all’albino) e Chibi Reiji.  
«E se li portassimo con noi? Mi dispiace lasciarli qua tutti soli.»
«Impossibile. Conosci le regole, e sai cosa succede se vengono trasgredite. Anche a me dispiace ma non posso farci nulla.»
«Ma se-!»
«Anche se li nascondessimo finirebbero per scoprirci. Proprio come è successo a me con te.» sospirò. «È fuori discussione. Ora andiamo.»
Reiji abbassò lo sguardo, abbattuto, e salutò per un’ultima volta i suoi nuovi amici. «Prometto che vi verrò a trovare anche domani! E vi porterò un sacco di leccornie!» sorrise raggiante, alzando un pollice. «Aspettatemi, perché Reiji Kotobuki tiene sempre fede alle sue promesse! Ciao, ciao!»
Si congedò, raggiungendo di corsa Ranmaru che intanto si era già incamminato.
 
§§§
 
«Spero che tu stessi scherzando, prima.»
«Riguardo a cosa?»
«Non li vedrai più. Se andassimo entrambi sarebbe eccessivamente sospetto e ci scoprirebbero di sicuro.»
Reiji inclinò il capo di lato, sorridendo. «Nah, non succederà.»
Il rocker alzò un sopracciglio. «Come puoi esserne sicuro?»
«Perché è una cosa a cui Ran-Ran tiene tanto, e quindi farò il possibile per evitare che ci scoprano. E poi, non posso perdermi il tuo lato tenero mentre dai da mangiare a dei randagi~.»
Ranmaru assunse una smorfia scocciata e al contempo imbarazzata. «Dillo a qualcuno e ti faccio fuori.»
«Non ci penso neanche!» ampliò il suo sorriso e si mise davanti all’albino, bloccando la sua camminata. «Sono l’unico che può conoscere questa parte del tuo carattere, chiaro?» gli fece un occhiolino, rimettendosi poi al suo fianco e aggrappandosi al suo braccio.
«Oggi è stata davvero una bella giornata! Non solo ho scoperto qualcosa di nuovo su Ran-Ran, ma ho anche un segreto che possiamo condividere solo io e lui!»
Ranmaru si infilò le mani in tasca, sogghignando.
«Certo che ti basta davvero poco per essere felice.»
 
 









Angolo autrice:
 

E tipo qui partono feels da OTP~
Salve, fandom!
Mi dispiace davvero tanto, ma probabilmente mi rivedrete ancora tra questi lidi, perché UtaPri è praticamente diventato uno dei miei anime preferiti XD
Parto col dire che se scriverò altro (e lo farò, statene certe XD) la Ranmaru/Reiji e la Tokiya/Otoya saranno le coppie che tratterò principalmente *-*
Li amo, ma soprattutto, amo Reiji :Q___  e soffro talmente tanto quando lui e i Quartet Night compaiono per così poco ç.ç  
Allora, riguardo alla storia, non è un granché, lo so, ormai di questi tempi la mia ispirazione fa un po’ schifo, ma spero possa essere piaciuta. L’idea è venuta dopo aver letto su UtaPri Wiki che (citando parola per parola): he seems to show his softer side to cats, as he often feeds the strays in his neighborhood.
E nulla! Spero di non averli mandati OOC ç.ç
Posso anche levare le tende, ora!
Un grosso bacione e un grazie in anticipo a chi vorrà recensire! :33
 

 
  
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