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Autore: parolecomemarchi    21/04/2015    0 recensioni
L’unica cosa simmetrica che io e lui avevamo? L’abilità di dimenticare qualunque cosa dieci minuti dopo averla memorizzata.
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Alla fine di quel giochino facevamo sempre l’amore.
Cose pazzesche, da far paura nel più bello dei modi.
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I primi mesi di una relazione sono tutti rose, cioccolatini a San Valentino.
Io e lui eravamo tutto tranne che fiori e cioccolatini a San Valentino.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ne potevo più, di stare lontana da lui il mio cervello non poteva sentirne parlare.

Era passato fin troppo tempo dall’ultima volta che le nostre labbra si erano sfiorate, da quando il suo sorriso era entrato a far parte della mia quotidianità e da quando i suoi occhi si erano incatenati ai miei.

Dicono che i primi mesi di una relazione siano dolci quanto una mistura di miele e zucchero, da farti venire il peggiore dei diabeti in un tempo tanto breve da fotterti ancor prima di poterti curare.

Io confermo questa testi.

I primi mesi di una relazione sono tutti rose, cioccolatini a San Valentino –se ci arrivi a festeggiare il San Valentino – e regali costosi, e se non hai soldi un modo per comperare qualcosa alla tua dolce –diabetica- metà, un modo lo trovi lo stesso.

Io confermo la tesi da diabete ma mi oppongo ai fiori e ai cioccolatini.

Io e lui eravamo tutto tranne che fiori e cioccolatini a San Valentino.

Eravamo perfetti.

La giusta metà tra il diabete e l’apatia.

Eravamo indifferenti quando c’era da esserlo e apprensivi anche quando non era indispensabile. 

Tutte le coppie si definiscono perfette, ma quante lo sono davvero?

In percentuale potremmo dire anche che il 10% delle coppie raggiungono l’eccellenza in una prima relazione; in base all’ultimo sondaggio che almeno 1 coppia su 4 rovina il proprio rapporto per raggiungere il livello della perfezione e che mezza coppia su quel misero uno, riesce ad imitare quella dannata perfezione.

La verità è che nessuno è perfetto. Di certo non sono la prima a scriverlo, né la prima a pensarlo.

Chi è stato il primo a pensare che nessun essere umano fosse perfetto?
 
Quando è nato il problema di essere adatti ad un tipo di stereotipo?

E allora, quando è nato questo stramaledetto stereotipo?

La verità, un’altra, è che è tutta follia.

Nessuno ha mai approvato la legge di dover essere perfetti in tutto ciò che si è e che si fa. Non esistono leggi penali per le quali non puoi essere uno qualunque.

È semplicemente la mente umana che ha deciso, un giorno tra tanti, di voler essere perfetto.

Io e lui non eravamo neanche lontanamente compatibili, figuriamoci se potevamo essere la coppia perfetta.

Almeno 3 compleanni, sui 4 che abbiamo –avremmo dovuto- passare insieme, li ho sprecati con una maratona di The Vampire Diaries sul mio fidato laptop. Non si era ricordato di nulla, come se in quel giorno io non fossi mai nata.

Non che io potessi però lamentarmi. Su 4 dei nostri anniversari ne ho ricordati due, uno perché lui mi aveva lasciato un post-it giallo attaccato sul frigo, diceva di farmi trovare pronta per quella sera che saremmo andati a cena insieme. Paradossalmente sono riuscita a strappare il bigliettino, buttarlo e scordarmi anche di quell’impegno, seppure così prossimo.

L’unica cosa simmetrica che io e lui avevamo? L’abilità di dimenticare qualunque cosa dieci minuti dopo averla memorizzata.

Su questo ci eguagliavamo, addirittura certe volte litigavamo proprio su chi fosse il più smemorato.

Allora, un giorno di Agosto, spaparanzati sul nostro bel divano strappato in pelle bianca –lui amava troppo quel divano per buttarlo, nonostante avessi cercato di mandarlo alla discarica più volte –ideammo un giorno per noi.

Altro che compleanni e anniversari. Quasi quasi riuscivamo a scordarci anche il Natale.

Pensammo bene di competere, un giorno ogni mese, e vedere chi fosse il più sbadato. Decidemmo di compilare una lista, scrivendo tutto ciò che avremmo dovuto fare e che poi, sicuramente, non avremmo mai fatto.

Andò bene per il primo mese, perché entrambi ce lo eravamo segnato sul calendario sopra alla testiera del letto che condividevamo, ma già ad Ottobre quel giorno era solo un ricordo sfocato e lontano.

Ci capitava però di litigare, furiosamente, perché scordavamo sempre quello che l’altro diceva. 

Lui che insisteva perché non avevo lavato la sua camicia di cotone per la conferenza dell’indomani e io che quasi lo picchiavo perche Macchia – il mio gattone rossiccio- era tanto magro che quasi potevo contargli le costole seduta sul nostro bel divano squarciato. 

Alla fine, come tutti i litigi, risolvevamo una mezz’ora dopo esserci rivolti le peggio parole ed esserci lanciati le peggio accuse e –da parte mia – anche qualche scarpa.

<< Dobbiamo far qualcosa amore, di questo passo finirò per dimenticarmi anche della mia fidanzata >> mi abbracciava stretta stretta al suo petto e ridendo mi sussurrava sempre le stesse parole ad un orecchio.

Io ridevo e lo guardavo con i miei occhi grandi e lucidi << Non potresti scordarti di me. Lo so per certo>> insistevo io, tanto che lui mi dava retta – anche dopo averlo ripetuto dieci volte e avergli fracassato il cranio per fargli capire che senza di me, lui, non andava da nessuna parte – e mi dava uno, due, tre di quei baci che dopo ti devi sedere perché rischi il mancamento.

<< E ora? >> lui sorrideva ampio, guardandomi con gli occhi dorati e facendomi già capire tutto. Io ridevo e gli prendevo la mano, cominciando a camminare verso il corridoio stretto.

Ondeggiavo un po’, mi fermavo, lo guardavo e gli lasciavo un po’ la mano.

<< E ora? Dimmelo tu che si fa >> ondeggiavo, sbattevo le ciglia lunghe e gli prendevo la mano.

Alla fine di quel giochino facevamo sempre l’amore.

Cose pazzesche, da far paura nel più bello dei modi.

Eravamo così uniti che quasi non riconoscevo più il mio corpo. Iniziava lui e finivo io.

Eravamo perfetti.

Nessuno è perfetto, ma noi smemorati, arrabbiati, suscettibili, irritabili e instabili come eravamo, noi eravamo proprio perfetti.

Di quel perfetto che quasi non te ne rendi conto. Non te ne accorgi di cosa sta accadendo, fino a quando passa un po’ di tempo e ripensandoci “Cavolo!” dici “Eravamo così perfetti”.

E che fine abbiamo fatto poi? 

Vorrei chiederlo a lui.

Lui lo sapeva che eravamo così perfetti?

 Se lo avesse saputo sarebbe rimasto.



 

parolecomemarchi
Wow! Mi sembra sia passata un’eternità dalla mia ultima One Shot.
Non metto mani sulla mia tastiera da qualche giorno ormai, forse più una settimana o più, ora è tutto più bello ed eccitante.
Mi sembra di dare un senso a tutto ciò che le mie dita picchiettano e ciò che la mia mente elabora. Mi piace scrivere sentendomi così e se è una pausa che ci vuole, dovrei prendermela un poco più spesso.
Allora, non so da dove cominciare.
Partiamo dal titolo “Pazzescamente perfetti” che in realtà ho deciso nel momento in cui l’ho scritto qui.
Non ha poi molto senso, credo che sia solo uno sfogo. La mia mente era tanto piena che ha dovuto lasciar andare qualcosa. Mi piace questo che ho scritto.
Sono partita da delle frasi un po’ nosense e sono finita con l’inventarmi una storia breve TOTALMENTE nosense. Ahah.
Spero che l’apprezziate! Se vi è piaciuta questa, sul mio “canale” o “pagina” o “account” in qualunque modo vogliate chiamarlo, ci sono molte altro OS e delle long che sono ancora in corso di svolgimento, oltre che a due magnifiche (lo dico perché sono come pezzetti di me) long fic complete.

Vi lascio i link qui:
La mia pagina: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=383531 
Le due long in corso: Transition http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2927490&i=1 
                                Breakthrought http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2957566&i=1 
Le due long terminate: Let me love you http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2211776&i=1 
                                 Are you with me http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2641641&i=1

   
 
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