Minisode 1x03
Postumi
Il pregiato orologio a pendolo
ticchettava metodicamente sul davanzale del camino. Erano quasi le undici di
mattina e un tiepido sole rischiarava lo studio privato del Presidente di Kalos,
filtrando attraverso un sottile drappo paglierino che fungeva da tenda. Ginger
sedeva sulla sedia centrale di fronte alla scrivania da lavoro, dietro alla
quale un Faubourg in abbigliamento insolitamente convenzionale la stava
osservando da alcuni minuti.
Tale era il tempo in cui il
silenzio aveva regnato nell’ufficio dopo che la donna aveva terminato un
esauriente rapporto sugli avvenimenti di Altoripoli. Per quanto non strettamente
rilevante per l’invasione dei Rotom, argomento della discussione, aveva
raccontato anche quanto era successo con Hoopa, avendo cura di omettere dettagli
riguardo a universi paralleli e simili. Certe informazioni sarebbero state
meglio non divulgate. La versione fornita da lei e concordata con il resto della
Seconda Unità era che il demone si era semplicemente suicidato. E ovviamente
nessuna menzione della sua parentela con Kashlinsky, o del Pianeta Nero in
generale.
Lysandre appoggiò le mani sul
tavolo, giocherellando con i suoi indici. Prese un profondo respiro,
controllando sull’orologio da polso l’ora precisa in vista del discorso che a
breve avrebbe dovuto pronunciare alla Regione. Si passò le dita sugli occhi «
Sei sicura? ».
« Ci ho pensato a lungo. Sia io
che i miei colleghi crediamo sia la scelta migliore ».
« Non c’è nulla di male
nell’arrogarsi i meriti di qualcosa. Specie se quel qualcosa è aver salvato
Kalos ».
« Non sarebbe saggio attirare
l’attenzione su un’Ufficiale Flare, signor Presidente » rispose educatamente
Ginger, sbirciando poi dalla finestra sita alla sua destra. Un vocio indistinto
vibrava attraverso gli infissi, segno che fuori dall’edificio il pubblico per la
conferenza iniziava a radunarsi.
La
scelta di cui parlavano era semplice: l’ingegnera non voleva che
fosse divulgato il suo ruolo nella vittoria contro i Rotom, né quello dei suoi
amici. Non sarebbero passati alla storia come i difensori dell’umanità, nessuno
avrebbe saputo di ciò che avevano passato e dei sacrifici che avevano compiuto.
Non potevano rischiare che il nome di Xaad salisse alla ribalta, o la sicurezza
interna del Frattale sarebbe stata minata.
Lysandre, pur non condividendo la
decisione, la rispettò come un vero politico. « Sono felice che la Fondazione
sia in mano a persone come te » le sorrise.
Il pendolo batté in quel momento
le undici in punto, annunciandole con altrettanti rintocchi. L’uomo si alzò in
piedi e, dopo aver dato un’ultima occhiata ai fogli sparsi sul banco, optò per
non portarli con sé sulla balconata. Aveva fiducia sufficiente nelle sue
capacità oratorie.
Ginger fece per andarsene anche
lei, ma Faubourg la fermò con un calmo gesto del braccio « Ti chiederei di
rimanere qui, se non ti spiace. Non vorrei che i giornalisti ti vedessero
lasciare il Palais, comprometterebbe la vostra disposizione di segretezza ».
« Ah » sussultò la donna, poi
annuì arrendevole « Come desidera, signore. Buona fortuna per il discorso ».
Persino quando il Presidente
Faubourg apparve dalla terrazza del Palais de Saint-Honoré per annunciarsi al
pubblico, venendo accolto con un infiammante applauso, Fiorenzo Vittadini non
riuscì a capacitarsi di trovarsi realmente lì. Era stata necessaria
l’indisposizione concomitante dei tre reporter principali di JT Soleil,
notiziario principale di Kalos 2, perché lui fosse scelto per presenziare a
quell’evento. La questione paradossale era che, pur essendo lui appassionato di
politica, era consuetamente destinato a tutt’altro. Servizi di leghe minori
perlopiù, l’ultimo prima dell’invasione si era incentrato sui guasti alle
lavatrici Dive. Probabilmente ritenevano che la sua bassa statura e la sua forma
fisica deficitaria non lo rendessero sufficientemente fotogenico per quel ruolo.
Ma gliel’avrebbe fatta vedere,
eccome. Avrebbe dimostrato che la politica non è solo estetica ma anche
sostanza, e nessuno aveva più sostanza di lui. Aveva già svolto un’introduzione
da manuale all’imminente panegirico, quindi lo scoglio più grande era stato già
superato. « Stai riprendendo? » domandò sottovoce al cameraman che lo
affiancava, il quale annuì silenziosamente.
Dall’alto del poggiolo Lysandre
ammirò la folla riunitasi nel cortile interno del palazzo e, quando le
acclamazioni si acquietarono, si schiarì la voce per parlare.
« Miei concittadini, è con dolore
che mi rivolgo a voi quest’oggi. È ben compreso che usciamo solo ora da una
crisi senza precedente, un attacco dritto al cuore della Repubblica. Mai nella
storia di Kalos si ha resoconto di una battaglia tanto sanguinosa dai tempi in
cui le Grandi Guerre devastavano i nostri territori. Le mie condoglianze vanno a
ogni singola famiglia delle vittime, e possano le loro anime riposare in pace ».
Operò una pausa strategica, studiata a tavolino per aumentare l’impatto dei
concetti e la conseguente gravitas. Nessuno ancora batteva le mani, ma c’era tempo: in fondo
era il miglior oratore di Kalos. «
Case sono andate perdute, interi quartieri rasi al suolo, la nostra economia
spezzata e la nostra convinzione indebolita. Sarebbe reazione comune arrendersi,
scivolare nell’autocommiserazione. E proprio per questo io oggi mi appello a
voi, miei concittadini: non lasciate che tutto ciò vi affligga. Non lasciate che
le ombre che si sono insidiate nella nostra regione possano affermare di aver
trovato avversari arrendevoli. Non lasciate che quei Rotom trionfino. Ricordate
il Primo Galà di Luminopoli, ricordate gli anni della Dittatura d’Oltreoceano,
ricordate la tragedia della S.S. Cussler affondata al largo di Petroglifari.
Abbiamo sempre affrontato gli ostacoli a testa alta ed è sempre stato tale
atteggiamento a consentirci di uscirne illesi. Supereremo anche quest’ultimo
trauma ».
Questa volta un tenue applauso si
levò dalla fiumana di persone. Lysandre sorrise impercettibilmente. Proprio come
aveva previsto si stavano gradualmente lasciando coinvolgere dall’argomento. « A
tal fine annuncio con effetto immediato un programma di rilancio dal nome di
Credo In Kalos. Duecento miliardi
dalla gestione emergenze saranno stanziati per retribuire ogni volontario che
intenda prendere parte alla ricostruzione e alla rimessa in moto della nostra
regione. Non saranno effettuate alcune selezioni su titoli di studio o
esperienza pratica, chiunque voglia proporsi per l’assunzione è benaccetto
purché fisicamente in grado di contribuire. C’è chi, cinico, sosterrà che è
folle da parte mia non attuare altre valutazioni, ma io credo che nel momento
del bisogno tutti saranno pronti a fare la propria parte e a mettersi a
disposizione degli esperti. Perché io credo in Kalos.
Io credo in Kalos! ».
Il consenso si trasformò ora in
un’ovazione corale, un elogio univoco che l’intera platea gli rivolgeva.
« Vi ringrazio, vi ringrazio.
Concedetemi altri cinque minuti prima di correre ad arruolarvi » scherzò l’uomo,
provocando al contempo risate e ulteriori applausi « Come sapete negli scontri
dei giorni scorsi ha perso la vita un rispettato membro del Consiglio dei
Superquattro, Timeus Argus Wikstrom. Conseguentemente saranno indette entro una
settimana elezioni per trovare un suo degno erede. Non avrà tuttavia luogo
campagna elettorale, poiché ritengo che in un periodo di tale sofferenza per la
mia popolazione non sia accettabile tenere propaganda politica ».
L’esteso uditorio perse il senso
del contegno, iniziando a intonare canti in suo onore. Faubourg aveva anticipato
anche questo: nessuna popolo sa resistere a quel tipo di demagogia su cui
Sauterelle e i Corsari avevano costruito la propria fortuna politica. Osteggia i
malcostumi della casta governante e tutti saranno disposti a tralasciare i tuoi.
« È noto inoltre che il ruolo di
Intermediario è ancora vacante dopo la mia recente promozione a Presidente.
Sappiate che sto vagliando attentamente alla ricerca di un candidato che possa
ricoprire adeguatamente ruolo, e nel frattempo continuerò personalmente a
svolgerne le mansioni in aggiunta ai miei doveri come massima carica
istituzionale ».
La massa eruttò in grida
indistinte di approvazione. Fiorenzo Vittadini si asciugò lacrime di commozione
che gli inumidivano gli occhi, fiero di aver assistito a un simile episodio di
unità regionale. Tutti gli anni di insoddisfazione nel lavoro, di prese in giro
da parte dei colleghi, di potenzialità inespresse erano valsi quei pochi minuti
di gloria in cui aveva ammirato il Presidente arringare la sua gente. Arringare
lui.
« Vi ringrazio. Che Dio vi
benedica, e che Dio benedica la Repubblica di Kalos ».