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Autore: Alphabet Loser    22/04/2015    2 recensioni
Preciso che questa storia non è mia (purtroppo), io l'ho solo tradotta. Io l'ho adorata, così ho chiesto il permesso di tradurla.
Una one-shot Sarumi, dal loro primo incontro fino alla fine dell'anime, una breve storia per ogni stagione.
(link ff originale http://archiveofourown.org/works/2136975)
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fushimi Saruhiko, Misaki Yata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incontra Misaki d'autunno; e le ciocche dei suoi capelli sono del colore delle foglie cadute che decorano la strada. I suoi ritorni a piedi a casa sono sempre solitari, e la brezza che muove già spettinati capelli neri diventa un po' più fredda ogni giorno che passa, segnalando l'arrivo dell'inverno.
 
Non è amore a prima vista, in quanto questo non è un manga shoujo e non compaiono fiori spontanei intorno a loro quando i loro occhi si incontrano. Sono circondati da spazzatura. È un vicolo laterale che Saruhiko prende come scorciatoia per arrivare a casa e c'è solo spazzatura.  Schifosi sacchi puzzolenti. Rifiuti umani. Il ragazzino più piccolo si sta battendo con dei liceali tutto da solo e Fushimi pensa che sia una cosa stupida.  Il tipo non ha alcuna possibilità di vincere; dev'essere matto...
 
Ma sembra vivo. Così vivo. Una cruda macchia di vita dentro un ottuso monocromatico scenario di cadaveri ambulanti senza faccia. Macchia di colore le retine di Saruhiko e lui è quasi accecato per un secondo. Non è amore: ma il suo cuore sta battendo.
 
Prima che ne sia consapevole, i suoi piedi si stanno muovendo da soli e lui sta strattonando la manica del ragazzo basso, tirandolo via dai suoi aggressori e correndo finché i suoi piedi non smettono inconsciamente di muoversi e non sono entrambi senza fiato. E non sa nemmeno il suo nome. È una cosa stupida.
 
La voce del ragazzo più basso raggiunge allora le sue orecchie. È ancora un po’ senza fiato. "Cosa diavolo credi di fare?!" È arrabbiato. Vivo. Rosso caldo vivo.
 
"Tch..." il ragazzo con gli occhiali lo guarda con fastidio. "Sei un idiota. Batterti con loro tutto da solo. Vuoi morire...?" E perché dovrebbe? Quando è così vivo...
 
"Che cosa ne sai tu?!" Chiede, i pugni che si stringono e le sopracciglia che si aggrottano. "E chi è un idiota? Attacchi rissa, bastardo?!" Il ragazzo coi capelli scuri sospira e scuote la testa.
 
"Perché dovrei voler fare una rissa con qualcuno che ho appena salvato? Sei davvero un idiota." Dovrebbe andare, dice la sua mente. I suoi piedi non si muovono.
 
C'è silenzio e poi—
 
"...Grazie." È quasi un sussurro, come se fosse un segreto tra loro. Non sa quando inizia a sorridere, ma lo sente che tira le sue labbra e le sue guance. È strano. "Mi chiamo Yata, Yata Misaki. Non ti ho mai visto prima a scuola” Neanche Saruhiko pensa di aver mai visto  Yata. Si rende conto che ha tagliato un sacco ultimamente--
 
“Fushimi Saruhiko.”
 
Non ci sono fiori intorno a loro. Ma in qualche modo ci sta: il sorriso di Yata è abbastanza luminoso.
 
 
**
 
L'Homra è calda come l'estate, ma Saruhiko sente freddo. Il sorriso di Misaki è luminoso come sempre (o più luminoso…), ma in qualche modo è sempre buio intorno a lui in questi giorni. C'è qualcosa che lo sta mangiando dentro e diventa più affamato ad ogni sguardo persistente che quegli occhi color ambra ancora gli rivolgono.
 
Mentre l'aura del clan rosso brucia come fuoco (morbide fiamme in un focolare dove le persone si riuniscono come una famiglia) brucia su di lui come acido; distruggendolo lentamente. È corrosivo nel suo mondo: e tutto intorno a lui sembra scomparire velocemente.
 
Finché non gli rimane quasi niente a cui aggrapparsi.
 
Quando brucia sul suo marchio, sembra ancora acido: la sua carne che si scioglie sotto il suo stesso crudele tocco: ma il fuoco dentro gli occhi di Misaki è caldo.Caldo mentre lo guarda con disperazione e rabbia; e va a fuoco come una rinnovata fiamma improvvisamente di nuovo in combustione. Come una fenice.
 
E poi non gli importa se viene incendiato da quelle fiamme fintanto che sono le fiamme di Misaki. Esatto: perché una volta che ha assaggiato la vita, ha rifiutato la morte. È una dipendenza: quel calore.
 
Mi….sa…Kiiii….
 
“Ti uccideró, fottuto traditore!”
 
Le loro battaglie sono come estate. Caldo bruciante: che minaccia di sopraffarlo con una sensazione come di un'onda di calore. Non può sfuggirne: quindi impara ad amarlo.
 
(Ignora la sensazione di vuoto che segue, perché sembra troppo inverno)
 
 
 
**
 
La vita di Misaki dovrebbe essere come la primavera. È giovane, è sano e adesso può dire che ha uno scopo e un significato nella vita.   Non è una stupida risposta filosofica: non gli piacciono le cose complicate dopotutto (tranne per i videogiochi. E forse un certo idiota coi capelli scuri che è troppo complicato per il suo stesso bene--) Ha un re da seguire, un posto a cui appartenere, persone da proteggere. La maggior parte del tempo è tutto piacevolmente caldo e confortante.
 
Ma a volte fa freddo, come se l'inverno non se ne fosse ancora andato, perché c'è qualcosa che manca e non riesce a capire perché o cos'è.
 
“Ti stai distraendo. Fai attenzione.” Si lamenta in risposta alla voce di Saruhiko e si gira per vedere quegli occhi quasi inespressivi che guardano dritto verso di lui. Il ragazzo coi capelli neri è accigliato e Yata pensa che ha visto spesso quel cipiglio ultimamente sulla fronte del suo amico. Non gli si addice.
 
“Lo so, non possiamo entrare e basta? Così ci vuole troppo…” Sospira infastidito, spostando il peso da piede a piede, incapace di stare calmo. Saruhiko fa schioccare la lingua esasperato.
 
“Ci hanno detto di aspettare. Eri d'accordo, Misaki” Saruhiko sembra stanco. Il rosso improvvisamente si chiede se il suo amico dorme bene ultimamente. Giunge alla conclusione che non lo sa : perché si addormenta sempre per primo e ha il sonno pesante. Distoglie lo sguardo, di nuovo verso i ragazzi nella stanza.
 
Sono in pausa durante una missione per l'Homra, aspettando il segnale di Kusanagi per lanciare l'attacco e sorprendere i bastardi:  lui ha tracciato un piano con Saruhiko che ha leggermente infastidito Yata. Non era più facile semplicemente irrompere all'interno e spaccargli i culi? C'era anche Mikoto-san lì, no? Lui potrebbe farlo facilmente.  Perché aspettare così tanto?
 
Il suo corpo si sta muovendo prima che possa pensarci una seconda volta.
 
“Misaki—aspetta--!” ma lui è già dentro a spaccare culi, e, sembrando ancora più infastidito che mai, Saruhiko lo segue, guardandogli le spalle come fa sempre e Misaki si chiede che cosa manchi.
 
Hanno successo, ma finiscono con lividi e tagli sui loro corpi come pagamento.
 
Yata sorride mentre racconta di nuovo la storia di come hanno ridato il culo a quegli stronzi a Kamamoto, mentre Saruhiko siede al bancone a giocare con il suo PDA. Tutto è normale-
 
Ma fa freddo. E si chiede ancora che cosa manchi...
 
(Lo capisce troppo tardi. E il freddo che segue quando perde completamente ciò stava lentamente scomparendo sembra una punizione)
 
 
 
**
 
La morte di Suoh Mikoto (il Re Rosso, Mikoto-san, Mikoto…) li colpisce duramente. Tutti quanti: persino alcuni che non sapevano gli importasse finché non hanno provato dolore direttamente o indirettamente.
 
Le lacrime di Misaki sembrano pioggia contro le sue mani, ed è di nuovo inverno: la loro timida condivisione di calore sotto le coperte risuona di antichi ricordi quasi seppelliti nei loro cuori per protezione. Era tutto innocente una volta, quando il loro mondo era più piccolo e più semplice: adesso è aggrovigliato. Perché non importa quanto si coprono con le coperte del letto, non sono mai al sicuro: Totsuka-san se n'è andato.  Mikoto-san se n'è andato. Loro potrebbero andarsene in qualsiasi momento.
 
Il mondo è semplicemente troppo grande: e loro sono ancora ragazzini solitari che cercano di avere la meglio su di esso.
 
I tremori scuotono il corpo più piccolo e le mani di Saruhiko erano insicure nel raggiungerlo e toccarlo all'inizio, ma adesso erano completamente incapaci di lasciarlo andare. Asciuga quelle lacrime con mani fredde, e qualcosa strattona il suo cuore con ogni singola lacrima cristallina che macchia le sue mani di dolore. L'avrebbe pensato impossibile: per il rosso di andare da lui, parlargli di nuovo e cercare qualcosa da lui che non fosse la scarica di adrenalina dalle loro battaglie.
 
Ma adesso è qui. Distrutto. Ma ancora vivo: perché il dolore, visibile in ogni movimento, ogni singhiozzo sfrenato, ogni tremore che scuote il piccolo corpo è troppo reale. Troppo vivo. Come Misaki è sempre stato. Saruhiko si chiede se lui sarebbe in grado di piangere cosí: se sarebbe in grado di superare la sua apatia e riversare fuori la sua anima in quel modo. Dubita di poterlo fare.
 
Lo fa incazzare, lo rende furioso; vedere Misaki così per qualcun altro. Perché lo sapeva; sapeva che sarebbe finita male. Sapeva che non si potevano fidare di nessuno. Ma Misaki era stato ingenuo. Troppo ingenuo. E adesso stava pagando: nevicava su di loro, il dolore che gelava in entrambi. Misaki domanda cosa dovrebbe fare adesso e Saruhiko non lo sa. Il luogo a cui appartiene, cosa dovrebbe fare e non fare.
 
Per adesso c'è solo una cosa che sanno di dover fare, ed è resistere all'inverno: e le braccia di Misaki intorno a lui sono più calde di qualsiasi coperta possano mettersi addosso, anche mentre la pioggia continua.
 
Perché forse un giorno potrebbero riuscire a capire come costruire una vera estate per loro.
  
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