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Autore: Emily27    22/04/2015    3 recensioni
Emily desiderò baciarlo, posare le sue labbra su quella bocca che era un richiamo irresistibile, per un ultimo bacio.
(Storia partecipante al concorso "Shakespearian quotations contest - II Edizione" indetto da _juliet)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Emily Prentiss
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il sapore dell'ultimo bacio



 
"Così, con un bacio, io muoio."
(Romeo and Juliet, V, III)



 
Emily attraversò il salone fino alla porta finestra che dava sul terrazzo e che era stata lasciata aperta. Rimase sulla soglia a sentire il profumo della primavera, mentre osservava Ian Doyle il quale, dandole le spalle, stava concludendo una telefonata.
«... ci vediamo domani al luogo indicato, siate puntuali.» L'uomo ripose il cellulare nella tasca dei pantaloni e, come se avesse avvertito la sua presenza, si girò verso di lei. «Lauren...» la chiamò.
Emily avanzò e lo raggiunse dinanzi la balaustra di pietra.
«Hai preso gli ultimi accordi?»
«Sì. È una buona partita di armi, del tipo che stavo cercando. L'appuntamento è fissato per domattina all'alba, mi accompagni?» domandò lui scostandole dolcemente i capelli dal viso.
Prentiss esitò, poi sorrise e rispose: «Certo, come sempre.»
Doyle non immaginava che non sarebbero andati a quell'incontro, né che molto presto per lui,Valhalla, e per la sua organizzazione sarebbe stata la fine.
Emily rivolse lo sguardo in basso, sul giardino in fiore. Amava particolarmente una varietà di iris gialli e viola, che crescevano ai piedi di un albero. I suoi occhi si sollevarono poi a cercare quelli di lui, due iridi azzurre come il cielo del suo paese d'origine. Era pericoloso il modo in cui ogni volta giungeva al limite di perdersi in quello sguardo, e spesso quel limite veniva superato. In quel momento accadde.
Emily desiderò baciarlo, posare le sue labbra su quella bocca che era un richiamo irresistibile, per un ultimo bacio. Forse era un pensiero inopportuno per un'agente sotto copertura che stava soltanto svolgendo il proprio lavoro, ma non le importava: giusto o sbagliato che fosse, intendeva soddisfare quella volontà. Poi Lauren Reynolds sarebbe morta  ed Emily Prentiss tornata alla vita.
Gli posò una mano sulla guancia, ruvida di un accenno di barba, e avvicinò le labbra alle sue, fino ad unirle. Doyle rispose al suo bacio, ed Emily chiuse gli occhi abbandonandosi alle sue labbra, calde e sempre più insistenti, che poco a poco le infiammarono i sensi.
Quando si staccarono, scorse negli occhi di lui un'ombra di desiderio, lo stesso che scorreva nelle sue vene. Ma non c'era tempo. Indugiò solo un istante, durante il quale si concesse di dirgli mentalmente addio.
Prima che Doyle potesse esprimere un qualche intento, con il cuore che le batteva forte e un groppo in gola, disse: «Vado a cogliere dei fiori da mettere nel salone.»
Lui non la trattenne, si limitò ad annuire.
Emily attraversò il terrazzo e, senza voltarsi indietro, rientrò in casa.
Prima di scendere in giardino, ubbidendo ad un istinto, andò nella camera da letto che divideva con Doyle. Aprì il cassetto del suo comodino, prese la collana con l'anello che lui le aveva donato, quale simbolo dell'impegno nel loro legame sentimentale, e la tenne per qualche secondo fra le mani, dopodiché se la mise al collo nascondendola sotto la camicetta. Non volle interrogarsi sulla natura di quel gesto, anche se in cuor suo ne conosceva perfettamente la ragione. In silenzio, uscì dalla stanza dove per quasi due mesi aveva fatto l'amore con Ian Doyle.
Entro breve sarebbe arrivata la CIA, l'avevano avvertita con un messaggio sul cellulare. Si sbrigò a scendere le scale e uscì in giardino, dove la sua cattura si sarebbe risolta più velocemente. L'avrebbero arrestata e portata via, la stessa sorte sarebbe toccata anche a Doyle, con la differenza che per lei si sarebbe trattato di una messinscena. Tutta la sua vita negli ultimi mesi era stata una finzione, ma mentre lo pensava si rendeva conto che non era proprio così: i suoi sorrisi era stato veri, la sua passione e la sua tenerezza erano state vere. L'irrazionale malinconia che adesso non riusciva a scacciare era vera.
Esistevano dei piani anche riguardo il piccolo figlio di Doyle, il quale sarebbe stato fatto credere morto, al fine di evitargli possibili ritorsioni da parte dei nemici del padre. Quella era stata un'idea esclusivamente sua, perché aveva imparato a voler bene a Declan e non voleva che gli accedesse qualcosa di male. Si sarebbe occupata lei stessa di farlo crescere nel migliore dei modi e in un ambiente adeguato.
Raggiunse l'aiuola di iris e si chinò a coglierli, posandoli dentro un cestino che affidò poi al giardiniere. Ne prese ancora uno e lo avvicinò al viso per sentirne il profumo che, lo sapeva, le avrebbe sempre ricordato quel luogo.
In quel momento arrivarono: tre berline irruppero sul viale fermandosi davanti a lei. Emily si alzò in piedi e il fiore cadde a terra sull'erba. Due agenti scesero dai mezzi, corsero a strattonarla per condurla via e, prima che la costringessero a salire su una delle auto, Emily sollevò lo sguardo verso il terrazzo incontrando quello di Doyle, il quale stava osservando la scena. Le fece un cenno rassicurante con la testa, ignaro che entro pochi istanti non sarebbe più stato un uomo libero. Emily, mentre l'auto la stava portando via, tenne gli occhi su di lui attraverso il finestrino, finché scomparve dalla sua vista.
Gli agenti presenti sulla macchina, persone che Prentiss non conosceva, si congratularono con lei per la buona riuscita di quell'operazione durata mesi. Valhalla era stato catturato e la sua organizzazione smantellata: probabilmente avrebbe anche ricevuto gli elogi da parte del suo capo.
Era finita.
Guardò fuori dal finestrino, dove prati ed alberi in fiore sfilavano davanti ai suoi occhi. Attese che si palesasse in lei il consueto sentimento di trionfo e soddisfazione, che seguiva l'esito positivo di una missione importante, ma le uniche cose che sentiva erano un senso di vuoto e la presenza della collana sulla sua pelle sotto la camicetta.
Mentre l'auto la portava lontano dalla vita che aveva vissuto come Lauren, si sfiorò la bocca con le dita, dov'era ancora impresso il sapore delle labbra di Ian.


 


 
  
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