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Autore: Chocolat95    23/04/2015    2 recensioni
Dieci minuti ha chiesto Lugonis ad Albafica. Ma quanto possono durare dieci minuti? Se ci si diverte il tempo passa in un attimo, se invece come il giovane Pisces si sta aspettando qualcosa di molto importante, anche il minimo lasso di tempo diventa un’attesa estenuante.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cancer Manigoldo, Pisces Albafica
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dieci minuti. Solo dieci minuti gli aveva chiesto suo padre, per parlare con quel ragazzo.
Era stato gentile come suo solito ma il tono pacato celava al contempo fermezza e ciò significava che la considerava in ogni caso una cosa importante. Quando gli aveva detto che avevano cominciato a frequentarsi non c’era stata nessuna folle reazione da parte del genitore, era un uomo dalla mente aperta e non vedeva alcun problema nel fatto che suo figlio avesse rivolto le sue attenzioni ad un altro ragazzo piuttosto che ad una ragazza. Avrebbe comunque riservato lo stesso trattamento anche ad una fanciulla perché ciò che voleva capire Lugonis era cosa avesse la persona che si trovava di fronte per essere riuscita ad arrivare al cuore del figlio che era sempre apparso all’esterno chiuso come una cassaforte. Sapeva benissimo che questo era dovuto al fatto che dentro si celava veramente un tesoro e voleva essere sicuro che l’altra o, in questo caso l’altro lo meritasse. Poteva sembrare eccessivo, mica dovevano sposarsi, ma non capitava spesso che Albafica si aprisse a qualcuno e sicuramente non era mai accaduto il ‘quel’ modo.

Albafica quindi se ne stava in sala dove il padre gli aveva chiesto di rimanere, seduto sul divano, ma la tentazione di avvicinarsi alla porta chiusa della cucina era abbastanza forte. Si armò di pazienza e cominciò a smanettare col cellulare aprendo di continuo la stessa pagina sul web e lanciando occhiate all’orologio che portava al polso ogni due secondi. E più guardava più gli sembrava che il tempo non passasse, ad un certo punto credette pure che gli si fosse scaricata la batteria perché non vedeva le lancette muoversi. Quell’attesa era logorante, non che fosse nervoso, non era nulla di grave lo sapeva, e glielo aveva detto anche Lugonis ma aspettare senza poter far niente per lui era sempre un po’ uno strazio, in quel momento soprattutto.
Dopo un tempo che parve interminabile, cominciò a sentire dei rumori provenire dall’altra stanza, come di sedie che si spostavano e passi che si avvicinavano e finalmente la porta si aprì. Manigoldo uscì col suo solito sorriso sghembo e senza toglierselo dalla faccia gli disse: “tuo padre ti aspetta…”.
Svelto Albafica entrò accolto da un “Chiudi la porta per favore” e prima di eseguire lanciò uno sguardo all’altro che ricambiò con uno di quei sorrisi tutti suoi.
“Questa proprio non me la aspettavo…” iniziò Lugonis
“Credevo non fosse un problema che sia un ragazzo-“ Intervenne subito il giovane
“Infatti non è quello – lo interruppe -  è che… siete così diversi…”
Non sapeva come interpretare il tono del padre e quindi neppure come rispondere.
“E poi, non era proprio lui quel ragazzino che mi avevi detto starti particolarmente antipatico una volta…?” riprese il genitore con un mezzo sorrisino.
“Sì! Ma – si affrettò a rispondere – è perché lo avevo giudicato male…! Io, vedevo solo il suo intento di infastidirmi, e magari era così all’inizio, ma poi ho capito che in realtà era volontà di conoscermi… di conoscerci… cioè…” cominciò a farfugliare provocando una sonora risata al padre.
“Capisco… sai, mi ha fatto un’impressione strana - Albafica tacque mentre invece il cuore faceva un gran rumore – conosco suo padre, signore rispettabilissimo, ma lui, non gli assomiglia per nulla… è un tipo sveglio si vede subito, vivace, forse un po’ troppo eh? Ma ha anche quel non so che… è il tuo perfetto opposto…!”
“Già…” constatò solamente il ragazzo
“Però tu ti ci trovi bene…”
“Benissimo - non aveva alzato la voce, solo lo sguardo verso Lugonis – credo… che sia la prima persona dopo di te, con cui riesco a sentirmi così… me stesso e sicuro…”
Il tono fermo con cui dichiarò ciò lo convinse definitivamente “Allora, se le cose stanno in questo modo… cosa vuoi che ti dica…?” non finì la frase, il suo sorriso lo fece per lui.
Uno uguale si dipinse sul volto del giovane figlio che si affrettò fuori dal compagno e quando lo raggiunse lo sorprese dandogli un delicato bacio sulle labbra.
“Questo vuol dire che sono ok?” chiese Manigoldo guardandolo negli occhi continuando a tenerselo stretto.
“Questo vuol dire: benvenuto nella famiglia dei pesciolini, granchietto!”

 


Angolo dell’autrice:
Visto che ormai è la prassi, dirò due paroline sulla ff ma cose molto semplici come che l’espirazione m’è venuta oggi mentre aspettavo mia sorella fuori da scuola e che mentre la elaboravo nella mia testolina mi son resa conto sempre più che mi sembrava di descrivere la scena finale di “Orgoglio e Pregiudizio”… XD
Dato che però i nostri per il momento non si devono sposare ma semplicemente dire che stanno insieme, ho cercato di farla più semplice ma comunque credibile possibile.
Perciò se mi lasciate un commentino, sarò contenta di leggere le vostre impressioni ^^

  
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