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Autore: Nono23    23/04/2015    2 recensioni
Se prendiamo i soliti filmini mentali che si fanno quando si è fidanzati nel giorno del proprio compleanno, del genere: “Cosa mi regalerà? Spero che il primo a farmeli sia lui!...”, mischiate con amore, comicità, battute piccanti e qualche delusione passeggera, cosa pensate che ne venga fuori? Mah, io ci ho provato ed ecco a voi il risultato! Buona lettura a tutti/e!
Dedicata a tutte le amanti della coppia Tom/Holly, in particolare a baby junior.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'L'Artista e il Capitano-Love Story'
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Si era svegliato di buon umore quel giorno. In fondo, era pur sempre il suo compleanno. Il 5 maggio. Si alzò dirigendosi prima in bagno, per cambiarsi, poi in cucina, per fare colazione, concedendosi un biscotto in più. Si era più volte ripromesso di non fantasticare su cosa il suo fidanzato avrebbe potuto riservargli per quel giorno, ma la sua mente non aveva voluto sentire ragioni e prese a navigare da un mare all’altro di fantasia: gli avrebbe regalato dei fiori, una scatola di cioccolatini o una cena a lume di candela? Con questi pensieri si era portato di fronte alla porticina in ferro intrecciato del campo da calcio. Come mise piede sull’erba fresca del mattino, si sentì chiamare in lontananza e vide sopraggiungere la sua squadra.
<< Toooooooom!>>
<< Ehi, ragazzi! Buongiorno! Come siete allegri! È successo qualcosa di bello?>> li salutò lui, notando il sorriso stampato sulle loro facce.
<< Beh… è il tuo compleanno, quindi AUGURI!!!!!!!>> esclamarono tutti in coro.
<< Ragazzi, non pensavo che ve ne ricordaste… beh, comunque sia grazie!>> sorrise gentilmente, poi li scrutò meglio e solo in quel momento notò la mancanza del Capitano.
<< E il Capitano dov’è?>> domandò tentando di dominare le emozioni che gli si amalgamavano nel corpo come un impasto per la torta.
<< Mh? Ah, lui penso sia al campo ad allenarsi…>> rispose Johnny Mason.
<< Va bene…>> disse non troppo convinto e con una punta di delusione. Gli sarebbe piaciuto ricevere gli auguri per primo dal suo Capitano. E indovina dov’era, invece? Su un campo da calcio ad allenarsi, ovviamente! Come se non fosse già il migliore!
Indossò la divisa e cominciò l’allenamento insieme alla squadra, che una volta arrivati sul campo confermarono la loro ipotesi estremamente certa: Holly era a provare dei tiri in porta.
A fine allenamento, le Managers stavano distribuendo gli asciugamani e le bottigliette d’acqua, quando si sentirono degli urletti concitati e bisbigli:
<< Eccolo là!>>
<< È lui!>>
<< Dai, andiamo là!>>
Era chiaro che fosse un gruppo di fans che si avvicinarono alla rete e chiamarono:
<< Toooooooom!>>
Lui si voltò di scatto e le raggiunse. Ringraziò il cielo e tutti i Kami di avere una rete come divisorio, altrimenti si sarebbe già trovato nudo con addosso tutte quelle ragazzine urlanti.
<< Ciao! Noi siamo tue grandissime fans! Avevamo una cosa da dirti…>> iniziò una con i capelli lunghi e marroni.
I compagni lo guardarono sghignazzanti, mentre Hutton cominciava a rodere dalla gelosia.
“ Stai calmo… Stai calmo… vedrai che se ne andranno tra due secondi… Continua a rimanere calmo…” intanto che se lo ripeteva, però, si era alzato e lo stava raggiungendo a grandi falcate sotto gli occhi straniti dei loro compagni.
<< BUON COMPLEANNO TOM!!!>> avevano detto disponendosi l’una accanto all’altra e accompagnando le parole con un inchino.
<< G-Grazie ragazze!>>
<< Ehi, Tom! Muoviti, dobbiamo tornare ad allenarci, ricordi?>> Holly era a un metro da lui e gli aveva posato una mano sulla spalla con fare apparentemente amicale.
<< AH! IL CAPITANO!>> cinguettarono le fans lì vicino.
“ Si vede come sono mie grandi fans…!” pensò Becker sollevato da una parte e sconsolato dall’altra.
“ Oh-oh… forse ho combinato un pasticcio…” pensò invece il numero 10.
<< Eh, mi dispiace ragazze, ma ora dobbiamo andare. Ci rivediamo alle partite e grazie ancora. Ciao!>> le congedò l’11 con un sorriso falso.
<< Avete sentito?>>
<< Sì, ci ha invitato alle loro partite!>>
<< E ci ha detto grazie ancora!>>
<< Io svengo!>>
<< Ah!>> e altri frasi piuttosto sceme si levarono da quel gruppetto al di là della rete.
I due si allontanarono e Holly aveva notato uno sguardo contrariato e deluso sul bellissimo volto di Tom. Ma non riusciva a decifrarlo e ciò lo mandava in bestia. Beh, ma ora doveva controllarsi. Non poteva permettersi sceneggiate davanti al suo amico pallone e alla squadra: si sarebbero potuti traumatizzare e lui non voleva che ciò accadesse.
“Possibile che Holly non ci arrivi? Insomma! Sono le 12.45 e non mi ha ancora fatto gli auguri o un minimo cenno che gli assomigliasse, cavolo! Uff… e adesso che fa? È inutile che mi guardi stizzito; io non ti dico nulla! E poi, possibile che non abbia sentito né quelle oche starnazzanti né la squadra stamattina? Beh, ti posso abbonare che quando giochi a calcio ti dimentichi di tutto e tutti, ma almeno due minuti fa… Okay, basta pensare cosa potevi o meno fare. Pensiamo piuttosto a finire gli allenamenti e andare a casa, che è meglio…” pensò Tom mentre prendeva posizione in campo e serviva la palla a Holly. Si erano divisi in due squadre e stavano disputando una partita sotto lo sguardo attento di Mister Marshall.
A fine allenamento, verso le 16.30, si diressero tutti negli spogliatoi. Holly continuava a scrutare il fidanzato di sottecchi, per non farsi beccare dai compagni, e un brivido di eccitazione lo attraversò quando lo vide spogliarsi prima della maglietta madida di sudore, poi dai pantaloncini sporchi di erba e infine dei boxer, dopo essersi legato in vita un asciugamano. Senza volerlo Becker l’aveva fatto in modo sensuale e lento, tanto da scatenare una serie di fantasie erotiche vietate ai minori di 30 anni in Hutton. Diede uno sguardo al tipo là sotto e vide che era d’accordissimo con i suoi pensieri. Fin troppo d’accordo… prima di avere seri problemi decise di gettarsi sotto una doccia fredda gelata e concentrarsi su altro.
I compagni, nel frattempo, avevano iniziato a defluire progressivamente e Tom era uno degli ultimi, insieme a Holly e a Bruce, il quale si era trattenuto più a lungo perché in ritardo a fare la doccia.
Il 10 e l’11 uscirono praticamente in contemporanea, ma Becker aveva affrettato il passo. Oliver in due falcate, però, lo raggiunse e tentò di intavolare una conversazione:
<< Ehi, Tom! Cos’è tutta questa fretta?>>
<< Affare mio.>> rispose asciutto e lapidario, dopo averlo scrutato deluso e con una punta di rabbia.
<< Come siamo amichevoli oggi. È sicuramente successo qualcosa. Perché non me lo dici?>> cercò di andare oltre Hutton al tentativo di troncare il discorso sul nascere da parte sua.
“Perché sei tu la causa del mio malumore, stupido!” << Perché non ha importanza.>> disse puntando lo sguardo altrove. Allungò il passo e si defilò per una viuzza che portava direttamente a casa sua. Dal canto suo, Holly lo guardò allibito e infastidito: insomma, lui cercava di aiutarlo e si sentiva rispondere male? Poteva andare a quel paese e restarci! Sapeva dove trovarlo, se ne avesse avuto bisogno.
Andò a casa e sua madre notò subito che c’era qualcosa che non andava nel figlio.
<< Bentornato, tesoro! Come sono andati gli allenamenti?>>
<< Bene, mamma. Come sempre.>>
<< Ah, a proposito… sai che giorno è oggi?>>
<< Martedì.>>
<< No, dico il numero.>>
<< Il 5 maggio, mamma. Perché?>>
<< Hai fatto gli auguri a Tom?>>
<< No. Perché mai dovrei fargli gli auguri?>> mentre un sospetto gli si insinuava nella sua testolina: vuoi vedere che oggi è…
<< Perché oggi è il suo compleanno. Ti sei dimenticato? Ah, sei senza speranza!>> ma nel momento in cui concludeva la frase il rumore di una porta che sbatteva si diffuse in casa Hutton.
Corse a perdifiato fino a raggiungere l’abitazione di Tom. Si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato e suonò. Dopo qualche minuto venne ad aprire il padrone di casa con un sorriso sforzato che si trasformò in uno amaro.
<< Che vuoi?>> chiese sgarbatamente.
<< Amore…>> vide il ragazzo storcere il naso a quella parola. Era davvero deluso, allora…
<< Senti, amore, mi dispiace se ora sei arrabbiato. Però… sono ancora in tempo, no? Quindi… TANTI AUGURI, tesoro.>> disse guardandolo con occhi sinceri e pentiti. Lo sguardo di Becker, invece, passò dallo stizzito, all’incredulo e finì con uno addolcito. Sorrise felice, poi rispose:
<< Scusa se mi sono arrabbiato con te, però ammetto che mi sarebbe piaciuto un sacco ricevere gli auguri per primo dal mio fidanzato… e comunque grazie…>> poi gli si formò un dubbio, che espose: << Senti, ma… come mai quest’illuminazione alle 17.30 del pomeriggio?>> vedendo la sua titubanza nel rispondere, si appoggiò allo stipite della porta, incrociò le braccia al petto e il suo viso si trasformò in un ghigno sarcastico.
<< Scommetto tre a due che te l’ha ricordato tua mamma, vero?>> Holly arrossì e puntò lo sguardo per terra. Oltre ad aver colpito il bersaglio, quella posa era estremamente eccitante. E la cosa che gli mandava in pappa il cervello era che Tom lo faceva inconsapevolmente!
<< Già, la tua faccia parla da sola.>>
<< Beh, però ora sono qui con la convinzione che si può ancora rimediare.>>
<< Parti svantaggiato perché non hai un regalo.>> fece lui provocatorio.
<< Beh, chi lo dice che non ho un regalo? Prima di fartelo, però, devi farmi entrare…>> pronunciò enigmatico e malizioso il numero 10. Non solo aveva voglia di fare l’amore con lui, perché sapeva che gli avrebbe fatto scordare tutto a Tom, anche che era nella ragione, e lo avrebbe rabbonito, ma era piuttosto stanco di stare lì, fermo, sulla porta.
<< Oh-Oh, come siamo audaci signorino Hutton! E va bene, le concederò l’onore di entrare nel mio Pied-à-terre.>> si scansò su un lato per farlo passare. Appena richiuse il portone, si sentì trascinare sul divano per una mano intrecciata saldamente alla sua. Si lasciò guidare senza ribellarsi, perché in fondo non era mai stato veramente arrabbiato con lui. Voleva tenerlo in pugno per un po’, tanto sapeva chi conduceva il gioco a letto: lui stava sotto e Hutton sopra.
Si sedettero sul divano, ma con uno scatto felino fu Tom a baciare il Capitano. In effetti avrebbe dovuto avvenire il contrario e Holly ne rimase un attimo stupito, poi, però, decise che avrebbe dovuto lasciarsi comandare dal compagno.
<< Mmmh… però tu sei tutto sudato e io pure… penso che sia l’occasione per fare una doccia. Io sono il festeggiato, io vado per primo.>> parlò in modo così convincente che Oliver rimase sbigottito da tale pensiero. Tom era prossimo al corridoio quando si voltò e disse beffardo:
<< Beh, che fai lì impalato? Era sottinteso che venissi anche tu con me, no? O forse ti fa male il sedere e non puoi muoverti?>> scherzò lui, allungandogli una mano.
In quel breve tragitto Holly continuò a divoragli il collo con baci sempre più focosi e Tom non sapeva resistergli. Si appoggiarono alla porta e Becker ansimava, il battito cardiaco era decisamente aumentato. A tentoni trovò la maniglia e l’abbassò. Entrarono e senza esitazioni si tolsero i vestiti. Le mani scorrevano veloci sulla pelle sudata e calda di Oliver, che geme con crescente intensità. Aprono il getto dell’acqua calda e dopo qualche secondo entrano in doccia. La schiena calda di Tom a contatto con la superfice fredda delle piastrelle azzurre venne percorsa da brividi, ma mai quanti ne suscitava il tocco voglioso di Holly. Hutton leccava il petto candido del compagno, che si stava dedicando alle spalle e al collo. Quando le mani del numero 10 toccarono il sesso già duro di Becker, quest’ultimo ebbe un sussulto così forte da mordergli la spalla destra. Gemette un’altra volta e si sentì pronto ad esplodere dal piacere. Tra gli ansimi che si  confondevano con lo scroscio dell’acqua, si poté distinguere chiaramente la richiesta di Tom: << Fammi tuo ora… SUBITO!!!>>
Oliver non se lo fece ripetere due volte che entrò in lui ed scoppiarono in un orgasmo contemporaneamente. Si amarono, quando, stanchi, sudati, ansimanti ma estremamente appagati, si diressero, avvolti entrambi da un asciugamano enorme, sul letto del padrone di casa che esclamò:
<< È il miglior compleanno di tutta la mia vita!>>
<< Immagino! Per farmi perdonare mi sono beccato anche un tuo morso!>> esclamò Holly abbracciato a Tom, che in quel momento spostò lo sguardo sul segno rossiccio impressogli sulla pelle della spalla destra. Sogghignò e lui lo riprese:
<< Non c’è proprio niente da ridere! Cosa penseranno domani gli altri! Che un vampiro mezzo ciecato ha sbagliato mira e non ha beccato il collo?>>
<< Se vuoi provvedo subito a sistemare!>> rispose malizioso Becker.
<< No, grazie!>> esclamò lui con sguardo vagamente torvo e divertito al contempo.
<< Su, su! È un marchio di casa che puoi avere solo tu!>>
<< E vorrei ben vedere! Tu sei mio!>> disse lui in un moto di gelosia.
<< Anche tu sei solo mio!>> lo guardò innamorato e gli occhi di Holly si raddolcirono all’istante.
<< Sai che ti amo?>>
<< Sai che io amo il mio ragazzo con il pallone sempre in testa… o quasi!>> rise all’espressione imbarazzata del suo fidanzato, poi lo baciò e si addormentò vinto dalla stanchezza e cullato dal respiro regolare di lui.
Holly gli carezzò amorevolmente la testa, sorrise, gli posò le labbra tra i suoi castani capelli e chiuse gli occhi per un riposo ristoratore.

Fine.

Angolo dell’autrice:
 EhEhEh! Salve a tutti, sono tornata! Come state?
Bene, che dire di questa strana, dolce e piccante one-shot sulla mia coppia yaoi preferita? Ah sì, che io muoio quando Tom tira fuori certe risposte! Ahahah! Non riesco più a vivere senza i miei due ciccini bellibellibelli!!! Okay, basta. Serietà! Seeee, credeteci… Beh, per il momento vi lascio ai commenti, ai suggerimenti e alle critiche che sono sempre bene accette allo scopo di migliorare.
Un abbraccio, un bacio e un saluto caloroso,
Nono23.
I personaggi non mi appartengono ma sono stati ideati dal grande sensei Yoichi Takahashi.

   
 
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