La vita è difficile per me.
Ovunque io vada, mi sembra ancora di sentire la risata tonante di Finn e di percepire il suo inebriante profumo.
A volte mi scopro a cercarlo con gli occhi, come se lui potesse comparirmi di fronte all’improvviso, come faceva quando cercava di spaventarmi.
Adesso, però, per quanto io lo aspetti, lui non mi raggiunge mai, ed io rimango sola con il suo ricordo.
Ogni giorno il pensiero che Finn Hudson non ci sia più mi dilania come la volta in cui ho appreso che se n’era andato, e non solo per pochi minuti.
Ha lasciato me, Rachel Berry, la ragazza che più lo ha amato al mondo.
Adesso il Glee non ha più senso di esistere, senza di lui.
Esattamente come la mia vita.
E la cosa che più mi spezza il cuore è che non è solo quando sono sul set che mi manca da impazzire l’uomo della mia vita.
Perché Finn non è morto unicamente nella serie televisiva “Glee”, nella finzione.
Magari fosse così.
Non lo è.
Perché Cory Monteith è morto davvero, nella realtà, questa realtà dura  crudele che vede me protagonista persa e sola della sua storia.
Lui se n’è andato.
Ha lasciato definitivamente il suo corpo, che ora, privo dell’anima, è niente più che un guscio vuoto, una sincope.
Ed ha lasciato me, Lea Michele, la donna che lo ha sempre amato e che mai lo dimenticherà.