Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |      
Autore: Minako_86    28/12/2008    10 recensioni
Missing moment di una delle mie due future long-fiction, su richiesta della Socia.<3
[...]- Sai... - Mormorò - Secondo me, invece, questa bimba è stata molto fortunata a capitare qui. Ha tre papà meravigliosi che le danno tutto l'amore di cui ha bisogno... Perchè, alla fine, è l'amore. Quella è la sola cosa che serve a lei. -[...]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Delia si svegliò di soprassalto, facendo un discreto salto che rischiò perfino di farla cadere dal divano su cui stava placidamente sonnecchiando

Eccoci qua, ennesima shot. Vogliamo indovinare chi me l'ha richiesta? A chi la dedicherò? Chi mi ha tartassato di sms con faccini sbriluccicosi per due giorni? Immagino non ci sia nemmeno bisogno di dirlo, comunque...

 

A Elisa (alias Tempe-la Socia), perchè la protagonista è nientepopodimenochè caratterialmente ispirata a lei. Con infinito affetto, ovviamente.<3

 

A proposito, questa shottina non è un qualcosa di a sè stante, ma un missing-moment, un minuscolo spaccato da quella che sarà una delle prossime due long-fic a tema Jonas che scriverò, dopo la mia "Gabrielle". Quindi questa non è l'ultima volta che leggerete di Delia.

 

O della piccola Audrey che... Ma no, non voglio anticiparvi nulla!x3 Vi godrete meglio la sorpresa.

 

Chiaramente, vista la destinataria della fic, è Joe-centrica. U.U

 

Beh, che altro dire? Buona lettura, care e hope you'll like it!<3 (Ah, piccola premessa: i Jonas si sono trasferiti in un appartamentino in un quartiere abbastanza defilato di New York e Delia è la loro vicina-dirimpettaia!x3).

 

Baby Boom

 

 

{ Poi mi riscuoto e già ho dimenticato...
Ma, dentro di me, l'anima rapita
avverte che quella bimba appena nata
già vale più della mia stessa vita. }

Adattamento di L'Incontro - Andrea, Valeria, Monica (Saranno Famosi)

 

 

Delia si svegliò di soprassalto, facendo un discreto salto che rischiò perfino di farla cadere dal divano su cui stava placidamente sonnecchiando. Si scostò i capelli dal viso, emettendo un verso molto poco aggraziato e ancor meno femminile, prima di dirigersi a passo di marcia verso l'ingresso.

 

C'era qualcuno che doveva essersi divertito ad attaccare dello scotch sul suo campanello, perchè questo continuava a suonare ininterrottamente da almeno cinque minuti buoni.

 

Il solito ragazzino imbecille del quinto piano, o uno dei suoi stupidi amichetti.

 

Pensò, facendo scattare la maniglia con un gesto deciso.

 

- Delia, la porta! Miseria schifa!!! - Tuonò una voce già intrisa di panico. La ragazza fece in tempo ad alzare lo sguardo giusto per vedere Joe Jonas che saltellava sul suo zerbino, tenendosi una caviglia con la mano.

 

- Oh, cielo. Scusami, Joe! N-non credevo... Cioè, pensavo... Ti-ti sei fatto male? I ragazzini... quinto piano... - Balbettò, facendo per avvicinarglisi almeno tre volte e ripensandoci altrettante.

 

E presumibilmente, avrebbe continuato ad allungare e ritrarre la mano all'infinito, se Joe non avesse preso il controllo della situazione, ponendo definitivamente uno stop alla sua personalissima crisi mistica.

 

- Deels... - Soffiò, agguantandola per le spalle e attirandola impercettibilmente verso di sè.

 

- S... Sì? - Pigolò lei, mentre il suo viso sperimentava tutte le tonalità di rosso possibili, finendo per virare ad un magenta tendente al viola.

 

Deglutì profondamente, cercando di ricordare a sè stessa che esisteva altro, al mondo, oltre alle mani di Joseph Adam Jonas.

 

Mani calde, forti, strette dolcemente intorno alle sue spalle minute... No, ok, tentativo miseramente fallito.

 

- Sta' zitta per un secondo e ascoltami. - Continuò, mentre lei era già partita per un meraviglioso mondo immaginario in cui Joe aveva suonato alla sua porta per giurarle sempiterno amore e portarla via su di un bellissimo cavallo bianco. O una roba del genere... Anche una bicicletta sarebbe andata bene. Un triciclo, qualunque cosa...

 

- ... talco? - Le ultime due sillabe di ciò che presumibilmente era stata una lunga, affrettata domanda raggiunsero le sue orecchie da quelli che sembrarono essere chilometri di distanza.

 

- Eh?! - Balbettò, ritornando improvvisamente con i piedi per terra.

 

- Ti ho chiesto se hai del borotalco. Ti prego, mi salveresti la vita! - Ripetè lui, scuotendola leggermente.

 

- Io... Sì, credo di sì. - Rispose, sistemandosi la coloratissima montatura sul naso. Joe si sciolse in un sorriso radioso che rischiò seriamente di provocarle uno scompenso cardiaco.

 

- Oh, grazie Signore! - La lasciò andare, balzando nell'appartamentino come un leone sulla preda. - Dov'è? -

 

- Nell'armadietto in bagno. - Lo guardò percorrere il corridoio, cercando di convincersi che Joe Jonas stava veramente camminando sul suo pavimento di piastrelle artigianali in ceramica italiana. E stava per entrare nel suo microscopico bagno color confetto, e... - No, NON FARLO! - Urlò, neanche oltre la porta verniciata di rosa ci fosse una bomba pronta ad esplodere.

 

Joe mollò istantaneamente la maniglia, facendo un gran balzo all'indietro.

 

- Che c'è? Che Succede?! - Esalò, con il cuore in gola.

 

- E'... sarà... tutto in disordine... - Mormorò Delia, arrossendo nuovamente fino alla punta del lunghi capelli scuri.

 

Lui, leggermente interdetto, la guardò per qualche secondo, prima di chinare il capo per nascondere una risatina sommessa.

 

Che figura del cavolo.

 

Si morse la lingua, dandosi mentalmente della deficiente per essere riuscita a rendersi ancora più ridicola ai suoi occhi. Lo sorpassò senza dire nulla ed entrò nella piccola stanza, prendendo a frugare qua e là senza troppe cerimonie.

 

Ci mise perfino meno del solito e riuscì a far cadere sul pavimento solo due confezioni di prodotti decisamente troppo femminili per poter essere lasciati in bella vista. Li spedì con un calcio il più lontano possibile dalla porta socchiusa oltre la quale lui avrebbe potuto intravvedere qualcosa.

 

Uscì dalla porta a testa bassa, stringendo il talco come se volesse farlo schizzare fuori dal contenitore.

 

- Ecco qua. - Ringhiò, ficcandogli in mano il barattolo di ceramica con il coperchio a forma di stella. - Riportamelo quando hai finito. -

 

- Grazie. - Rispose lui, accarezzandole il braccio. - Ero nel panico sul serio! Kev non c'è, Nick è al lavoro e io... Non immaginavo che Tiff  avesse un'autonomia-pannolino così scarsa! -

 

- Tiff? - Domandò lei, inarcando un sopracciglio. Joe sbuffò, scostandosi un ciuffo perfettamente piastrato da davanti agli occhi.

- Audrey. - Borbottò, aggrottando le sopracciglia. - Anche se io continuo a sostenere che "Tiffany" sia molto più carino... E meno snob. -

 

- Ah. - Sorrise Delia, per sbiancare come un lenzuolo l'attimo successivo. - E tu hai lasciato Audrey in casa, da sola!? Oh, Joe!!! - Sbottò, correndo via senza nemmeno aspettare l'ovvia risposta.

 

Attraversò il pianerottolo a rotta di collo, schivando di un millimetro il vaso di un povero ficus benjamin, colpevole solo di trovarsi in fianco alla porta di casa Jonas. Joe la seguì, fermandosi solo un momento per bloccare la paurosa oscillazione della pianta che sembrava volersi schiantare a terra da un momento all'altro.

 

 

***

 

 

Audrey, dal canto suo, sgambettava tranquilla dalla sua non proprio comodissima posizione supina sul fasciatoio, esattamente dove l'aveva mollata Joe. Quando Delia la sollevò, stringendole piano i fianchi paffuti, emise un gridolino contrariato.

 

- Ehi, stellina, tutto a posto? - Domandò, osservando lo spropositato numero di fazzoletti accartocciati gettati qua e là e la confezione di pannolini, praticamente sventrata, abbandonata in bilico sul lavandino. - Non credo che il tuo... ehm... - Esitò, cercando la parola adatta a definire cosa potesse essere Joe per quella neonata. - Insomma, non credo che sappia granchè di come si gestisce una cosina come te. -

 

- No, infatti. - Ammise lui, entrando nella stanzetta con il talco in mano. - Di solito è Nick che si occupa di questo... lato della faccenda. Io sono il papà addetto ai giochi, non è vero Tiff? - Cinguettò, posando il barattolo per solleticarle amorevolmente la punta del nasino a patata. La piccola gli strinse le dita con le proprie, scoppiando in una risatina gioiosa.

 

- Capisco. - Esalò Delia, esibendosi in un sorriso tiratissimo, mentre cercava di dimenticare di aver sentito la parola "papà", inserita in quella frase. - Allora finisco io qui, sarà meglio per tutti... - Appoggiò di nuovo Audrey sul cuscino, cominciando ad armeggiare i silenzio con le varie creme e lozioni.

      

Nel giro di dieci minuti, la piccola era perfettamente cambiata, linda e profumata... E il bagno aveva assunto nuovamente un aspetto umano.

 

- Come... Come diavolo hai fatto? - Esclamò Joe, sistemandosi meglio la bambina contro la spalla. - Nemmeno Nick riesce a cambiarla tanto in fretta... E senza sprecare un solo pannolino! Sei fantastica! - Gongolò, facendole mancare un battito.

 

- Sono una donna. - Ribadì lei, quasi con rassegnazione. - Volenti o nolenti, noi ce l'abbiamo dentro, l'istinto materno... E poi ho lavorato in una nursery per qualche mese, anni fa. E' come andare in bicicletta, non si disimpara mai. - Sorrise, stringendosi nelle spalle. - A questo punto, se non ti servo più, prendo il mio talco e me ne torno a casa. -

 

- No, ASPETTA! - La bloccò lui, con forse un po' troppa veemenza. - Cioè... - Esitò, quando lei si voltò nuovamente, con uno strano luccichìo negli occhi. - Lascia almeno che ti offra qualcosa... Sai, per ringraziarti. Un caffè? - Chiese, passandosi la mano fra i capelli in un modo che a Delia parve incredibilmente sexy, anche se probabilmente era atto solamente a cercare di rimettere a posto i ciuffi che Audrey si era divertita a tirare tra le dita minuscole.

 

 

***

 

 

- Vola, vola! Vola, questa bimba! - Sorrise Delia, sollevando le braccia nell'atto di lanciare Audrey in aria. La bimba allungò le manine verso il viso della giovane cercando, con tutta una serie di gorgoglii e risolini, di afferrare una ciocca di lunghi capelli setosi.

 

Joe entrò nel salotto nel momento in cui la ragazza si lasciava cadere sul divano, abbracciando la sua Tiff in un coro di risate cristalline. Sorrise tra sè e sè, appoggiando il vassoio che aveva in mano sul tavolino di cristallo.

 

- Ecco qua. - Disse, richiamando l'attenzione di Delia che si ricompose frettolosamente, cercando di sistemarsi i capelli alla bella e meglio, mentre un delizioso rossore colorava le sue guance. Gli allungò nuovamente Audrey, come se non si sentisse autorizzata a tenerla in braccio, se poteva farlo lui. Joe si sedette sul tappeto, sistemandosi la neonata a cavalcioni di una gamba, preoccupandosi, con attenzione maniacale, che fosse comoda e ben salda. Poi, quando fu sicuro, si chinò a posarle un bacio sui radi capelli chiari, prima di prendere una tazza e cominciare a bere il suo caffè.

 

- Sei pieno di premure, nei riguardi della tua bambina. Chi l'avrebbe mai detto che Joe Jonas è il padre ideale? - Sorrise intenerita la giovane, tradendo una punta di amarezza.

 

- Padre? - Sobbalzò Joe, quasi soffocandosi con l'ennesimo sorso di liquido scuro. - No... Tiff non è... Cioè, è una storia lunga. - Tossicchiò.

 

- Ah no? - Si illuminò Delia. Ma allora...? Nick? - Chiese, aggrottando le sopracciglia. - O Kevin? Oh, lui sarebbe un papà perfetto, ci scommetto! E' così dolce e carino... -

 

- Ehm... No e... No. Non proprio, almeno. - Borbottò lui.

 

- Non proprio? - Ripetè meccanicamente lei. - E allora di chi è figlia, Audrey, scusa? - Joe sospirò pesantemente. A quel punto, tanto valeva vuotare il sacco.

 

- Noi... Non sappiamo chi è suo padre. - Sentenziò, mentre gli occhi color cioccolato di Delia si spalancavano a dismisura. - Potrebbe essere figlia di Nick... o di Kevin... o mia. -

 

- Ma... La mamma...? - Balbettò.

 

- Secondo me, lei lo sa benissimo, chi è. - Ringhiò Joe, bevendo un altro sorso di caffè. - Però è scomparsa, senza lasciarci modo di rintracciarla. E adesso siamo qui, in tre, a fare da balie ad una neonata che avrebbe bisogno come unica cosa... di sua madre. -

 

Delia riappoggiò la sua tazza sul vassoio e si inginocchiò di fronte a lui, allungando una mano per sistemare una piega sulla salopette di Audrey.

 

- Sai... - Mormorò - Secondo me, invece, questa bimba è stata molto fortunata a capitare qui. Ha tre papà meravigliosi che le danno tutto l'amore di cui ha bisogno... Perchè, alla fine, è l'amore. Quella è la sola cosa che serve a lei. - Sollevò lentamente lo sguardo, incastrandosi per una manciata di secondi negli occhi scuri di Joe.

 

Si fissarono in silenzio, mentre lui si chinava impercettibilmente in avanti, socchiudendo le ciglia nerissime. Delia avvampò, ma non fece quasi in tempo a realizzare cosa stava succedendo perchè, proprio sul più bello, la bimba le afferrò una ciocca di capelli che dondolava sulla sua spalla, dandole un sonoro strattone.

 

La ragazza schizzò letteralmente verso il basso, lasciando cadere la tazza che si rovesciò sul tappeto, mentre Audrey rideva soddisfatta.

 

- Ma che monella, sei! - La redarguì la ragazza, ridendo nonostante tutto, mentre sfilava i propri capelli dalle dita paffute. - Guarda cosa hai combinato! -

 

- Sai... -Sorrise Joe, accarezzando distrattamente il braccio della piccola. - Saresti una mamma perfetta, Deels. -

 

- Grazie, Joe... - Rispose al sorriso, assumendo lo stesso colorito di un pomodoro molto maturo. - A-adesso sarà il caso di sistemare questo disastro... - Balbettò, indicando la grossa macchia di caffè ai suoi piedi. Lui fece per alzarsi, ma lei lo fermò, raccogliendo la tazza in un gesto frettoloso. - No, lascia, faccio io. Tu stai con la bambina. - Si sistemò gli occhiali sul naso, prima di scomparire nella cucina di legno chiaro.

 

***

 

 

Da quella cucina ne riemerse tre quarti d'ora dopo, dopo aver lavato, oltre alle due tazze, la montagna di piatti che i tre scapoli d'oro avevano meticolosamente accumulato nel lavandino in almeno una settimana piena e aver ripulito il frigorifero da una buona dose di "mostri alimentari" che, un tempo, dovevano essere perfino commestibili.

 

Uomini.

 

Pensò, scuotendo la testa, mentre lanciava lo strofinaccio grigio sul tavolo prima di uscire dalla stanza. E lì, lì, però, si ritrovò davanti qualcosa di assolutamente dolce e del tutto inaspettato.

 

Joe era profondamente addormentato sul divano, così come Audrey che gli stava rannicchiata sulla pancia come un microscopico ragnetto, protetta dal suo morbido abbraccio.

 

Cercando, per quanto per lei fosse difficile, di muoversi silenziosamente e non urtare nulla, Delia si avvicinò ai due e, dopo essersi inginocchiata ai piedi del divano, posò un bacio sulla fronte della piccola... e uno all'angolo della bocca del giovane, che emise un sospiro soddisfatto, perso in chissà quale sogno meraviglioso.

 

- Credimi... - Bisbigliò, prima di andarsene. - Sei il miglior papà che si possa avere. -

 

La porta di casa Jonas si richiuse senza emettere il minimo rumore e, poco dopo, anche quella dell'appartamento di fronte...

 

... mentre il povero ficus, infine, giaceva riverso sulle mattonelle chiare del pianerottolo.

  
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: Minako_86