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Autore: WrongandRight    25/04/2015    2 recensioni
Follia nata dal nulla in una giornata di noia cosmica...Il direttore Hope Estheim ha segreti da nascondere, a quanto pare, ed i suoi amici si intrufolano nella sua vita privata, insoddisfatti della noia che pervade Gran Pulse e delle poche curiosità mondane propagate da Faceboook. AU, poiché posta dopo il XIII-2, in Academya, ma in un'ipotetica realtà che veda vivi e vegeti tutti i personaggi (e poi è principalmente demenziale, quindi più gente c'è meglio è!) e in cui sono presente tecnologie del mondo moderno (vedi FB). ^_^
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Eeeeeeeeeee incredibile ma vero... Sono tornata! xD 
Ci ho impiegato un'altra vita come al solito, ma alla fine ho finito anche questo capitolo, che dovrebbe essere un pochino più lungo dei precedenti ^_^
Innanzitutto ringrazio tutte le gentili persone che seguono ancora questa follia e che hanno cortesemente recensito, grazie mille xDD
Sembrano i saluti finali, ma non lo sono. Se non mi faccio prendere da follie in teoria il prossimo capitolo è l'ultimo. ^_^
Se avete consigli, suggerimenti sulla scrittura, trovate errori o semplicemente volete dare un'opinione a me farebbe molto piacere. Ho scoperto che si imparano un sacco di cose dai commenti dei lettori (come si scrive, ad esempio).

Buona lettura! (spero ^^)



Di feste, complotti e piscine

Hope Estheim sapeva che non doveva odiare i suoi amici. Perché, a tutti gli effetti, rimanevano i suoi migliori amici.
Sapeva anche che non doveva farsi prendere dalla collera, che doveva controllare i suoi istinti. Aveva bisogno di ragionare con calma, in maniera logica e comprensiva, come quando aveva dovuto bloccare la carta di credito 3 giorni prima della partenza dopo aver scoperto un'ulteriore camera prenotata a suo nome.
Sapeva che doveva agire con calma e pazienza, anche se si trovava sul molo alle sette di mattino, quando l'ora dell'imbarco era prevista per le undici e lui e Lightning erano gli unici due stupidi che si erano fatti abbindolare giungendo così presto.
Non doveva odiarli. Del resto l'avevano fatto anche per lui, per concedergli una pausa. L'avevano fatto per essere nuovamente insieme, come una grande famiglia.

Continuava a ripetersi queste parole il giovane scienziato a cui stava salendo un irrefrenabile istinto omicida condito da sadismo estremo. Non potevano nemmeno spostarsi tanto dato che Lightning, seguendo le parole della sorella, si era trascinata dietro una valigia dal peso consistente ed un'altra più piccola carica come un Chocobo in mezzo alle Dune Arse dopo ore di caccia folle.
Ed anche lui non era da meno: dato che non se la sentiva di lasciare tutti i progetti in mano ai suoi collaboratori (che durante la settimana erano riusciti a far diventare un tostapane un robot assassino) si era portato dietro pile e pile di progetti tenuti celati in valigette con riconoscimento dell'impronta digitale, dato che a bordo era stata invitata anche Alyssa.
I due, sul molo, isolati nel niente, erano tentati dal chiamare gli altri e spaventarli con una finta anticipata partenza, per poi ravvedersi considerando che non era proprio il modo migliore per iniziare un viaggio di una settimana.
Attesero al caldo, in silenzio su di una panchina, per le ristanti quattro ore che mancavano all'arrivo degli altri. In realtà non proprio in silenzio, dato che Hope tentò in maniera un po' goffa di passarle un braccio dietro le spalle con la scusa di ascoltare l'ultimo singolo di Lenne che lei aveva in cuffia. Non poteva nemmeno offrirle da bere, perché avrebbero dovuto trasportare i bagagli per miglia prima di arrivare al bar più vicino. Quindi ascoltarono per ore musica, parlando del più e del meno, fino a quando la soldatessa, forse solo perché stava crollando dal sonno, si appoggiò alla spalla del ragazzo per riposare.

Nel giovane l'odio sparì immediatamente ed egli iniziò, invece, a benedire Snow e tutta la compagnia che... Decise di presentarsi al molo proprio in quell'esatto momento.
Partirono inevitabili le imprecazioni.

Costretto a spostare Light, prima che partissero gli striduli gridi di Serah, si alzò, rassegnato all'idea di dover passare una settimana con persone oramai senza un solo neurone all'interno dei loro crani.
Il primo in vista, grazie al quale poté evitare pettegolezzi, fu proprio Snow, con ancora la sua sciarpa al collo, che arrivava zompettando abbracciando Serah. Quest'ultima sembrava più interessata al telefono che ad altro, nonostante Noel le stesse parlando con visibile irritazione ed esasperazione. Hope capì più tardi che l'amico voleva riportarla sulla strada della natura e della vita sana (l'allontanamento dalla città stava già dando i suoi frutti). Dietro di lui Yeul portava la sua valigia con un po' di affanno e sembrava ridere dei discorsi del suo ragazzo: dopo il periodo in cui la loro attrazione era trasparente come gli abiti di Shiva, si erano finalmente decisi ad ufficializzare la cosa.
Dietro a loro Vanille e Yuj sembravano discutere delle loro unghie, a giudicare dalle mani alzate con le dita tese e le espressioni di vanità sui loro volti, mentre Fang, Gadot e Maqui erano rilegati al ruolo di facchini, con al carico almeno una decina di pesi tra borse e valigie.
Mano per la mano Sazh e Dajh camminavano allegri, l'unico quadretto familiare decente in quella massa di decerebrati che, domanda ancora senza risposta nel cervello del direttore, erano arrivati non si sa come tutti insieme alla stessa ora.
Persino Alyssa era con loro che rideva e scherzava.
In fondo al gruppo spiccava la figura di viola vestita che con ostentata sicurezza faceva da guida per il molo. Il molo in mezzo al niente, quindi non si sa bene di cosa stava facendo la guida.
Accanto a lui con fare titubante passeggiava una figura dai capelli verdi che...

Terra? Che diamine ci fa la mia psicologa, qua?!

E lo stesso pensiero doveva essere passato anche nella testa di Lightning che si alzò di scatto, guardò Hope, guardò Caius e poi Terra. Poi nuovamente Caius per ritornare su Terra.

“Che diamine...?! Non mi dire che è andato davvero allo studio che gli avevo consigliato!”
“Perché tu conosci Terra?”
“Certo, è la psicologa militare e... Tu come la conosci?”
“Storia lunga.”
“E perché sono arrivati tutti insieme e noi siamo qui dalle sette di mattina?”
“Sarà la prima cosa di cui mi accerterò appena saranno a portata di schiaffi.”

Con l'avvicinarsi anche la combriccola iniziò a guardare i due poveri malcapitati ed iniziarono a salutare entusiasti, evidentemente ignari della lunga attesa a cui li avevano sottoposti o eccelsi attori. Serah abbracciò la sorella e presentò Terra come la ragazza di Caius che si sarebbe unita al gruppo.
Dopodiché, auto-nominatosi capo della spedizione, Snow prese la parola indicando l'enorme nave da crociera in approssimazione.

“Bene! Dato che ci siamo tutti possiamo avvicinarci per i controlli e per imbarcarci e...”
“Snow.”
“Si, Hope?”
“Per quale motivo ci hai fatti venire qui con quattro ore di anticipo?”
“Perché... Abbiamo pensato fosse uno scherzo divertente!”
“Snow! Scusalo Hope, scherzava. In realtà abbiamo dimenticato di avvisarvi che avevano cambiato l'orario.”
“Quindi, Serah, voi avete avvertito TUTTI tranne, casualmente, me e Light?”
“Esatto.”
“Ci devo credere?”
“Parola di salvatrice del mondo!”
“Ma tu non...”
“Quisquiglie, l'importante è che siamo tutti qui, no?”

Per degli intensi attimi le due sorelle si scambiarono sguardi accesi di sfida fino a che la maggiore non decise che era inutile tentare di parlare in maniera razionale con una che si era legata i capelli con un enorme fiocco rosso.
Così seguendo il baldanzoso Snow si avvicinarono al ponte per l'imbarco dove furono controllati i loro biglietti e dove Hope si sentì dire da una steward “Lei è così gentile a pagare per tutti i suoi amici!”.
Cosa che lo mandò estremamente in collera, pur mostrando uno sfavillante sorriso alla ragazza.

Una volta a bordo ognuno si diresse alle proprie stanze per depositare tutti i bagagli che avevano appresso e, come nel caso di Hope e Snow, per insultare liberamente il proprio compagno di stanza.
Perché il direttore era davvero riuscito a sperare di poter ottenere una camera con la sua soldatessa preferita, contando sul fatto che Snow volesse passare la gita con Serah e magari fargli un piccolo favore per il tutto il denaro che aveva speso... E invece no!
Mai una gioia, proprio.

Oh, nobile Etro. Perché questi compagni di avventure mi hai fatto trovare? Niente contro il povero Sazh, ma gli altri? Seriamente, che ti ho fatto di male?

Ma sapeva benissimo che la dea mai avrebbe risposto, parlare con gli umani non era il suo passatempo preferito ed oramai anche lei era andata in un posto migliore per mano del neo-fidanzato della compagnia.

“Ah, Hope”
“Cosa vuoi, gigante?”
“Come siamo scorbutici... Eppure hai passato tutta la mattinata insieme a Lightning, giusto?”
“Era un occhiolino quello che hai appena fatto? No, perché era orrendo.”
“Uffa ragazzo, rilassati! Anche perché avrò bisogno di te per un piano...”
“Al quale farò volentieri a meno di partecipare.”
“Al quale sarai costretto a partecipare perché io ho qualcosa che tu vuoi indietro.”
“Verme maledetto... Viscido...”
“Ehi, non hai sentito chiamare anche tu? Credo sia Serah.”
“Non fare il finto tonto!”

Ma non fece in tempo a fermarlo che già era corso fuori con ghigno malefico in volto. Iniziava a sospettare che c'era qualcosa di terribilmente sbagliato dentro Snow. E anche fuori.
Almeno aveva avuto buon gusto: le cabine erano linde e profumate, i letti morbidi con lenzuola lilla che profumavano di lavanda e tutti i comfort inclusi. Perlomeno non doveva pensare al lavoro.
E difatti vide la sua assistente correre come una folle nella stessa direzione in cui era scomparso il troglodita.
E poi un arrabbiato Noel con Yeul che arrancava dietro.
E Terra trascinata da Caius.

“Che diavolo...”

Per fortuna la sua salvatrice fece capolino dalla porta guardandolo con aria accigliata.

“A quanto pare Lebreau e Fang hanno invaso il bar e stanno servendo drink gratuiti. Altamente alcolici.”
“Ma siamo qui da a malapena cinque minuti!”
“Non lo so, Hope. Non lo so e non lo voglio sapere.”
“Perché?!”

Una scrollata di spalle gli indicò che anche lei condivideva quello stato di rassegnazione-disperazione che da qualche tempo contrassegnavano le sue giornate.
Sospirando i due imboccarono il corridoio con un'andatura molto lenta, sperando che per il loro arrivo gli altri fossero stati buttati tutti fuori dalla sala bar.

“Hope...”
“Dimmi. Che c'è?”
“Ecco... Non so come spiegarmi... Ma ho la sensazione che ci sia un complotto sotto questa gita per stare tutti insieme. Tra l'altro ci hanno anche abbandonato su di una panchina per quattro ore. Tu ne sai qualcosa?”
“Ehm... Diciamo di no. Snow mi ha fatto capire che ha qualche piano malvagio in testa, ma non ho la minia idea di cosa sia.”
“Ma tu sei dalla mia parte, vero?”

Ora Estheim, tira fuori una di quelle frasi da romanzo rosa che mentre dormi ti compaiono come funghi... Vuole il tuo supporto, avanti!
E per favore, smettila di parlare con te stesso che inizi a rasentare la follia.

Ed ovviamente le parole gli morirono in gola ancora prima di iniziare e, dopo aver preso un grosso respiro, si trovò ad annaspare come un pesce fuor d'acqua. Tanto che Lightning fu costretta a tirargli un ceffone per farlo riprendere.

Grandioso. Davvero un'ottima figura. Da vero uomo.

“Quello che volevo dirti, prima di morire nei miei pensieri, è che io sar...”
“Ragazzi muovetevi o vi perdete il meglio! Scusa se ho interrotto qualcosa Hope!”

La voce dell'eroe rimbombò per tutto il corridoio trapanando un timpano del quasi-confessato e lasciandogli un tic nervoso all'occhio che lo faceva rassomigliare ad uno schizofrenico. E forse lo era diventato davvero.

“Giuro. Giuro sul mio lavoro di direttore dell'Accademia che avrò la mia vendetta su quell'uomo con la sciarpa e con il quoziente intellettivo di Quina.”
“Deduco che tu sia dalla mia parte.”
“Sempre.”
“Ehm... Grazie.”

Ehi, ehi! Era del rossore quello? Ho appena fatto qualcosa di giusto? Devo iniziare a pensare meno...

 

* * * *


Quando le cose si mettono stranamente bene bisogna sempre pensare che da qualche altra parte vi sia in corso qualche evento tragico o una apocalisse zombie.
In realtà non si trattava di nessuna delle due cose dato che il festino nel salone bar, ancora prima della partenza della crociera, stava proseguendo in maniera splendida per i frequentatori, mentre in disparte un pubblico meno attivo non sembrava apprezzare le follie in corso.
Sazh scuoteva la testa, trattenendo il suo pargoletto dall'immergersi in quelle pericolose bevande colorate che, se non erano alcoliche, erano altamente zuccherate.
Gli stewards sembravano invece apprezzare e si divertivano insieme a Fang, che aveva deciso che utilizzare lo sportello del bancone era troppo scomodo e servire tutti camminando sopra al bancone stesso e sopra ai tavolini avrebbe portato più gioia alla festa.
Terra si trovava in un angolino, molto imbarazzata, stringendo un drink dello stesso colore dei suoi capelli e non pareva gioire al doverlo bere.
Noel era evidentemente seccato. Aveva preso posto accanto a Serah che continuava a messaggiare con un sorriso ebete in faccia. Il giovane le stava facendo una predica infinita che ovviamente la sua amica non udiva per l'alto rumore della musica.

All'entrata dei rassegnati la sala si presentava più come una discoteca improvvisata, dunque. Si guardarono attorno spaesati cercando di capire in quale universo parallelo si erano catapultati.
Il giovane scienziato raggiunse il vecchio pilota per un aggiornamento rapido della situazione, mentre la maggiore delle Farron cercava di parlare con una funambola e divertita Fang.

“Ehi, Sazh! Com'è la situazione?”
“Un disastro. Non so cosa gli è preso di organizzare una festa a quest'ora che i bambini sono ancora svegli... E non abbiamo nemmeno pranzato. Ed in quel Bacardi c'è troppo poco succo di limone!”
“Ok... Tralasciando l'ultima parte, siamo estremamente d'accordo. Ma il comandante e gli impiegati non hanno detto niente?”
“Sono lì in mezzo che ballano. Il comandante della nave è quello laggiù... Il tipo elegante e raffinato con i capelli bianchi... Mi sembra si chiami Setzer. Credo.”
“Oook... E come procedono le cose? Ti sembra che migliorino o peggiorino?”
“Figliolo, stanno drinkando come non mai, secondo te come possono migliorare le cose? La tua assistente sta ballando come una folle e ridendo ossessivamente e Vanille sembra essere uscita da quel cartone animato strambo... Com'è che lo chiamano? Ah, si! Il kyactus ballerino e il suo amico robottino. Seriamente, io pensavo di potermi prendere una pausa!”
“Non lo dire a me”
“Signor Estheim?”

Hope si voltò di scatto ed abbassò lo sguardo per vedere la sua psicologa a pochi centimetri da lui con aria timida e imbarazzata.

“Mi scusi se mi trovo qui su questa nave a sue spese, il signor Ballad... Cioè, Caius, ha voluto che venissi anch'io. Queste situazioni... Sono...Ecco, sono all'ordine del giorno?”
“Diciamo più o meno. Ho degli amici molto particolari.”
“Ehi, ragazzo, non infilare anche me nel gruppo!”
“Lui invece è Sazh, un povero pilota pieno di acciacchi.”
“Grazie per la presentazione da vecchio...”
“Ci siamo visti prima sul molo, ma sono lieta di conoscerla con più calma. Io sono Terra, la psicologa e pseudo-ragazza di Caius.”
“Ora capisco molte cose. Mi domandavo come una giovane e delicata fanciulla come lei potesse essersi trovata un uomo come quello.”
“Oh, lei mi lusinga signore!”
“Sazh... Sei un vecchio marpione.”
“Ma Hope! Io non intendevo...”

La risata della ragazza fece sorridere anche i due, alleggerì l'atmosfera e mise Terra a suo agio e più propensa a parlare. Continuarono la conversazione mentre osservavano la sala che si popolava e Lightning che tentava di far scendere la corvina pulsiana da una scala molta alta sulla quale stava ballando.

“Mi scusi direttore, posso farle una domanda?”
“Certo, certo! E dammi del tu.”
“La ragazza molto forte e decisa che ti considera un grande amico e di cui tu sei follemente innamorato, tanto da avere un piccolo segreto che la riguarda, è per caso il sergente Farron?”

E per poco Hope non finì strozzato dalla sua stessa saliva.
Sazh dietro di lui si era accasciato al suolo dalle risate ed anche Dajh sembrava estremamente divertito dalla situazione.
Con le lacrime agli occhi, pur sforzandosi di darsi un contegno, l'afro-style si alzò, diede una pacca sulla spalla alla ragazza, che lo guardava stranita, e proseguì nella sua risata.
E dato che il direttore sembrava morto rispose in sua vece.

“Benvenuta nel gruppo, ragazza! Ci hai preso in pieno. Ed anche se non so di quale sia questo piccolo segreto, sappi che qua ogni singola persona sa della catastrofica cotta di questo povero ragazzo... Ogni singola persona tranne la diretta interessata ovviamente.”
“E lei...?”
“È una statua di marmo. Stiamo cercando di capire... Per noi è un sì, ma se il ragazzo qui non si muove a fare qualcosa non lo sapremo mai.”
“Posso far parte del complotto?”

Un Hope sbigottito si girò a guardarli, scioccato ed orripilato da quello che stava udendo. Se persino la sua psicologa voleva mettere becco negli affari suoi significava che la situazione in cui si trovava era disastragica. In particolar modo se iniziava a farsi contagiare dai termini di Riku.

“Terra ti prego... Non anche tu...”
“Ma posso darti una mano. Durante la visita di controllo mentale obbligatoria per i soldati potrei fare discretamente qualche domanda.”
“Sei un genio, signorina!”
“Ragazzi, vi prego...”
“Su figliolo, ammettilo. Ti serve una mano. Non comportarti come un lento Shoopuf.”
“Aaaaaaaaargh! Insomma! È vero che io amo...”
“Che cosa?”

Ed ecco che furtiva come un gatto la protagonista dei loro pettegolezzi si intrufolava nella conversazione. Facendo esplodere la materia grigia del ragazzo come un pyros.

“Il miele. Amo moltissimo il miele.”
“Sul serio?”
“Certo, Light. Non te l'ho mai detto?”
“No... A saperlo i biscotti dell'altra volta li facevo col miele. Comunque, parlando di cosa serie, se quella donna si rompe l'osso del collo non sono affari miei e credo che Snow sia ubriaco dato che parla di foto e di ricatti... Ma non ho capito bene. In ogni caso se mi cercate io sono in piscina, qua dentro non si vive.”

Girò i tacchi e scomparve dalla stanza, lasciando Estheim nel panico, Brandford imbarazzata e preoccupata per il suo cliente e il vecchio Katzroy pensieroso sul futuro del collo di Fang.

Ma in particolar modo l'albino ora aveva una ardua scelta da compiere: andare a strozzare Snow o intrufolarsi in piscina.
La seconda ipotesi lo mandò in estasi al solo pensiero e gli stampò sul volto un sorriso ebete e gioioso che nemmeno fosse stato sotto stupefacenti avrebbe potuto avere. Tolse il bicchiere dalle mani di Terra, mandò giù in un colpo quello strano liquido zuccheratissimo, lasciando poi il bicchiere sul bancone, salutò i suoi amici e balzellò fuori dall'ingresso.

“Io non ho visto niente.”
“Chissà a cosa stava pensando...”
“Signorina, non pensarci troppo su. Io lo so e ti assicuro che non vuoi saperlo.”
“Ci prendiamo un po' d'acqua?”
“Molto volentieri."

 * * * *

Lightning era conoscenza degli strani avvenimenti che prendevano luogo accanto a lei. Tutti si comportavano in maniera molto strana e subdola e reputava addirittura sinistro il modo in cui si sentiva tenuta d'occhio.
Però stupiva in ogni caso trovare, nel corridoio verso la piscina, una foto con ritratta se stessa seduta al bancone del gelataio, una delle rare uscite con la sorella.
Lo stupore si trasforma in sbigottimento quando, davanti alla porta degli spogliatoi, trova una foto di se mentre dorme sul divano.
Dopodiché è la volta della foto in costume da bagno posta ai piedi degli armadietti.
La sacra arrabbiatura, invisibile sul volto della protagonista ma rimbombante nella sua testa come fuochi d'artificio che stavano buttando giù tutte le divinità esistenti, ebbe il suo momento più fulgido alla vista di una foto con lei di spalle, in pantaloncini, che si stava cambiando ( dunque a torso irrimediabilmente nudo).

“Cosa diamine...?! Scommetto il mio trofeo di platino su Fifa che qui c'è lo zampino di Snow... Anzi, ci scommetto le mie vincite alle gare chocobo!! Io quell'uomo lo uccido... Anzi, prima lo torturo, poi lo uccido, poi chiedo a Bhunivelze di riportarlo in vita e poi lo ri-torturo.”

Visibilmente incavolata come una biscia e pronta a mordere chiunque avesse la mala idea di pararsi davanti a lei, si diresse alla piscina speranzosa di rilassare i suoi nervi.
Aperta la porta e pronta a tuffarsi, vide nell'acqua... Hope.
Che fino a cinque minuti fa era nella sala bar.

Che diavolo...? Ma la gente mi pedina? Però finché è lui può andare...

“Ehi, Hope! Anche tu qui, come mai?”
“Be', mi hai dato un'ottima idea prima. Quindi ho pensato di farti compagnia. Qua non c'è confusione, c'è tranquillità... Siamo solo io e te...”

E Lightning vide un ghigno imbarazzato comparire sul volto del suo amico prima che voltasse la testa.

Forse si è deciso... Quasi quasi gli lascio credere di essere caduto nella friendzone... Quanto sono malefica e spietata! Ho lavorato troppo al fianco di divinità crudeli, credo. Forse. Naaaaaah!

Si diresse verso la piscina intenzionata a tuffarsi e a torturarlo un po', quando sui gradini della scala vide un'altra foto. L'ennesima foto.

“Hope.”
“Si?”
“Per favore, dimmi che non sei tu che hai sparpagliato in giro queste mie foto.”
“Foto?”

La ragazza si immerse e gli portò la carta incriminata, serie come un ispettore di polizia alla ricerca di indizi.

“Le ho trovate dappertutto, non ne posso più!”
“Dappertutto?! A giro..?! Io... Non...”

Lightning giurò di aver visto passare il terrore sul volto del ragazzo che la guardava con gli occhi fuori dalle orbite e che aveva iniziato a tremare.

“Lo sapevo deve essere colpa di Snow!”
“Ecco... Si. Cioè, credo. In un certo senso... D-Di sicuro, ecco...”
“Hope, sei diventato balbuziente.”
“Probabilmente.”
“Che poi mi domando, come diamine ha fatto a scattarmi queste foto? E quando? E perché? Io lo uccido!”
“Ehm... Si...”
“E se fosse stato Caius?”
“Non credo, è sempre stato troppo impegnato a dare noia a me e ai miei soldi.”
“Credo di aver capito!”
“Cosa?”
“Il perché.”
“Di cosa?”
“Dell'esistenza dell'universo... Sveglio, direttore! Intendo del perché stanno facendo tutta questa baraonda!”
“Ah, si? A me piacerebbe solo che la finissero...”
“E la smetteranno.”

Un sorriso malizioso si dipinse sul volto della guerriera per la splendida idea che le era venuta in mente.

Come uccidere due mostri con una combo... Sarà divertente. Molto divertente. E soprattutto forse risolviamo questo perenne stallo.

Pose sul bordo della vasca la foto che lo scienziato stava ancora tenendo fra le mani e lo guardò stringendogli le spalle, e vedendolo lentamente arrossire e sprofondare si sentì estremamente soddisfatta. Poi trasformò il suo volto in una maschera di serietà, cercando di trasmettergli l'urgenza della situazione.

“Hope. Dobbiamo fare una cosa per interrompere questa follia.”
“Ovvero?”
“Sai anche tu che è l'unica soluzione.”
“Dobbiamo... Dobbiamo ucciderli tutti? In tal caso ci sto!”
“Ma no, sciocco! Noi... Dobbiamo far finta di metterci insieme e comportarci come una coppia. Così saranno soddisfatti!”
“...”
“Allora?”
“... Sì...”
“Molto bene! E.. Ehi, Hope! Stai bene? Che succede?”

E a solo un'ora dalla partenza il Direttore dell'Accademia, la speranza del popolo di Cocoon e Gran Pulse, il genio Hope Estheim, si trovava ad affrontare una morte per infarto e annegamento.

Be', almeno sarebbe morto col sorriso in faccia, in una piscina, accanto al sogno della sua vita.

 

 

 

 


 

 

 


 

 

   
 
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