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Autore: MauraLCohen    26/04/2015    8 recensioni
"Sarò l'unico a vedere il tuo volto..."
Marin sentì il respiro del Gold a pochi millimetri dalle sue labbra. L'ennesima guerra stava per scoppiare e loro avrebbero dovuto concentrarsi su di essa …
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eagle Marin, Leo Aiolia
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Amor profano, amor proibito '
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Attenzione: One shot che si ricollega alla mia Long-fic: “I love you truly” dalla quale ho estrapolato questo missing moments collocabile tra il terzo ed il quarto capitolo. Mi pare doveroso informarvi, prima della lettura, che il personaggio di Aiolia, Gold Saint del Leone, è del tutto “OOC”.

 

                          La devozione ha un caro prezzo


<< Aiuto... Aiolia, vai piano... >> sbuffò Marin mentre avanzava guidata dal suo amato che, con cura, le bendava gli occhi con le mani.

<< Attenta al gradino... >> l'avvertì, ridendo e sollevandola leggermente da terra per farle superare quell'ostacolo.

<< Insomma, mi dici dove stiamo andando? >>

<< Abbi un attimo di pazienza... Ecco!>> le sussurrò all'orecchio, lasciando scivolare le mani dal suo viso fino ai fianchi in una lunga carezza.

Alla giovane Silver si mozzò il fiato vedendo il panorama che le si estendeva dinnanzi agli occhi: di posti magnifici la Grecia ne era colma ma quel prato di margherite, riscaldato dalle prime luci del mattino, aveva qualcosa di speciale... lo si percepiva nell'aria.

<< Vieni... >> bisbigliò il Gold Saint, prendendole la mano per guidarla fino all'ombra di un vecchio ceppo.

<< Cosa ci facciamo qui? >> chiese Marin, incuriosita dagli occhi lucidi del compagno che si era ammutolito di colpo. Egli, infatti, aveva lo sguardo fisso nel vuoto come se con la mente si trovasse altrove. Gli iniziarono a tremare nervosamente le mani, respirò profondamente e strinse la sua amata alla vita facendola sdraiare di fianco a lui, sull'erba fresca.

<< E' qui che ho l'ultimo ricordo di mio fratello, Aiolos. >> confessò, quasi piangendo, stringendosi forte il braccio, sotto lo sguardo amorevole della donna che taceva, comprendendo il dolore di quello sguardo.

<< Ancor prima della mia investitura,quando ero poco più di un bambino, venivamo qui, passavamo qualche ora a rincorrerci, dimenticandoci di cosa ci attendesse dopo. Stavamo soli ad osservarci in quello che iniziammo a definire “il nostro mondo”... Lo scoprimmo per caso: un giorno sgattaiolai via dalla casa di mio fratello per vagabondare un po', mi persi e calò la notte così continuai a girovagare fin quando non venni attirato da una lucina flebile di un fuocherello acceso proprio qui, sotto questo albero dove noi, ora, riposiamo. Era stato lasciato incustodito ed io mi ci appartai vicino per potermi riscaldare, non so quante ore passai lì e non so nemmeno come fece Aiolos a trovarmi, fatto sta che ci riuscì. Mi sgridò, aveva tutto il diritto di farlo, ma dopo si sedette di fianco a me e mi scrutò attentamente. “Non puoi scappare Aiolia” mi disse. “Non puoi scappare da me, io sono tuo fratello: vedo tramite i tuoi occhi!”. All'epoca non potei comprendere ciò che intendeva ma ora sì, ora so quel che voleva dirmi e per questo lo ringrazierò sempre! >> Il Gold alzò leggermente il busto per raccogliere una Margherita che si trovava a pochi centimetri da lui, l'accarezzò – quasi dovesse chiedergli scusa del fatto che la stesse cogliendo – e la tirò via con due dita, facendola roteare davanti agli occhi della Silver che sorrideva silenziosamente, protetta dalla sua maschera.

<< Avvicinati >> mormorò, attraendola a sé per posizionarle quel fiore tra i capelli; con l'indice percorse tutto il suo volto che poi catturò tra le mani per liberarlo dalla maschera.

<< Aioli... >> provò ad obbiettare Marin.

<< Sarò l'unico a vedere il tuo volto... >> le disse, lasciando cadere il pezzo d'argento sul prato.

<< Non vi sarà altro uomo ad avere codesto privilegio >>

Marin sentì il respiro del Gold a pochi millimetri dalle sue labbra. L'ennesima guerra stava per scoppiare e loro avrebbero dovuto concentrarsi su di essa; per la donna, quella “fuga”, era già una grave mancanza nei confronti della sua Dea, ed avrebbe dovuto fermare Aiolia ma... non se la sentiva. In fondo, loro, avevano sempre obbedito ad ogni ordine, rinunciando a sé stessi per concedersi anima e corpo alla salvezza ed alla pace della Terra; questa volta si sarebbero potuti concedere un po' di sano egoismo...

<< Sai che sarà così... >> lo rassicurò, sfilandogli l'elmo. << … non dovresti dubitarne mai ... >>

Il Gold accennò un sorriso, alzandosi, dandole così le spalle. << Infatti non ne dubito... >> ammise, cercando di immaginarsi l'espressione sul viso di lei in quel momento. “Non lo farò mai, Marin...” pensò, subito dopo, alzando gli occhi al cielo.

<< Aiolia, perché siamo qui... cosa vuoi dirmi? >> sospirò la sacerdotessa, confusa da tutto quello che stava accadendo. “Che ci facciamo qui? Perché parli così?” continuò a domandarsi tra sé e sé.

<< Inutile girarci attorno, l'ennesima guerra è imminente: Lucifero non sarà un avversario facile e

se da questo scontro ne torneremo vincitori, Marin, voglio che tu venga via con me... >> A fissarla, ora, non c'era più l'ombra degli occhi di un guerriero ma solo quelli di un uomo stanco, svuotato da ciò che la guerra aveva portato nel suo cuore.

Il Gold Saint del Leone vantava una nobile reputazione: nel susseguirsi degli eventi, egli, dopo aver riconosciuto Athena in Saori le era sempre rimasto al fianco, fedele come pochi. Nonostante della giovane fanciulla non sopportasse l'aria da “prima donna”, non gli passò mai per la testa di tradire la sua fiducia; le aveva votato la vita e spesso aveva sovrapposto la devozione per Athena all'amore per Marin e di questo la donna non poté fargliene una colpa, lei stessa sarebbe morta per difendere la giustizia.

<< Siamo Saint, Aiolia, eravamo a conoscenza di ciò che avremmo perso diventando tali ma lo abbiamo fatto comunque. Noi siamo devoti alla giustizia, non possiamo andarcene... >> lo rimproverò, mettendosi in piedi per osservarlo dritto negli occhi.

<< Sono stanco Marin, stanco di tutto questo... La guerra non finisce mai, sventiamo una sciagura e se ne presenta subito un'altra. Guardati in torno, quante volte abbiamo visto distrutte queste mura? Quante volte questo stesso prato è stato macchiato dal rosso del sangue di un guerriero? Abbiamo lottato, fino alla fine... Siamo rimasti fedeli ad Athena fino all'ultimo ma non posso continuare così... e nemmeno tu! >> Le urla dell'uomo riempirono l'aria, lasciando Marin interdetta. Non sapeva più che dire: il Gold aveva ragione, tutto quello che i loro occhi avevano visto, fin dalla più tenera età, è stato il dolore, la sofferenza e la distruzione. La guerra non era un gioco, loro lo sapevano ma non l'hanno mai temuta. Conoscevano le gioie e i dolori che da essa scaturivano, avevano imparato ad assaporare quel gusto dolce-amaro che ogni vittoria lasciava in bocca, sapevano lottare ma non sapevano scappare dal campo di battaglia e prima o poi, questo, sarebbe costate loro molto caro.

<< Come pensi di fare? Chi rimarrà a protezione della Quinta Casa? >>

<< Ikki potrà ereditare il mio Cloth, i nuovi Bronze sono in gamba... Io veglierò su di lui e gli insegnerò tutto quello che c'è da sapere affinché non si trovi mai spiazzato. Non siamo divinità, Marin, non vivremo in eterno ed io voglio iniziare a vivere e lo voglio fare con te! >> sospirò Aiolia , riacquistando la calma.

Per Marin erano troppe le domande e troppo poche le risposte. L'uomo che amava le aveva appena detto – senza troppi giri di parole – di scegliere tra l'amore e la devozione.

Si portò le mani al volto, come se volesse nasconderlo dagli occhi visibilmente tesi e rigidi del Gold che, con ansia, aspettava la risposta.

Non chiedermi questo, Aiolia... se mi ami, non farlo! Come posso scegliere tra te e Athena? Come posso abbandonare ciò che sono... che siamo? Abbiamo sputato sangue per essere oggi Silver e Gold, abbiamo lottato con le unghie e con i denti per proteggere questi templi ed ora proprio tu che odi i traditori mi chiedi di tradire la fiducia della nostra Dea?”

Ora quella ad avere lo sguardo perso era lei, stravolta dalle parole che aveva udito poco prima.

Non poteva e non sapeva replicare, aveva paura... paura di ferirlo. Conosceva la fonte del suo dolore, lo comprendeva e lo condivideva ma non voleva e non doveva tradire Athena; Era una sacerdotessa, lo aveva scelto lei tanto tempo fa, era sicura di ciò che era e non si sarebbe macchiata di un disonore così grande: non avrebbe mai abbandonato la Dea della Giustizia.

<< Aiolia... >> sussurrò, cercando di mante la voce salda mentre lui le cingeva la vita con entrambe le mani. Gli occhi della Sacerdotessa cercavano di fuggire allo sguardo triste e, ormai, rassegnato del Gold che, deglutendo a fatica, attendeva una risposta.

<< Io... >> disse la donna, assumendo un tono rigido e deciso. << … io sono... >>

<< Marin, Aiolia... >> La voce di Milo, arrivata all'orecchio di entrambi, fece zittire Marin che, sospirando, poté allontanarsi dal Saint.

<< Finalmente, vi ho cercati ovunque! Athena ci vuole tutti alla Tredicesima Casa. >> Il Cavaliere dello Scorpione, vedendo la Silver voltata di spalle in modo da nascondere il viso, comprese che quello non era un buon momento e, congedandosi, informò loro che li avrebbe preceduti.

Aiolia accennò un sorriso di assenso e, osservando il compagno andar via, si chinò per raccogliere la maschera; dentro di lui sapeva che risposta avrebbe dato Marin alla sua proposta ma sperava che col tempo lo avrebbe capito e seguito. Le porse la maschera, accarezzandole il braccio per rasserenarla: << Ora il dovere chiama, ne riparliamo! >> le disse, quasi ridendo, per poi raggiungere Milo.

La lasciò lì, sola ed ancora confusa. Anch'ella sperava che il suo Gold potesse comprendere il perché del suo “No” impronunciato. Si rimise la maschera coprendo così una lacrima che scese, solitaria, dal suo occhio destro; faceva male, troppo male, quello che stava accadendo era ingiusto... la Guerra, il dolore ed anche l'amore stesso era ingiusto. Avrebbe mai potuto scegliere tra la Donna e la Sacerdotessa?

… La risposta era chiara, ed ella lo sapeva bene. Sospirò rassegnata, stringendosi la maschera al viso e, decisa, raggiunse i due Gold.

Perdonami Aiolia, perdonami se puoi... non avrei mai voluto darti un dolore simile ma la devozione ha un prezzo molto alto da pagare: sé stessi; ed io l'ho pagato, lo sto pagando e chissà per quanto tempo lo pagherò... Ho votato la mia vita ad Athena, solo ad essa sono devota. Per lei combatto, per lei soffro, per lei vivo. Non posso abbandonarla, non voglio farlo... spero che un giorno tu possa capirmi.”

 

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Note dell'autrice:

Eccomi qui, sono tornata, chiedo venia per l'assenza TOTALE da EFP ma sono stati giorni intensi quelli che si sono presentati. Non immaginate quanto mi sia mancato pubblicare; cooomunque sono tornata ed ho pronto anche il tredicesimo capitolo di “I love you truly” ma dovrete aspettare per leggerlo dato che non ho ancora apportato le consuete ventordicimila modifiche. AHAHAHA.

Allora, oggi One- Shot su Marin ed Aiolia che mi è stata ispirata da: (… OHOHOHO **rullo di tamburi**...) So_Shyriu e Little Lotte in una conversazione molto avvincente riguardante i gelati... <3

- LadyforSeiya 

   
 
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