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Autore: Daeva    18/02/2005    0 recensioni
Un racconto di vampiri, naturalmente AU. Una nota sul titolo che ho scelto, letteralmente "Una Lanterna e una Campana", un modo di dire giapponese, in cui si vogliono paragonare due cose che sono senza confronti (un pò come il nostro "la differenza tra l'oro e la latta"); in questo caso si paragona un oggetto di carta ad uno di bronzo...
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chochin ni Tsurigane ~ Una Passeggiata nel Giardino "Non sò perchè ritornai lì.
Tuttavia sperai di non capitare in lei.
Non avrei potuto tollerare la sua vista.
Sò che mi avrebbe distrutta.
Tornai lì perchè sentivo che lo avrei ritrovato.
Lo sapevo.
Ne ero certa.
Sesto senso, quello della nostra specie.
Intuito.
Dovrebbe servirti a salvarti il culo.
A me ha solo frantumato il cuore."

4 ~ Una Passeggiata nel Giardino

1998, Tokyo

L'aria gelida nei polmoni.
Sensazione straordinaria.
-Misato, se continui così sono sicura che ti prenderai una polmonite.- commentò itsuko, osservando l'amica rimasta sbracciata.
-Già. Tu invece per riscaldarti hai deciso di finirti il pacchetto di sigarette in neanche due ore?-
-Almeno io non mi metto in cannottiera a Novembre solo per mostrare le tette.-
Misato si morse la lingua -Ritsuko, scusami tanto, ma tu di stile non ne capisci nulla.-
-Oh, e da quando tu ne saresti diventata un'esperta?-
-Uff! Smettila di affumicarmi!-
-E tu copriti quelle tette!-
Misato incrociò le braccia.
Il suo sguardo divenne accigliato mentre guardava l'amica.
-Ritsuko.-
-Mh?-
-Non voglio scenate di gelosia.-
Ritsuko arrossì.
-Chiaro?-
-Uff. Ok.-
-Ci conosciamo da bambine. Siamo amiche da quando eravamo bambine. Non voglio distruggere questa splendida amicizia per i tuoi ormoni invertiti.-
-Che modo di esprimersi elegante...-
-Ecco, ora fai la vittima.-
-Potrei anche offendermi se mi tratti così!-
-Ma come ti stò trattando, scusa?!-
-Bah, lascia stare.-
-No, non lascio stare! Capisco che questa situazione ti faccia soffrire ma...-
-Capire? Tu? Ma cosa vuoi capire tu, di quello che provo io?!-
Le due tacquero.
Ritsuko si appoggiò ad una transenna coi gomiti.
Misato fece lo stesso.
La bionda aspirò a lungo la sigaretta, per poi gettarla sull'asfalto noncurante.
Misato si infilò il suo chiodo.
-Ecco. L'hai capito.-
-Già. Si gela.-
-Le tue grandi idee, Misato-san. "Oooh, andiamo lì qualche ora prima, magari li vediamo mentre escono dai pullman e ci facciamo fare gli autografi..."-
-Beh, che c'è di male? Ti avrebbe fatto schifo l'autografo di Lestat?-
-Misato, con tutto il rispetto verso il nostro musicista preferito: mi ci sarei pulita il culo.-
-Come sei fredda, Ritchan.-
-Sono solo razionale.-
-Ovvero fredda.-
Ritsuko sorrise.
Osservò, dall'altra parte della barricata, la portiera del tour-bus aprirsi lentamente.
Le due furoo travolte da uno sciame di ragazzine che si gettarono lungo le transenne, mentre il servizio d'ordine faticava a mantenere l'ordine e impedire che il confine fosse violato.
Lui scosse la mano salutando i suoi fans, mentre entrava nell'auditorium dalla porta sul retro.
Gli altri della band lo imitarono bonari.
Ritsuko fu assordata dai gridi terribilmnte acuti emessi dalle tipe in visibilio.
Misato la scosse in preda a delirio con le lacrime agli occhi, come per dire "Te l'avevo detto, io!".
Ritsuko scosse la testa.
-Molto meglio.-

+ + + + + + +

Kaji Ryoji osservava con sufficienza la pazzia delle ragazze innamorate delle ombre.
Era in compagnia di alcuni amici di università, desiderosi come lui di vedere il concerto, ma disgustati dagli impulsivi comportamenti femminili.
-Certo, poi si dice che le femmine sono più mature dei maschi.- commentò tale Shigeru.
-Solitamente è così.- riflettè Makoto, arrossendo perchè gli occhi gli caddero su una sedicenne che si era sollevata la maglietta per mostrare le tette al frontman del gruppo.
Ryoji gettò la sigaretta a terra.
-..Tu cosa ne pensi, Kaji?- chiese Shigeru.
Lui fece una faccia incerta -Io ho una pessima opinione dei sentimenti in generale. Tuttavia, a mio parere, i momenti in cui la gente dimostra la propria idiozia li trovo divertenti.-
-No, intendiamo, secondo te le donne sono più mature degli uomini?-
-Oh, questo è indubbio.-
-Anche se ti trovi di fronte a scene come questa?-
-Le donne sono più emotive. Noi più istitivi. E' naturale che loro siano più mature. Persino una ragazza stupida, solitamente è sempre più matura di un uomo stupido.-
-Hai capito... Kaji "Sciupafemmine" Ryoji e il suo lato femminista...-
-Femminista?- rise lui -Non essere ridicolo. Il fatto che siano più mature non vuol certo dire che siano migliori.-

+ + + + + + +

Misato e Ritsuko si incamminarono verso la fila.
-Ehi, Ritchan, dove hai messo i biglietti?-
-Li ho in tasca.-
-...Ci sono ancora?-
-Misato! Certo che ci sono!-
-Stai attenta, qualcuno potrebbe fregarteli!-
-Ecco, se poi magari non lo sbraitassi a tutti...-
Erano quasi arrivate all'entrata, quando Ritsuko, angustiata dai piagnistei decise di cacciar fuori dalla tasca i biglietti per sventolarli sotto il naso di quella rompipalle.
-Ops.-
-OPS?! COSA VUOL DIRE "Ops.", RITSUKO?!"-
-No...Aspetta, forse era l'altra tasca..-
-RITSUKO? RITSUKO AKAGI??? HAI PERSO I MIEI BIGLIETTI?!-
-..Guarda che uno era anche mio...-
Misato si mise una mano sulla fronte, come a simulare uno svenimento.
-Mi..Mi sento male...-
-Ma dai, staranno un pò infondo..Ecco..Aehm...-
-Dio. Avevo comprato questi biglietti in prevendita un mese prima.-
-Dai, forse stò guardando nel posto sbagiato... Ora controllo nello zaino...-
-Li ho tenuti sotto il cuscino una settimana intera, sognando Lestat.-
-..Non è che li ho dati a te?..-
-E adesso tu mi dici che li hai persi. Li hai persi. Me lo dici adesso, quando siamo a cinquanta centimetri dall'entrata.-
Una voce maschile si intromise -Aehm..Scusate.-
-Misato, guarda nelle tasche del tuo chiodo, ho detto.-
-Li hai persi. Adesso. Come vedi non sono arrabbiata. E neanche stupita. Lo sapevo. Sapevo che avresti fatto una tua tipica stronzata.-
-Scu..Scasatemi...-
-Non dire così Misato, sei ingiusta! Ora sembra che non mi muova senza combinare disastri.-
-Ritsuko. Devo ricordarti quando sei entrata nel sacco a pelo di quel tizio ai boy-scout, e il giorno dopo te ne sei uscita con quel "Ragazze, credo di essere incinta"?-
-Ragazze..I vostri biglietti..Aehm..-
-Veramente quella non ero io, era Maya.-
-No, eri tu, me lo ricordo benissimo.-
-S..Scusate..-
-No che non ero io, ricordi che anche io ho fatto la colletta per comprare quel test di gravidanza? E che ti ho accompagnato in farmacia? Ma se abbiamo anche la foto ricordo de "Le boy-scout in missione nella farmacia aperta 24 ore su 24"?-
-Uhm...Era Maya? Perchè io ricordo te?-
-Ragazze...-
-Forse perchè il giorno seguente avete mandato me da sola a comprare i preservativi per quella porca.-
-Ah..Eh,eh! E' vero, "La Boy-scout e la missione dei palloncini colorati"!-
-Eh, già... Che bastarde...-
-Ok ragazze, mostratemi i biglietti.-
Senza arcorgersene erano arrivate davanti la porta.
Misato era già probnta a pagare in natura quando vide da dietro la sua spalla spuntare il braccio di un ragazzo con due biglietti -Eccoli.-
Misato e Ritsuko si voltarono stupite.
Ryoji agitò la manina bonario, mentre Shigeru aveva poggiato un gomito sulla sua spalla e si teneva in una posizione accattivante da fumetto per ragazze, e Makoto abbassava lo sguardo arrossendo.
Kaji prevedette le domande delle due -Io e i miei amici stavamo camminando quando sotto i piedi ci troviamo questi due biglietti. Stavamo già pensando di rivenderli quando, mentre facevamo la fila, non abbiamo potuto fare a meno sentire la vostra discussione.-
-Oh.- commentò Ritsuko.
-Ti..TI RINGRAZIO! Credo di poter dire che tu, oggi, hai salvato la mia vita!- disse Misato con le lacrime agli occhi.
-Già. Grazie.- aggiunse Risuko, deducendo che quel "Oh." fosse insufficiente.
-Beh, per sdebitarvi potreste passare la serata con noi.-
-Oh, volent..- Misato fu interrotta da Ritsuko -No, siamo qui per vedere il concerto. Grazie ancora per i biglietti.-
Detto ciò Ritsuko afferrò Misato per il collo con un braccio ed entrò nel locale, perdendosi tra il fumo e il rumore.

+ + + + + + +

Il suo odore.
Il suo odore.
Lo sentiva. Riusciva a sentirlo.
-Signor Kaji..-
Aska guardò on le lacrime agli occhi la porta del locale nel cui era entrato il suo maestro.
Si diresse verso di essa, quando due uomini la bloccarono.
-Biglietto?-
Aska li guardò stupita.
-Biglietto? Per cosa?-
-Nel locale c'è un concerto, non lo vedi? Per entrare bisogna pagare il biglietto.-
-Quanto costerebbe?-
-1500 Yen.-
-Cosa? Ma è un furto?-
-A noi sembra un prezzo più che ragionevole..-
Aska li guardò.
Valutò la loro forza.
Anche se in due non erano in grado di competere con lei.
Osservò le loro gole.
Osservò le loro braccia.
Poi infilò una mano nella borsa e tirò fuori 2000 yen.
Non sarebbe stato prudente ammazzare quei due.
Ma appena trovato il signor Kaji lo avrebbe fatto sicuramente.

+ + + + + + +

Misato e Ritsuko, intontite dal fumo si guardarono negli occhi per poi scoppiare a ridere.
-Certo, a questo punto facciamocela anche noi una canna...-
-Tanto ormai, con tutto questo fumo passivo...-
Le due si erano sedute al bancone del bar, mentre dalla sala concerti si potevano notare grovigli umani pogare, come se fossero state spettatrici di un post-moderno combattimento di gladiatori.
-Certo che i maschi sono davvero scemi.-
-Già. Guarda come devono ridursi per mostrarsi forti e virili.-
-Ma a chi lo dimostrano? Alle donne in sala? Ai musicisti?-
-Probabilmente a loro stessi.-
-O forse agli altri uomini. Una forma di omosessualità in cui si dimostra chi è più forte tramite la sottomissione? E' una lotta. Anche un rapporto è una lotta, dopotutto.-
-Misato, dovresti posare quella birra.-
-Perchè, non trovi ci siano molte coincidenze?-
Ritsuko sbuffò -Beh, un tempo anche gli antichi romani avevano rapporti omosessuali... E questi servivano proprio ad accrescere la loro virilità.-
-Vedi? E' come dico io.-
-Misato, mica ci combattevano, coi loro giovinetti...-
-Ma il principio è lo stesso, dai... Due donne non si getterebbero mai una addosso all'altra facendosi male per divertirsi, come fanno loro.-
-Anche le femmine pogano.-
-Bah, sono delle cretine. Non è una cosa da donne.-
-Perchè dici questo?-
-Perchè le donne non ne hanno bisogno.-
-Come sei maschilista, Misato-san..-
-Maschilista? Credere che le donne siano un universo differente da quello maschile, un mondo a parte che non dovrebbe essere contaminato per rimanere orgoglioso della propria identità...Questo è maschilismo?-
-Eh, credo di sì.-
-Ma guarda... E io che credevo di ragionare come una donna fiera di esserlo...Quindi per non essere maschilista dovrei desiderare di essere un maschio..?-
-Ehilà!-
Ritsuko e Misato si voltarono con uno sguardo dubbioso verso quella voce.
Era di nuovo quel Kaji, solo che stavolta era da solo.
-Ah, ciao, ci rivediamo..-
-Di cosa parlavate? Sembrava interessante...-
-Cose da donne.- tagliò corto Ritsuko.
-...Dove sono finiti i tuoi amici?- chiese Misato.
-Loro? Ah, erano stanchi e sono tornati a casa..-
-Ah, anche io sono un pò stanca..- mormorò Ritsuko.
-Buonanotte, Ritchan!- disse Misato.
-Eh?- chiese lei.
-Non avevi detto di essere stanca?-
Ritsuko scosse la testa rassegnata.
Ryoji sorrise.

+ + + + + + +

Poteva sentirlo.
Sì, distinto e dolciastro.
Il suo odore era ormai dentro di lei, e ad ogni passo lo sentiva più vicino.
Improvvisamente, Aska sentì la sua volontà vacillare.
Provò paura, mentre si avvicinava a lui, lentamente.
Cos'era che la faceva esitare?
Cosa le faceva provare quella debolezza di nervi, quelle ossa stanche, quell'inquietudine sotto la stoffa del vestito?
Cosa?
...Cosa?
La paura che lui, il suo odore, non lo sentisse affatto.
Aska si bloccò, davanti la porta del bagno.
Brividi che diventarono scosse, scosse di repulsione.
Erano gemiti di piacere quelli, inconfondibile piacere misto a morte.
Gemiti di piacere, misti a lui.
Aska si bloccò davanti la porta, in attesa, incurante del rumore intorno a lei, come se quei sospiri leggeri e quell'odore di lui sovrastassero le urla, le voci e le chitarre elettriche.
Era un rumore davvero odioso e insopportabile.
Insopportabile, davvero, quel piacere da cui lei era esclusa.
Una lacrima bagnò il suo viso.
Poi, entrò.
   
 
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