Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Ylaily    27/04/2015    0 recensioni
La vita di Sole è sempre stata un tutt'uno con quella del suo migliore amico Marco. Insieme hanno superato l'infanzia tra giochi e risate e insieme cercheranno di superare l'adolescenza tra tutte le sue difficoltà. Una corsa ad ostacoli per Sole, riuscirà a renderla più forte e l'aiuterà a salvarsi nei momenti di crisi che nascondendosi dietro l'ombra la possiedono tra braccia possessive. Nulla le sembrerà più scontato e l'abbandono della parte più importante del suo cuore la farà velocemente ricadere in basso; finchè due occhi familiari non la rincorrono in suo aiuto. Non appena li incontra capisce che qualcosa in lei cambierà. Sapevano entrambi quanto fosse sbagliato incontrarsi ma la curiosità li ha spinti in un qualcosa che nemmeno Sole si sarebbe mai aspettata.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Niente in quel preciso istante mi avrebbe vietato di tirare un pugno a Marco Biccari. << Evita, ti prego. Sai benissimo che ho ragione, come sai benissimo che non mi faresti mai del male nemmeno per tutto l'oro del mondo >> sospirò << Ma poi che senso avrebbe? È da due ore che ne parliamo e ancora pensi di avere ragione >> sorrise facendomi l'occhiolino.
Marco, il mio migliore amico, con la sua felpa leggera e i pantaloni troppo larghi per il suo fisico mingherlino, era sdraiato sulla pancia nel mio piccolo letto. Stava cercando in tutti i modi di innervosirmi e il compito gli riusciva anche piuttosto bene; con quel suo modo così snervante di farmi capire le cose, la voce graffiante e totalmente priva di educazione, era insopportabile.
<< Diamine Marco! Sei venuto qui per rompere o per aiutarmi? >> gli chiesi lamentandomi.
<< Se mi spiegassi il reale motivo per cui dovrei aiutarti, allora si, sono qui per quello; e anche un pó per rompere >> rise facendomi stringere i pugni dalla rabbia.
<< Senti, come hai detto prima ne stiamo già parlando da diverse ore; cosa ancora non ti è chiaro? >>
<< Il fatto che tu debba per forza pensare a quel ragazzo, a quel coso >> si alzò << Sole, sei molto più sveglia di così, apri gli occhi, ti sta solamente ingannando e tu ci stai cascando dentro come una pera cotta. Ti devi fidare di me e ascoltarmi. D'altro canto, ho sempre ragione >>.
<< Tu non capisci! Alessandro è fatto così, ma non per questo vuol dire che non tenga a me. Devo solo conoscerlo meglio, ecco tutto. Ed è qua che entri in gioco tu >>.
<< Io? Per favore non mettermi in mezzo a queste inutili assurdità >> ribatté sedendosi su una sedia.
<< Devi solamente scoprire un paio di cosette >> lo guardai. Il suo viso rasentava l'orrore e la confusione. Continuai: << Sei suo amico no? Ecco, scopri che intenzioni ha. Per favore >> lo supplicai abbracciandolo.
<< Amico? Lo detesto! Fingo di essergli amico solo per causa tua! E poi, tu non eri quella che si fidava ciecamente del nostro bene o amato latin lover? >> mi riprese.
<< Ti prego, non farmi nuovamente ripetere di soffrire di un'insicurezza fuori dal normale, ho bisogno di aiuto. Ho bisogno di risposte, per favore, aiutami >>.
<< Sai che non potrai usare questa scusa in eterno vero? >>
Lo guardai. Aveva ragione. Ormai da tempo ero succube di quella storia e non era di certo la prima volta che la usavo contro di lui. Marco era l'unico capace di frenare e fermare i miei pensieri, d'altro canto potevo usufruire solamente del suo sostegno. La mia insicurezza era davvero un grave problema al quale stavo duramente lavorando da diversi anni, con ben pochi risultati.
<< Hai ragione. Ma ho davvero bisogno di sapere. Questo è l'ultimo favore scomodo che ti chiedo. In cambio ti preparerò quei dolcetti che ti piacciono tanto >> risposi. Mi armai di sorriso a trentadue denti e gli feci gli occhi dolci in segno di supplica e speranza.
<< Sul serio? Vuoi prepararmi gli struffoli? >>
Annuì allargando il mio sorriso. Ben presto gli si illuminarono gli occhi e le guance si tinsero di rosso.
<< Andata! >> disse. Corsi immediatamente da lui per abbracciarlo, ma la sua mano si alzò intimandomi di stare calma e di sedermi. << Ma, dovrai preparare gli struffoli migliori del mondo e in più dovrai farmi i compiti per una settimana >> abbassò la mano sospirando. Ripresi il mio cammino e lo stritolai dicendogli un semplice "Si". Stetti diversi secondi avvinghiata a lui immergendomi nel suo dolce profumo; sapeva di zucchero e cocco, sapeva di casa, di famiglia. Marco aveva i tratti tipici di un mediterraneo, proprio come suo padre: pelle perennemente abbronzata, scura e bronzea, occhi di un verde accesso, sopracciglia folte e capelli meravigliosi; Neri come la pece e arruffati al punto giusto. In molti ci scambiavano per fratello e sorella grazie all'aspetto e alle movenze molto simili. Anche io come lui ero del sud, ma a differenza sua io auspicavo sempre più ad avere la pelle più chiara anche in estate e gli occhi, invece, più scuri.
<< E se con Alessandro dovesse andare male, cosa farai? >> mi sentii chiedere da Marco.
<< Apparte piangere come una quattordicenne? Niente, credo che immergerò i dispiaceri nelle caramelle; e sai quanto potrei divenirne dipendente. Quindi avrò bisogno del tuo supporto, come al solito direi >> mi accasciai nel letto seguita a ruota da Marco. Ci stendemmo vicini e lui mi prese la mano accarezzandomi le nocche; gliela strinsi di rimando accoccolandomi sul cuscino.
<< Mi sento quasi onorato >> mormorò mettendosi comodo. Non risposi, lasciando spazio al silenzio e alla tranquillità; la sua pelle fresca e la brezza primaverile che entrava silenziosa dalla finestra aperta mi rilassarono a tal punto che quasi mi addormentai. Mi fece immediatamente trasalire quando, con un colpo secco mi spinse giù dal letto. Finì con le chiappe a terra. << Come si sta laggiù, Sole? C'è fresco? >>. Mi fece un largo sorriso, uno di quelli che detestavo guardare. Ovviamente rompermi le scatole lo divertiva parecchio.
<< Quanto ti odio >>. Il mio tono era arrabbiato; il mio sguardo prometteva vendetta.
<< Per così poco? Forse dovrei buttarti giù dal letto un pó più spesso, adoro vederti arrabbiata, mi mostra il tuo lato cattivo. Amo la cattiveria >>.
<< Oh, tu credi di essere cattivo eh? Sei cattivo quanto un cagnolino con un fiocco in testa >>. Lo provocai. Odiava essere paragonato a cose carine e buone e il suo cervello, da anni, lo incitava ad essere cattivo, o meglio, gli faceva credere di essere cattivo. All'età di dieci anni mi disse che la sua cattiveria poteva essere paragonata all'Uomo nero rinchiuso nel mio armadio; all'età di quattordici anni aumentò, dicendomi di assomigliare al cattivo di Spiderman. E ora..
<< Senti ragazzina, la mia cattiveria è pari a quella.. >>. Non gli lasciai finire la frase; altra cosa che odiava.
<< A quella di un serpente a sonagli con così tanto veleno da ucciderti all'istante >> continuai per lui.
<< Beh, stai imparando vedo. Inoltre ti sarei grata se non ti comportassi male non facendomi finire le frasi. Potresti pentirtene >> osservò con quell'aria di chi la sa lunga. Mi girai a fissarlo.
<< E come? Sentiamo. Hai deciso di portarmi davanti ad un ragno enorme? Di nuovo? >>
<< Oh beh, l'hai voluto tu>> si alzó. <> sorrise.
<< Cosa? Stai scherzando spero! Dov'è? Ti prego, dammelo! >>
<< Non essere maliziosa Sole, non ti si addice >>. Mi alzai insieme a lui e continuai a fissarlo in cagnesco mentre con estrema lentezza prese il libro dallo zaino. Me lo porse trattenendo a stento le risate. << Dovresti vedere la tua faccia. Sembri un'affamata pronta a dilaniarmi >>.
Presi in mano il libro e me lo strinsi al petto. Non potei fare a meno di ricontrollarlo più e più volte cercando ogni minimo segno di imperfezione: graffi, tagli, strappi; nulla, era assolutamente meraviglioso. Il volume era pesante nelle mie piccole mani e sbirciando nuovamente al suo interno non potei far altro che sorridere al pensiero di Sfere energetiche e Mezzi demoni incavolati. Mugolai felice. Mai avrei potuto dimenticare le parole, che sin da piccola mia madre si premurava di ripetermi affinché continuassi a leggere: "Tutto può divenire storia. La vita che perseguiamo, le vicende che viviamo, le avventure che desideriamo. Ogni cosa, tutto è storia. Le parole la riempiono e la trama la contorna. Rilegarla la rende unica e leggibile. Ma è il credere al suo potere che rende la sua lettura un esperienza meravigliosa mia piccola Sole". Il pensiero mi colpì come un uragano nel petto trasmettendomi ancor più serenità di quanta non ne avessi già prima, era straordinario. Lui era straordinario. Guardai il mio migliore amico.
<< Ti piace? >> chiese Marco sorridendomi ancora.
<< Se mi piace? Lo adoro! E adoro anche te, Cristo! >> lo abbracciai così forte da stritolarlo. << Come facevi a sapere che sarebbe uscito oggi? Dio mio, lo aspettavo da mesi e tu! Oddio, tu ti consideri cattivo ma in realtà sei il mio angelo! >>
<< Non ti allargare amica mia, è solo un pensiero e poi mi hai stressato per mesi, come facevo a non saperlo? Quindi, insomma, sorpresa! >>. Quell'affermazione mi indusse a sorridere e quando lui finì di parlare lo riabbracciai cominciando a saltellare. Non mi capacitai affatto di quanto gli volessi bene, a discapito di tutto e di tutti. Tentennai quando dovetti staccarmi da lui, lo fissai con estrema dolcezza e con la mano gli arruffai i capelli guadagnandomi uno sguardo di puro odio. Riposi il mio nuovo libro in libreria e con il sorriso ancora stampato sul volto lo presi per la manica della felpa e lo trascinai giù.
<< Allora, che intenzioni hai, brutta furfante? >>
<< Solo una, invitarti a cena. Qui >>. Lo presi a braccetto e lo condussi in cucina. Non appena scendemmo, una voce calda ci richiamò dal salotto. << Ragazzi, avete fame? Io si. Quindi con o senza il vostro consenso io comincio a cucinare >> disse mia madre alzandosi dal divano e avvicinandosi a noi. << Marco rimani per cena? La cucina prevede insalatona e bistecca! >>
<< Il commensale approva signora >> rispose Marco ridendo.
<< Bene. Non so quali sono i vostri piani di stasera, ma io me ne vado a ballare! Sono stufa di rimanere in casa >>.
Mia madre era una di quelle donne facili d'amare: grintosa, amorevole e assolutamente comprensiva. Sembrava una diciottenne, con quei capelli rossicci che le cadevano sulle spalle in morbidi riccioli, gli occhi vispi e il corpo sinuoso sempre in costante movimento. Una madre che tutti mi invidiavano. Dopo un matrimonio disastroso e un tradimento, durato ben quattordici anni, i miei genitori decisero di divorziare quando io avanzavo sempre di più verso gli undici anni. Senza pensarci due volte, mio padre, Dario, un uomo decisamente bizzarro e cupo, si trasferì in una grande cittadina situata a circa venti minuti di distanza da me, con la sua nuova fidanzata, Rachele. Mia madre, d'altro canto, si fece ben presto anche lei una vita, con Paolo. Il mio caro e pazzo Paolo. Un'incredibile uomo che in due anni era riuscito ad entrarmi nel cuore. Era tutto quello che cercavo in un padre. Era spontaneo, scherzoso, adorabile e cosa più importante: Mi proteggeva come se fossi stata sua figlia. Lo adoravo con ogni fibra del mio corpo.
<< Sole, apparecchia la tavola che è tardi!>> mia madre fece un cenno verso il tavolo.
Annuii chiamando Marco.
<< Che ne dici se domani ti passo a prendere io per andare a scuola? >>
Mi seguii in cucina. Lui si voltò per aiutarmi, sorridendo. << Non sono molto convito delle tue abilità automobilistiche ma accetto la tua generosa offerta >>.
************
Dopo una cena coi fiocchi e una lunga e dispendiosa chiacchierata con Marco mi sentii stranamente calma e senza pensieri. Ero sola in casa da diverse ore, il silenzio regnava sovrano e il nuovo libro era appoggiato sul mio grembo; avevo letto più di un quarto delle pagine e ancora non ne avevo abbastanza. Enigmatico, complicato e bellissimo. Presi il telefono dal comodino e mi accorsi di aver ricevuto tre messaggi, tutti di Marco. Lì lessi ad alta voce e sghignazzai.
Allora? Hai già finito il libro o hai intenzione di gustartelo almeno un pó?
Sole! Ricordati che domani devi passarmi a prendere, non scordartelo.
Sei insopportabile lo sai? Puoi rispondermi almeno, sono sicuro che non stai dormendo brutta furfante.
Stavo per rispondergli, quando dalla porta non sentì bussare. Presa alla sprovvista mi spaventai e scesi immediatamente dal letto rabbrividendo dal freddo. Portavo solamente una maglietta leggera e dei pantaloncini fin troppo corti. Mi venne la pelle d'oca e mi bloccai. Chi diamine poteva essere? Presa dal coraggio, mi sbarazzai della paura e scesi lentamente le scale con un cuscino in mano a proteggermi dal nulla. Quando fui davanti alla porta controllai dallo spioncino e raggelai: Alessandro, con un sorriso raggiante sul volto e un mazzo di fiori in mano.

Spazio autrice.
Scusatemi, è la terza volta che provo a pubblicare e ogni volta combino un casino, comunque, spero che ora vada bene. E' da circa cinque mesi che scrivo questa storia, cancellandola e riscrivendola quasi ogni giorno, non mi sembrava mai troppo convincente. Fino ad ora. spero che il primo capitolo vi piaccia. Buona lettura!
-Yle
Ps: Ho controllato ora e in mezzo manca questa frase; non so perchè ma non me la lascia pubblicare: comunque parla solamente di un libro che volevo da tempo e che Marco ha deciso di comprarmi. Probabilmente non me lo lascia scrivere perchè non posso nominare altri autori.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Ylaily