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Autore: Ryuzaki_    27/04/2015    2 recensioni
La ragazza tremava, fissandosi con odio di fronte allo specchio di camera sua con salate lacrime che le bagnavano gli occhi. Come si era ridotta in quello stato? Una smorfia le dipinse il volto guardando il suo corpo che per i suoi occhi e per quelli delle persone era troppo grasso. Chiuse gli occhi. Doveva farlo. Camminò come uno zombie fino al luogo del delitto. Decise la sua sorte. Decise di sentire di nuovo quel sapore di vomito in bocca, quella sensazione disgustosa che sembrava l'unica a darle un attimo di pace.
***
Il contrasto che il rosso aveva con il blu dei suoi capelli la fece sorridere in modo macabro. Era stanca. Tanto stanca di tutto, di ogni cosa, di ogni persona, di ogni insulto che le rifilavano giorno dopo giorno. Era stanca di continuare a vivere nell'ombra dell'etichetta “gotica, strana, stupida,puttana”. Era stanca e forse per questo quel rosso tanto doloroso le sembrava così bello e puro. Forse solo così poteva vedere tutta la sofferenza che le avevano inflitto per anni, solo attraverso quel puro, rosso, sangue.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
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Salve a tutti!
Dunque prima di iniziare a leggere questa FF volevo fare una premessa. Volevo scrivere una FF che tratta dei problemi che spesso riscontrano gli adolescenti come l'anoressia, la bulimia, il bullismo, l'autolesionismo e altri argomenti del genere. Ho deciso di prendere come protagoniste Courtney e Gwen *in questa prima parte si parla solo di Courtney* e speravo di far riflettere le persone su questi problemi che fin troppo spesso sono presenti. Bene detto ciò mi scuso in anticipo per eventuali errori grammaticali che, pur avendo letto e riletto la FF, ho il timore che ci siano. Sarei molto felice di sapere che cosa ne pensate e se secondo voi è una buona idea! Grazie a chiunque recensirà questo primo capitolo eee buona lettura!
Miss__SyginIron


 


50

 

Evitava di guardarsi allo specchio da tutto il giorno ma ormai era diventata una cosa inevitabile, appena poteva cercava di vedere il proprio riflesso, appena poteva cercava di controllare se fosse tutta perfetta come desiderava. Cercava una perfezione inesistente che non faceva altro che ossessionarla dalla mattina alla sera. Non aveva idea da quanto tempo si sentiva in questo modo, sapeva solo che qualche strano meccanismo all'interno della sua testa era scattato, qualche strana rotella che aveva fatto iniziare a girare in senso opposto tutto il meccanismo del suo cervello. Se prima si era sempre sentita perfettamente impeccabile ora non aveva alcuna certezza su qualcosa. Era iniziato così, qualcosa di generico a cui non aveva fatto particolarmente caso, qualcosa che si limitava ad alcuni suoi modi di comportarsi che aveva scoperto non erano graditi. Solo dopo aver scoperto che il suo carattere non era amato e venerato da tutti, solo allora la sua concentrazione si era posata su un altro punto che non aveva mai pensato di poter disprezzare come ora faceva.

Il corpo. Il suo perfetto corpo che aveva sempre ritenuto bellissimo, snello, con quella pelle caramello che l'aveva sempre distinta da tutte le altre. Quelle lunghe gambe affusolate, quella pancia piatta e muscolosa che aveva sempre sfoggiato ogni estate. Il suo corpo che aveva sempre tenuto con cura, ecco che improvvisamente sembrava orribile, forse a causa di quelle frecciatine che ogni tanto le tiravano sul suo peso, forse perché era ingrassata di un poco, forse perché ormai, convinta della sua perfezione, non faceva più molto caso a che cosa mangiava? Non lo sapeva, eppure ecco che qualcosa l'aveva fatta correre in bagno quel pomeriggio appena tornata da scuola, ecco che quel qualcosa che non riusciva ancora ad identificare l'aveva fatta prendere istericamente la bilancia, facendola salire su essa in modo quasi folle. Doveva pesarsi, doveva farlo solo perché aveva sentito le sue compagne riferirsi a come si era fatta in carne rispetto all'anno scorso, se solo avesse saputo che quella era solo invidia allora forse non sarebbe successo niente di irreparabile, ma lei non lo sapeva.

Lei era convinta che aveva messo su peso, molto peso ed effettivamente era ingrassata impercettibilmente, era ingrassata di così poco, di un nonnulla che non l'avrebbe assolutamente fatta preoccupare se solo non avesse sentito quelle sciocche parlare di lei. Le aveva sentite con quelle voci insopportabili, con quei loro modi di fare così civettuoli, se solo loro avessero saputo che la persona che stavano insultato stava origliando da quando aveva sentito il suo nome forse ci sarebbero andare giù ancora più pesanti, ma grazie a Dio nulla di tutto ciò era successo. Vacca grassa, oca da ringraziamento, obesa, brutta, l'avevano insultata perché si annoiavano. Semplicemente per noia, poteva essere lei come chiunque altro, la cosa non era rilevante non per loro almeno. Non per loro che si ritenevano la perfezione per loro era divertente buttare giù gli altri ed ero era il turno della impeccabile Courtney brava in tutto, loro acerrima rivale da sempre.

Bene ecco che ora toccava a lei essere buttata in un baratro di insicurezza dove l'avrebbero rovinata una volta per tutte. Era semplice in definitiva, bastava tormentarla un po' toccare qua e là dei punti che sicuramente le sarebbero importati e poi quando ormai non avrebbe potuto fare a meno di credere alle sciocchezze che loro le avrebbero rifilato si sarebbe autodistrutta. E perché tutto questo? Per noia. Avevano iniziato presto iniziando a parlare male del suo carattere qualche mese prima ed ecco che dopo aver notato che la vittima iniziava a farsi lievemente pensierosa e titubante su quelle parole, non sicura che fosse vere, ecco che iniziavano ad attaccare l'altro punto che fa sempre male a chiunque sia maschio che femmina: il corpo. Era stato difficile capire che cosa dire inizialmente, del resto era perfetta, solo dopo averla guardata ossessivamente per giorni, solo dopo aver notato come mangiava tranquillamente quello che le pareva, solo allora avevano deciso di attaccarla su quello che più ossessionava tutte loro: il peso.

Se fossero riuscite a convincerla che era grassa, allora sarebbe stato semplice vedere come quella stupida ragazzina orgogliosa si sarebbe rovinata, non avrebbe di certo potuto accettare l'idea di aver rovinato il suo corpo no? Fin troppo facile sembrava, ma del resto per loro lo era. Avevano iniziato così tormentandola giorno dopo giorno fino a che l'inevitabile non era successo, ma noi non siamo ancora arrivati a quello. Per ora mi limiterò a raccontare gli eventi in ordine cronologico, quindi partiamo dall'inizio.

 

Come avete potuto notare nel paragrafo precedente Courtney era una ragazza veramente sicura di sé ma in modo così eccessivo da nascondere un'insicurezza pronta a venire a galla alla prima incertezza. Forse la scusa del peso fu solo una motivazione come un'altra che la portò all'autodistruzione, forse questo sarebbe successo lo stesso, o forse no. Fatto sta che era sempre riuscita ad essere brava in tutto, negli sport, a scuola, in qualsiasi cosa si cimentasse ci riusciva con una tale semplicità che disarmava e infastidiva tutti coloro che la circondavano. Era una persona particolarmente sola ma non aveva mai fatto caso a questo, le amicizie non le importavano più di tanto, aveva sempre provato a concentrarsi più su se stessa che sugli altri. Un errore madornale. Non era amata dagli altri ma incuteva abbastanza timore da essere lasciata in pace, almeno così era prima che di cambiare classe e ritrovarsi in circondata da persone che oltre a non conoscerla, iniziarono subito a prendersi gioco della sua perfezione cercando di screditarla in tutto ciò che faceva. Courtney era forte e senza troppi problemi riusciva a fingere che non le importasse fino a che la cosa non iniziò a farsi lievemente pesante ed insostenibile. Fino a che Dakota Hemmings non iniziò a prendere di mira il suo peso. Non era grassa, ma sentire di continuo che lo era l'aveva portata a crederlo e a spolverare la bilancia che era riuscita a tenere lontana da sé per parecchi anni. In quel fatidico pomeriggio di primavera in cui era salita mezza nuda sulla bilancia e aveva controllato il suo peso, qualcosa nella sua testa aveva fatto scattare una paura, una paura infondata, una stupida paura nel vedere che effettivamente era ingrassata di cinque kili dall'ultima volta che si era pesata.

Una solitaria lacrima salata le aveva riscaldato la guancia, e perché? Perché questo? Solo perché le avevano dato una ragione per tirare fuori tutti quelle insicurezze che per anni era riuscita a nascondere dietro a una maschera di indifferenza e di forza. E da qui che inizia la sua storia, da quest'attimo di debolezza che le costò caro.

 

 
  
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