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Autore: monnezzakun    27/04/2015    2 recensioni
«Giochiamo che io ero la principessa, tu il cavaliere e Rin il mago cattivo!»
#FreeNotteBianca5, scritta per Aika. [SouRinGou]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gou Matsuoka, Rin Matsuoka, Sosuke Yamazaki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Two little knights
and a Dragon in distress.



Era uno di quei pomeriggi raggomitolati su sé stessi in una spirale di ore che sembrano passare ma in realtà non finivano mai. Gou l’aveva passato sul divano, le gambe incrociate e la pelle appiccicosa delle cosce che faceva rumore al minimo movimento. Non aveva voglia di giocare in giardino, né di studiare a memoria quella poesia noiosa che avrebbe dovuto imparare per il giorno dopo, perché aveva sulla lingua un sapore vecchio, di libro dalle pagine ingiallite, invece fuori il sole splendeva e c’era profumo di fiori e di estate.
Sousuke e Rin erano scomparsi ore prima in camera, gli zaini pesanti sulle spalle e le risate che li seguivano in ritardo su per le scale, rimbombando per tutta la casa. Le erano rimasti la granita ed i programmi stupidi in tv, perché se dovevano “fare i compiti”, allora anche la mamma le aveva impedito di seguirli in camera e poi si era piazzata in cucina a preparare i biscotti preferiti di quei due, come se non lo sapesse anche lei che in genere la percentuale di compiti fatti quando era ora che Sousuke tornasse a casa era molto, molto bassa.
Gou sbuffò, prendendo un sorso dalla cannuccia colorata e sistemandosi i codini che continuavano disfarsi. Non sapeva ancora se le piaceva l’amico di Rin, con quella faccia seria e lo sguardo sempre corrucciato, come se si credesse chissà chi. Non l’aveva praticamente nemmeno guardata, eppure era lì a casa loro quasi ogni pomeriggio.
Magari le sarebbe stato più simpatico se ogni tanto avesse sorriso. Invece a pranzo con lei e con mamma non aveva quasi aperto bocca, gli occhi bassi sulla ciotola di riso e solo qualche parola di ringraziamento per il cibo. Sembrava quasi scocciato dalle domande sulla giornata a scuola, infastidito dalle continue risate e battute di Rin.
Lei lo aveva guardato bene, quel bambino appena un anno più grande eppure così freddo, distante come uno dei personaggi che tanto odiava nei cartoni, quelli che alla fine sono sempre cattivi perché sì, perché non hanno amici e forse se non li hanno c’è una ragione, no? Invece il fratellone sembrava adorarlo, era sempre tutto un Sousuke questo e un Sousuke quello, ma perché?
Rotolò sulla schiena e si mise il bicchiere gelido in bilico sulla pancia, le dita strette ad anello ad un millimetro di distanza per evitare un probabile disastro. Sentì la risata di Rin attraverso il soffitto, e un tramestio di piedi che correvano e cose che succedevano, e che sembravano anche divertenti. Poi ci fu il rumore di una porta che viene spalancata e quello di passi alla rinfusa sugli scalini, accompagnati dai “no, Rin no!” di Sousuke.
«Gou!» esclamò Rin, correndo trafelato dentro il salotto. «Gou, vieni a giocare con noi!»
Sousuke fece per parlare, ma fu trattenuto da una gomitata nelle costole. «Sousuke ha detto che vuole giocare anche con te» e ridacchiò.
Gou sollevò la testa dal cuscino e li guardò in silenzio, scrutando il sorriso divertito e crudele di suo fratello e il viso arrossato del suo amico. Avrebbe voluto rispondere di no e tornare a fingere di essere estremamente interessata al documentario sulle foche che era iniziato non sapeva quando, ma la noia era bruttissima da sopportare in una giornata così bella, così si tirò a sedere e annuì lentamente. «A cosa volete giocare?»
Rin si grattò la nuca, pensieroso. «Oh. Non ci avevo pensato»
Sousuke stirò le labbra in un sorriso piccolo e nervoso, guardandola. «Decidi tu, G-Gou-san, non abbiamo preferenze». Rin scoppiò a ridere e gli tirò una pacca sulla spalla, e mentre lei pensava ad un qualche gioco da fare i due si misero a bisticciare su quanto fosse o non fosse da vecchio noioso darle della Gou-san. Si fermarono solo quando lei sussultò, illuminandosi all’improvviso.
«Giochiamo che io ero la principessa, tu il cavaliere e Rin il mago cattivo!» esclamò, puntando il dito contro Sousuke. Ci volle un po’ a convincere Rin, che proprio non ne voleva sapere di fare il cattivo, e che per una decina di minuti se ne andò a frignare da mamma perché Gou gli aveva detto che come cavaliere non sarebbe servito a nulla, visto che aveva paura anche di andare al bagno la sera. Quando si spostarono in giardino, finalmente, Rin era diventato la (p)rincipessa e Gou la maga cattiva ma che in realtà è solo incompresa, perché così è più bello, no?, mentre Sousuke era rimasto il perplesso, ma comunque discretamente eroico, cavaliere dal bianco destriero. («Però va bene solo se alla fine non mi costringete a baciare Sousuke, perché ugh, che schifo, non li bacio gli altri maschi, io»)
Ci volle un’altra mezz’ora per stabilire i territori e per cercare una corona che non spingesse tutti i capelli di Rin sulla sua faccia, rendendolo cieco e ben poco principesco. Quando finalmente furono tutti in posizione, era ormai quasi il tramonto.
Mentre Gou e Sousuke si sfidavano a duello mulinando due scope sopra la testa, Rin si rese improvvisamente conto che essere una principessa comporta lo svantaggio non da poco di non poter far la lotta nel fango con il proprio migliore amico, quindi si mise a strepitare di nuovo, e fu inevitabilmente promosso al grado di drago sputafiamme da abbattere.
«Allora facciamo che Sousuke ti picchia con la spada e io uhm….» disse Gou, cercando di capire come esattamente sarebbe potuto essere interessante essere una maga.
Rin contribuì alla conversazione mettendosi a correre attorno al giardino, ruggendo e fingendo di distruggere villaggi sparsi qua e là.
«Potresti…» iniziò a suggerire Sousuke, sempre con quel suo sorriso sghembo e le guance rosse senza motivo. «Non ti vuoi far rapire da Rin, vero?»
Gou lanciò un’occhiata a suo fratello che si rotolava per terra facendo a botte con un peluche, e poi si voltò verso Sousuke per scuotere la testa con tutta la convinzione che aveva in corpo.
«Sarebbe un po’ ridicolo, in effetti» rise Sousuke, parlando piano per non farsi sentire – nessuno dei due aveva voglia di avere a che fare di nuovo con un Rin in lacrime e offeso. «Allora perché non usi una spada anche tu?»
Gou lo guardò con gli occhi spalancati, sorridendo con tutto l’entusiasmo possibile. «Davvero!? Rin non mi fa mai usare la spada, dice che le femmine non possono!» disse, imbronciandosi e corrucciando le sopracciglia. «Secondo me è perché è un fifone e ha paura di prenderle»
«Chi è un fifone!?» urlò Rin, guardandoli malissimo. «NESSUNO!» risposero in coro.
Gou si voltò verso Sousuke, sorpresa. Si ritrovò ad un millimetro dal suo viso, i suoi occhi fissi nei propri. Si guardarono a lungo, o forse per pochissimo, poi entrambi fecero un passo indietro e si voltarono, le guance rosse e lo stomaco in subbuglio senza un perché.
Rin li fissò un po’, sospettoso, poi fece un ghigno e prese fiato, molto teatralmente.
«Sooooousuke» iniziò, dapprima lento «e Gouuuu, seduti sotto un pino SI TENGONO PER MANO E SI SCAMBIANO UN BACINO!»
Ci fu un lungo momento di silenzio. Rin continuava a fissarli, l’ombra di una risata sulle labbra che non sapeva se far uscire oppure no. Da qualche parte, al di là della siepe, in gatto dei vicini miagolava scontento, grattando le zampe sulla porta di ingresso per entrare.
Gou sentì Sousuke, ancora fermo accanto a lei, espirare a lungo come se avesse trattenuto il fiato per ore. Con una calma metodica e glaciale, gli strattonò la manica, costringendolo a voltarsi - era ancora più rosso di prima - e mostrandogli un sorriso di una cattiveria splendida, uno di quelli che solo le bambine davvero arrabbiate riescono a fare. Lui la guardò senza capire per un secondo, poi un lampo passò nei suoi occhi, fulmineo e bellissimo, come una nuvola che faccia ombra solo per un istante. Strinsero insieme il pugno sui manici di scopa, e quando Rin finalmente capì in che cosa si era andato a cacciare, loro erano già scattati in avanti, urlanti e furiosi.
(Rin pianse di nuovo, ovviamente. Però Sousuke e Gou si scambiarono un lungo, soddisfatto sorriso quando la mamma smise di sgridarli, perché era nata una nuova alleanza molto, molto pericolosa.)
 
 
«Ti dico che non è vero, Sousuke» brontolò Rin. «Non è mai successo, te lo stai inventando come al solito, e poi io non mi farei mai picchiare da mia sorella»
«Be’, teoricamente non avresti neanche dovuto mai baciare degli altri raga-» «ZITTO.»




Note.
Cosina stupidissima scritta per la #FreeNotteBianca, date pure tutta la colpa ad Aika, è lei che prompta gli shotini maledetti e che mi spinge a scrivere queste cose. L'ho segnata come SouRinGou ma in realtà è una ship inesistente, si vogliono tanto bene ma sono piccini, lasciamoli innocenti e puri ancora per un po' ;_; <3.
Grazie per aver letto (o riletto, se l'avevate già vista durante la Notte Bianca), mi sono divertita un sacco a scrivere dei capricci di Rin!
 
   
 
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