La luce bianca del mattino mi colpisce il volto, ma il mio risveglio non è affatto un brutto risveglio avvolta in candide lenzuola, in un grande letto forse fin troppo morbido che se potesse parlare direbbe fin troppe cose, penso mentre un sorriso leggermente malizioso e uno sguardo trasognante si dipingono sul mio volto. Accanto a me il posto è vuoto, forse già da un po' visto che sono riuscita, nel sonno, a guadagnarmi il centro di quel grande letto. 
Ho bisogno di un caffè. Metto la prima maglietta che trovo vicino "Metallica”, abbastanza grande da poter essere quasi un vestito addosso a me, per poi spostarmi in cucina non dopo aver dato una sistemata alla massa di capelli disordinati che ho in testa.
Dall'ampia vetrata posso vedere quale nuova meravigliosa giornata è nata sulla città degli angeli, baciata dai raggi del sole da poco sorto, creando un'atmosfera che me la fa vedere ancora più magica di quello che è per me,  in questo momento. Mi siedo sul banco della cucina, con la tazza di caffè in mano e perdo lo sguardo in un punto indefinito oltre il vetro mentre la mente vaga e mi sembra di sentire sulla pelle ancora i segni delle sue mani e il calore delle sue labbra,  il pensiero del suo tocco leggero e sapiente mi fa lievemente avvampare e un sorriso nasce spontaneo. 
- Buongiorno - la sua voce roca mi riporta indietro,  non mi ero nemmeno accorta che fosse arrivato. Mi giro e lo vedo in piedi davanti alla macchina del caffè e poi dirigersi verso di me: come è possibile?  La perfezione intendo.  Esiste? Certo che esiste e sta di fronte a me.  Si aggira a piedi nudi per la cucina, indossa i pantaloni del pigiama, col torso nudo. La sua bellezza mi sconvolge ogni volta come fosse la prima, non posso fare a meno di passare in rassegna con lo sguardo ogni centimetro della sua pelle nuda, immaginandone la sensazione sotto le mie dita, la barba leggermente incolta di un paio di giorni, i capelli disordinati ancora bagnati, ma il colpo di grazia lo ricevo quando vedo l'ampio sorriso che si apre sul suo volto. Dovrebbe essere illegale,  perché l'insieme di quella visione celestiale mi fa perdere molti battiti e non posso smettere di sorridere ancora più di prima.
Si siede vicino a me, gli poso un bacio sulla mano, e gli sussurro – Buongiorno - prima che lui la posi sulla mia spalla circondandomi col suo braccio possente, e io mi sento protetta in quella stretta. A mia volta circondo il suo fianco con il mio braccio a appoggio la testa sul suo petto, sento il profumo del bagnoschiuma, sa di buono, sa di caffè, sa di lui. Non servono parole in questo momento perché è già tutto perfetto. Si gira per guardarmi e aggiunge il tassello che manca alla perfezione di quel momento: quando le labbra di Shannon toccano le mie in un casto bacio, il suo sapore mi pervade dandomi una leggera scossa. Rimango a bearmi di quella vista: il profilo del suo volto, la sua bocca, i suo occhi dorati illuminati dai raggi del sole di prima mattina.
Poi è un attimo. 
Senza una apparente motivo la tristezza mi assale, tristezza che non tarda a farsi panico. 
Il vuoto che mi coglie sembra quasi risucchiarmi. Come potrei vivere?  Come potrei vivere se un giorno non avessi più tutto ciò? Sarebbe ancora vita senza di lui, senza i suo occhi, I suoi baci,  senza il suo tacito essere, senza ciò che mi trasmette a gesti più che con le parole? Sarebbe ancora una vita degna di essere vissuta quella in cui non c'è Shannon accanto a me al mio risveglio ogni mattina, ogni momento, per sempre? Le lacrime mi riempiono gli occhi solo al pensiero del vuoto che lascerebbe la sua assenza.
Cerco di scacciare il pensiero ma non abbastanza in fretta perché lui non se ne accorga, le  lacrime che scendono calde sul mio volto stanno bagnando anche lui. 
Si gira verso di me per guardarmi dritto negli occhi - Cosa succede? Perché piangi?? - dice leggermente allarmato e spiazzato da quella situazione improvvisa. Non riesco a trattenermi, se non parlassi sento che mi potrebbe esplodere il cuore - Ho paura - dico quasi con una punta di vergogna, ma poi i sentimenti prendono il sopravvento parlo tutto d'un fiato - Sei tutto ciò che conta nella mia vita perché oltre te non mi è rimasto più nulla. Senza di te si creerebbe un enorme buco nero in cui mi potrei solo perdere senza mai più uscirne. Sei nell'aria che respiro e nel sangue che mi scorre nelle vene. Lo so che non ha nessun senso! Però, ti prego, non mi abbandonare mai perché ne morirei - dico infine non riuscendo più a trattenere le lacrime e coprendomi il volto con le mani.
Ma nonostante tutto non cado perché le sue braccia sono lì a sorreggermi, mi abbraccia e mi stringe forte a se io sento solo più il calore della sua pelle liscia a contatto con il mio volto,  al riparo contro il suo petto, stretta nel suo abbraccio mi pervade una sensazione di benessere, mi sento completa e so che finché rimarremo stretti così nulla di male mi potrà accadere. Senza dire una parola, che cosa superflua le parole nella maggior parte dei casi!, mi ha salvata,  ancora, dal mio essere distruttivo che solo qualcuno altrettanto distruttivo può comprendere.
La sua stretta mi culla, sa di casa, e sono sicura che se anche il mondo finisse in questo momento io non avrei un solo rimpianto.

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Apro gli occhi di colpo colpita dalla luce,  il letto è vuoto ma non ci sono braccia a stringermi. Mi sembra ancora di sentire quel contatto come se mi bruciasse la pelle, ma la verità è che non c'era.
L'assenza, così irrazionale, si fa sentire fin troppo, tanto che quasi piango. 





Era solo un sogno









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Rieccomi a scrivere le cose che mi escono dalla pancia! Sta volta ho avuto il buon senso di scrivere una cosa senza capitoli, così non mi sento in colpa per non aggiornare!
Che dire, mi è uscita così, anzi, una mia amica mi ha dato la spinta a fare la trasposizione di uno dei miei tanti sogni. Spero abbiate apprezzato