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Autore: Pleurite98    28/04/2015    13 recensioni
|Con un fantastico sondaggio alla fine del capitolo 12|
Una casa da un pessimo arredamento finto moderno. Un solo ingresso. Nessuna finestra.
Quattordici concorrenti di un reality catapultati in un vortice di terrore, in un incubo da cui non possono fuggire.
Un gruppo di persone deciso a dimostrare quanto la società sia corrotta dai media e dalla televisione, pronto a smascherare l'ipocrisia e a mettere a nudo l'uomo nella sua brutalità con tutti i mezzi a disposizione.
Il pubblico da casa, il televisore fisso sul quinto canale giorno e notte.
Anziane, bambini, uomini d'affari incollati davanti allo schermo col cellulare nelle mani ed il cuore che batte a mille.
Quanto è realtà e quanto è finzione?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo 3
 

Il furgoncino nero sobbalzò dopo aver preso una buca. L'uomo al volante imprecò.
-Guarda dove vai.- lo rimproverò la donna che gli sedeva di fianco.
Alzò gli occhi al cielo, perché gli era venuta l'assurda idea di coinvolgerla?
Non era facile andarci d'accordo, lo aveva capito dal principio, doveva stare calmo, l'importante era ricordare il piano, non si sarebbe lasciato distrarre o infastidire, non le avrebbe risposto.
Un'altra buca.
-Guarda dove vai cazzo.-
Inspira, espira, piano.
Courtney sbatté la testa contro qualcosa di duro.
Aprì gli occhi lentamente, era avvolta dal buio.
Le faceva male la testa, cercò di portare le mani alla fronte, ma non riusciva a spostarle da dietro la schiena.
Era sdraiata su qualcosa di freddo, dove si trovava?
Le sembrava di muoversi, doveva essere su un qualche mezzo, un treno? Una macchina?
Un pezzo si scotch appiccicoso le tappava la bocca, cercò di inumidirlo piano con la lingua per poterselo staccare.
Cos'era successo?
L'ultima cosa che si ricordava era di essere tornata a casa, si era levata le scarpe, si era guardata allo specchio, e dopo?
Che era successo dopo?
Una fitta lancinante le attraversò il cranio. Gemette.
-Come minimo si sarà svegliata.- affermò la donna.
Doveva trovarci una sorta di divertimento nel criticare così tanto, ne era quasi sicuro. Doveva smettere di prestarle attenzione, accese la radio.
-Buongiorno a tutti gli spettatori a casa e a quelli che ci seguono in macchina, grazie al nostro nuovo canale trasmittente! Io sono Blainely O'Halloran e questo è il doposhow ufficiale della nuova stagione di A tutto reality!- l'uomo rabbrividì nel riconoscere quella voce.
-Ed io sono Josh Reackers, ieri abbiamo assistito all'ingresso dei concorrenti nella casa, sembrano essere tutti, o quasi, molto simpatici, che ne pensi Blainely?- sul volto della donna prese forma un sorriso ironico, ancora non immaginavano quello che li aspettava.
-Sono perfettamente d'accordo con te, anche se non si può certo dire che alcuni membri, come Kyte siano dei gran simpaticoni.-
-Io aspetterei ancora un po' prima di poterci esprimere con sicurezza, d'altronde lo show è appena iniziato.-
-Certo! E a proposito di questo proprio ieri sera i concorrenti si sono divisi nelle sei camere, quattro da due e due da tre.-
-Light ha dovuto lottare per non finire con Killian.-
ridacchiò Josh.
-E non mi sembrava comunque felice di dover andare con Seth e Dante, ci vuole spirito di adattamento!- commentò Blaineley.
-Al contrario Angel ha insistito molto per finire con Marylin, amicizia a prima vista?- domandò lui.
-Così pare, anche Almond e Sophia non sembrano avere problemi, non si può dire lo stesso di Helen in camera con Pam e Jenna.- gli rispose la conduttrice.
-Fosse per lei scommetto avrebbe preferito dormire nello sgabuzzino.-
-Chissà che non andrà a finire così, dunque nell'ultima camera mi pare ci siano Kyte e Lukas, giusto?-
chiese lei questa volta.
-Esatto, ma ora bando alla ciance, andiamo a vedere cosa succede nella casa!-

Kyte si svegliò nel suo letto, non c'era luce, in quel dannato appartamento una volta spente tutte le lampade ci si ritrovava immersi nell'oscurità più totale. Contando il fatto che si era coricato verso mezzanotte dovevano essere minimo le sei.
Cercò a tentoni l'interruttore della abat jour sul suo comodino e l'accese, Lukas stava ancora dormendo, si girò mugugnando -Che ore sono?-
-Le tre meno un quarto, di mattina credo.-
si sorprese Kyte guardando la sveglia elettronica lampeggiare.
Mentre l'altro ragazzo tornava a dormire lui decise di alzarsi per sgranchirsi le gambe, la loro stanza era la più lontana dal salotto, ma in fondo riuscì a intravedere un po' di luce, per fortuna l'intensità delle lampade era solo stata abbassata nelle stanze comunitarie.
Percorse il corridoio sfiorando il muro bianco con la mano destra riflettendo, piano piano arrivò a convincersi che non c'era altra ragione per la quale si era svegliato tanto presto, si mordicchiò il labbro scocciato.
All'improvviso si accorse che la porta dell'ultima stanza delle ragazze era leggermente aperta, voltò lo sguardo incuriosito, ma non fece nemmeno in tempo a rendersene conto che questa si era già richiusa.
Con suo grande stupore la misteriosa ragazza non era l'unica ad essere sveglia, dietro il bancone del bar, voltata di spalle, riconobbe i capelli biondi con ciocche nere di Helen.
-Anche tu già sveglia?- le chiese.
La ragazza si voltò lentamente.
-La notte non è fatta per dormire.- gli rispose sorridendo.
C'era qualcosa di diverso nel suo sguardo, qualcosa di oscuro, e i suoi occhi, i suoi occhi...
-Helen, ti senti bene? I tuoi occhi...- le domandò il ragazzo.
-Helen...- sussurrò piano il nome, quasi come se stesse parlando da sola, poi tornò a guardare il ragazzo -Mai stata meglio.- affermò prima di voltargli nuovamente le spalle per frugare in un cassetto.
Kyte la guardò accigliato per qualche secondo, infine se ne andò sorridendo verso l'ingresso del giardino artificiale.
Non c'era stanza più affascinante di quella, dato il suo amore per la tecnologia non poteva negarlo, chiunque avesse progettato quel posto di sicuro non aveva niente a che fare con la costruzione del resto della casa.
Un alito di vento gli scompigliò i capelli, lì, al chiuso, sorrise amaramente.
Di notte quella stanza era completamente diversa, gli schermi mostravano un paesaggio buio, il soffitto era ricoperto di stelle splendenti e da una grande luna piena.
Qualche metro più in là Almond accarezzava il prato con la mano aperta, sdraiata sul soffice manto bagnato.
-Certo che stanotte nessuno riesce a chiudere occhio.- le disse continuando a guardare davanti a sé, facendola sobbalzare.
-Oh, sei qui, sai com'è... Siamo tutti così emozionati.- gli rispose avvicinandosi a lui.
Emozionati, magari...
-Già.- bisbigliò.
Un singhiozzo sommesso richiamò la sua attenzione. -Almond?-
Certo che era proprio una strana notte, quella.
La ragazza non rispose, lacrime abbondanti cominciarono a scenderle dagli occhi color cioccolato mentre l'espressione allegra di pochi secondi prima andava sempre più svanendo.
-Almond?- ripeté girandosi completamente verso di lei. -Va tutto bene?-
Non ricevendo ancora alcuna risposta la prese per un braccio, che cosa le era preso tutto d'un tratto?
-Io, io non ce la faccio... Scusa...- disse con la voce rotta dal pianto mentre il suo corpo tremava, prima di precipitarsi fuori dalla stanza.

Marylin si stiracchiò sotto le coperte, cominciava a non sopportare più quella luce artificiale ed erano solo poche ore che si trovava lì. Un dolce profumo le pervase le narici convincendola ad alzarsi, qualcuno doveva aver cucinato.
Poggiò la schiena contro lo schienale del letto, le nove e dieci.
Angeline non era a letto, chissà perché aveva tanto insistito per stare in camera con lei, era quasi certa che il giorno prima la stesse guardando in cagnesco, forse aveva ragione Robert, a volte le ragazze devono sembrare proprio strane. Rise fra sé e sé, in ogni modo si era sentita abbastanza offesa, prima o poi avrebbe trovato il modo di fargli rimangiare quelle parole.
Si infilò velocemente la maglietta bianca e la giacca con le borchie per evitare di dover uscire in pigiama, la sua stanza era la più vicina al salotto, le bastò fare pochi passi per trovarsi in cucina.
Non immaginava di trovarci dentro tutti, eccetto Seth.
-B-buongiorno.- balbettò con la voce ancora impastata dal sonno.

-Buongiorno a te!- le sorrise Pam -Angie ha fatto i biscotti!- continuò -Posso chiamarti Angie vero?- le chiese.
-Certo!- le rispose sorridente prima di raggiungere sorridente la ragazza sulla porta con in mano un vassoio pieno di biscotti -Quello con la M è apposta per te!-
-Grazie mille, ma forse dovrei evitare.- disse ancora sorpresa dalla situazione.
-Dai! Non farti pregare!- insistette l'altra, convincendola ad addentare il dolcetto per poi allargare le labbra orgogliosa.
-Buono.- mugugnò Marylin pulendosi la bocca.
La sala da pranzo era spaziosa, al centro una lunga tavolata di vetro era predisposta ad accogliere tutti i concorrenti, il pavimento era di un liscio materiale nero che entrava in contrasto con le pareti bianchissime alle quali vi erano appesi dei quadri di ispirazione cubista.
Tutti avevano preso posto al tavolo, ma una sedia era rimasta vuota.
-Ma Seth?- domandò Jenna -Sta ancora dormendo?-
Dante e Light si guardarono fra loro, non si ricordavano di averlo visto uscire quando erano andati a far colazione, che fosse rimasto in camera?
-Vado a vedere.- la rassicurò Dante alzandosi dalla sedia.
-Che cavaliere!- gongolò Killian ricevendo per tutta risposta un'occhiataccia.

Dante tamburellò con le dita sul divano rosso mentre passava dal salotto per andare in camera.
Non era particolarmente felice della camera in cui era finito, Light non aveva spiccicato parola, a meno che non c'era qualcosa che non gli andava giù e sentisse il bisogno di dirlo.
“Questo è il mio angolo di stanza, non provate a metterci piede.”
Sembrava un concorrente temibile, ma se avesse continuato a comportarsi così di sicuro non sarebbe arrivato molto avanti. Tanto meglio per lui.
Seth non era da meno, si era subito rintanato sotto le coperte una volta messo piede nella stanza, senza nemmeno disfare le valigie.
Certo, sempre meglio che finire con Killian o con Kyte, ma essere in camera con Lukas non gli sarebbe minimamente dispiaciuto. Che stupido. Nemmeno lo conosceva, tutta colpa di quel nome, di quel dannatissimo nome.
-Hey Seth, che fai?- chiese al moro dopo aver aperto la porta della stanza e averlo visto intento a scribacchiare a gambe incrociate sul letto qualcosa su un quadernino rilegato.
L'occhialuto alzò lo sguardo accigliato senza posare la matita.
-Scrivo.- gli rispose.
Dante aveva due possibilità, uno: sedersi di fianco a lui e chiedergli cosa, due: invitarlo a raggiungere gli altri.
Quale lo avrebbe avvicinato di più al ragazzo?
-Che scrivi?- gli domandò facendo qualche passo verso il letto.
-Oh niente...- rispose trafelato facendo scomparire di fretta il taccuino nel cassetto.
Aveva scelto l'opzione sbagliata, ma almeno ora aveva un mistero da svelare, un mistero che poteva benissimo tornargli utile.
-Dai, andiamo che gli altri ci aspettano.- disse guardando il quattrocchi alzarsi.

-Seth! Stavamo giusto parlando di te!- esclamò Pam nel notare il ragazzo prendere posto.
-D-di me?- balbettò, portandosi una mano al petto e rovesciando il bicchiere di succo che aveva davanti addosso a Sophia, che sbiancò in volto nel vedere la sua maglietta bianca macchiata.
-Oddio scusa...- cercò di rimediare prendendo un tovagliolo e tamponando la t-shirt della ragazza.
-N-non preoccuparti.- gli sorrise lei sforzandosi di non perdere la calma -Ho altre magliette, molto più belle.- concluse con una risatina.
-Sì, proprio di te.- continuò Pam -Ho letto “Polvere di stelle”.-
-Polvere di stelle?-
chiese Dante portandosi alla bocca una forchettata di uovo strapazzato.
-Certo! E' un libro che ha scritto lui, non lo sapevi?- gli rispose la mora -Comunque non vedo l'ora di leggere il continuo, hai in mente di far proseguire la storia, vero?-
-Ehm, sì...-
le rispose dubbioso.
Ecco che stava scrivendo, pensò Dante abbassando gli occhi e facendo girare il coltello sulla punta.
-Anche io l'ho letto.- si intromise Helen -Certo non è il mio genere...-
-Non sapevo scrivessi!-
lo guardò incantata Jenna, facendolo diventare paonazzo.

Il cellulare vibrò nuovamente.
L'uomo non riusciva a staccare lo sguardo dalla televisione, erano così... così perfetti.
Il pubblico li avrebbe amati e per lui sarebbe stato così facile dimostrare la loro ipocrisia, quella dei quattordici dietro lo schermo, quindici includendo anche Chris, e quella dei milioni che vi stavano davanti.
Inserì il codice di sblocco per leggere il messaggio. “Presa”
Sorrise. Poche ore ancora, forse avrebbe dovuto cominciare a prepararsi.

Angel sorrise a Lukas porgendogli una terrina di plastica arancione.

Non aveva mai visto un ragazzo più bello di lui, più gentile e delicato, le sembrava quasi un fiore, un tulipano. Le aveva conquistato il cuore sin dal primo momento che l'aveva visto.
-Poggiala pure lì.- gli disse indicando il bancone da cucina.
Il ragazzo affondò il dito nel liquido e lo assaggiò.
-Questa salsa è deliziosa!- si congratulò.
-E' la mia specialità.- si felicitò lei.
Le aveva appena fatto un complimento, non poteva crederci, non le sembrava reale.
-Fortuna che ci sei tu, altrimenti saremmo nei pasticci in cucina.-
-Scommetto che te la caveresti benissimo anche da solo.-
-Dimmi, come mai questa passione?-
le chiese il ragazzo.
-Non so, credo sia merito di mia madre.- rispose -Lei... Lei mi ha spronato molto, senza dubbio, e tu, che fai?-
Sorrise fra sé e sé, che domanda stupida gli aveva appena fatto.
-Beh, per esempio mi piacciono molto le piante, le poesie...-
-Le poesie? Devi essere bravissimo!-

La guardò dritta nei suoi profondi occhi azzurri, che si stesse innamorando di lui?
-Scusatemi, ma Jenna mi stava dando alla testa.- li interruppe Marylin entrando nella stanza -Fra l'altro ho bisogno di un bicchiere d'acqua, mi brucia tantissimo la gola.- continuò.
Bugiarda. Voleva solo rimanere con Lukas per un po', la bionda lo aveva capito benissimo.
-Non stai bene? Forse faresti meglio a riposarti un po'...- le suggerì Angel.
-Sto benissimo, grazie.- le rispose scocciata.
Quanto era smielata quella ragazzina, le dava proprio fastidio.

Helen aprì il cassetto dietro al bancone del bar assicurandosi di non essere vista da nessuno, non poteva permettersi di farsi beccare così agitata, ma non poteva nemmeno permettersi che lei prendesse il sopravvento di nuovo.
-Ancora non hai trovato quello che stavi cercando? Dubito sia in quel cassetto.- disse Kyte alle sue spalle facendole gelare il sangue nelle vene, si voltò lentamente, pietrificata.
-Ancora?- gli domandò stupita dalle parole che aveva usato.
-Stanotte, sai, non penso che a guardarci dentro di nuovo quello che vuoi possa comparirvici dentro.- le rispose aggrottando le sopracciglia.
Si stava convincendo sempre di più di essere finito in un covo di idioti, erano così storditi che avrebbe potuto dir loro di tutto ed essere creduto senza troppe spiegazioni.
-Beh, Helen, buona fortuna.- le disse congedandosi.
Ancora... Stanotte... Voleva forse dire che quella notte aveva frugato dentro lo stesso cassetto? Era in una pessima situazione.
-Ragazzi, è pronto!- la calda voce di Lukas richiamò la sua attenzione.

-Prendi qua.- gli disse brusca la donna porgendogli un panino incartato dentro un foglio di alluminio.
-Sto guidando.- le rispose scocciato, possibile che volesse intromettersi anche nelle sue abitudini alimentari? Assurdo.
-Dovrai pur mangiare.- insistette lei.
-Siamo quasi arrivati.- tagliò corto l'uomo -Mangerò là.-
Il paesaggio intorno a loro cominciava a farsi sempre più spoglio, dovevano essersi allontanati dalla città ormai da almeno una decina di chilometri, come minimo.
Cominciava ora la strada sterrata, ecco, altri quindici minuti e sarebbero arrivati a destinazione.
La donna sbuffò aggrappandosi al sedile, non sopportava viaggiare in macchina, su una strada come quella poi...
Ce l'aveva quasi fatta, il pezzo di scotch stava finalmente venendo via, ancora un ultimo sforzo ed ecco... poteva respirare a pieni polmoni, il passo successivo sarebbe stato liberarsi i polsi.
Non ci volle molto, li fece passare sotto i piedi e fece forza con i talloni, un dolore fortissimo le prese il pollice, probabilmente se lo era rotto, ma non era quello l'importante, come non era importante sapere chi l'avesse rinchiusa lì dentro. Quello che contava era uscire di lì, e farlo in fretta.
A causa della mano dolorante non riuscì a liberarsi le caviglie, avrebbe lasciato perdere, a quello avrebbe pensato dopo.
Si aiutò con le braccia ad arrivare fino in fondo a quel piccolo spazio, cominciò a tastare la fredda parete metallica, era una maniglia quella che stava toccando? Luce.
-Ho sentito un rumore, hai chiuso il furgone, vero?- domandò la donna.
-Sì.- ora si metteva anche a criticare cose assurde, certo che aveva chiuso quel cazzo di furgone, con chi credeva di parlare? Qualcosa fece cadere il suo sguardo sullo specchietto dal lato del guidatore.
-Cazzo!- imprecò inchiodando e balzando con foga giù dal sedile.
La donna non mosse un'unghia. -Imbecille.- mormorò.
Courtney rotolò per una trentina di metri, la terra le era entrata negli occhi, le bruciavano.
La polvere si stava mescolando al sangue che le usciva da un grosso taglio che si era procurata al labbro nella caduta.
Con la forza che le rimaneva si rimise in piedi, lo scotch ai suoi piedi si era strappato da solo.
Si guardò avanti, un furgoncino nero si era fermato cento metri più in là, i portoni posteriori erano spalancati, un uomo con indosso un passamontagna nero scese freneticamente dal posto del guidatore.
Non doveva distrarsi, si girò di scatto, aveva un vantaggio e non lo avrebbe perso, era o non era stata una delle migliori velociste della sua classe?
Avrebbe seguito la strada, possibile che non ci fosse nessun'altra macchina?

-Che costume mozzafiato!- esclamò Killian guardando Light uscire dallo spogliatoio maschile della piscina.
Light alzò gli occhi al cielo, ancora una parola e non sarebbe più stato responsabile delle sue azioni.
-Non vedo l'ora che sia bagnato...- aggiunse il biondo.
Jenny ridacchiò sotto i baffi scambiandosi una veloce occhiata con Pam, mentre Light accelerava il passo per arrivare a pochi centimetri dal ragazzo.

-Heey, piano!- disse ironicamente, senza riuscire a trattenere un filo d'ansia nella voce.
-Senti coso, ti conviene piantarla, non sono in vena dei tuoi giochetti oggi.- sentenziò spingendolo nella piscina ancora vestito.
Killian riemerse dopo pochi istanti, prendendo fiato, la camicia nera gli si appiccicò fastidiosamente alla pelle. -Fanculo.- sbraitò una volta che si era spostato i capelli da davanti agli occhi, risalì le scalette in fretta e prese un asciugamano dalla prima sdraio che si trovò accanto per asciugarsi la faccia.
-Stronzo.- gridò nuovamente prima di uscire dalla porta di ingresso.
Dante e Robert non avevano fatto altro che fissare la scena allibiti, ma una volta che Killian se n'era andato si guardarono esterrefatti mentre Light faceva spallucce ai rimproveri di Jenna. -Eddai! Stava solo scherzando!-
-Sì, infatti!-
concordò Pam.
-Faccio io, non preoccupatevi- disse Dante dirigendosi a passo svelto verso il corridoio, dopo qualche secondo aveva già raggiunto il fuggitivo e lo aveva fermato afferrandolo per un braccio.
Killian si voltò di scatto.
-Che vuoi!?- gli domandò.
-Oh, beh...- l'imbarazzo nelle parole di Dante lo fece calmare per un attimo -Hai visto che succede ad essere così... così... inopportuni?-
-Fanculo pure tu.- sibilò il biondo scrollandosi la mano dell'altro di dosso.

Light sbuffò all'ennesimo rimprovero di Jenna.
-Mi avvisi quando hai finito di fare versi?- le domandò sorridente interrompendola e beccandosi di tutta risposta una cinquina.
-Siamo qui per divertirci, okay? Non per litigare.- concluse offesa.
-Concordo di nuovo, che bei tatuaggi Jenna!- intervenne Pam per spezzare la tensione proprio mentre Dante rientrava nella stanza.
-Mi spiace, è più testardo di quanto pensassi.- disse sconsolato.
Robert guardò tutti i presenti, erano simpatici, certo, eppure cominciava a sentire la nostalgia di casa, della sua fidanzata, di suo fratello, di tutte quelle piccole quotidianità di cui era fatta la sua giornata. Quello in cui si era tuffato era uno strappo alla regola forse più grande di lui, quanto sarebbe riuscito a godersi quell'avventura?
-Se volete posso provare a parlarci io.- si propose -Magari anche stasera dopo cena, siamo in camera insieme...-
-Saresti tanto carino!-
esclamò Jenna.
-Non c'è problema, figurati.- le rispose lui.
-Light... che hai fatto?- chiese Pam perplessa, indicando una grossa cicatrice sotto il pettorale destro.
-Io? Ah, niente, sono caduto da piccolo.- farfugliò sbrigativo.
-Dev'essere stata proprio una brutta caduta, poverino.- commentò la ragazza.

Sophia finse l'ennesimo sorriso ascoltando Marylin parlare.
Così prevedibile, era una ragazza così scontata, la solita scontrosa dal carattere acido che non sopporta le ochette da quattro soldi. Non aveva capito proprio come funzionava lì dentro.
-Hai ragione, ma scommetto che non lo fa con cattiveria.- si pronunciò cercando di non sbilanciarsi troppo.
Helen annuì. -Già, anche secondo me.-
-E' che è sempre così allegra, in cerca di divertimento, glielo darei io, il divertimento!-

si lamentò Marylin per poi schiarirsi la voce con un colpo di tosse, quella fastidiosa sensazione di prurito le stava dando davvero sui nervi.
Sophia posò lo sguardo su Helen mentre le ascoltava blaterare, non la convinceva fino in fondo.
Sembrava essere la tipica dura che in fondo in fondo al cuore d'oro, eppure era certa di averla vista uscire dalla sua camera di notte, con una strana espressione.
Aveva fatto appena in tempo a nascondersi in bagno per evitare di essere vista mentre la guardava andare in salotto, poi aveva sentito degli strani rumori. Cosa stava combinando? Andava tenuta d'occhio.
-Io ho dormito proprio bene, voi?- sorrise guardando le compagne.
-C-certo, si sta benissimo.- balbettò la bionda.
-Io devo aver preso freddo, questo posto è insopportabile.- si lagnò con voce rauca Marylin.

Jenna salutò le tre compagne sedute sul divano rosso ed entrò nel bagno fischiettando.
Si sarebbe fatta una bella doccia, proprio quello che ci voleva dopo una giornata come quella.
Certo che Light era proprio carino, le era dispiaciuto colpirlo, ma chissà che questo non l'avesse un po' avvicinato a lei.
Un rantolo sommesso attirò la sua attenzione verso una delle cabine.
-C'è nessuno?- chiese.
Sentì il chiaro rumore di qualcuno che si alzava in piedi.
-Sì, sono io, ho quasi finito.- riconobbe la voce di Almond.
Cos'era stato quello che aveva sentito?
-Va tutto bene?- domandò.
-Certo, non preoccuparti.- le rispose la ragazza senza uscire dalla toilette.
Jenna rimase per qualche secondo immobile a fissare la porta chiusa. Le scarpe della ragazza erano tutte sporche, il giorno dopo avrebbe assolutamente scoperto cosa c'era che non andava.

Pam prese la chiave del lucchetto della sua valigia da sotto il cuscino.
Tutti nascondiamo dei segreti, chi più piccoli, chi più grandi.
Lentamente estrasse da una delle tasche interne un coltello da difesa, lo guardò per qualche istante e sospirando lo rimise a posto.
Esattamente nella stanza a fianco Angel stava facendo lo stesso. Gli occhi illuminati a fissare il contenuto del suo piccolo trolley rosa la facevano sembrare quasi un fantasma.
Avevano mangiato così tanto a pranzo che nessuno aveva più appetito.
Durante la serata Killian non si era presentato, ogni tanto Dante gettava sguardi fugaci al corridoio per controllare se lo vedeva arrivare. Peccato, gli erano tanto piaciuti i drink che aveva preparato la sera prima.
Il giorno dopo ci sarebbe stata la prima sfida probabilmente, Chris aveva detto che voleva parlare con tutti loro alle nove in punto.
Seth si congedò per ritirarsi nella sua stanza a scrivere un po' nonostante le suppliche di Jenna di rimanere un altro po' con loro a divertirsi, la ragazza aveva acceso lo stereo e si era messa a ballare sul tavolino fino a quando Marylin non l'aveva fatta accidentalmente cadere sul divano.
Lukas si guardava intorno sorridendo dolcemente, gustando ogni singolo istante che passava quasi con malinconia.
Sophia decise di chiacchierare un po' con Pam, le disse che sarebbe stata un'ottima modella, già, proprio così, ma figuriamoci.
Helen guardò l'orologio nervosa. Il giorno seguente era così vicino, la notte era così vicina.
Robert si tormentava le mani inquieto. Sarebbe andato tutto bene.

L'uomo si godette gli ultimi istanti di televisione, era giunto il momento. Infilò la pistola nello zaino insieme a una quantità abbondante di cartucce. La mattina lo aspettava, si coricò impaziente.
Doveva stare tranquillo, sarebbe andato tutto bene.

 

Angolo dell'autore
Eccomi qui, sinceramente questo capitolo non mi fa impazzire ma ehm cercherò di rimediare.
Per qualunque cosa vorreste vedere il vostro oc fare comunicatemelo che oggi me le appunto tutte per benino.
Per le coppie scrivetemi sempre in privato, intanto cominciate a pensare a qualcuno che non vorreste più vedere nella casa.
Spero di essere riuscito a dare importanza più o meno a tutti. Se sono tanti 14 oc accidenti!
Ci sentiamo al prossimo capitolo, nel quale come avrete intuito tutto cambierà!
Au revoir ^^

P.S. io ho il vizio di non rileggere mai, soprattutto oggi che devo scappare, ditemi se trovate degli errori (meglio dire orrori) che al più presto li correggo!

 

  
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