29/04/2015
1 recensioniA coloro che viaggiano
e alle loro storie.
e alle loro storie.
Capelli castani raccolti una crocchia disordinata, naso alla francese, mani piccole e unghie mangiucchiate, pantaloni verde bottiglia e trench beige.
La matita scorre velocemente sul foglio di quaderno, tela improvvisata per il passeggero che siede a qualche posto di distanza dalla sua musa. Lui, cuffiette nelle orecchie e sguardo attento, sta ritraendo la giovane ragazza che ha attirato la sua attenzione.
Il paesaggio è un insieme di colori, il verde degli alberi si mischia con il rosso dei campi di tulipani e contrasta con il cielo grigiastro. Goccioline leggere scendono sul finestrino del treno, come a segnalare la pioggia primaverile da poco terminata. L’artista però non se ne cura, troppo intento a cercare di catturare più particolari possibili di colei che sta ritraendo.
Ad un certo punto il treno arresta la sua corsa, la ragazza si desta come da un sogno, raccoglie velocemente la borsa marrone e scende, interrompendo inconsapevolmente il momento.
Il giorno seguente, stessa ora, stesso treno.
Correndo con la tracolla che gli sbatte sui fianchi, il ragazzo sale sul treno prima che le porte si chiudano, cerca di regolare il respiro e quando alza lo sguardo la vede. È la ragazza di ieri, solo che oggi porta i capelli in una morbida treccia e indossa un vestito a fiori, una giacca di jeans e degli anfibi neri. Come ieri, è concentrata nella lettura di un libro di cui il ragazzo non riesce a leggere il titolo.
Chissà cosa legge? si domanda lui, completamente affascinato dalla semplicità di lei. Mentre il treno accelera, il ragazzo estrae il quaderno di ieri, una matita quasi senza punta e continua il ritratto. Come un replay del giorno precedente, la ragazza ad un certo punto chiude il libro, si alza e scende dal treno.
Lui rimane deluso ancora una volta per non essere riuscito a finire il ritratto e spera di rivederla il giorno successivo.
Ma ciò non accade.
Per una settimana la ragazza misteriosa non si fa vedere e l’artista si rassegna al fatto che il ritratto rimarrà incompleto. Si sente stupido perché avrebbe potuto mettere da parte la sua infinita timidezza e dirle qualcosa, anche se sa che si sarebbe bloccato ancor prima di aprire bocca. Avrebbe potuto regalarle il ritratto anche se incompleto. Avrebbe…
I suoi pensieri vengono improvvisamente interrotti da lei, che leggiadra e eterea sale sul treno di sempre e si siede al posto di sempre. Lui la guarda perché pensava di non rivederla mai più: insomma, le possibilità che lei ritornasse erano minime. Avrà avuto dei problemi, avrà cambiato orario, sarà partita per una vacanza, si domanda lui mentre un lampo di genio attraversa la sua mente.
Afferra la matita che tiene sempre dietro l’orecchio, a portata di mano per un’ispirazione improvvisa e scarabocchia qualcosa sul retro del ritratto. Si alza senza ripensamenti e lascia cadere il foglio sul sedile di fronte alla sua musa, poi continua a camminare lungo la carrozza senza voltarsi.
Lei alza lo sguardo stupita, prende il foglio e lo guarda: capisce subito che il soggetto è lei e si meraviglia di come uno sconosciuto sia riuscito a cogliere alla perfezione la sua essenza, conservata in quel ritratto. Curiosa, lo volta e legge: maybe you’ll come back here to the train where we’d meet.
Il giorno seguente, stessa ora, stesso treno.
La ragazza ha passato tutta la mattina a guardare quello schizzo fatto a matita che la rappresenta alla perfezione e stavolta è lei a sperare di incontrare di nuovo l’artista.
Ma a volte il destino non ci riserva quello che vorremmo.
Un anno dopo, ora diversa, posto diverso.
Dan sta raddrizzando uno dei suoi quadri più belli, a detta del suo migliore amico. Tra pochi minuti ci sarà l’inaugurazione della sua prima mostra e spera che vada tutto per il meglio.
Quando le porte scorrevoli dello spazio espositivo si aprono, critici, amici o semplici curiosi si riversano all’interno per ammirare le opere dell’artista emergente.
Dan sta sorseggiando champagne mentre cerca di capire cosa pensano i visitatori dei suoi quadri, studiando i loro volti; qualcuno gli sfiora la spalla e lui si gira.
“Sono tornata nel posto dove ci siamo incontrati ma tu non eri lì.”- gli mostra un suo ritratto – “se vedi questo ragazzo puoi dirgli dove sono?”
La matita scorre velocemente sul foglio di quaderno, tela improvvisata per il passeggero che siede a qualche posto di distanza dalla sua musa. Lui, cuffiette nelle orecchie e sguardo attento, sta ritraendo la giovane ragazza che ha attirato la sua attenzione.
Il paesaggio è un insieme di colori, il verde degli alberi si mischia con il rosso dei campi di tulipani e contrasta con il cielo grigiastro. Goccioline leggere scendono sul finestrino del treno, come a segnalare la pioggia primaverile da poco terminata. L’artista però non se ne cura, troppo intento a cercare di catturare più particolari possibili di colei che sta ritraendo.
Ad un certo punto il treno arresta la sua corsa, la ragazza si desta come da un sogno, raccoglie velocemente la borsa marrone e scende, interrompendo inconsapevolmente il momento.
Il giorno seguente, stessa ora, stesso treno.
Correndo con la tracolla che gli sbatte sui fianchi, il ragazzo sale sul treno prima che le porte si chiudano, cerca di regolare il respiro e quando alza lo sguardo la vede. È la ragazza di ieri, solo che oggi porta i capelli in una morbida treccia e indossa un vestito a fiori, una giacca di jeans e degli anfibi neri. Come ieri, è concentrata nella lettura di un libro di cui il ragazzo non riesce a leggere il titolo.
Chissà cosa legge? si domanda lui, completamente affascinato dalla semplicità di lei. Mentre il treno accelera, il ragazzo estrae il quaderno di ieri, una matita quasi senza punta e continua il ritratto. Come un replay del giorno precedente, la ragazza ad un certo punto chiude il libro, si alza e scende dal treno.
Lui rimane deluso ancora una volta per non essere riuscito a finire il ritratto e spera di rivederla il giorno successivo.
Ma ciò non accade.
Per una settimana la ragazza misteriosa non si fa vedere e l’artista si rassegna al fatto che il ritratto rimarrà incompleto. Si sente stupido perché avrebbe potuto mettere da parte la sua infinita timidezza e dirle qualcosa, anche se sa che si sarebbe bloccato ancor prima di aprire bocca. Avrebbe potuto regalarle il ritratto anche se incompleto. Avrebbe…
I suoi pensieri vengono improvvisamente interrotti da lei, che leggiadra e eterea sale sul treno di sempre e si siede al posto di sempre. Lui la guarda perché pensava di non rivederla mai più: insomma, le possibilità che lei ritornasse erano minime. Avrà avuto dei problemi, avrà cambiato orario, sarà partita per una vacanza, si domanda lui mentre un lampo di genio attraversa la sua mente.
Afferra la matita che tiene sempre dietro l’orecchio, a portata di mano per un’ispirazione improvvisa e scarabocchia qualcosa sul retro del ritratto. Si alza senza ripensamenti e lascia cadere il foglio sul sedile di fronte alla sua musa, poi continua a camminare lungo la carrozza senza voltarsi.
Lei alza lo sguardo stupita, prende il foglio e lo guarda: capisce subito che il soggetto è lei e si meraviglia di come uno sconosciuto sia riuscito a cogliere alla perfezione la sua essenza, conservata in quel ritratto. Curiosa, lo volta e legge: maybe you’ll come back here to the train where we’d meet.
Il giorno seguente, stessa ora, stesso treno.
La ragazza ha passato tutta la mattina a guardare quello schizzo fatto a matita che la rappresenta alla perfezione e stavolta è lei a sperare di incontrare di nuovo l’artista.
Ma a volte il destino non ci riserva quello che vorremmo.
Un anno dopo, ora diversa, posto diverso.
Dan sta raddrizzando uno dei suoi quadri più belli, a detta del suo migliore amico. Tra pochi minuti ci sarà l’inaugurazione della sua prima mostra e spera che vada tutto per il meglio.
Quando le porte scorrevoli dello spazio espositivo si aprono, critici, amici o semplici curiosi si riversano all’interno per ammirare le opere dell’artista emergente.
Dan sta sorseggiando champagne mentre cerca di capire cosa pensano i visitatori dei suoi quadri, studiando i loro volti; qualcuno gli sfiora la spalla e lui si gira.
“Sono tornata nel posto dove ci siamo incontrati ma tu non eri lì.”- gli mostra un suo ritratto – “se vedi questo ragazzo puoi dirgli dove sono?”