Videogiochi > The Elder Scroll Series
Ricorda la storia  |      
Autore: Destyno    29/04/2015    4 recensioni
Il giorno in cui si compì una scelta.
Il giorno in cui tutto cambiò, per il Sangue di Drago.
Il giorno in cui, finalmente, venne concesso a due amanti di rimanere assieme.
[P.S.: è la prima volta che mi cimento in una cosa del genere, abbiate un minimo di pietà (?)]
[P.P.S.: in questa storia ho preso, diciamo, il “concept art” del mio Dragonborn, che quindi rispecchia più il carattere che ho immaginato per lui, piuttosto che le scelte che ho fatto nel gioco – ad esempio, nel gioco è un membro di tutte e quattro le gilde, mentre nel “qui” della fanfiction è solamente l’arcimago]
[P.P.P.S.: (giuro, è l’ultimo) questa fanfiction era nata come storia quasi “drammatica”, ma ha inspiegabilmente preso vita da sola ed è scivolata verso il comico-sentimentale. Vi giuro, non so come sia accaduto (?)]
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Dovahkiin
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di Balthazar, Kyneev e di come per sbaglio si innamorarono-'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sangue.
 
 
«Sei sicuro di quello che hai intenzione di fare?» sussurrò la vampira, con gli occhi gialli fissi su di lui.
«Serana, ne abbiamo già parlato. Fallo e basta» esclamò il bretone, inclinando la testa e scostando la veste, scoprendo il collo nudo.
 
Quando era entrata negli studi dell’arcimago non si aspettava certo questo: l’uomo la aspettava seduto sulla sedia, immerso nella lettura di un libro, del quale solo grazie alla sua prodigiosa vista di vampiro riuscì a scorgere il titolo.
Sangue Immortale, recitavano le lettere d’oro sulla copertina violacea.
Decisamente non si sarebbe aspettata una richiesta simile.
 
Il suono di denti che si stringevano, preparandosi al dolore imminente, la ridestarono dai ricordi, costringendola a posare di nuovo lo sguardo sul collo dell’uomo.
Per un istante, la Volkihar fu tentata di avventarsi su di esso, di bere avidamente dalla giugulare dell’arcimago, di assaggiare il suo sangue e sentirsi viva, almeno per un istante.
 
 
Si riscosse immediatamente.
«Sei già un licantropo, lo sai. Passando sotto la protezione di un altro principe daedrico, Hircine potrebbe prenderla male.»
Lui sospirò.
«Perché tante storie, Serana? Ho servito Vaermina, Nocturnal, Mephala, Peryite, e tanti altri daedra! Uno in più od uno in meno, ormai, che differenza fa?»
La bella vampira dai capelli neri si avvicinò a lui e prese delicatamente il suo viso, piantando le sue iridi dorate in quelle bianche del mago che, nonostante il colore, funzionavano benissimo.
«Non voglio vederti buttare la tua vita, Balthazar» sussurrò lei, scostando delicatamente i capelli castani di lui e premendo leggermente le labbra sulla fronte del bretone.
«Tu per me hai fatto così tanto… mi hai salvato da quella cripta, mi hai aiutato a recuperare mia madre e a vendicare mio padre…
Sii sincero con me. È davvero solo per la tua eterna ricerca della conoscenza? Oppure c’è… un altro motivo?»
 
Il mago arrossì violentemente, e distolse in fretta lo sguardo.
«Io non-»
Ma la Volkihar sorrise, facendogli cenno di tacere.
«Ho quasi mille anni più di te, so riconoscere un innamorato, quando lo vedo.»
Poi sorrise maliziosa, facendo salire brividi di terrore sulla schiena dell’evocatore.
«Avanti, chi è la fortunata?»
«Fortunato, Serana. Avresti dovuto chiedermi chi è il fortunato
 
Un silenzio imbarazzante calò tra di loro per alcuni secondi.
 
«Ah.»
 
Fu l’unico verso che emise Serana.
Poi, come se nulla fosse, continuò: «Dunque? Chi è il fortunato che si beccherà un uomo tanto intelligente? Forse è quel tale, dei Compagni? Vilkas, giusto? O forse è il gioielliere di Riften, Madesi? Oppure-»
«Non è così semplice» la interruppe l’uomo, imbarazzato.
La donna lo guardò con occhioni imploranti.
 
«Daaaaaaiiii, chi è? Me lo vuoi dire?» e sporse in fuori il labbro inferiore, completando quella che Balthazar definiva “espressione da adorabile gattino succhiasangue” «Per favoooooreeee!» si lamentò, proprio come una bambina piccola.
«Per l’amor di Mara, Serana! Non hai cinque anni da una decina di secoli!» la rimproverò l’uomo, ma dentro di sé sorrideva.
 
Gli sembrava ieri il giorno in cui l’aveva risvegliata dalla bara di pietra, infreddolita, confusa e taciturna.
E ora, a guardarla lì, a fare smorfie per tentare di indovinare l’uomo di cui si era invaghito.
Era come se fosse una sorella maggiore, per lui.
 
Avevano condiviso così tante cose… l’esplorazione di Blackreach, la scoperta dell’Antica Pergamena, l’Occhio di Magnus, le battaglie contro gli Abissali di Miraak, il Tumulo dell’Anima… ed infine la battaglia più grande di tutte, quella contro Alduin, il Divoratore del Mondo.
 
 
Lo sbuffo della vampira lo riportò bruscamente alla realtà.
«Sei noioso, ecco. Lasciarti tutto solo in questa maledetta Accademia ti fa male!»
 
Balthazar sorrise ancora. Lei meritava di sapere. Lei era l’unica che non avrebbe potuto giudicarlo.
 
«Serana… è un nostro compagno di viaggio. Lui… c’è sempre, quando lo chiamo
Ci vollero pochi istanti, perché la Volkihar comprendesse appieno il senso di quelle parole, e quando lo fece sgranò gli occhi.
 
«Balthazar Occhi Di Luce, dimmi che ho capito male.»
«Non sottovalutare il tuo acume, Serana. Hai capito benissimo.»
«Per i maledettissimi tentacoli di Mora, Balthazar! Un amore non corrisposto non porta mai bene, soprattutto se è un amore immortale.»
«Sei sempre stata una donna brillante, amica mia. Ma stavolta ne hai azzeccata una su due, temo *. So che il mio amore è sbagliato, ma non è a senso unico.»
 
Poco mancò che la donna si accasciasse al suolo.
«Intendi dire che-»
«Sì, Serana. Ci sono, ci siamo riusciti. Grazie alla Pietra Sigillo di Phinis, ho creato un incantesimo per lacerare il velo che separa l’Oblivion e Tamriel. Funzionerà una volta sola, e solo per una persona. E lui, nel frattempo, è riuscito a trascendere la sua stessa natura, diventando un essere quasi umano.**»
 
«Pazzo! Non puoi pensare di andare nell’Oblivion e rimanerci per sempre!» urlò Serana, con le lacrime agli occhi.
 
«Non mi abbandonare, Balthazar… sei tutto quello che mi resta…» sussurrò, lanciandosi tra le sue braccia.
Sorpreso da quell’improvviso moto di affetto, il mago la strinse a sé, accarezzandole i capelli con dolcezza.
«Mia cara Serana, amica mia. Ti ho mai detto che, se non fossi omosessuale, probabilmente ti sposerei? Tranquillizzati, non sarò io quello che lascerà il suo mondo di origine» la consolò, sussurrando.
«Da-davvero?» singhiozzò lei, alzando lo sguardo.
 
«Arcimago, venga, presto! C’è un drago che sta attaccand- oh, ho interrotto qualcosa?»
La voce imbarazzata di Onmund spezzò l’intimità familiare che si era creata nel freddo studio dell’Arcimago.
«Onmund, quando imparerai che bisogna bussare, prima di entrare? Dov’è quel cavolo di drago?» sbottò Balthazar, staccandosi dalla donna e dirigendosi a grandi passi verso la porta che dava sul cortile dell’Accademia di Winterhold.
Il ragazzo, ancora piuttosto imbarazzato dall’equivoca situazione in cui li aveva trovati, rimase indietro, assieme alla vampira.
«Uh, mi dispiace molto di avervi… interrotto» borbottò in direzione di lei, che sorrise.
«Non hai interrotto nulla, Onmund. Non siamo innamorati.»
«Davvero? Eppure sembrerebbe… infatti già girano voci, nella Sala delle Apparenze. Nirya ha scommesso cento septim con Faralda che vi sareste messi insieme entro la fine di Ultimo Seme»
La vampira scoppiò in una fragorosa risata.
«Allora farai meglio a dire a Nirya di prepararsi a pagare! Non solo non siamo innamorati, ma lui ama qualcun altro.»
Onmund sorrise, imbarazzato.
«Già, lo sospettavo anch’io.»
Serana sorrise di rimando.
 
Il ruggito del drago riportò alla loro mente il pericolo lì fuori.
Si precipitarono nel cortile, ma inutilmente: il ruggito che avevano sentito non era altro il drago che esalava il suo ultimo respiro, crollando a terra morto.
Tuttavia, Serana rimase estasiata a contemplare le scaglie del drago dissolversi nell’aria, come carta bruciata, lasciando intravedere le ossa.
In breve la carne del drago scomparve del tutto, trasformandosi in un vento caldo e indirizzandosi verso il Dovahkiin, che, circondato da un’aura di luce, pareva quasi uno dei Divini disceso su Nirn.
 
Il dremora rinfoderò il suo spadone, e i fulmini abbandonarono le mani di Balthazar.
«Uno scherzo» esclamò il primo, facendo l’occhiolino all’evocatore, che arrossì.
Serana scosse la testa, sorridendo.
«E va bene, Dovahkiin!» gli gridò, sporgendosi dal parapetto di pietra.
«Ti accontenterò!»
 
 
* riadattamento di una frase da “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban”
** non credo di essere il solo pazzo a leggere i libri nel videogioco, in questo fandom, ma lo dico lo stesso per tutti quelli che non lo sanno: i daedra sono asessuati, tutti. Mi sono inventato ‘sta cosa di un dremora che, con un rituale arcano non meglio specificato, diventa uomo (???). Non me ne vogliate, puristi di TES ^^ 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Elder Scroll Series / Vai alla pagina dell'autore: Destyno