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Autore: jennifer brennan    29/04/2015    1 recensioni
C'è un giardino pieno di fiori, che poi è la mia famiglia. Piena di amori, dissapori, odio, amicizie. E poi c'è un' ortensia simbolo allo stesso tempo di amore, distacco e gratitudine. Che cambia il suo colore in base all'acidità del terreno. Quell' ortensia sono io.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Estate 1938, Lombardia.
Un pianto. Un grido fortissimo. Più niente. "Mamma cos'è stato?" .
Lina non lo sa e corre in cortile. La famiglia all'altro lato della strada è in festa per l'arrivo di una bambina, Marilù .
Massimino ha 14 anni e non sa che quel piccolo corpicino sarà la sua compagna per una vita intera.
Le due famiglie erano non solo ai lati opposti di una stessa strada ma anche rivali, poiché erano le più influenti del paese: i panettieri e i macellai. Massimiliano era un maestro dell'arte bianca, ma il bianco come colore non gli si addiceva proprio. Massimiliano era rosso come il sangue che aveva nelle vene, come il cuore che metteva in tutto, come le labbra di Marilù, che invece era candida, pura, immacolata. 

Autunno 1958, Lombardia.
La luce settembrina si scaglia sulle vetrate colorate della facciata fornendo alla navata della chiesa un'ambientazione suggestiva tanto che il suo velo pare un arcobaleno.Lo strascico scivola sul lastrato bordeaux della chiesa e ad ogni suo passo il cuore le palpita sempre più forte. Massimiloano si erige davanti a lei nel suo metro e novanta e la guarda commosso. Marilù è bellissima, un fiore nella frescura dei suoi 20 anni. Nonostante i dissapori familiari, nonostante la seconda grande guerra, il loro amore ha resistito e si è consolidato. Oggi sono marito e moglie e così si chiameranno per tutta la vita.

Anni 70, Lombardia.
Milena e Carlotta giocano ad ascoltare il mare dalle conchiglie sul grande tappeto di cavallino bianco e nero. Marilù piange mentre fa le pulizie per l'abitazione. Massimiliano è all'osteria.
Gliel' avevano detto che gli uomini fossero tutti uguali, ma lei credeva suo marito diverso dagli altri individui del suo genere. Lo vedeva come un pezzo di quel pane fragrante che ogni mattina della sua giovinezza aveva sfornato e così lo vedevano tutti. Ma lui era rosso, passionale, edonistico. Rosso come il vino che beveva all'osteria , come il sette bello che cercava di accaparrarsi nelle interminabili partite di scopa, come il rossetto di colei che forse incontrava di nascosto, di cui Marilù non sapeva nulla, ma immaginava qualcosa.
A pensar male, si indovina quasi sempre. E forse Marilù aveva indovinato, nessuno lo saprà mai. È più facile essere certi, che sia della fedeltà o del tradimento, piuttosto che essere dubbiosi, incerti, insicuri.
Marilù a furia di incertezze divenne forte, dura, crudele. Massimiliano invece divenne il pezzo di pane che la moglie aveva sempre creduto, l'uomo più buono e caro del paese.

17 agosto 2010, Lombardia.
Profumo di crisantemi. Un letto ligneo. Uno smoking gessato. Una folla di gente. 
Dopo anni di agonia il cuore non ha retto e Massimiliano è volato in cielo. Marilù si è sciolta in lacrime, letteralmente sciolta, dov'è finita la sua corazza? Chiama 'Marito' ma non risponde nessuno, piange ma nessuno le asciuga le lacrime, grida: " a chi servo su questa terra?" e nessuno risponde più "a me". E come si fa a vivere quando non hai più l'altra metà del tuo cuore? Come si può andare avanti se ci si sente costantemente indietro? Non lo so, neanche Marilù lo sa, ma si va.

 
   
 
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