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Autore: Ambrotter    30/04/2015    1 recensioni
-Posso sentirti pensare da qui, lo sai?- Darren voltò il capo di scatto, ma non sobbalzò al suono inaspettato – c'era probabilmente un che di terribilmente spaventoso nel modo in cui rispondeva alla voce di Chris, come se lo sfiorasse da qualche parte tra il cuore e i polmoni. Si permise di osservarlo e basta per qualche istante, il modo in cui i capelli castani gli ricadevano disordinatamente sulla fronte, l'impronta del cuscino su una guancia e i tratti del viso morbidi, ancora addolciti dal sonno.
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note:
Buonanotte, 
... sì, siamo di nuovo qui.
In realtà è un po' senso di colpa per non aver scritto niente di Fluffoso per la opening night di Darren. 
Oddio, era il senso di colpa per non aver scritto niente di Fluffoso per la opening night di Darren ma poi sono uscire le foto e ciao, arrivederci e grazie.
Tuttavia ormai l'avevamo scritta.
Quindi eccola qui.
Vi vogliamo bene <3 .
E sì, sappiamo scrivere (forse) anche del non-porn-escort.
Abbiate pietà del betaggio poco accurato, sono le 00.49 e siamo reduci dalle foto di Hedwig.
Con amore,
Ambrotter
 

By your side




Era raro sentire gli uccellini cantare a New York.

Per quanto Darren cercasse di spingere indietro la propria memoria non era in grado di riportare alla luce un altro momento in cui si era seduto da qualche parte – a New York, a Los Angeles, a Timbuctu – aveva chiuso gli occhi e si era semplicemente abbandonato ad ascoltare i rumori della strada, la città che si svegliava – chi lo ha detto che non dorme mai? si sveglia, pigra, come qualsiasi altra città – , cercando di calmarsi, di ripetersi che tutto sarebbe andato bene, che quella sera sarebbe salito su quel palcoscenico e sarebbe stato tutto facile, ma non ci riusciva.

C'erano troppi 'E se ...' che gli giravano a vuoto nella mente, troppe possibilità che qualcosa andasse storto – era inciampato circa il dieci percento delle volte che aveva messo gli stivaletti dorati coi tacchi che sembravano volersi solo incastrare sul palco, c'erano buone probabilità che sarebbe successo anche quella sera, perché non sarebbe dovuto succedere? E se si fosse dimenticato anche solo una parola–

-Posso sentirti pensare da qui, lo sai?- Darren voltò il capo di scatto, ma non sobbalzò al suono inaspettato – c'era probabilmente un che di terribilmente spaventoso nel modo in cui rispondeva alla voce di Chris, come se lo sfiorasse da qualche parte tra il cuore e i polmoni. Si permise di osservarlo e basta per qualche istante, il modo in cui i capelli castani gli ricadevano disordinatamente sulla fronte, l'impronta del cuscino su una guancia e i tratti del viso morbidi, ancora addolciti dal sonno.

Ricambiò d'istinto il sorriso che lui gli rivolse, un sorriso a labbra chiuse, solo un angolo sollevato, un sorriso consapevole e un po' rassegnato e un po' comprensivo. Chris si avvicinò a lui rigirandosi tra le dita un'estremità della maglia del pigiama, appoggiandosi alla cornice della finestra sulla quale Darren era seduto, una gamba penzoloni verso la scala antincendio.

-Non volevo svegliarti.- disse piano, allungando una mano e sfiorando con delicatezza le nocche della destra di Chris, sorridendo tra sé e sé al calore che emanava. Chris era sempre confortevolmente caldo, dopo una notte di sonno, calore che perdeva in fretta, freddoloso di natura.

Seguì le pieghe che si formavano sulla sua maglia quando scrollò una spalla: -Nessun problema. Lo sai che comunque non riuscirei a dormire.-

Darren annuì lentamente e intrecciò le proprie dita alle sue, tirandolo leggermente verso di sé con lo sguardo fisso sulla pelle bianca di Chris, sulle ombre irregolari che le nocche proiettavano sul dorso, e sentì che la paura si ritirava lentamente nelle sue ossa, concentrandosi nella punta delle sue dita e nelle sue caviglie, come se si stesse allontanando dal suo petto. Chris gli affondò le dita tra i ricci sulla nuca e Darren poggiò la fronte contro il suo petto con un sospiro.

-In realtà mi sono svegliato perché non ti sentivo più accanto a me. Sono troppo abituato ad averti vicino ormai.- disse piano e Darren sorrise contro la stoffa morbida della sua maglia.

Chris girò gli occhi, tirando uno dei riccioli e facendolo rimbalzare indietro come se fosse una molla: -Goditi la smanceria e non prendermi in giro, non ne avrai altre per almeno un mese.-

Darren ridacchiò chiudendo gli occhi: -Non riesco a dormire.- confessò e Chris emise uno sbuffo poco impressionato, come se lo sapesse perfettamente.

-La regola del "Non prendere in giro" vale anche per te, Colfer.-

Chris si morse il labbro e continuò a sorridere, muovendo delicatamente le dita tra i suoi ricci finché non lo sentì rilassarsi contro di sé: -Solo perché è il giorno della tua prima.-

Avrebbe potuto giurare di aver sentito il momento in cui l'espressione di Darren si piegò in un broncio.

-D'accordo.- bofonchiò contro la sua maglia, strofinando il naso contro la stoffa sottile per sentire Chris, la sua pelle e il suo profumo e i suoi colori. -Ho paura.- gli disse, la voce piccola e quieta nel buio, come se dirlo a voce più alta potesse rendere il timore troppo materiale.

-Lo so.- rispose Chris con calma, scandendo le sillabe, come se fosse importante per lui che Darren comprendesse a fondo quanto davvero intendesse quelle due paroline -Lo so, Darren.-

-E se scivolo e mi rompo una gamba? A John è successo e la settimana scorsa mi sono lussato il polso. E se ci cado sopra o lo muovo troppo bruscamente e urlo sul palco per il dolore? E se mi dimentico le battute o i testi delle canzoni? Lo sai come sono fatto, lo sai. Mi dimenticherò ogni cosa e sarà un disastro e...-

-E se ti faranno una standing ovation?- lo interruppe -E se le persone faranno la fila nel backstage per stringerti la mano? E se Broadway.com darà la recensione più bella della storia dei musical? E se tutti tesseranno le tue lodi e i tuoi fan ti accoglieranno a braccia aperte e nuovi fan si uniranno a loro?- rispose Chris, continuando a muovere le mani tra i suoi capelli, parlando con leggerezza, come se stessero discorrendo del tempo.

Darren deglutì, passando una mano dietro a un ginocchio di Chris e aggrappandosi lì alla stoffa dei suoi pantaloni, come un bambino piccolo alla gonna di sua madre.

Fuori dalla finestra, l'orizzonte era tinto di rosa.

-Odio quando ti tocca fare l'ottimista della situazione.- mugolò Darren con gli occhi chiusi, rigirandosi la stoffa tra le dita, -Sei troppo razionale e io non so come contraddirti.-

Chris ridacchiò quietamente sopra di lui e Darren ascoltò il suono che scompariva nel buio – gli sembrava di vederlo, uno scintillio azzurro e dorato.

-Lo so che hai ancora paura.- le dita di Chris si spostarono sulle sue spalle, disegnando dei piccoli cerchi sulla maglia consumata del Michigan, -Ma va bene così.-

-Lo so.- Darren prese un respiro profondo, i muscoli che si tendevano sotto i polpastrelli di Chris, -Lo so. È normale. Lo so.-

Chris rimase in silenzio per qualche secondo, le dita che si muovevano dolcemente su di lui e il labbro inferiore intrappolato tra i denti; -Ti amo, sai anche questo?- le sue parole furono improvvise e quiete nella stanza che si rischiarava lentamente, le pareti tinte di un leggero colore rosato.

Darren trattenne il respiro, gli occhi socchiusi nel disperato tentativo di imprimere per sempre nella sua memoria quel singolo brandello di eternità. Voleva ricordare la voce melodiosa di Chris, le sue mani, l'aria ancora fredda di aprile... quel preciso momento, ogni volta che chiudeva gli occhi. Voleva ricordarlo quella notte, quando si sarebbe trasformato in Hedwig e tutte le notti successive.

-Nonostante tutto?.- domandò con un filo di voce. Non lo dicevano mai, perché era pericoloso, perché faceva paura, perché era come guardare in un baratro che non erano in grado di saltare.

-Nonostante tutto.- confermò Chris, facendo scivolare due dita sotto il suo mento e spingendo verso l'alto. Darren piegò la testa, deglutendo piano e incrociando i suoi occhi chiari con reverenza quasi sacrale: -Sarai meraviglioso. Brillerai, Darren.-

Darren prese un respiro profondo che finì col tremargli nei polmoni e il punto era che avrebbe creduto a qualsiasi cosa Chris gli avesse detto guardandolo negli occhi, perché vedeva se stesso attraverso di lui. Cercò nel suo sguardo ancora per qualche istante e Chris glielo permise, gli permise di vagare nei propri occhi senza esitare, lo lasciò libero di prendere tutto ciò di cui avesse bisogno. -Ti amo anch'io.- mormorò Darren, e non disse 'Nonostante tutto', perché lo amava lì, in quel momento in cui non c'era altro al di fuori di loro, c'era solo Chris con il volto illuminato a metà dai primi raggi del sole e il segno del cuscino ancora impresso sulla guancia e la maglia del pigiama spiegazzata. C'era Chris che si era svegliato perché Darren non era più accanto a lui e che lo aveva accarezzato e coccolato e aveva alleggerito il peso sul suo petto. C'era Chris che era lì con lui, al suo fianco e Darren lo amava perché non poteva farne a meno, lo amava come si ama qualcosa di pericoloso e di valore inestimabile: con timore reverenziale e con tutto se stesso.

Così sollevò un po' di più il viso e Chris gli sorrise, uno dei suoi sorrisi a labbra strette che sapevano di ritorno, gli sorrise, si chinò e lo baciò con dolcezza e soffocò la paura tra i loro respiri e Darren pensò 'Ho te' e quello era tutto.


 

   
 
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