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Autore: Neens O Brien    30/04/2015    0 recensioni
I'm back con il seguito di "Will we ever have our happy ending?". Vi ricordo che non seguo il telefilm, questa è semplicemente la continuazione della mia storia precedente, di cui vi lascio il link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2511902
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-MANDY-

Sentirsi utile era una bella sensazione, decisamente. In tutta la sua vita aveva provato quella scarica di adrenalina forse due volte, ma la cosa non l’aveva mai resa così felice. In quel momento, sapere di aver fatto qualcosa di importante per aiutare il suo migliore amico e suo fratello, le due persone a cui teneva di più, la faceva sentire completa. A dirla tutta, però, Ian e Mickey erano solo due delle tre persone a cui teneva di più, e pensandoci le venne in mente il discorso che lei e Lip avrebbero dovuto fare.

Doveva aspettare che tornasse dal negozio, ma quando Ian le aveva chiesto di aiutarlo non ci aveva pensato due volte. Chissà che cos’aveva pensato Lip, tornando a casa e non trovandola. Probabilmente in quel momento credeva che Mandy non fosse più interessata, che non le importasse di sistemare le cose, e lei aveva bisogno di fargli sapere che non era vero.

Aveva ancora il telefono in mano, dopo aver mandato il messaggio a Mickey, chiedendogli di vedersi alla vecchia stazione, e compose velocemente il numero di Lip. Il telefono squillò a vuoto per qualche secondo, prima che si sentisse partire la segreteria. Con uno sbuffo irritato, Mandy lanciò il telefono sul letto, sarebbe dovuta tornare a casa Gallagher per parlarci di persona.

Una volta non l’avrebbe mai fatto, lei era orgogliosa e aspettava sempre che fossero gli altri a cercarla, a scusarsi, a voler sistemare le cose. Ma quella volta sistemare le cose era più importante di tutto, se le serviva a tornare con Lip, valeva la pena mettere da parte l’orgoglio.

Stava per afferrare la borsa, quando il telefono si mise a squillare. Mandy si buttò sul letto, cercandolo tra le coperte, e quando lo trovò rispose senza nemmeno leggere il nome di chi stava chiamando.

-Si?

-Hey Man, scusami Carl si era chiuso in soffitta e non voleva più scendere, così non ho sentito il telefono.

Un’ondata di sollievo si impadronì della ragazza, mentre rispondeva con una mezza risata.

-Non ti preoccupare, volevo solo chiederti scusa per non averti aspettato, ma Ian aveva bisogno di un favore.

-Immaginavo che fosse una cosa del genere. Senti, va bene se passo da te? Ci terrei davvero a parlarti.

Mandy cercò di trattenere l’entusiasmo, abbandonare l’orgoglio era una cosa, ma non avrebbe mai abbandonato la sua dignità comportandosi come una dodicenne con la sua cotta adolescenziale. Si schiarì leggermente la gola, per evitare che la voce le uscisse stridula.

-Certo, passa quando preferisci.

-Perfetto, a tra poco.

La ragazza aveva un sorriso ebete stampato in faccia quando riattaccò, e lo vide riflesso nello specchio appeso alla parete.

-Smettila di fare la stupida.

Ma il sorriso non se ne andava, e alla fine Mandy decise che non era importante. Non era abituata a sorridere, ma quello non voleva dire che non le piacesse.

Uscì dalla sua camera per prendersi una birra, e notò Terry che dormiva sul divano, nella stessa posizione di poche ore prima, e non potè impedirsi di pensare a quanto sarebbe stato facile ucciderlo in quel momento, far sparire l’origine dei suoi problemi. Sarebbe stato dannatamente facile. Le sarebbe bastato aprire il cassetto della cucina e prendere un coltello, oppure andare in camera di Iggy e prendere una delle sue pistole.

Il suono di qualcuno che bussava la distolse, seppur non completamente, da quei pensieri. Andò alla porta e sorrise vedendo Lip. Come se avesse potuto evitarlo.

-Hey.

-Hey.

Lo fece entrare e gli fece segno di non far rumore, indicando il padre disteso sul divano. Lip distorse il naso vedendolo, e la precedette in camera sua.
-Sono contenta che sei passato, stavo venendo io da te quando mi hai chiamata.

Lip si era seduto sul letto, e lei si mise al suo fianco.

-Sarei passato ugualmente, lo sapevo che non te n’eri andata per una ragione valida. Allora, hai sentito Ian?

Lei annuì appena.

-Si, mi ha chiesto di mandare un messaggio a Mickey per farlo andare alla vecchia stazione. Però prima dovevo venire a controllare che non fosse a casa.

Lip emise un sospiro, guardando di fronte a lui.

-Pensi che sistemeranno le cose tra loro?

-Perché non dovrebbero? Quando due persone si amano non dovrebbero stare divise.

Quella frase le fece a pensare a com’erano andate le cose tra di loro, ed evidentemente anche Lip pensò la stessa cosa, perché si girò a guardarla, e appoggiò una mano su quella della ragazza.

-Man, sono stato un coglione, lo so. So anche che non è una scusa, ma quando mi succede qualcosa di bello.. ne ho paura, perché potrebbe finire in qualsiasi momento.

-Noi eravamo una cosa bella?

La voce della ragazza era flebile, stava quasi sussurrando.

-Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.

Stava per dire qualcos’altro, quando il suo telefono si mise a squillare. Mandy trattenne un’imprecazione, mentre Lip mormorava uno scocciato ‘scusa’ e rispondeva. La chiamata durò pochi secondi, e il ragazzo aveva risposto solamente a monosillabi, ma si affrettò a spiegare tutto quando riattaccò.

-Era Fiona. Deb l’ha chiamata perché sentiva odore di gas, ma lei è a lavoro e non può andare a controllare. Ci metto due minuti al massimo, te lo prometto.

Si chinò a dare un veloce bacio sulla fronte a Mandy, prima di uscire. La ragazza rimase qualche secondo ferma, senza sapere se sentirsi felice o irritata. Da una parte quello che le aveva detto l’aveva fatta sciogliere, e per una come lei era un grande traguardo, ma dall’altra odiava che fossero stati interrotti. Si alzò sospirando, e uscì dalla stanza. La voce del padre la fece sobbalzare, pensava che stesse ancora dormendo.

-Allora Mandy, quando avevi intenzione di dirmi che tuo fratello è un frocio?

Il sangue le si ghiacciò nelle vene, ma a Terry mostrò una maschera impassibile.

-Che cazzo stai dicendo?

Lui si alzò dalla poltrona su cui era seduto e si avvicinò alla ragazza. Mandy fece istintivamente un passo indietro.

-Non prendermi per il culo. Dovevo andare al cesso e ho sentito quello che dicevate tu e quella testa di cazzo. E’ stata quella checca di suo fratello a contagiarlo?

La rabbia latente dentro di lei esplose. Non poteva più sopportare che quell’uomo avesse un tale controllo sulle loro vite.

-Tu non sei nessuno per decidere cos’è meglio per Mickey e per me! Solo perché nessuno ti ama e farebbero tutti festa vedendoti morto, non te la puoi prendere con noi! Tu non sei nulla per me. Non sei mio padre.

L’adrenalina che aveva provato pronunciando quelle parole, che erano da tempo dentro di lei, scemò leggermente una volta che ebbe finito di parlare. Rimase a fissare il padre negli occhi, con il petto che si sollevava a ritmo accelerato, aspettando una sua reazione, e nello stesso tempo temendola.
Terry  rimase in silenzio per alcuni secondi, prima di avvicinarsi ulteriormente alla ragazza.

-Io posso decidere quello che cazzo mi pare. Siete figli miei anche se tuo fratello è un frocio e tu una puttana, ma non vi preoccupate, vi sistemerò io.

La mano dell’uomo si abbattè sul viso di Mandy, con una forza tale da farle perdere l’equilibrio. La testa della ragazza urtò lo spigolo della credenza, e lo sguardo le si annebbiò. L’ultima cosa che vide prima di sprofondare nell’oscurità fu Terry che usciva di casa, sbattendo la porta.
   
 
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