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Autore: ReBbyi96    30/04/2015    1 recensioni
Questa storia è una storia che tutti conoscono: la storia dell'amore travagliato di Orfeo ed Euridice, ma nessuno ve l'ha mai raccontata così...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Altri, Persefone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell'oscurità, seduto sul trono di marmo nero, un uomo nascosto dal buio ascoltava con la sua sposa i lamenti di coloro che ormai non erano più, voci strazianti piene di dolore e sconfitta, immobile come una statua era totalmente impassibile allo strazio che lo circondava. Il dio aspettava con pazienza; sapeva già che sarebbe arrivato, l'aveva percepito alle porte del suo regno oscuro poco tempo prima. Guardò Persefone nell'oscurità del suo palazzo e lei ricambiò lo sguardo, occhi verdi che si perdevano in una pozza di oscurità liquida. Bastò quell'occhiata per decidere: non avrebbero consentito a quel giovane di compiere la sua impresa, nessuno può riportare in vita i morti ,per quanto grande e dotato possa essere. Capì immediatamente quando Orfeo raggiunse il suo palazzo; ogni rumore o lamento era stato sostituito da un canto dolce e malinconico accompagnato dal suono di una cetra; all'improvviso nell'oscurità più profonda comparve una luce abbagliante che si diffondeva come una carezza attraverso le terre desolate ed aride di amore. Malgrado fosse a conoscenza della grande bravura di Orfeo, il dio rimase colpito e commosso da quel canto capace di fermare il dolore e le sofferenze di coloro che da tempo ormai avevano perso le speranze di essere salvati. I neri battenti dello scuro palazzo si aprirono lentamente e risplendettero alla luce delle torce. Mentre sangue vermiglio sembrava scendere dal marmo scuro come la notte, Orfeo si avvicinò, gli occhi chiusi, la mente e il cuore rivolti verso la sua ragione di vita e cantò il suo eterno amore per Euridice. Il re degli inferi ascoltò quel canto come mai aveva ascoltato un essere umano, quelle dolci parole raggiunsero il suo cuore, sopito da tempo, e suscitarono in lui emozioni mai provate, allora confrontò il suo amore per Persefone con l'amore di Orfeo per la sua Euridice e capì quel giovane. Egli infatti, armato solo del proprio coraggio e della sua voce era sceso negli inferi, ben sapendo di andare probabilmente incontro alla morte, per riportare indietro l'amata o perire tentando l'impresa. L'amore di Orfeo era simile a quello che provava il dio per la sua Persefone. Sentì allora dentro di sé il desiderio di aiutare il giovane; voleva dimenticare le proprie leggi per regalare ad Orfeo altri anni di felicità vicino alla sua amata, ma non sapeva come fare. Non c'era via d'uscita dalle regole della morte, poteva solo ritardare l'inevitabile. Guardò quel ragazzo e vide la sua disperazione e il suo amore impossibile. No, non voleva deluderlo con la speranza di una vita felice con la sua amata per poi strappargliela via di nuovo. In molti secoli aveva rovinato numerose vite, aveva festeggiato la loro morte e aveva ascoltato i lamenti dei dannati senza muovere un muscolo, ora però, davanti a quel giovane, aveva scoperto una parte di sé che non conosceva e provava rimorso per tutte le crudeltà che aveva compiuto. Rivolse lo sguardo verso Persefone, l'unica che lo capisse veramente, e la vide piangere per la morte di Euridice e per il destino avverso di Orfeo. Il dolore di lei era così grande che si sentì stringere il cuore. Immaginò di perdere per sempre la sua sposa, avrebbe fatto di tutto pur di riaverla indietro. Sarebbe stato capace di cedere la sua immortalità e i suoi poteri in cambio di qualche anno con lei. Dagli occhi di Orfeo sgorgarono lacrime amare che annunciavano al giovane la probabile sconfitta. Ade guardò a lungo quelle lacrime, lacrime che da molti secoli ormai non era più capace di piangere. Così, guardando negli occhi il giovane, acconsentì alla sua disperata richiesta e un'unica lacrima gli scese lungo la guancia e si perse nell'oscurità.
   
 
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