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Autore: fireslight    30/04/2015    4 recensioni
Osservano in silenzio la figlia di Ned Stark tornata a riprendersi il Nord, che brucia il vessillo dell’uomo scuoiato con un sorriso di rivalsa sulle labbra, i capelli rossi come il sole al tramonto al vento, gli occhi sfolgoranti di azzurro nella luce accecante dell’alba.
[Ramsay/Sansa – one side][Spoiler 5x03/What If?][Dramatic, Introspective − 870 words]
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Petyr Baelish, Ramsay Bolton, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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She has turned from steel
{vegeance is her strength}
 

Quando Ditocorto osserva le sue ferite alla luce tremula delle candele, nella torre del maestro, i suoi occhi grigio-verdi sono lontani nel tempo e nello spazio, e Sansa darebbe ogni cosa pur di capire a cosa stia pensando.
«Sembra che io mi sia sbagliato, Alayne.» sussurra nel buio, e lei vorrebbe poter urlare contro l’uomo tutto il suo disprezzo per averla venduta una seconda volta ad un assassino, un traditore.
“Ha ucciso la mia famiglia, pugnalato Robb e squarciato la gola a mia madre, dato alle fiamme la mia casa, messo in ginocchio il Nord”, ricorda di aver pensato, e sa che alla fine la sua sarà la più dolce delle rivincite.
«Non sono più Alayne, lord Baelish.»
Sansa fa scivolare il mantello sulle spalle, alzandosi e osservando con calma il paesaggio dall’alto della torre, Grande Inverno trasformata nella roccaforte di mostri, fra sangue e corpi orrendamente mutilati.
Ha nascosto uno stiletto nella manica dell’abito, sa che arriverà il momento opportuno per utilizzarlo, − Sansa Stark non ha paura, Alayne avrebbe ascoltato le parole del padre sino alla fine, sopportando in silenzio.
«Devi attendere ancora qualche giorno, Sansa» replica Ditocorto, avvicinandosi alla medesima finestra, − osservando nei cortili il bastardo di Bolton alle prese con i suoi mastini − ostentando un lieve sorriso «Al momento opportuno, ti libererai di quella bestia e il Nord ti incoronerà sua regina.»
Tuttavia, non basta. Le sue parole di falsa modestia, di vigile attesa sono troppo effimere anche per lei.
«E Roose Bolton?»
L’uomo al suo fianco le stringe una mano, che Sansa prontamente sottrae a un tocco che sa di menzogna, di disgusto.
«Avrà la fine che merita, Sansa. Qualsiasi fine tu deciderai che meriti.»
La ragazza si stringe nelle pellicce, rivolgendo a lord Ramsay il più fulgido sguardo di odio e collera, − non il corpo ferito a reclamare pietà, ma l’orgoglio vendetta. Come se percepisse di esser osservato dall’alto, il bastardo si volta e guarda nella sua direzione, sul suo viso il sorriso malato che ha imparato a conoscere a sue spese.
E in quel momento, − forse pregustando gli eventi di alcune che seguiranno − Sansa sorride.
 
 
La loro stanza è ancora silenziosa, Sansa avverte le correnti fredde dalla finestra sfiorare le braccia nude. Tra non molto, se non ne avesse avuto l’accortezza, sarebbe stata stesa su quel letto che per lei è sinonimo di morte e dannazione.
«Mia lady.»
Si risveglia dal torpore dei ricordi, accennando un sorriso di sottomissione − non sa nulla di lei, non sospetta niente, morirà quella stessa notte, morirà e lei sarà libera −  e andandogli incontro prima che lui la raggiunga.
«È stata un’interessante battuta di caccia, mio signore?»
«Non immagini quanto, Sansa.»
La chiama spesso con il suo nome, evitando inutili cortesie che ora come ora non gli salverebbero la vita: si fida di lei in maniera quasi cieca, affidandogli anche i suoi più reconditi pensieri.
Quando torna così tardi, lascia che Sansa lo spogli della tenuta da caccia, che lo curi quel minimo indispensabile che serva per indurlo a dormire per poi risvegliarsi all’alba.
«Spero che tu non ti sia annoiata, qui da sola.»
«No, mio signore, non preoccuparti anche per me.» la sue voce è limpida come le acque nel Parco degli Dei, come stesse parlando del tempo, della luna che illumina il cielo dall’alto.
Ed è quando il torace del ragazzo è nudo dai vestiti, la schiena pallida rivolta verso di lei, che lo stiletto si ferma saldo fra le sue dita, gli occhi alla ricerca del punto esatto in cui colpire.
“Maestro, esiste un modo per uccidere un uomo con un unico colpo alla schiena?”
“A dire il vero si, mia lady. Basta puntare l’arma proprio qui, in questo punto, tra la scapola e le vertebre, si colpirà il cuore e si spezzerà la spina dorsale.”
Le dita sono ormai chiuse nell’elsa quando per la fortezza risuona un urlo disumano, il sangue le imbratta di schizzi cremisi la veste chiara e il braccio sino al gomito.
Sansa ha il tempo di sostenere la sua caduta al suolo, prima che lui punti i suoi occhi gelidi sul suo viso, forse alla ricerca della promessa sposa che con il tempo aveva imparato ad apprezzare.
Le stringe un polso, l’arma ancora conficcata nella schiena e la sorpresa dipinta sul volto, inerme per il dolore.
«Deve sempre esserci uno Stark a Grande Inverno.» mormora Sansa, fissando la luce che lentamente abbandona i suoi occhi, senza alcun rimorso, «Ti giuro su tutto quello che ho dovuto passare, che il nome dei Bolton sarà cancellato dalla storia.»
Quando si alza da terra, gli orli della veste chiara sono macchiati di rosso.
Sansa esce fuori dalla piccola terrazza della stanza che guarda sui cortili di Grande Inverno; c’è il vessillo dei Bolton appeso ad un nastro ed un braciere fumante posto lì per l’occasione.
Sotto di lei, cavalieri e servitori osservano in silenzio la figlia di Ned Stark tornata a riprendersi il Nord, che brucia il vessillo dell’uomo scuoiato con un sorriso di rivalsa sulle labbra, i capelli rossi come il sole al tramonto al vento, gli occhi sfolgoranti di azzurro nella luce accecante dell’alba.
 





 
Note dell'autrice.
Benvenuti, benvenuti *voce alla Effie Trinket*.
Ebbene, questa 5x03 è stata un po' così, nel senso che non condivido la scelta degli autori carissimi di dare Sansa in pasto a Ramsay tanto per, e perchè sinceramente mi dispiace che lei non si sia ribellata a Ditocorto più di tanto, diamine ragazza, passi da uno psicopatico all'altro!
Ad ogni modo, voglio sperare che la simpatica gita al Nord finisca più o meno così, - Ramsay e paparino morti, per mano di Sansa preferibilmente - che lei stesse possa finalmente prendere le distanze da Baelish che ultimamente di genialate ne fa proprio tante e che Theon marcisca allegramente da qualche parte.
Ma comunque, la Toscana in sè è qualcosa di
meraviglioso, ma Firenze mi ha letteralmente rubato il cuore

Spero possa esservi piaciuta questa fic breve breve scritta così di getto, e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensaste, anche in rapporto alle scelte degli autori e agli sviluppi per la storyline di Sansa.
Alla prossima, un bacio e grazie a chi leggerà o vorrà recensire,
fireslight.
  
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