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Autore: Princess Of Marshmallows    01/05/2015    10 recensioni
Parodia delle coinvolgenti Fan Fiction romantiche sulle Creepypasta.
Dal primo capitolo: "Mi sento così sola, nemmeno le mie uniche amiche sono in grado di comprendermi. Ma in fondo cosa potevo pretendere da loro? Amica 1 e Amica 2 sono personaggi banali, considerato il loro passato normale, i loro nomi normali, la loro vita normale e un aspetto fisico normale. Loro non sanno neanche lontanamente quanto possa essere doloroso il bullismo e rischiare di essere stuprata ogni sette secondi.
Sospiro; vorrei avere un killer super sexy e per niente ooc al mio fianco, ma in quale capitolo ha intenzione di spuntare?"
Genere: Demenziale, Parodia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeff the Killer, Nuovo personaggio
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Gabrielle Bonheur Chanel, most known as Coco Chanel, was a famous fashion designer and she had an important impact in the XX’s culture

Premessa dell’autrice: Ciao, voglio ringraziare tutti i poveri sventurati che sono capitati in questa Fan Fiction. Da come avrete intuito – o forse no – questa è una parodia che mira a dare voce all’imbarazzante disagio presente nel FanDom delle Creepypasta e a mostrare quanto possano essere irreali, assurde e ridicole fin troppe Fan Fiction presenti nel FanDom. In altre parole è una parodia di tutti i cliché più usati nelle Fan Fiction sulle Creepypasta e messi in ridicolo.

La protagonista è una Mary Sue, personaggio purtroppo molto presente.

Se questa idea piace, sicuramente la porterò avanti, quindi aspetto vostre considerazioni personali!

Credo sia tutto, buona lettura!

 

 

 

Cinquanta Sfumature di Jeff the Killer

Quando i Serial Killer si trasformano in Principi Azzurri

 

Un prologo che no

 

 

L’ora di matematica sta per cominciare ed io non ho ancora finito di asciugarmi le lacrime. Sono nascosta nel bagno femminile della scuola il quale – stranamente – è completamente vuoto nonostante sia il cambio dell’ora e tutti i miei compagni stiano vagando per i corridoi.

Osservo timidamente – sì, perché sono così timida – la mia immagine allo specchio che si estende di fronte a me: ho gli occhi di una che si è buttata tre litri di acido muriatico negli occhi, ma non importa, tanto ogni personaggio maschile presente in questa storia sbaverà comunque per me.

Ah sì, i miei occhi sono bicromatici: uno è di un azzurro così intenso da poter essere paragonato ad uno zaffiro, mentre l’altro è di un rosso color sangue. Mi soffermo nel contemplare quest’ultimo, mentre una valanga di ricordi mi invade la mente. L’immagine ormai lontana dei miei genitori appare nella mia mente e ricordare i loro cadaveri mi fa quasi rimettere.

Ma ora basta parlare del mio originale ed innovativo passato, così posso lasciare in sospeso voi lettori per il prossimi trecentonovantuno capitoli.

Il mio viso malinconico è circondato da splendidi capelli color oro, liscissimi e lunghi fino al ginocchio, perché è importante specificare la lunghezza dei miei capelli. Ah, e hanno anche delle ciocche color cobalto, viola e magenta. Indosso una maglia degli Asking Alexandria, la mia band alternativa preferita, un paio di jeans attillati che mettono in risalto le mie gambe e un paio di bracciali neri di cuoio con delle borchie, che ho comprato ieri dal mio negozio alternativo preferito. Ai piedi porto – ovviamente – un paio di All Stars anch’esse borchiate.

Sento dei passi avvicinarsi alla porta, e il mio cuore non può fare a meno di accelerare di qualche battito.

«Gwen!», una voce familiare pronuncia il mio nome, e mentalmente tiro un sospiro di sollievo. Una ragazza della mia età entra in bagno, spalancando la porta e raggiungendomi allarmata, seguita da un’altra ragazza, anch’essa con un’espressione visibilmente preoccupata.

Eccole, loro sono Amica 1 e Amica 2, le uniche persone con cui sono riuscita ad aprirmi e che mi hanno accettata per quello che sono nonostante il mio misterioso occhio rosso e bla bla bla.

Amica 1 si chiama Susan e fa la parte dell’amica cessa, stracciona e di cui nessuno si curerà perché sarete troppo impegnati a leggere le mie interminabili descrizioni fisiche e i miei infiniti psicodrammi. Tra l’altro ha i capelli di un banale castano e sono corti. Cioè, un personaggio principale con i capelli corti? Ma stiamo scherzando?!

Amica 2 invece è Jenny. È ancora meno importante di Amica 1 e non parla quasi mai. Sinceramente non so neanche cosa ci faccia in questa storia.

«Susan! Jenny! Cosa ci fate qui?», domando, abbracciandole e cercando di trattenere l’ennesimo pianto.

«Stiamo facendo la nostra prima comparsa da eterni personaggi terziari per far capire al lettore che hai due amiche sfigate e una vita sociale a dir poco inesistente», mi risponde Susan.

«Oh, capisco», abbasso lo sguardo, mentre mi porto una ciocca dei miei lunghissimi capelli color oro. Il mio volto si rattrista, mentre non posso fare a meno di sospirare.

Susan se ne accorge e mi poggia una mano sulla spalla, accennando un vago sorriso.

«Gustavo ti ha fatto qualcosa?», mi chiede, cercando di nascondere il suo timore.

Spalanco gli occhi a quella domanda.

«E tu come fai a saperlo?».

«L’autrice della storia mi ha donato per una frazione di secondo il dono della telepatia per evitare di dilungarsi troppo su me e Jenny».

«Beh, in realtà…», faccio una pausa per creare suspense e per concentrare la vostra attenzione completamente su di me e non sulle cesse delle mie amiche. «…prima ha tentato di violentarmi. Di nuovo», assumo un tono di voce così tragico da poter far impietosire chiunque.

Jenny e Susan si scambiano un’occhiata atterrita.

«Dovresti andare dalla polizia», mi suggerisce Amica 1.

«La polizia? Ma sei pazza?», quasi urlo. «Me la farebbe pagare!»

«Va beh, allora fai una telefonata anonima e denuncialo, così non passerai guai».

I miei occhi luminosi e bicromatici incontrano i suoi scontatissimi occhi marrone merda.

«Devo andare a dare da mangiare al mio criceto morto sette anni fa», sussurro, per poi uscire dalla porta correndo e cercando di trattenere l’ennesime lacrime, ma l’autrice dona ad Amica 1 per un millisecondo la velocità supersonica, quindi riesce a raggiungermi in un istante e ad afferrarmi per il braccio.

«Ti prego Gwen, denuncialo».

A quel punto non riesco più a trattenermi, e le grido addosso. «Sei stupida, per caso? Se seguissi veramente il tuo consiglio la storia sarebbe già finita e non potrei incontrare il serial killer dal cuore di ghiaccio che – ovviamente – solo io tra le sette miliardi di persone presenti in questo mondo riuscirei a sciogliere, dato che io sono quella speciale e gli altri no. Quindi, se non ti dispiace, c’è un criceto morto che mi aspetta».

 

 

Mi sento così sola, nemmeno le mie uniche amiche sono in grado di comprendermi. Ma in fondo cosa potevo pretendere da loro? Amica 1 e Amica 2 sono personaggi banali, considerato il loro passato normale, i loro nomi normali, la loro vita normale e un aspetto fisico normale. Loro non sanno neanche lontanamente quanto possa essere doloroso il bullismo e rischiare di essere stuprata ogni sette secondi.

Sospiro; vorrei avere un killer super sexy e per niente ooc al mio fianco, ma in quale capitolo ha intenzione di spuntare?

Prendo il mio iPhone 12s che mi ha prestato il barbone sotto casa e clicco su Safari e, senza pensarci due volte, digito su Google il nome della mia Creepypasta preferita, che avrò letto almeno 83474832,46 volte.

Creeoupssta jsff”.

No, ho sbagliato a scrivere! Stupido iPhone e il suo inulte auto correttore che funziona solo quando vuole lui!

Vabbé, adesso ci riprovo.

Czjppypadya jeff

Crwwoypayta jebf

NeioesiksdkDSJ

“Mio nonno sa volare”

Creepypasta jeff

Finalmente! Stavo per cliccare invio e masturbarmi mentre leggevo la storia del mio amore, quando una voce stridula e civettuola mi riporta alla realtà.

«Ma guarda chi si vede», gracchia. Sospiro, alzando gli occhi al cielo, per poi incrociarli con quelli verdi di Britney Anderson. Anche lei ha i capelli biondi – tinti, ovviamente, e sicuramente non belli, naturali e lucenti come i miei! – e anche lei li ha lunghi, ma mai quanto i miei. Giusto per specificarlo, nessuno in questa storia avrà i capelli lunghi quanto i miei.

Britney è la ragazza più popolare della scuola e si trucca sempre tantissimo. Ha sempre dei seguaci che la seguono. Non capisco cosa ci vedano in quella finta pseudo-Barbie. E non bella al naturale, come me. Certo, è una gnoccona, ma io sono molto meglio, anche se dico a tutti di essere un cesso a pedali, perché fingersi ragazze insicure fa molto cool nelle fan fiction, sapete?

Storco lo sguardo, tutte le ragazze belle e popolari mi stanno sul cazzo. Così, a prescindere.

«Che vuoi, Anderson?», la incalzo.

Lei mi lancia un’occhiata confusa. Esce dalla calza, per poi parlare. «Niente, volevo solo ridarti il quaderno che hai dimentica―».

«La vuoi smettere di prendermi in giro, oca che non sei altro?! Perché ce l’hai sempre con me? Che cosa ho fatto di sbagliato? Certo, a giorni diverrò una serial killer spietata che compie azioni illegali e la polizia magari mi darà la caccia, ma non è ancora arrivato quel capitolo, quindi cosa vuoi ora? È perché ho dei capelli troppo lunghi, vero? O è perché sono troppo chiusa in me stessa? È perché sono una pseudo-atea-alternativa? Ah, no, aspetta, ci sono! È perché ho avuto un passato troppo tragico e ho un occhio rosso, non è vero? Nessuno mi capisce, nessuno mi accetta per come sono, mi odiano tutti, mi rendete sempre la vita di merda! Vi divertite così tanto voi pseudo-Barbie-Troiette eh?», ansimo spalancando gli occhi e portando entrambe le mani al petto mentre Britney alza un sopracciglio e mi dà una pacca…ehm, uno schiaffo sulla spalla. Com’è crudele! Ma in fondo, nessuno può essere gentile e disponibile come una banda di Serial Killer, no?

«Per favore calmati», sussurra Britney, per poi porgermi un quaderno. Cos’è un altro dei suoi atti di bullismo malefici? Voglio mettermi a piangere! «Vedi, è dal primo anno che l’ho visto cadere dal tuo armadietto e sto cercando di ridartelo, ma ogni volta tu finisci per scappare via in lacrime e io―».

«Non ti credo! Sei solo una bugiarda!», le urlo, spaventata. La mia autrice non mi ha insegnato così, non può essere: tutte le ragazze belle (ma mai quanto me), popolari e alla moda devono essere stupide, oche, stronze, invidiose, crudeli e troie. Starà sicuramente mentendo!

Prima che la Pseudo-Barbie possa rispondermi, scappo via piangendo. Che stronza!

 

Le ultime ore di scuola passano veramente in fretta, infatti durano solo cinque minuti, ed in questo lasso di tempo il prof parla a vanvera e dice cose a caso mentre gli studenti fingono di ascoltarlo. Infatti dopo qualche secondo usciamo tutti dalla classe, facendo finta di essere distrutti. Finalmente è finito un altro giorno di scuola, evviva!

Mi sento libera. Tra bullismo e tentati stupri non ce la facevo davvero più.

Amica 1 e Amica 2 mi raggiungono. «Ti è successo qualcosa?», mi domanda Susan. Alzo gli occhi al cielo, spero sia una domanda retorica!

«La solita storia. Britney ha fatto di nuovo la bulla perché lei non è speciale e io sì», abbasso lo sguardo e Amica 1 mi poggia una mano sulla spalla.

«Lasciala perdere, è solo invidiosa», cerca di confortarmi Susan.

«Già», aggiunge Jenny.

Rimaniamo un po’ in silenzio. All’improvviso una domanda mi affligge. «E voi?».

Amica 1 alza un sopracciglio, mentre Amica 2 mi fissa sconvolta. «Noi, cosa?».

«Non avete niente da raccontarmi? È dal primo anno che parliamo solo di me. Non so niente di voi!».

«Semplicemente non c’è niente da sapere. La nostra vita, i nostri problemi e i nostri pensieri sono incentrati su di te, ovviamente. E non parlo solo di me, ma di tutta la scuola! Capisci, ora? La nostra autrice non ci ha dato dei problemi. E nemmeno personalità».

«E…Ehm, e cosa fate allora durante il giorno?».

Amica 2 si accosta a me, avvicina il suo viso al mio e mi fissa con un sorriso inquietante e gli occhi spalancati. «Pregare per la felicità di Nostra Signora Gwen, ovviamente».

Wow, sono ancora più strafica e importante di quanto pensassi, ma queste due cesse sciattone e il liceo non mi bastano. Voglio di più, sempre di più!

«Mi dispiace, ma vi vedo  più come personaggi terziari. Per essere felice devo essere al centro dell’attenzione anche in una certa casa in un bosco sperduto al mondo. E soprattutto presto sarò il centro del mondo e dei pensieri di un certo killer super sexy, hihihihi».

 

   
 
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