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Autore: Horse_    01/05/2015    3 recensioni
RIPRESA DELLA QUINTA STAGIONE, PRIMA DELLA MORTE DI KATHERINE, POST ROTTURA DELENA.
Damon ha lasciato Elena autonvincendosi di non essere quello giusto per lei e di sapere soltanto metterla in pericolo, non ricordandosi evidentemente di tutte quelle volte che l'ha salvata, da quel pericolo.
Elena è distrutta da ciò, ma non ha tempo per piangersi addosso perchè qualcosa sta cambiando, qualcosa all'interno di lei sta cambiando portandola a diventare più vulnerabile. Nessuno sa quello che le sta accadendo, ma un arrivo inaspettato la porterà ad abbandonare Mystic Falls per salvarsi la vita, seguita da Bonnie e da una Caroline euforica per il nuovo arrivo.
La vita di Elena sarà costantemente in pericolo e anche quando Damon tenterà di salvarla non potrà, perchè è lui la causa di tutto quello che sta passando.
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"Elena, quella stramaledettissima cosa ti ucciderà!"
Damon si avvicinò alla ragazza tentando di farla ragionare, mentre la paura gli inchiodava i piedi al suolo. Elena tremava e scuoteva la testa, non volendo più ascoltare le parole del vampiro.
"E' la mia vita, Damon, e questa è una mia scelta!"
"Perchè vuoi morire?"
"Voglio solo che lui stia bene."
[...]
"Mi hai già persa, Damon."
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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I'll save them.

                                                                                                                          Second Chapter.





“Questa cosa… Non è normale, Elena!”
 

La bionda continuò a camminare per la stanza del college.
Avanti e indietro, era questo quello che stava facendo da più di mezz’ora alternandolo ogni tanto a qualche sbuffo e a qualche imprecazione.
Elena la guardava stancamente mentre Bonnie ogni tanto fissava la finestra pensierosa. Caroline aveva ragione, senza ombra di dubbio, ma che cosa poteva essere?
I vampiri non prendevano l’influenza –era matematicamente impossibile– e nessun’altro tipo di malattia, anche perché a quest’ora l’avrebbe presa pure Caroline… Allora… C’era veramente qualcosa di grave e l’ancora aveva tutta l’intenzione di scoprirlo.

 
“Lo so, Caroline.”- sospirò Elena.
“Bonnie, dì qualcosa.”- Caroline guardò l’amica.
“Cosa dovrei dire?”- le domandò l’altra leggermente nervosa. Si sentiva così impotente di fronte a questo fatto. –“E’ tutto molto strano, io… Non saprei neppure da dove cominciare… Insomma, non sono più una strega.”
“Ma magari hai qualche conoscenza, non so… Proviamo a chiedere a tua madre, forse lei potrebbe aiutarci.”- tentò di provare Caroline.

 
L’ex strega scosse la testa e si sedette accanto all’amica mora cercando di tirarle su il morale, anche se era impossibile.
Era appena stata lasciata dal suo ragazzo –cosa che ancora non si spiegava– e stava male.
Peggio di così non può andare pensò infatti Bonnie.
Caroline, invece, era fermamente convinta di quello che aveva detto. Sapeva perfettamente che Bonnie non era più una strega, ma doveva avere per forza qualche conoscenza o qualche strano Grimorio di sua nonna da qualche parte. Non era mai successo che un vampiro stesse male, erano la salute in persona loro –anche se erano morti, ma quello era soltanto un piccolissimo dettaglio.

 
“Posso provare…”- Bonnie si passò una mano tra i capelli. –“A vedere su qualche libro per cercare di capirci qualcosa, ma non so…”

 
Caroline, rianimatasi dal suo stato quasi apatico e fin troppo preoccupato, scattò dallo stipite della porta e sorrise quasi trionfante, mentre Elena sospirò torturandosi le mani.

 
“Bonnie, sto bene, davvero. Sono solo un po’ stanca, tutto qui.”- disse Elena riuscendo perfino a sorridere.

 
Elena, invece, sapeva che non era vero, ma non voleva farle preoccupare così tanto. Insomma, stava male, era vero, ma che cosa poteva farci?
Il destino, intanto, continuava ad avercela con lei.

 
“No.”- sibilò Caroline. –“Smettila di dire che stai bene perché sappiamo tutte e tre che non è vero, Elena. Guardati, sei più pallida di un morto.”

 
Elena la guardò di sbieco e Caroline si morse la lingua.

 
“Va bene, battuta infelice.”- borbottò alzando le mani in segno di resa poi. –“Lasciaci aiutarti.”

 
Elena annuì debolmente e Caroline le sorrise più rassicurata, dovevano mettersi a lavoro.

 
 
Passarono tutto il pomeriggio all’interno della camera del dormitorio a sfogliare libri su libri di magia. Alcuni erano di Bonnie, altri della madre, altri di sua nonna e altri ancora di antenati di cui non sapeva nemmeno l’esistenza, ma non trovarono niente.
Nemmeno un accenno, il vuoto assoluto.
Era tutto inutile ed Elena se lo stava ripetendo già da qualche ora.

 
“E’ tutto inutile.”

 
Elena guardò la finestra e il suo primo pensiero volò a Damon.
Damon a quest’ora l’avrebbe già rassicurata, calmata, confortata –oltre ad aver dato di matto, ma era pur sempre Damon– e avrebbe trovato anche una spiegazione magari, ma lui non c’era, non era lì con lei e per lei.
Chissà dov’è pensò. Magari con qualche bionda e si è già dimenticato di me continuò poi.
Il suo volto assunse un’espressione schifata e scacciò subito quei pensieri, Damon non l’avrebbe mai tradita, lo sapeva.
 












 
                                                                                                            * * *


 










 
“Damon, abbiamo un problema.”

 
Stefan fece il suo ingresso nel salotto di casa Salvatore ed era abbastanza preoccupato, ma, non appena trovò il fratello maggiore che si stava cibando di una povera ragazza, quel problema passò in secondo piano.

 
“Un mio problema non è un tuo problema, mangia scoiattoli.”- disse ilare, poi si girò verso la ragazza fissandola intensamente negli occhi. –“Brigitte, ora puoi andare.”

 
L’ambulante sacca umana di sangue annuì, raccolse il cappotto giallo canarino –che poco prima aveva fatto ribrezzo a Damon stesso– e uscì dalla pensione come se nulla fosse successo.

 
“Damon, è una cosa grave.”- esalò il minore.
“Che cosa c’è di così tanto grave da arrivare a turbare Santo Stefan?”- domandò Damon pulendosi gli angoli della bocca togliendo via il sangue.

 
Si diresse verso il carrellino degli alcolici e si versò una buona dose di bourbon su un bicchiere di cristallo.

 
“Oltre al fatto che tu abbia lasciato Elena?”- domandò quasi ironico Stefan. Non appena vide il maggiore irrigidirsi decise di cambiare argomento e di tornare al suo, di problema. –“Katherine sta male.”
“Ma è una cosa fantastica!”- sorrise sornione.
“Damon, sta per morire!”- ringhiò quasi Stefan.

 
Stefan non capiva suo fratello in quel momento. Si, sapeva che Katherine si era comportata come una stronza –davvero una grande stronza–  con loro, rovinandogli la vita, ma stava comunque per morire ed era un normale essere umano come tutti, meritava un po’ di compassione.
Stefan teneva ancora a Katherine, ma non lo amava. Ma era tanto convinto di questo? Amava ancora Katherine o l’aveva lasciata finalmente andare? Non sapeva nemmeno dirlo.

 
“Ancora meglio, almeno non l’avremo più tra i piedi!”- Damon rise e inclinò la testa di lato soddisfatto.
“Damon, potrebbe sentirti, è di sopra!”- lo informò il fratello frenando così l’entusiasmo del corvino.

 
Damon appoggiò davvero poco delicatamente il bicchiere sul carrello e si voltò con sguardo furente verso il fratello minore.
Katherine era a casa loro dopo tutto quello che aveva fatto?

 
“Che cosa?”- domandò per poi continuare. –“Casa nostra è diventato un ricovero per malati?”
“Damon… Quale parola di ‘sta per morire’ non hai capito?”- Stefan si passò una mano tra i capelli. –“Non ha una casa, non sa dove stare, facciamola morire in pace almeno.”
“Fa’ come vuoi, come sempre.”- Damon scrollò le spalle. –“Io non farò da badante a quella vecchia megera.”
“Ci penserò io a lei, tranquillo.”- concluse Stefan.

 
Dopo l’ultima frase Stefan voltò le spalle al fratello e andò nella camera di Katherine con una tazza di caffè fumante per lei.
Damon, invece, si perse a guardare le fiamme del camino mentre cercava di sbollire la rabbia… Suo fratello era troppo buono, fin troppo. Damon voleva uccidere Katherine, bastava solo prendere un cuscino, soffocarla ed era fatta, non avrebbe neppure opposto resistenza, più semplice di così.
Stefan però non glielo avrebbe mai permesso, lo sapeva bene.
Il corvino decise di smettere di pensare a Katherine, ma inevitabilmente i suoi pensieri volarono ad Elena. Sapeva che si trovava con Barbie e l’ex streghetta e sapeva che era distrutta, poteva capirlo molto bene. Voleva andare da lei, dirle che gli dispiaceva a di tornare come prima, ma sapeva di averlo fatto per il suo bene.
Ma l’aveva lasciata e l’aveva fatta soffrire, come sempre, e questo non se lo sarebbe mai perdonato. Non si sarebbe mai perdonato anche se le fosse successo qualcosa o che qualcuno, per ferire lui, le avrebbe fatto del male, come era quasi successo. Aveva un passato troppo oscuro e questo avrebbe portato Elena anche alla morte se qualcuno avesse voluto e Damon non poteva permetterlo, lui l’amava troppo.
Ma allora perché non smetteva di pensare a lei?












 
 
                                                                                                      * * *


 










 
“Tieni, Katherine.”

 
Stefan Salvatore porse gentilmente alla doppelganger umana ultracentenaria una tazza fumante di caffè e la ragazza gli sorrise per la sua inaspettata gentilezza. Katherine alzò debolmente il braccio e afferrò la tazza per poi portarsela alla bocca.

 
“Grazie, Stefan.”- Katherine bevve il primo sorso di caffè. –“Grazie per prenderti cura di me.”

 
Stefan osservò la ragazza e si trovò a pensare quanto fosse cambiata nel tempo, soprattutto adesso. Stava diventando ogni giorno più smunta, più pallida –più vecchia.
Il vampiro non sapeva quello che stava facendo, da un certo punto di vista era d’accordo con il fratello, aveva rovinato la vita a tutti quella donna, ma da una parte… Lo stava facendo perché forse lo amava ancora o era semplicemente senso del dovere.

 
“Stefan…”
“Shh.. Devi riposare.”- Stefan le sorrise.
“No, ascoltami.”- la bruna scosse la testa e appoggiò la tazza sul comodino. –“Voglio chiederti scusa per tutto quello che ti ho fatto e so che non potrai mai perdonarmi, non dopo tutto quello che ti ho fatto, che vi ho fatto. Ti ho amato, Stefan, e ti amerò per sempre.”

 
Stefan rimase spiazzato da quelle parole e boccheggiò per qualche secondo. Non si sarebbe mai aspettato delle parole, così dolci, da Katherine, quella che assomigliava ad un diavolo sceso in terra.
Cosa avrebbe dovuto rispondergli?
Ci pensò per qualche attimo, poi decise di dirgli quello che ormai pensava da tempo.

 
“Katherine, io ti ho già perdonata.”- le rispose solo.

 
Stefan l’aveva perdonata, infondo stava per morire ed era giusto così. L’avrebbe fatto anche con il suo peggior nemico e in quel momento lei non lo era. La vedeva come una povera ragazza indifesa e impaurita, così bisognosa di aiuto.
Katherine doveva morire serena, con lui e sua figlia accanto.
Stefan accarezzò una guancia a Katherine, si alzò dal letto e amorevolmente le rimboccò le coperte in modo da farla stare al caldo il più possibile, poi uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Fu allora che Katherine sorrise vittoriosa. Non c’era nulla da ridere in quel momento, stava per morire, ma lei non voleva morire così, meritava assolutamente una fine più degna. Lei, la grande Katherine Pierce, non poteva morire di vecchiaia, la parola stessa le dava il voltastomaco.
No, non sarebbe morta così, avrebbe trovato qualsiasi modo per sopravvivere.
 












 
                                                                                  * * *
 












 
Klaus non sapeva nemmeno cosa stava facendo nella sua Mercedes nera metallizzata diretto per Mystic Falls, no, non lo sapeva.
Quella mattina si era svegliato di buon umore –cosa che non accadeva praticamente mai–, aveva fatto colazione con la sua numerosissima famiglia, cioè lui, Rebekah ed Elijah, aveva controllato l’intera New Orleans accertandosi che non ci fosse nulla fuori posto ed aveva affidato la città a Marcel fino al suo ritorno, poi se n’era andato con la sua piccola compagna di viaggio lasciando ai fratelli un misero post-it.
Se n’era andato così, senza lasciare nessuna traccia, in una mattina d’autunno, diretto in quel paese sperduto nella Virginia.
Ma perché proprio lì?
Ok, aveva fatto una scoperta straordinaria, eclatante forse era il termine più giusto da utilizzare in quel momento. Non era mai accaduta una cosa simile, perlopiù tra due vampiri e l’ibrido voleva semplicemente vedere con i propri occhi e metterli in guardia. Si stava abbattendo una tempesta su di loro e avrebbero dovuto saperne le conseguenze.
L’ibrido aveva un motivo in più per andare lì, ma non l’avrebbe rivelato a nessuno: insomma, avrebbe rivisto Caroline, quella vampira bionda che a lui poteva fare di tutto.
Amava quella donna alla follia, ma non l’avrebbe mai ammesso. Già era difficile ammetterlo a se stesso, figuriamoci a qualcuno. Amava la sua risata, il suo carattere e i suoi occhi terribilmente azzurri e profondi.
Poi si divertiva un sacco a farla arrabbiare e magari a darle corda. Sorrise al pensiero tanto da far sorridere anche la sua piccola compagna di viaggio.
Riportò lo sguardo sulla strada concentrandosi alla guida.
La ragazzina temeva Klaus –eccome se lo temeva!– ma non l’aveva mai visto sorridere così spontaneamente, sembrava un’altra persona, meno crudele e psicopatico.
 

“Sei di buon umore oggi eh?”- gli domandò la giovane.
“Si, Davina, e vorrei non rovinarmelo.”- le rispose lui.
“E sentiamo…”- la ragazza dondolò la testa divertita. –“Come mai il grande ibrido cattivo è così felice?”
“Rivedrò una persona, sempre se lei mi voglia vedere, ecco.”- borbottò il vampiro.
 

Davina rise di cuore notando il velato imbarazzo dell’ibrido, aveva capito cosa c’era sotto. Centrava sicuramente una ragazza, lo poteva vedere, lo poteva percepire. Era lo stesso guardo che riservava al suo amico, o ragazzo, Thimoty, ma ormai lui era morto, proprio per mano dello stesso uomo che aveva accanto.
L’ha odiato, certo, forse lo odiava ancora, ma poi l’aveva salvata –anche se si sfruttavano ancora a vicenda.
Avevano stretto uno strano rapporto, quei due: Davina controllava le streghe per Klaus, quelle stesse streghe che avevano tentato di ucciderla, e Klaus la proteggeva e proteggeva coloro che amava.
 

“Sei sicura di quello che hai scoperto?”- le domandò l’ibrido mentre tamburellava le dita al volante aspettando che il semaforo diventasse verde.
“Certo, gli spiriti non sbagliano.”- la ragazza sospirò a si voltò a guardare l’ibrido. –“Non le farai del male, vero?”
“No.”- l’ibrido scosse la testa. Se le avesse fatto del male Caroline non l’avrebbe mai perdonato e lui non voleva questo. –“Ho trovato un altro modo per fare degli ibridi, non mi serve più.”
 

Davina sorrise, sapeva che, almeno il quel momento, poteva fidarsi di lui. Klaus non sarebbe mai andato contro i suoi principi , lo sapeva bene, e quello che avevano scoperto era certamente uno di quelli.
In poco tempo varcarono il confine di Mystic Falls lasciandosi alle spalle il monotono cartello della cittadina. Davina assunse un’espressione schifata mentre l’ibrido rise di gusto, intuendo perfettamente i suoi pensieri.
 

“Prima ce ne andiamo, meglio è.”- lo ammonì Davina. –“Voglio girare per i negozi di New Orleans, non per questo buco di città.”
“Non farti ingannare, ragazzina, Mystic Falls ha molte risorse.”- ridacchiò ancora l’ibrido.
 

Lui lo sapeva molto bene.




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Eccomi qui con il secondo capitolo e non sono nemmeno troppo in ritardo. E' vero che ho scritto tipo venti capitoli, ma li sto riscrivendo aggiungendoci particolari e altri dettagli, è per questo che non posso pubblicarne molti nello stesso periodo, altrimenti la storia sarebbe troppo spoglia, ecco :)
Ringrazio le tre splendide ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e invogliandomi a continuare, anche se mi aspettavo un po' più di successo, ma vabbeh dai, che cosa ci posso fare? :')
Spero solo che per adesso la storia stia piacendo -lo so che è all'inizio e per ora non c'è quasi niente di così innovativo- ma mi piacerebbe sentire i vostri pareri, ecco **
Anche perchè se non vi piace la cancello, non c'è nessun problema.
Passiamo al capitolo, allora :)
Fondalmentalmente sulla condizione di Elena si sa ancora poco -o praticamente niente- e abbiamo visto che non si trova nulla nemmeno nel libri di magia e Bonnie in quel caso non può fare molto perchè appunto, come sicuramente ricorderete, lei non è più una strega, ma è ancora l'ancora.
Collegato a questo fatto ovviamente c'è l'ultima parte del capitolo con.... Rullo di tamburi... Klaus *--* Ragazze, capitemi, non potevo non inserire gli Originali in questa storia, eh u.u
La Plec gli ha sperati con uno spin-off (quello che mi domando è quando faranno un altro crossover di senso che non sia con Tyler, ma vabbeh ahahahaha) e io ovviamente li riporto a Mystic Falls, almeno uno di loro, con Davina :) Per chi non la conoscesse è un personaggio di The Originals, ma verrà spiegata la sua storia in seguito.
Che cosa avrà scoperto Davina da far allertare l'ibrido Originale di portarlo a Mystic Falls? (Togliendo Caroline, ovviamente C: )
Altra parte fondalmentale di questa storia è Katherine, si insomma... A chi non manca la Pierce? Insomma... Penso un po' a tutti ^^
In questa storia sarà un osso duro e non so sinceramente che fine farà -forse in bene, o forse in male.
Detto questo... Avete visto la puntata?
E' stata bella, bellissima *-* Elena è una testa di c... Bambù, ecco (?) Lily? I hate that woman >.<
Per non parlare di Stefan nel promo del prossimo episodio, lo strozzerei con le mie stesse mani, giuro!
Detto questo me ne vado... Mi raccomando, lasciatemi qualche commento.
Alla prossima ^^
  
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