Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: StagTree    02/05/2015    3 recensioni
Nessuno di quei momenti di euforico piacere sarebbero potuti più ripetersi, così come nessun momento di tenerezza, più unici che rari, ma neanche troppo, e così via, ricordo dopo ricordo, ora più vividi che mai; nella sua mente calcolatrice, gli ingranaggi che prima lavoravano con il più minimo degli sforzi avevano cominciato ad arrugginirsi, a rallentare, e questa volta non aveva più nessuno a cui addossare le sue colpe.
(La verità è, che non cambierà mai nulla.
Post OmegaRuby: Max succede nei suoi intenti e Hoenn diventa una landa deserta.)
{ HardenShipping }
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Max (Team Magma)
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Videogioco
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





The truth is, it doesn't get better.
There
’s always going to be a hole in your life where that one person should be.
But they're not there.



    Adorava il modo con cui Ivan cercava di portarlo a letto, ogni volta – disperato, miserabile quasi, perché a Max piaceva l'atto in sé molto meno di quanto gli piaceva vederlo soffocare nelle sue voglie; talvolta Ivan si abbassava alla preghiera, quale orrendo colpo basso al suo orgoglio vorace, e oh quanto Max godeva a sentirlo mormorare per la vergogna, quelle parole futili e distaccate sussurrate all'orecchio. Si avvicinavano a quello che, più tardi, sarebbe diventato il dirty talking che a Max piaceva tanto fare, dall'uomo altezzoso e arrogante che era, seppur nella posizione subordinata tra i due; e se con le sue parole sputate con prepotenza e gemiti fosse riuscito ad offendere Ivan, non era un problema suo – d'altronde, era Ivan a volere tutto questo, era Ivan che si aspettava la sua insolenza (pure fuori dalle lenzuola, oltre che sotto) ed era sempre Ivan a portarlo a desiderare quel momento come se ne dipendesse la sua vita, e da persona razionale e ragionevole, quel tipo di pensiero lo faceva tremare: mai nessuno l'aveva portato a pensare una tale assurdità, mai nessuno gli aveva fatto accapponare la pelle così come gliel'aveva fatta accapponare Ivan, e sotto sotto, Max sapeva di non essere riuscito a prevederlo.
Con quale rimorso lo ammetteva, anche solo a se stesso.

Quella strana relazione che lui e Ivan condividevano, sempre sesso e parole morte in gola, era uno dei motivi per cui, all'alba di ogni giorno, Max portava i piedi fuori dal letto consapevole che dietro le sue azioni, dietro ogni suo movimento, c'era una ragione; ciò che lo spronava ad andare sempre più a fondo, sempre più determinato, era Ivan stesso, e il fatto che Ivan fosse sulla sponda opposta della sua – come Kyogre e Groudon, l'acqua e la terra – e il desiderio incontenibile di fare di meglio, meglio di lui.
Una relazione furente per due uomini furenti, sempre in lotta, nati per essere nemici; non c'era modo per loro di far parte di uno stesso team, perché l'affetto che li legava era un affetto squilibrato, malato – eppure, nessuno dei due sembrava risentirne.
Max era assolutamente okay con l'idea di passare la sua vita sentimentale in questo modo. Non c'era nessuno oltre ad Ivan con cui, volontariamente, si sarebbe comportato in maniera tanto sincera, tanto aperta, e dubitava ce ne sarebbero mai stati altri. Ivan era rientrato nei suoi piani, nel modo più improvviso possibile, prepotente, e tutto stava andando come per suo volere.


Ma era proprio per questo – era proprio colpa del fatto che tutto stava andando perfettamente in linea con i suoi intenti, che la situazione era degenerata nel peggiore dei modi.


Non tutte le storie hanno un lieto fine, come si suol dire, e Max, tra i tanti errori che aveva compiuto nella sua breve vita, aveva fatto quello più grande.
Nessuno di quei momenti di euforico piacere sarebbero potuti più ripetersi, così come nessun momento di tenerezza, più unici che rari, ma neanche troppo, e così via, ricordo dopo ricordo, ora più vividi che mai; nella sua mente calcolatrice, gli ingranaggi che prima lavoravano con il più minimo degli sforzi avevano cominciato ad arrugginirsi, a rallentare, e questa volta non aveva più nessuno a cui addossare le sue colpe.
Diventato il sovrano di una terra desolata, tutto ciò che gli rimaneva da fare era rimuginare sui suoi delitti; macchiato del sangue di vite innocenti morte nel suo insulso tentativo di migliorare il mondo, portandolo alla tanto fatidica Apocalisse che in molti discutevano e ipotizzavano. E chi l'avrebbe mai immaginato, che proprio lui sarebbe stata la causa di una visione del futuro che gli pareva tanto insensata e impossibile?
Ma l'avrebbe anche accettato – l'avrebbe tollerato – se non fosse stato completamente solo, o quasi, in quel grande disastro: Groudon aveva sovrastato Kyogre, e con Kyogre, il Team Idro era stato sbaragliato, nel senso più tragico del termine – e Ivan era morto, insieme a tanti altri, insieme a tutti gli altri, era morto e questa volta, non sarebbe tornato indietro. Non ci sarebbe stata una seconda possibilità.
Anche il ragazzino che aveva cercato di fermarlo era andato, per sempre, proprio quando non c'era più null'altro a cui aggrapparsi; Max non si sforzava nemmeno di ricordarsi il suo nome – perché con quale coraggio avrebbe potuto nominarlo, dopo tutto ciò che aveva fatto- e non fatto, soprattutto. Erano passati un paio di giorni, e già credeva di essere andato fuori di testa.
Camminando a passo leggero – forse per paura che qualcuno lo sentisse, ma chi mai avrebbe potuto sentirlo, comunque? – tra le strade deserte di quella che avrebbe dovuto essere Orocea, un orrendo spettacolo di minuti corpi rosa senza vita ammassati in piccoli gruppi da tre o quattro gli si presentava davanti agli occhi stanchi; Orocea era nota per essere costruita su colonie di Corsola che mantenevano gli appalti stabili, amichevoli piccole creature che giocavano sul pelo dell'acqua, galleggiando come palloncini pieni d'aria malgrado il loro secondo tipo. Una delle prove inconfutabili che non c'era abbastanza terra per l'uomo su cui abitare, uno dei motivi per cui Max si era deciso di programmare quella che si era rivelata la più grande delle pazzie. E continuando a camminare, viaggiando finché non gli fossero mancate le forze fisiche e mentali, aveva notato che della vita ne era rimasta, anche se poca, sparpagliata come pezzi di vetro di un bicchiere caduto a terra: un Flareon, raggomitolato su se stesso, teneva gli occhietti aperti con fatica, facendo la guardia a quello che doveva essere stato il suo allenatore, accasciato sull'erba secca; Max gli era passato accanto, e il Flareon aveva ringhiato, come se l'avesse riconosciuto. Come biasimarlo, dopotutto. E sentendosi debitore, di cosa non sapeva dirlo, Max divise una delle sue Baccarance e la adagiò a terra, tenendosi a distanza; il Pokémon si era alzato e l'aveva presa con i denti, e Max si sentì il cuore stringere mentre il Flareon, appoggiata la bacca vicino alle labbra del suo vecchio allenatore, si risistemava tra le sue braccia senza vita, attendendo in eterno che si svegliasse. Max allora chiuse gli occhi, commosso e addolorato, e si allontanò.
Aveva assistito ad episodi simili, e si era accorto che ogni Pokémon che aveva incontrato rientrava nel tipo Fuoco, o Terra, ed era così spiegato il motivo per cui solo il suo Camerupt, del suo team, era rimasto in vita.
Era arrivato così il terzo giorno: Max si era appoggiato ad una parete di roccia, seduto a terra, stremato, stanco, stufo, e aveva portato la testa indietro, appoggiando la nuca al sasso, lasciando che la luce di quel sole che non tramontava mai gli bruciasse la pelle pallida. Sentiva la Sfera Rossa schiacciarlo all'altezza del petto, ed estraendola da una tasca interna della sua giaccia, abbassò lo sguardo per guardarla un'ultima volta: ancora così bella alla luce del sole, sembrava risplendere di luce propria, era il motivo per cui era l'unico essere umano rimasto in vita.
Non se lo meritava. La vita era un lusso che non sarebbe dovuto rimanere con lui, e desiderava farla finita più di ogni altra cosa, una volta per tutte, sottraendosi la tortura di vedere il mondo andare ancora più in rovina.
Strinse la Sfera e la lanciò via, con una forza che pensava di aver perso; cadde e non si ruppe, e anzi, era ancora lì, e lo guardava. Max avrebbe pianto se ne avesse avuto la possibilità.
Socchiuse gli occhi e attese. Prima di perdere i sensi, vide Ivan, abbassato a terra, che gli sorrideva, solare come sempre.


« Hey, » lo sentì dire, e chiuse gli occhi



There’s nothing.
They’re gone.
And it kills you inside, even if you think it won't. (x)





nda: non sono molto sicura su come sia uscita e Ivan è un po' messo lì a caso, ma questa AU mi piace molto e volevo scriverci qualcosa su da tempo.
E anche, cambio di font perché questo mi piace davvero un sacco. E' in perenne corsivo e voglio dire how cool is that.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: StagTree