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Autore: Papillon_    02/05/2015    2 recensioni
E' certo di aver fatto la stessa domanda a Darren una volta, e di aver avuto paura della risposta esattamente come si ha paura dei misteri della vita, come la morte, o la nascita, il dolore. Immediatamente dopo aver fatto l'amore e riso fino alle lacrime, Chris aveva cercato i suoi occhi e lo aveva baciato piano e gli aveva chiesto “Perchè mi ami, Darren?”, e lui lo aveva guardato di rimando con quel luccichio negli occhi che sapeva di segreti, e aveva indugiato qualche istante, non di più, e gli aveva detto “Ti amo perché ti amo, e perché non c'è nulla di me che esisterebbe senza di te.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Uhm...*si affaccia molto cautamente*
Salve! Giuro che non avevo alcuna intenzione di scrivere qualcosa di angst. Ma credo che ormai sia diventata una droga e non riesco più a farne a meno e sì, forse c'è un problema grave in tutto questo (?)
In ogni caso, tutto quello che leggete è stato scritto in queste sere. È una diretta conseguenza di quello che ho potuto vedere dalla foto che sono uscite dei vari spettacoli di Darren, e...boh. C'era una certa persona che mancava. Avevo certe aspettative per questo spettacolo e non si sono avverate; aggiungete che in questo periodo sono sotto stress per gli esami, ed ecco che viene fuori questa...uhm, cosa. Perché non molto altro è.
Ci tengo ad avvertirvi che Chris e Darren hanno un compagno nella OS, ma non sono a loro fedeli né mentalmente nè fisicamente. Non sto dicendo che sia giusto tradire, ma penso che sarà chiaro perché loro lo fanno.
Nulla di quello che leggete è accaduto veramente. E in ogni caso io non posso saperlo, né penso lo saprò mai. È frutto della mia immaginazione e purtroppo si sa: non sarò mai una veggente. Una visionaria, forse, quello sì.
Buona lettura!
(E un grazie speciale alle ragazze della Sevensome, come sempre. Vi adoro <3)

 

 

I love you because I love you

 

 

Darren continua a giocherellare con la punta delle sue dita, praticamente infossato nell'enorme divano del salotto di quell'appartamento buio. Fuori le stelle stanno lasciando il posto ai primi raggi di sole, ma non è stanco, in realtà, non abbastanza da dormire realmente.

L'agitazione si anima nelle sue vene e forma un groviglio vorticoso lì, sotto la pelle, e non ha la più pallida idea di come scacciarlo via, e così non lo fa: chiude gli occhi e lo fa suo, e respira, respira, respira...solo quello. Vorrebbe mangiucchiarsi le unghie, ma non può perché si è messo lo smalto blu con i brillantini per interpretare Hedwig ed è tutto magico e incantato e difficile ma tutto vita vita vita e a Darren va bene così, va bene vivere, va bene non fermarsi mai.

A un certo punto un corpo caldo e famigliare lo avvolge da dietro e Darren chiude gli occhi lasciando cadere la testa all'indietro – non ha bisogno di vedere chi è, non ha bisogno di chiedere nulla. Inspira e basta, e Chris gli da un bacio lento sulla gola esposta, indugiando su una vena che brilla appena sotto la pelle sottile.

“Cerca di stare tranquillo.”, gli mormora dolcemente, e quella voce è proprio come un balsamo curativo per Darren. Solleva le braccia per immergerle nei suoi capelli scarmigliati e agitati per la notte, e sospira.

“Sono tranquillissimo.”

“Sei un pessimo bugiardo.”

Darren ruota appena il capo per immergere il naso nella pelle di Chris e rimane fermo per un tempo che gli sembra durare troppo o troppo poco. Ha bisogno di lui. Ha tremendamente bisogno di lui, lo ha ammesso già da tempo a sé stesso e non ha più paura di dirlo ad alta voce, però ci sono ancora le bugie, come quelle che deve dire a Mia guardandola negli occhi senza sembrare troppo agitato – Questa sera starò dai miei, non aspettarmi sveglia, d'accordo? Oppure Gli altri mi vogliono vedere, vogliono passare una serata tra ragazzi. E lei annuisce, annuisce come una persona che ha già capito e che probabilmente ama troppo e che piuttosto di perdere una cosa la lascia semplicemente andare.

E così Darren scappa e si rifugia nelle uniche braccia che lo accolgono davvero. Le uniche che sanno come stringerlo formando quell'angolazione giusta che riempie i vuoti che ci sono dentro e fuori. Come quella notte, quella della prima. Chris percorre una scia immaginaria tra i suoi capelli indugiando e lasciando la bocca semi-aperta, come se volesse letteralmente annegare nel profumo di Darren, e lo stringe come se sapesse che è l'unico che sa come tenere insieme i suoi pezzi.

“Li distruggerai.”, sussurra appena, sulla sua pelle. “Brillerai così tanto che non vorranno più andarsene. Cambierai le loro vite.”

Darren si lascia scappare uno sbuffo di risata, a quel punto. Non sa francamente se gli crede, ma quelle parole sono tutto – e se le fa bastare.

 

***

 

Darren rischia di inciampare un paio di volte, dimentica una parola a un certo punto di una battuta nel secondo atto e rischia di colpire un suo collega in pieno viso durante una mossa – ma se dovesse scegliere un momento della sua vita che vorrebbe rivivere tutto da capo senza modificare nulla, sceglierebbe quello.

Sceglierebbe quello, perché quando a fine spettacolo, con solo dei boxer di pelle allacciati attorno alla vita si mette al centro del palco e allarga le braccia percepisce la vaga sensazione di essere qualcuno, quel – Ce l'ho fatta è incredibile ce l'ho fatta davvero che non ha mai provato, non quando era solo e al centro dell'attenzione. E invece ora è lì, e le luci sono puntate su di lui, gli applausi sono rivolti a lui, sua madre e suo padre hanno gli occhi lucidi per lui, i suoi amici stanno ridendo istericamente per lui, e anche Mia è emozionata per lui.

E il suo cuore batte veloce quasi come se dovesse esplodere e sembra tutto in corsa – e Darren sa che in tutto quel miscuglio di emozione c'è qualcosa che manca. Alza gli occhi verso la platea, il punto esatto dove Darren aveva creduto di trovarlo – e non trova altro che posti vuoti.

Pensa che non dovrebbe fare male – infondo quello è ciò che hanno, una vita a metà, una vita dove l'uno può esserci per l'altro solo in pochi momenti, dove la notte è il vero sipario del loro amore perché durante la notte nessuno li può vedere davvero – e Darren rimane lì, gli occhi lucidi persi nel vuoto per qualche istante, aspettando qualcosa che non è mai davvero arrivato.

È questione di un minuto, poi sbatte le palpebre un paio di volte e torna a sorridere con tutta la forza che ha in corpo. Pensa che forse sia quello il significato reale di forza: sorridere comunque, anche quando credi con tutto il cuore che alcune cose potessero cambiare.

 

***

 

Will crede di aver capito da tempo di non essere capace a capire - certe cose di - Chris.

Ma lo ama. Come può fare a non amarlo; lo ama con tutta l'anima, e cerca di dargli tutto, e ancora di più, di più, e di più – ma certe anime non si possono afferrare. Una volta Chris gli aveva detto che amare lui era come amare un fantasma – dolce, ma non totalizzante. Chris non poteva essere guarito, e non poteva guarire. Gli dava tutto quello che poteva dargli, a partire dai baci e dalle carezze e quando attorcigliava le dita nelle lenzuola lasciandosi venerare – ma era come un'anima sbiadita, che non si poteva davvero afferrare e portare via con sé.

Will quella sera lo sente e vede distante, e sa perfettamente cosa succede. Sa che un buon fidanzato gli direbbe di andare in quel teatro – ha preso in mano il telefono due volte quella sera, tentando di chiamare un taxi e dirigerlo al Belasco – ma sa anche che se lo facesse lo perderebbe per sempre, e non vuole perderlo. È tutto ciò che ha. E anche se lui non è quello di cui Chris ha bisogno, gli piace pensare che sia qualcosa di cui non riesce a stare senza.

“Ehy.”, sussurra appena, avvicinandosi al divano in cui Chris è rannicchiato in posizione fetale, una cuffietta nell'orecchio destro e l'altra che penzola giù. “Va tutto bene? Vuoi- non so, che ti porti qualcosa?”

Chris lo guarda e vede vuoto. Vorrebbe dirgli di dargli una vita nuova, vorrebbe dirgli di cancellare quegli ultimi anni che sono stati un inferno, e vorrebbe ridere fino alle lacrime perché lui quella situazione l'ha voluta e adesso c'è dentro fino al collo e non sa come uscirne.

“Sono solo stanco.”, mormora appena. “Lasciami dormire.”

E Will lo lascia andare. Perché ha volta ha l'impressione che piuttosto di perdere le persone sia meglio così, lasciarle andare.

 

***

 

In qualche modo, Darren trova sempre un modo di tornare da Mia.

Non sa se sia perché è stata la sua prima ragazza. Perché ormai insieme ne hanno passate tante, e perché ci sono certi tipi di storie in cui per sentirti vicino all'altro hai bisogno di averlo lontano, ma Darren è fatto così: Mia non deve necessariamente stringerla o baciarla per sentirla sua. Sa che sarà lì, quando tenderà la mano. Sa che troverà i suoi occhi, e le sue braccia affusolate, e i suoi capelli che sanno di cacao e fumo, e le labbra coperte da uno strato di lucidalabbra.

Quando quella sera esce dal camerino le prime persone che abbraccia sono i suoi genitori, poi Chuck. Mia è lì dietro una colonna e lo osserva con un sorriso dolce e sghembo, come se non avesse il permesso di essercì. Darren l'abbraccia lentamente, immergendo la testa nel suo collo e sentendo la delicatezza della sua schiena, e vorrebbe impedire al suo corpo di irrigidirsi perché quel profumo non è casa, ma è comunque qualcosa. Mia lo bacia di slancio sulla guancia. Non c'è bisogno di lunghi baci sulle labbra. O di frasi sdolcinate, no. Non è quello che fa per loro.

“Ce l'abbiamo fatta.”, sussurra lei, e Darren non sa che dire, perché vorrebbe tanto che Mia sapesse che in realtà lui tutte quelle battaglie le sta combattendo da solo, e sa che dovrebbe dirglielo, lo sa, ma non ci riesce, perché quando hai una certezza nella vita l'idea di perderla ti spaventa così tanto che non riesci nemmeno ad abbandonarla, e accetti di non essere felice.

Ti accontenti.

 

***

 

Chris è così duro e pieno e netto dentro di lui che per un attimo Darren deve fermarsi e – chiudere gli occhi, ecco; chiudere gli occhi e respirare forte dalle narici perché non è mai stato così tra di loro, così forte, forte forte forte ed è come se non potessero fermarsi e Darren vuole tutto, vuole tutto ancora, e ancora, e per sempre-

“E'- è troppo?”, soffia Chris, mentre si spinge quasi con spietatezza dentro di lui. Una sua mano è artigliata al suo fianco e l'altra è lasciata lì, a fare da perno vicino al volto di Darren, che ha la schiena inarcata e il viso sconvolto e i capelli sudati appiccicati alla nuca.

“N-no.”, geme lui, ruotando il bacino per incontrare le sue spinte, chiudendo gli occhi e spalancando le labbra per immagazzinare più ossigeno possibile. “N-non fermati- ti prego- ti prego-”

Chris non si ferma. A Darren piace pensare che quello sia un modo solo più netto e lacerante di fare l'amore con lui, ma forse stanno solo scopando, e forse lo fanno per rabbia, non riescono nemmeno a dirselo, ma è ben lontano dalle notti in cui Chris lo spoglia con dolcezza e poi lo venera come se fosse un tesoro. C'è voglia indugio velocità spietatezza tutto tutto tutto in quello che stanno facendo quella notte; i baci sono umidi e languidi e Chris si abbassa per leccare parte del suo petto e cerca le sue labbra e poi spinge, spinge forte dentro di lui e lo fa gridare, e vorrebbe dirgli che lui in quel maledetto teatro voleva esserci, voleva esserci davvero, che il suo cuore era lì, al Belasco, e il suo stupido corpo no, e si odia, si odia-

Cazzo, Darren sei- sei così-”, Chris non riesce nemmeno a finire, perché non esistono le parole che vuole usare. Non c'è nulla in quel mondo schifoso che sia meglio di lui, e la sensazione di averlo, di essere suo, lo distrugge. “Io-”

Sì.”, sussurra Darren inarcando la schiena ancora di più, Chris che ha finalmente colpito e colpisce ancora ripetutamente quel meraviglioso punto dentro di lui. “Dammelo- ti prego- dammelo-” piagnucola, e si vergogna davvero tanto di quello che sta dicendo, più di ogni altro momento in vita sua ma ne ha bisogno, ha bisogno di sentirlo tutto, dentro, e di immaginare che sia per sempre, e vuole che gli lasci i segni e che gli faccia male, così ricorderà.

“Tutto.”, grugnisce Chris, mordicchiando minuziosamente la sua mascella, trovando poi le sue labbra e baciandole pigramente. “Tutto- ogni cosa di me, hai tutto-”

Le parole diventano un concetto troppo complicato in quegli ultimi minuti; il ritmo dei loro fianchi si fa sempre più veloce e i suoni che producono diventano sempre più alti, riempiendo il vuoto di quella stanza, finchè insieme aprono gli occhi e vengono guardandosi con un suono gutturale che viene dal profondo delle loro gole – e si promettono tacitamente di non lasciarsi andare.

Chris riprendere fiato accoccolandosi al petto di Darren e lui traccia dei cerchi distratti sulla sua schiena, dimenticandosi per poco quel senso di mancanza che aveva sentito a teatro – e per un attimo gli sembra anche che possa andare bene così. Per un attimo fanno finta che possa andare bene così, che esistano solo loro, e che quella notte sia effettivamente loro, senza complicazioni.

“Mi dispiace.”, sussurra Chris, cercando gli occhi di Darren. Lui in risposta si sporge in avanti e raccoglie le sue labbra in un bacio umido e lento – non hanno bisogno di parlarsi. Sanno quanto è doloroso, sanno a che cosa stanno andando incontro.

 

***

 

Chris non ce la fa nemmeno a vedere le foto.

Ci prova. Ci prova davvero, ogni sera. Impara a memoria le sfumature del suo sorriso, si perde nel colore degli occhi, nella curva del rossetto e la sbavatura che c'è a fine spettacolo – ridacchia quando legge gli articoli che lo venerano. E si spegne come una candela consumata, quando vede tutte le foto del backstage, e lui non è lì.

Non è lì con lui, ma su una stupida poltrona a sanguinare perché vorrebbe con ogni piccola particella essergli accanto e raccogliere i suoi sorrisi con baci semplici.

Will lo stringe, ma non capisce. Non hai mai davvero capito che è un'anima rotta, e che gli unici momenti in cui gli sembra di essere vivo e di respirare sono quelli in cui Darren lo sfiora e lo ricompone con un gesto.

Non sa più come si fa ad essere forte.

 

***

 

Questa volta fare l'amore è stato così bello, e così tutto, che una volta terminato Chris e Darren si guardano negli occhi distesi sul letto e con le gambe intrecciate. Non si muovono per diverso tempo, semplicemente osservando e muovendo le dita per accarezzare i capelli dell'altro – poi a un certo punto Chris si muove appena e lascia un lungo bacio sulla fronte di Darren, borbottando poi che deve andare a prendere da bere. Così si alza e si infila la felpa di Darren che lui indossava quando è arrivato lì e sparisce, e per qualche ragione Darren si sente in dovere di inseguirlo.

Indossa un paio di boxer puliti e una maglietta, poi si siede sul divano e osserva Chris che si muove con grazia nella sua cucina – c'è qualcosa di estremamente intimo in tutto quello. Come c'è in qualsiasi loro gesto, come quando Chris si china per baciargli la voglia che ha nel punto più alto della schiena, o come quando per paura che i suoi occhi lacrimino va a prendere delle salviette e trascina via il trucco di scena residuo.

Ogni piccolezza di Chris ormai è sua, e ogni suo difetto appartiene a Chris. Eppure non basta.

“Avrei voluto che ci fossi stanotte.”, mormora Darren a un certo punto, senza riuscire a trattenersi. “O la notte prima, o quella prima ancora.”

Sente il rumore di un vetro sbattere contro il legno, poi Chris si volta verso di lui, gli occhi grandi e feriti. “Darren.”

“No, so cosa stai per dire.”, borbotta Darren. “E io ti dico che ti volevo lì.”, ripete, agitando appena le mani. “Credo che sia normale, no? C'erano tutti, Chris, tutti, non mancava nessuno-”

“S-smettila.”, balbetta Chris, cercando i suoi occhi disperatamente.

“I miei genitori. Chuck. Persino Max- tutti hanno fatto uno sforzo e sono venuti-”

Chris cammina forse anche troppo lentamente per quello che stava succedendo. Poi crolla, inginocchiandosi di fronte a lui. “Ti prego, non- smettila, smettila-”

“Lei c'era, Chris.”, soffia Darren, guardandolo negli occhi. “Per quanto quello che c'è tra di noi non sia- non sia reale, e non mi faccia vivere, per quanto non sia abbastanza- lei c'era.”

Chris si morde il labbro inferiore, forte, lasciando che una calda lacrima solchi la sua guancia destra. “P-perchè ci fai questo?”

“Perchè-”, tenta di dire Darren, avendo l'impressione di soffocare. “Perchè questi sono stati i giorni più importanti della mia vita, Chris, e tu- tu non c'eri. Io avevo bisogno di te e tu non eri lì, e io- io continuavo a cercarti tra la folla, vedevo migliaia e migliaia di occhi, e mi concentravo su ognuno di loro, ma la verità è che gli unici nei quali volevo perdermi non c'erano. E li volevo. Li volevo disperatamente- li voglio. E non posso vivere così.”

“E lo decidi adesso?”, sbotta Chris, alzandosi in piedi. “Credi- credi sia facile per me sapere che tu ti esibisci ogni sera e non poter venire a vederti? Non riesco nemmeno a guardare Will negli occhi queste sere perché ogni cosa che vorrei è- te. Semplicemente te. E non posso.”

“Puoi.”, disse fermamente Darren, stringendo le ginocchia al petto. “Puoi. Forse non lo vuoi davvero, ma puoi.”

“E come?”, quasi grida Chris, gli occhi che si riempivano di lacrime. “Hai idea di che disastro causeremmo se venissi a vederti? Hai idea-”

“Non me ne fregherebbe niente!”, Darren sbotta, allargando le braccia. “Non me importerebbe niente, Chris. Se una cosa la vuoi fare- la fai, cazzo. Sono davvero importante per te? E allora- fregatene del mondo e le conseguenze per una volta, e vienimi a vedere in questo mio spettacolo! Credi- dio, credi che importi qualcosa se poi diranno che eri lì per me? Se la notizia finirà in prima pagina?”

“No, perchè tu non pensi mai, Darren, non pensi mai-”

“E tu pensi troppo!”, grida Darren, questa volta alzandosi in piedi. “Non- non capisci che sei l'unico che vorrei vedere in quell'immensa platea?”, sussurra questa volta, avvicinandosi. “Sei tu. Tu. Anche se il resto del pubblico fosse vuoto e ci fossi tu, per me sarebbe comunque la serata più importante di tutte.”

Chris spalanca appena gli occhi, aprendo la bocca per racimolare più ossigeno possibile.

“Io ti amo.”, mormora Darren, appoggiando la propria fronte a quella di Chris, ed è come una ferita. “Ti amo, e ormai dirlo nemmeno mi spaventa più. Ti amo così tanto che che mi- mi scarnifica, hai idea? Non avere più una consistenza quando penso a te, e sentire la pelle che brucia ogni volta che ti vedo- hai idea?”, chiede con lentezza. “Ti amo- e so che mi ami anche tu, lo so. Ma a volte ho come- la sensazione che non sia abbastanza. Perché è bellissimo averti durante le notti, è bellissimo spogliarti e fare l'amore e respirarti e farti la colazione, ma c'è tutto un altro mondo che vorrei con te, e non ce l'ho, e questo mi uccide. Chris, davvero- mi uccide.”

“Tu non lo vedi.”, soffia Chris, chiudendo gli occhi. “Quello che il mondo potrebbe farci se ci lasciassimo andare. Non lo vedi.”

“Non mi fa paura se penso che ci sei tu.”, dice lui di rimando. “E forse sì, sono maledettamente ingenuo. E sì, quello che c'è fra di noi non è minimamente perfetto. Ma voglio imparare a fregarmene del mondo e voglio insegnarti a fare lo stesso.”

Darren a quel punto muove le labbra sulle sue in un bacio quasi inesistente, uno sfioro, e ben presto Chris si sporge per pressare insieme i loro corpi e immergere le dita tra i suoi ricci, e quando si staccano hanno entrambi gli occhi lucidi e c'è qualcosa che impedisce loro di muoversi. Chris muove le dita per scacciare via un residuo di trucco che c'è sulla guancia di Darren, e poi abbassa lo sguardo, praticamente sconfitto.

“Io-”, soffia, sorridendo leggermente. Un sorriso che sa di amarezza. “Io non credo di farcela più, Darren.”, e quelle parole sono così fragili, così fragili; eppure hanno il potere di spezzare ogni cosa.

Darren lo lascia scivolare via dalle sue braccia e lo vede allontanarsi con la borsa sgualcita di pelle marrone scura che ha sempre con se quando viene lì da lui; non ce la fa nemmeno a trovare le parole da dire, perché ogni parole sarebbe come una lama che si conficca nella carne e non cambierebbe nulla.

L'unico suono che rimbomba nella stanza è una porta che si chiude, poi il vuoto.

Darren spinge forte le mani nel suo stomaco e – si abbraccia, fa solo questo. E vorrebbe respirare. E vorrebbe con tutta l'anima essere più forte, ma non sa nemmeno più come si fa, così si limita a chiudere gli occhi.

E cede.

 

***

 

Darren ogni sera brilla più della prima, e divora sovrasta cambia il mondo, con quel suo sorriso enorme e la sua voce potente e quel modo che ha di porsi che lo mette al centro dell'attenzione. Tra i corridoi del Belasco si vocifera già la possibile vincita di un premio ma a Darren non basta, non basta; deve essere migliore e cantare sempre meglio, stupire le folle e perdersi in quello che è nato per essere.

Una sera Mia lo trova in salotto, mentre sta riposando semplicemente, una coperta gettata addosso perché anche se è Maggio la sera quando piove c'è ancora un po' di freddo - e ha gli occhi persi, e lei sa perfettamente cosa c'è, lo sa anche se non si parlano. Non ha bisogno di chiedere.

“Io so cosa c'è.”, dice semplicemente, rimanendo in piedi, a qualche passo da lui. Non la guarda nemmeno negli occhi. “Io- io ci provo, sai, a fare finta di niente.”, sussurra lei e persino ridacchia per scacciare la tensione. “Ma a volte è come se non esistessi.”

Darren chiude gli occhi e deglutisce.

“Non sono lui, Darren.”, soffia Mia, e le parole squarciano il vuoto come una lama affilata. “Non sono lui, non potrò mai esserlo, e per quanto cercherai di farla funzionare io non- non sarò mai come lui. Una donna lo sa, credo. Quando un uomo la guarda ma non la vede. E cerca qualcun altro.”

In altri momenti, Darren si sarebbe alzato e l'avrebbe stretta a se. Si sarebbero baciati con quella cruda passione degli amanti e sarebbero finiti a letto a fare l'amore come due anime perse, e ci sarebbero stati graffi e parole di incoraggiamento, e poi nulla, vuoto vuoto vuoto, e Darren avrebbe immerso la testa nel cuscino alla ricerca dell'unico profumo che voleva accanto. Ma questa volta no, questa volta rimane seduto e si passa entrambe le mani tra i capelli, non sorride. Non finge.

“Anch'io ci provo a fare finta di niente.”, sussurra Darren. “Non ci riesco.”

 

***

 

Vederlo da lontano, attraverso dei video o delle foto, è comunque semplice.

Chris lo sa, lo capisce. E non riesce a staccarsi da quelle foto in cui Darren compare con i glitter e i video in cui la sua voce è tutto ciò che il mondo ha di bello. E di importante.

La quarta settimana Will nemmeno tenta più di parlargli e Chris smette di sorridere – si rinchiude nel suo mondo fatto di pagine e pagine di computer da riempire, e ogni giorno si sente sempre più fiero di quel ragazzo che, a pochi chilometri da lui, sta praticamente conquistando la città.

Il cielo è il limite, una volta gli avevano scritto.

Chris vorrebbe dire che il cielo è solo un punto di partenza. Che in realtà il vero e primo ostacolo potrebbe essere il suo cuore, visto che si allarga e diventa illimitato quando si parla di lui, di loro.

Il mio cuore è il limite, Darren.

 

***

 

Ci sono foto di baci, anche. Darren tiene la mano salda sul fianco di Mia e lei ride nel bacio e insieme sembrano così – così sereni, e al di là di tutto, e ciò che fa più male a Chris è pensare che lui quelle cose non le potrà mai avere, perché è scappato, perché ha avuto paura-

Sai che potremmo averle. Sai che se combattessimo potremmo averle – non sarebbe facile, e lo so. Ma potremmo provarci, Chris, pensaci – io e te, come è sempre dovuto essere, senza più mentire, senza pensare a nulla-

Chris getta il telefono in un punto lontano della poltrona e diventa praticamente minuscolo in quello spazio, immergendo la testa tra le ginocchia e cercando di ricordare come si fa a respirare – sta soffocando, è come dover imparare a vivere senza aria e non sa se ce la fa.

Will si affaccia dalla loro camera da letto con un bicchiere di acqua in mano, il viso stanco che sa di Perchè non mi lasci capire – e Chris non lo guarda nemmeno più, ormai. Non accenna un sorriso perché ogni suo sorriso si è prosciugato e fa troppo male agli angoli della bocca – sorridere vuol dire essere vulnerabili e lasciare il cuore aperto, e Chris non sa più come si fa.

“Vieni a letto.”, mormora Will, un vocio che diventa chiaro nel silenzio della stanza buia. Chris non lo ascolta. È lontano, così lontano; il suo cuore è già al Belasco, dentro le mura di quel teatro, le sue mani sono già pronte ad applaudire e il suo cuore scoppia di orgoglio e amore e confusione insieme.

Perché Chris è certo che non si possa amare una persona come lui ama Darren. Non ci crede che sia così grande, e totale, e lacerante – che non dia scampo, che lo faccia piangere e ridere e morire e poi tornare in vita. Non ci vuole credere, come non riesce a credere che quello non sia abbastanza.

“Com'è amarmi?”, chiede a un certo punto, fissando il vuoto. Non sa nemmeno se Will lo ha sentito. C'è un vago fruscio nella stanza, probabilmente Will che troppo stanco torna a dormire – e invece dopo un basso sospiro, Chris si trova ad ascoltare le sue parole.

“E' – sfuggente, credo.”, mormora Will. “Tu lo sei.”

Chris per la prima volta quella sera cerca i suoi occhi. “E perché lo fai?”, chiede in un sussurro. “Perchè mi ami?”

E' certo di aver fatto la stessa domanda a Darren una volta, e di aver avuto paura della risposta esattamente come si ha paura dei misteri della vita, come la morte, o la nascita, il dolore. Immediatamente dopo aver fatto l'amore e riso fino alle lacrime, Chris aveva cercato i suoi occhi e lo aveva baciato piano e gli aveva chiesto “Perchè mi ami, Darren?”, e lui lo aveva guardato di rimando con quel luccichio negli occhi che sapeva di segreti, e aveva indugiato qualche istante, non di più, e gli aveva detto “Ti amo perché ti amo, e perché non c'è nulla di me che esisterebbe senza di te.”

Will comincia a borbottare qualcosa sul suo sorriso, sulla sua voglia di vivere e sulla sua forza. E Chris lo ascolta e cerca di immagazzinare quei motivi, ci prova davvero, ma non ci riesce. E intanto la sua mente continua a ripetergli Ti amo perché ti amo, e perché non c'è nulla di me che esisterebbe senza di te.

E Will è dolce, e Chris trova che sia bello che lo ami per quei particolari, ma sa che la differenza che c'è sempre stata tra lui e Darren è che Darren lo amerebbe a prescindere da quelli: lo amerebbe senza quel sorriso sbilenco e senza la sua forza, e lo fa; lo ama anche quando piange, e quando è orribile perché non si è fatto la doccia dal giorno prima, o quando di forza non ne ha; lo ama quando si arrabbia e lo ferisce, forte, facendo sgorgare sangue dalle sue vene; lo ama anche se non potrà averlo mai.

Will gli mette una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione e Chris sobbalza, colto di sorpresa. E non ci riesce. Non ci riesce non ci riesce non ci riesce – così semplicemente recupera una giacca dall'armadio, prende le scarpe da ginnastica e biascicando qualche scusa si precipita fuori dall'appartamento e va a correre – le strade sono deserte, la città si sta spegnendo, eppure lui non si è mai sentito così vivo.

E corre.

E corre, e corre ancora.

Fammi fermare, Darren.

Ti prego, fammi fermare-

 

***

 

Maggio e Giugno scorrono via come acqua tra le dita, così veloci che non sembrano nemmeno passati, e piano piano le ultime date si avvicinano e Darren ormai non brilla come una stella, ma è una supernova, così luminosa e grande che strazia tutto il buio che c'è attorno a sè.

Anche quello nel petto di Chris.

La sera dell'ultima data Chris non riesce a dormire, ed è fuori sulla terrazza con il telefono stretto in una mano e il computer sulle ginocchia, quando trova il coraggio di ascoltare un messaggio audio che Darren gli ha spedito quella sera, poco prima di entrare in scena molto probabilmente.

 

Non ho smesso di cercare i tuoi occhi nella platea. Volevo che lo sapessi. Lo facevo all'inizio dello spettacolo e a metà e lo farò fino all'ultimo giorno e anche oltre. Non credo cambierà qualcosa ormai. Io...è tutto ovattato senza di te. Voglio dire- brillare è bello. Avere successo è bello, credo, o forse devo ancora farci l'abitudine, ma senza di te non è la stessa cosa. È come se non valesse niente, mi capisci? E solo perché nelle foto mi vedi sorridere, non vuol dire che dentro stia sorridendo.”

 

Chris si chiede se anche Darren a volte pensi che amarlo è sfuggente. Se percepisce il suo corpo come qualcosa che potrà svanire da un momento all'altro, e se a volte lo bacia più forte perché lo vuole sentire, vero e reale e forte sotto le dita. Si chiede se si stancherà mai delle sue debolezze, se si stancherà mai di aspettarlo, e di cercare gli occhi tra la folla.

Per quella notte però decide di essere coraggioso – c'è tempo per tutto, in quella vita, e forse quello che dicono è vero, meglio tardi che mai.

E corre, e corre, e corre-

Ha sempre avuto solo una destinazione in tutta la sua vita, e finalmente non ha paura di raggiungerla.

 

***

 

Darren (più che Darren Hedwig, in tutto il suo splendore) sta dicendo qualcosa vicino a un altro personaggio e ride e scherza e muove le braccia in modo entusiasmante perché così è il suo personaggio, e sbatte le ciglia, e flirta continuamente con occhi del pubblico che non conosce, e il suo sguardo si alza scorrendo ogni persona, finchè non incontra quello che sta aspettando dall'inizio.

Un confuso e imbarazzante rantolo abbandona le sue labbra, mentre improvvisamente dimentica un paio di battute e – non ci crede non ci crede non può essere è lì lì davvero e non sta sognando è venuto a vederlo è tutto vero -

Qualcuno gli dà una pacca sulla spalla e Darren sbatte gli occhi un paio di volte, ridacchiando e salvandosi all'ultimo secondo, borbottando qualcosa che fa scoppiare il pubblico in una fragorosa risata.

Non sei sfuggente.

Sei proprio qui.

 

***

 

In camerino, Darren si è tolto lo scomodissimo paio di pantaloncini di pelle e nera sostituendoli con quelli di stoffa; addosso ha semplicemente una t-shirt e dei pantaloni morbidi, il rossetto è sbavato oltre le linee delle labbra e alcuni brillantini blu sono imperlati tra le ciglia.

Non c'è nessun altro quando Chris entra. In qualche modo è come se il mondo intero sapesse che avevano bisogno di stare soli, che avevano bisogno di tempo – e Darren non riesce nemmeno a parlare, o a essere arrabbiato. Allarga le braccia impercettibilmente cercando i suoi occhi cerulei, e dopo una smorfia di puro dolore e cedimento Chris praticamente si getta tra le sue braccia, immergendo la testa nell'incavo del suo collo. Sotto le dita, Darren sente le sue spalle abbassarsi e alzarsi per via dei singhiozzi, ma va tutto bene adesso.

“Shhh.”, mormora accarezzandogli i capelli, e va bene, va bene così, va bene anche se ha fatto male ma alla fine hanno trovato un modo per salvarsi comunque.

Quando si staccano Chris sorride appena in quel modo sbilenco che sa di scuse e dolcezza, e poi si sporge per baciarlo; è un bacio umido e salato, e piccolo e timido, e qualcosa di pesante si contorce nello stomaco di Darren perché non è mai pronto a certe sensazioni. Non è mai pronto a quello che Chris gli dona.

“Voglio che mi insegni.”, mormora Chris dopo un po', ridacchiando dolcemente. “A- a fregarmene del mondo.”

Anche Darren sorride a quel punto ed è così – sollevato, è come se un peso che è stato nel suo stomaco per mesi e mesi ora fosse finalmente scomparso e lo bacia di nuovo, più forte stavolta, tutto denti e lingue e consapevolezze.

“Okay.”, sussurra prima di baciarlo ancora. E ancora, e ancora, lì nel loro angolo di mondo. “Okay.”

 

***

 

Il mattino dopo Darren trova Chris seduto sul divano – la città è sveglia da pochissimo, il cielo stellato sta lasciando il posto ai primi raggi di sole, e quella scena ha come la sensazione di averla già vissuta, solo che al contrario.

Tra le mani, Chris stringe il proprio I-phone e Darren va dietro di lui e lo abbraccia lasciandogli un lungo bacio tra i capelli, e sullo schermo, come da copione, spicca un lungo articolo che li ha come protagonisti.

 

Chris Colfer (24, Glee, ndr) è stato avvistato mentre a fine spettacolo raggiungeva il camerino del proprio ex-collega Darren Criss, il brillante e talentuoso protagonista di Hedwig and the Angry Inch. Le voci si sprecano: allo spettacolo nessuno dei rispettivi compagni della coppia era presente e sembra che i due siano rimasti per un tempo moderatamente lungo in camerino, prima di lasciarlo insieme e dirigersi verso l'uscita, dove sono state scattate le foto che vedete qui sopra.

Già dai tempi della famigerata serie Glee i due attori erano spesso al centro dell'attenzione: la loro innegabile chimica sullo schermo e l'assoluta facilità con cui entrambi riuscivano a gestire una relazione così solida sullo schermo ha fatto dubitare spesso che la loro si trattasse di una semplice amicizia.

I due ci nascondono qualcosa? Ricordiamo anche che il signor Criss, a qualche giorno dalla prima, mostrava al mondo senza alcun problema la sua relazione con la fidanzata Mia Swier: potete osservare le foto qui sotto, dove i due si scambiano un tenero bacio...

 

Chris spegne lo schermo e getta il telefono in un punto del divano lontano da lui, per poi rigirarsi tra le braccia di Darren e immergere il naso nel suo collo. Inspira soltanto.

“Cosa facciamo adesso?”, chiede a quel punto infrangendo il silenzio. La verità è che ha paura. Perchè amare Darren è semplice, e così naturale che a volte è come respirare, per lui, ma sa anche che i veri problemi arriveranno ora, perché nessuno dei due è pronto a rinunciare a quello che hanno rendendo quella relazione pubblica. Perché per quanto lo possano negare, entrambi tengono molto a Mia e Will, e lasciare andare loro non è così semplice come si ripetono.

Darren lo stringe più forte e bacia distrattamente i suoi capelli.

“Non lo so.”, dice sinceramente, e Chris lo sa, lo capisce. “Però finchè restiamo così posso fare finta che andrà tutto bene?”

E Chris non ha niente da obbiettare. Si rigira tra le sue braccia mettendosi in ginocchio e baciandolo piano, languidamente, e Darren chiude le mani attorno alla sua schiena per attirarselo vicino, sempre più vicino, come se volesse farlo entrare nella sua pelle.

E forse la paura dovrebbe divorarli; forse lo fa, effettivamente, e loro nemmeno se ne accorgono perché sono troppo occupati a venerarsi a vicenda e a tenere l'altro al sicuro dal proprio cuore. Perché a volte amare è anche questo. Non è perfetto, e non rende felici, e ferisce, e fa male, male male male, e stordisce.

Ma basta.

 

 

   
 
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