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Autore: myavengedsevenfoldxx    02/05/2015    0 recensioni
il suicidio non è mai la soluzione giusta, anche nei peggiori dei casi, la vita va avanti, non fermarti al primo ostacolo davvero difficile, vivi la vita, cogli ogni attimo perché ne vale la pena e non avere paura, sii forte, sii te stesso, sempre e comunque.
Genere: Generale, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XII

He said
“will you defeat them your demons?”


 


Rimasi paralizzata a vedere Brian lì, sta volta non ero svenuta, ma non riuscivo a respirare, il fiato mi si era mozzato e tutt’attorno a me vigeva uno strano silenzio, anche gli altri si erano accorti del fatto che io e Syn ci stavamo fissando e che entrambi eravamo come paralizzati, cosa dovevo fare? Dovevo salutarlo? Parlargli? Si ricordava di me?

Il corpo non sapeva cosa fare, la mente era in subbuglio e il mio cuore batteva all’impazzata.
Appena Brian era entrato e avevo sentito la sua voce, un unico pensiero mi era venuto alla mente “non dimenticarti di me” era la promessa che mi aveva fatto quando a malapena avevo 9 anni e io cosa avevo fatto? Mi ero dimenticata di lui … l’avevo completamente rimosso, avevo rimosso quegli anni trascorsi assieme, i più belli della mia vita forse, i meno spensierati, l’unica felicità che avevo avuto era lui e io l’avevo dimenticato, come una stronza, l’ho dimenticato come ci si può dimenticare di che cosa si ha letto 10 righe fa .. che stupida che sono stata.

In quel momento, un flashback veloce, rapido mi passò davanti, come se fossi in procinto di morte e tutta la vita ti passasse davanti facendoti rivivere i ricordi migliori, stavo per caso morendo?
Brian che manda al tappeto i due ragazzini che mi stavano picchiando …
Brian che gioca con me dietro casa mia …
Brian che mi regala il cd dei Led Zeppelin …
Brian che mi aiuta mentre mio padre mi stava picchiando …
Brian che parte e se ne va lontano da me …
Brian alla festa di Elizabeth …
Brian che mi sente parlare della mia vita a quel stupido circolo per alcolisti …
Brian a casa dei Christ e io come una stupida che svengo …


Adesso Brian era lì, davanti a me, dopo quasi 10 anni … 10 anni passati senza di lui, senza il suo ricordo, ero ipnotizzata dai suoi occhi scuri, dalle sue braccia muscolose e tatuate e dai capelli ribelli che gli ricadevano davanti agli occhi, Brian era lì, il mio Brian … il mio migliore amico …
-Syn! Muoviti – Zachary ruppe il silenzio diventato troppo oppressivo, e lo esortò a suonare, a prendere parte alle prove, alla fine non erano lì per questo? E io ero d’intralcio, non sarei mai dovuta andare, dovevo rimanere a casa …


Il tempo fuori stava peggiorando, ma i ragazzi non lo notavano, erano troppo presi dallo suonare, tutti eccetto uno, Brian che oltre a gettarmi occhiate, spesso sbagliava gli accordi. Matt ogni tanto lanciava qualche occhiata maliziosa a me, ma aveva visto, come tutti gli altri, cos’era successo appena Brian era arrivato … loro sapevano che ci conoscevamo già e che eravamo migliori amici? Cosa sapevano loro di noi?
Penso nulla, sennò avrebbero fatto qualche battuta maliziosa del tipo “perché non vi abbracciate, sono anni che non vi vedete!?”, non sapevo più che pensare e la mia mente era costantemente con un piede nel passato tra i ricordi di infanzia, adesso riaffiorati alla vista di quel ragazzo che avevo scordato.

-Hannah, vai a prendere le birre per favore?- mi chiese James mentre cambiava le bacchette, mi aveva scosso dai miei pensieri tanto che dovetti chiedergli di ripetere ciò che mi aveva chiesto.
-dove sono?- chiesi, quindi quella era casa sua evidentemente.
-ultima porta a destra del corridoio- mi rispose. Così aprii la porta che dal garage portava al dentro della casa e andai a cercare la cucina. Sentii lo sguardo di tutti su di me ma cercai di non farci caso, poi sentii dei bisbigli tra loro, continuai imperterrita, non volevo origliare, magari dicevano qualche cosa negativa su di me e me la sarei presa, ho il carattere così, non ci posso fare nulla. Il corridoio era lungo e alle pareti erano poste delle cornici con delle foto: James da piccolo, con la famiglia, mentre suonava la batteria …
Quanto mi sarebbe piaciuto avere una famiglia così unita mi dissi fissando tutte quelle foto con i genitori, era felice e amava vivere.
Trovai la cucina, aprii il frigorifero e presi le sei lattine di birra, tornai da loro in garage e vidi che la saracinesca era del tutto chiusa.
-sta tirando un aria forte e per evitare che faccia corrente l’ho chiusa- mi spiegò Matt prendendo le lattine dalle mie mani, io avevo abbandonato la mia giacchetta leggera su uno scaffale e la recuperai legandola alla vita.
-dopo vi accompagno a casa – disse James – viene su brutto tempo, se andate a piedi tornereste a casa bagnati fradici-
Fissai James e gli sorrisi, era così gentile e premuroso, ma una domanda mi sorse in mente
-ci stiamo tutti in macchina?- era la prima frase che dissi da quando Brian era arrivato
- ehm .. – pensò Jimmy – no, quindi se non ti dispiace Hannah, devi stare in braccio a Johnny o a qualcuno di noi dato che la macchina ha solo 5 posti –
Va bene tutto ma non vicino o in braccio a Brian.
-okay – dissi facendo spallucce.

Ripresero a suonare per un’altra oretta e nel frattempo sorseggiavo la birra fresca di frigo, nonostante fuori tirasse aria, cosa che si sentiva tra una pausa e l’altra, dentro il garage faceva caldo e Matt, forse per manie di protagonismo o chissà cosa, si tolse la maglietta scoprendo degli addominali perfetti e scolpiti e una serie di tatuaggi che adornavano il suo bellissimo fisico. Non lo fissai, o almeno cercai di non farlo, era bello, forse troppo, e non volevo sembrare una che sbava dietro a chiunque. Matt non mi piaceva, ma era un bel ragazzo, dovevo ammetterlo e poi i ragazzi con i piercing e i tatuaggi mi avevano sempre suscitato un certo interesse.

-Sullivan  portaci a casa- sentenziò Vengeance fissando fuori dalla finestrella del garage – sta per venire giù il finimondo tra poco –
- okay capo! Agli ordini! – e alzatosi dallo sgabello prese la felpa dietro di lui, prese le chiavi e fece alzare quel tanto che bastava la saracinesca per far passare una persona. Seguii Johnny che era uscito per primo e si diresse velocemente nel retro della casa; Zacky aveva ragione, il brutto tempo si stava avvicinando e non era un semplice temporale di passaggio.
La macchina era parcheggiata sotto una costruzione di legno anti grandine, era nera, 5 posti e lucida, doveva sempre tenerla pulita e non aveva nemmeno un graffio, sembrava nuova. Mi sedetti nei posti dietro assieme a Christ, Matt e Zachary, in braccio al primo di loro e Brian si era seduto nei posto accanto al guidatore. Chissà cosa stava pensando, aveva lo sguardo fisso nel vuoto e l’aria completamente assorta.

James uscì dal vialetto e disse che per primo avrebbe portato Zackary dato che abitava più lontano e imboccò una strada poco trafficata; il maltempo si stava avvicinando velocemente e nonostante fossero solo le sei di sera, il cielo era tremendamente grigio per non dire tendente al nero e minacciava grandine.
-merda ci mancava solo questa- e cominciò a grandinare. Zackary viveva leggermente fuori Huntington Beach per arrivare a casa sua bisognava percorrere tre kilometri in una strada popolata solamente da boschi, fu proprio quando imboccammo quella strada che un cervo ci tagliò la strada, uscimmo dalla carreggiata e finimmo schiantati contro un albero.
- porca puttana! Fanculo! – sbraitò Jimmy uscendo sotto la grandine comprendoni con una rivista di batterie trovata per caso nel cruscotto e vedendo del fumo uscire dal davanti della macchina. Per fortuna nessuno si era fatto male e Johnny si era premunito di stringermi a lui per evitare che mi facessi male essendo in bilico sulle sue gambe.ì, mi sentivo una stupida messa così, prchè diamine avevo seguito Christ alle prove.
-è tanto grave?- chiese Matt uscendo dal’auto.
-siamo bloccati qua gente- disse calciando la ruota della macchina e imprecando contro Dio. Nel frattempo la grandine aveva smesso, ma dei forti tuoni rompevano il silenzio di tomba e dei lampi illuminavano il cielo grigio-nero.
La cosa divertente? Nemmeno i telefoni prendevano, eravamo bloccati in mezzo al nulla, con la macchina rotta e fumante e una tempesta in arrivo.

-cosa facciamo?- chiesi stringendomi la giacca al petto, ero scesa dalla macchina assieme agli altri al fine di decidere sul da farsi.
-siamo sia troppo lontani dalla città, sia troppo lontani da casa mia – disse Zee portandosi le mani alla testa.
-quindi siamo bloccati qua- sentenziò Brian dando un calcio ad un sasso.
-già e sta strada non è percorsa proprio da nessuno-
-dovevi proprio abitare così lontano?- disse pungente Brian
- oh scusa, signor Abito In Una Bella Casa Perché Ho i Genitori Ricchi e Abito Qua da 10 Anni – lo fulminò Vengenz con lo sguardo.
Brian fece finta di nulla e si tirò su il cappuccio della felpa, stava iniziando a piovere.
-da qualche parte qua in giro dovrebbe esserci un riparo, potremmo aspettare la fine della tempesta- propose Zachary guardandosi attorno – è dentro il bosco, non dista tanto se ho un buon orientamento e buoni ricordi di quand’erano un bambino –
-perché adesso cosa sei?- chiese Matt ridendo, l’altro non gli badò, gli diede solo un pugno sulla spalla per divertimento, era così che ci si comportava tra amici, ero contenta di vederli così affiatati anche se dentro di me sentivo un vuoto, chissà se mai saremmo diventati amici io e gli altri, chissà se io e Brian ci saremmo mai parlati … Zachary si avviò verso la foresta velocemente e tutti lo seguimmo a ruota senza discutere, avevamo bisogno di un riparo non volevo rimanere in mezzo al nulla in mezzo alla tempesta.

La foresta era buia, le erbacce si impigliavano nelle scarpe e i rovi mi graffiavano le gambe, ma non ci feci molto caso, chissà quanto mancava e se la strada era giusta.
-ci sono venuto una volta, quando avevo 13 anni, è tipo una vecchia botola nel terreno dove ci tenevano delle riserve, sarà stato dei ripari per le guerre o anti sismiche- spiegò Zacky sorridendomi, ero accanto a lui poiché Johnny parlava con Matt; Brian invece chiudeva la fila e fissava il terreno umido senza aprire bocca, dovevo parlargli?
-come mai vivi così lontano dalla città?-
-era la vecchia casa dei nonni, i mie sono sempre via per lavoro e un appartamento in città costa troppo così ho deciso di abitare là e rimanere qua, senza viaggiare costantemente con i miei in giro per il mondo –
- ah capisco –
- e tu come mai venuta ad Huntington Beach?- mi fermai un attimo e sbarrai gli occhi, non mi aspettavo quel genere di domanda.
- scusa non volevo – disse lui vedendo la mia reazione
-è una storia lunga prima o poi te la racconterò, abito dai Christ perché sono vecchi amici di famiglia –
- ah okay – e mi sorrise, chissà se mai gliela avrei raccontata la storia della mia vita e chissà a chi l’avrei ancora detta … camminammo ancora per dieci minuti, nel frattempo la pioggia si stava facendo più fitta e più pesante e gli abiti cominciavano ad impregnarsi di acqua.
-Siamo arrivati!- sentenziò Vengeance fermandosi di colpo. Il ragazzo tastò il terreno in prossimità di un sasso, spazzò via le foglie e i rami e aprì la botola. Un odore di chiuso mischio a umido e roba andata a male riempì l’aria circostante.
-dio che schifo- fece Matt
-non fare la femminuccia Sanders – disse Vengeance. Fu il primo a calarsi per la scala in ferro, fu seguito da Brian, Johnny, io e infine Matt. Zee aveva raccomandato a Matt di non chiuderla, ma di avvicinarla perché sennò saremmo rimasti imprigionati dentro.
-massì stai calmo- lo rassicurò Shadows scendendo i gradini dopo di me, ma proprio quando appoggiò il piede sull’ultimo, esso si spezzò, lui cadde rovinosamente a terra e la botola si chiuse sopra di noi.

Eravamo in trappola.



 

 

 

Nota dell’autrice: salve miei cari lettori! Vi è piaciuto questo capitolo? Hannah sta si trova bene con i membri della band, ci parla e loro la hanno accolta volentieri, solamente Gates se ne sta alla larga, chissà perché. I nostri 6 amici rimangono intrappolati in una stanza sottoterra, chissà cosa può succedere. Inoltre il titolo iniziale che apre il capitolo, per chi non l’avesse notato non appartiene ai Sevenfold, bensì ai My Chemical Romance, welcome to the black parade, ho pensato che ci stava benissimo poiché Hannah quando era bambina riusciva ad essere felice con Brian e perciò a sconfiggere tutti suoi demoni interiori come l’odio per il padre e la sua vita infelice; da quando però Brian l’aveva lasciata si era lasciata divorare da essi e la uccidevano da dentro piano piano per questo appunto meditava e ha tentato il suicidio, ora che Brian è tornato o che lei è tornata da lui, mettetela come volete, forse e dico forse (prendete con le pinze ciò che dico, non vorrei essere causa di spoiler futuri) sconfiggerà i mali passati.
AH SI! Questa scena del rimanere chiusi dentro una botola, l’ho presa da un film horror di cui non ricordo il titolo, l’ho modificato però; infatti nel film la giovane ragazza chiude la botola a chiave e la nasconde al fine di passare del tempo con i suoi amici e di conseguenza col ragazzo che ne è innamorata, ma qua è colpa del caro signorino Shads che cadendo la chiude.
Se qualcuno si ricordasse il nome di quel film mi faccia sapere!
Spero di non essere stata monotona, spero vi sia piaciuta e se è così aggiungetela alle preferite e fate una piccola recensione, mi farebbe molto piacere!
*fa ciao ciao con la manina* alla prossima!

   
 
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